Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 19 - 15 ottobre 1906

526 RIVISTA POPOLARE ai quattro voti contrarii, bisogna tener conto del fatto, che due dei sei membri che approvarono la proposta, e precisamente il Corradini ed il Fiorini, « avevano « dapprima sostenuta la scuola unica col latino , e, « caduta questa, accettm·ono la scuola senza latino, > come il Sai vernini ci fa sapere. Qui, dunque, il latino è chiaro : la proposta approvata è di soddisfazione piena di quattro soli commissarii, ai quali si associarono i due che pur avrebbero preferito qualche cosa di meglio. È il trionfo della minoranza assoluta , che diviene maggioranza numerica col rinforzo ricevuto da coloro che fanno qualche concessione e piegano innanzi alla necessità (non discutiamo se vera o supposta) di venire ad u.ua qualcho conclusione. Procedendo di questo passo, la Commissione Reali potrà benissimo finire coll' approvare proposte medie, che non saranno di pieno godimento di nessuno dei suoi ruembrì ! Meravigliosa conseguenza dei metodi parlamentari applicati ad una piccola assemblea di riformatori male affiatati ! E quando si giungesse ad un così assurdo risultato, dal quale, come si vede , non si è molto lontani, che cosa si dovrebbe fare? Evidentemente una cosa sola: vroporre lo « esperimento > o gli « esperi~enti, > secondo il voto pieno di prudenza e di buon senso che gli Insegnanti federati emisero, alla quasi unanimità, •nel Congresso di Milano. Se il ministro che dovrà prendere in esame le proposte della Commissione Reale verrà ad una tale decisione , sarà veri ficato ancora una. volta il vecchio adagio , che « non tutt' i mali vengono per nuocere. " ♦ Questa avversione allo e esperimento > come mezzo di studiare concretamente la riforma della scuola è malanno vecchio, mantenuto dalle tradizioni burocratiche che sono avverse allo sperimentalismo. ' Ricordo un esempio assai istruttivo. Prima dell' ordinamento del 1891, si poteva passare dirattamente dalla Scuola elementare ali' Istituto nautico, il quale era tuttavia ordinato in maniera. da rendere tale passaggio disastroso per coloro che rncautamente avessero voluto tentarlo. Era indispensabile una scuola intermedia , special mente nelle sedi in cui, a fianco dello Istituto Nautico, non esisteva alcuna scuola tecnica comune : sorsero perciò le scuole pi·epm·atorie allo istituto Nautico , che vissero, e vivono tuttora, dove più, dove meno bene, con i sussidi, generalmente poco nutritivi, dei così detti Enti locali. Presso qualche Istituto , come questo di Piano di Sorrento , la Scuola prepa'ratoria ( oggi sostituita da un' altra equivalente, ma non ancora definitiva) fu assai bene ordinata, ben diretta e ben mantenuta; e la sua istituzio11e costituì un vero e proprio « esperimento > assai accortamente condotto e che diede risultati soddisfacentissimi. Quando, nel 1891, si riformarono gli studi nautici, si ebbe il buonsenso di utilizzare i risultati e gli ammaestramenti di questo « esperimento >, e si istitul un « co1·sop1·epa1·at01·iboiennale• che doveva precedere il triennio d'Istituto Nautico, elevando il livello degli studi di questo e dando a tutto l'ordinamento un assetto non disprezzabile. Ebbene, appena qualche anno dopo , per ragioni di economia , che spesso in Italia tengono luogo di crit.erii didattici, si ·diede un calcio al corso preparatorio biennale , abbandonandolo alla incertezza ed alla miseria delle iniziative locali! Sarebbe stato veramente grave colpa mantenere una disposizione che utilizzava, una volta tanto, il risultato di un'esperienza didattica ben condotta, rompendo la tradizione latina delle riforme non sperimentali! Contro quest'andazzo, la Federazione Nazionale degli insegnati dovrebbe muovere una propaganda viva di buon senso. Come ebbe il merito di proclamare, nel Congresso di Milano, la necessità dello e esperimento >, così dovrebbe combattere la vieta superstizione che intorno ad esso è mantenuta dal riformismo di parole, che sfrt1tta l'impazienza latina delle rapide novità per procurarsi facili vittorie. È la superstizione che confonde lo esperimento pedagogico, che vuol essere lento e paziente, e dev'essere compiuto nella vita reale della scuola , con lo esperimento fisiologico od anche psicofisiologico, che è più rapido e vien prodotto nelle condizioni artificiali del laboratorio : contro di essa· la Federazione spieghi la sua feconda combattività , ormai non più interamonte assorbita dalla dura necessità del primo e generale miglioramento economico. Pi«no di Sorr.ento, Settembre 1906. PROF. DOMENICO APREDA ~IYIST A DELLE 1'1YISTE Leonida Bissolati : l1 congresso socialtsta italiano. - La crisi attuale deriva dal fatto che il partito socialista oggi trova nel proprio seno il corporativismo e l'anarchismo, da cui si era distaccato nel Congresso di Genova del 1892. Allora 'il partito socialista uscì dalla nebulosa distaccandosi dal partito operaio che fu in auge tra l' 86 e 1'87 e che non era altro che il sindacalismo attuale. l due reietti di allora , corporativismo e anarchismo , celebrarono il loro matrimonio nella sala Sivori nella stessa Genova. Il partito socialista sorto allora procla1Y.Ò la politica della lotta di classe, che portava (? La R.) ad una tattica di opportunismi e adattamenti e al concetto delle conquiste gra • duali proletarie; escludeva il gran colpo violento , la rivoluzione. Questo sopratutto perchè credeva con Marx alla polarizzazione della ricchezza e della miseria , che doveva produrre automaticamente la catastrofe del capitalismo; perciò non si mirava alla penetrazione della classe proletaria negli organismi dello Stato borghese. Perciò il Congresso di Reggio Emilia ( 1893) proclamò la interdizione assoluta ai deputati socialisti di dare mai un voto favorevole ai mini: eri. Coloro che oggi hanno mutato avviso spiegano quegli assurdi esclusivismi colla necessità nel partito di differenziarsi ed affermarsi colla intransigenza. Io penso che sarebbe meglio confessare che la contraddizione tra il pensiero di allora e quello di oggi deriva dalla mancanza di consapevolezza di allora e dai residui dell'influenza del\' anarchismo. A Parma ( 1894) come risposta alla reazione cri spina la, Intransigenza fu maggiore, nonostante che Cavallotti stt!ndesse la mano e Turati consigliasse gli accordi per la difesa della, libertà. A Firenze ( 1895) si fa strada l'idea di una tattica che a,

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