Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 19 - 15 ottobre 1906

KlVISTA POPOLAKE 519 zione proletaria nei pubblici poteri. La pregiudiziale repubblicana distruggerebbe, almeno provvisoriamente, la possibilità di codesti metodi e costituirebbe pertanto un eccellente sustitutivo - negli eftetti pratici - di quella pregiudiziale socialista cui forse nel momento attuale non arri(krebbe la fortuna n. 11 Cosi pare a me che per schermirsi da qualche colpo degli avversari, i nostri amici rischiano d1 favorirne mirabi1mente il gioco : rìs.:hiano d1 spalancare la finestra a quei metodi che si vorrebbero metter fuori deila porta ,1. ln linguaggio più semplice e che mi sembra rispondente alla verità, è chiaro che Bissolati - e in .ciò Turati concorda - spiega l' improvvisa mossa repubblicana dei riformistico! desiàerio loro di esporsi meno agli attacchi dei rivoluzionari nei Congresso e la conversione rapida dei rivoluzionari come conseguenza della prima e colla intenzione di assestare un colpo ~ile riforme: insomma queste conversioni non rappresenterebbero che una mina ed una contromina in vista del Congresso. Avrei da fare molte osservazioni sul modo come intendono la pregiudiziale repubblicana tanto il Bis- .solati quanto l' Avanti e se non temessi di ofl:endèrli direi che sono entrambi in mala fede assegnandole un valore assoluto d'incompatibilita tra le riforme e la monarchia-l'uno per giustificare l'avvicinamento alla monarchia pel desiderio ddie riforme immediate e l'altro proprio per combattere il riformismo alia radice; ma me ne astengo e mi limito a eonstatare .con grande dolore , che nel repubblicanismo degli. um e degli altri, per confessione di Bissolati, non e' è la più lontana traccia di sincerita. Non si tratta che di una macchiavellica schermaglia. Ed è così ehe al Congresso del proletariato che dovrebbe essere faro di rigenerazione morale, i due gruppi che maggiormente si assumono il diritto di rappresentarlo vanno armati, corazzati . . . di menzogna ! Altro che la corazza di burro della Tèrni ... DOTT. NAPOLEONE COLAJ ANNI Nota. - I lettori deH' articolo della Rivista sul Congresso si accorgeranno che Turati' mantenne la sua attitudine semimonarchica, senza che gl' integralisti abbiano accentuata pèr bocca dei capi quella repubblicana. Una farsa? Pare ! N. C. IldiseordsioClemeneeau sullSaeparazione dellahiesda llSotato Clemenceau ha pronunziato nella Vandea, di rea: zionaria memoria, a La Roche sur Yonne uno dei suoi soliti discorsi, ch'è ad un tempo una rievocazione delle lotte titaniche che la prima repubblica combattè in quella famosa regione contro gli Chouans, difensori valorosi del trono e dell'altare e la esposizione chiara e categorica del pensiero del governo sulla legge di separazione d~l!a Chiesa dallo S~a~o. Alla intransigenza dei fanat1c1 che fanno da Spinto Santo sul povero Papa Sarto, cui umoristicamente fanno assumere il linguaggio di un Papa di una decina di secoli or sono, Clemenceau ha contrapposto il linguaggio della ragio~e , dell~ libertà e ~ella dignità nazionale. Questo l~nguaqg10 h~ avuto 1 esplicita e cavalleresca approvaz10ne d1 Jaures nella • Humanité (N.0 del 2 Ottobre). . . I oiornali italiani hanno dato un sunto sb1ad1to e in~ompleto del discorso di Clemenceau e si sono termati maggiormente sulla poetica rievocazione ,della lotta tra la libertà e la reazione nella Vand~a di oltre cento_ anni or sono; noi perc10, crediamo opportuno riprodurre dal Corriere della Sera il testo della parte politica ch'è la più importante e di palpitante attualità: La libertà di coscienza - Ciascun0 di noi - disse il ministro - reclama per se la liberta di coscie;:nza ; ma mette spesse volte meno ;irdore nel chiederla per gli altri, perchè ci vuoie un'educazione rilosofica profonda e una perfetta padronanza di sè stessi per determinare 11 limite esatto uel diritt0 aitru1. Ciascuno si preoccupa della propria libertà , senza curarsi del momento in cui essa diventerà tirannia. !I dogma, principalmente per la sua nat..:ra ha la pretesa d' invadere ogni cosa. E' il dogma che ci ha fatto una religionè d' mtoileranza. Ci insegnano ad ammirare Poliuto, il cui eroismo s1 esèrcita a spese della fede altrui. La Lhiesa romana , come quel!' eroe, si è abbandonata per tanti sc:colJ aH'assalto di ciò che essa chiama eresia; tutto il suo regno è stato di violenza : essa ha bruciato, essa ha massacrato, essa ha conquista:o sulla potenza civil~ dei privilegi d1 danaro e anchc: una porzione del!a potenza di Stato : ma noi pensiamo che questa parte della storia sia terminata per sempre. 11popolo franceSè vuole che l'evoluzione della Chiesa si compia ormai senza arbitri, senza privilegi e in piena libertà. Perciò noi decidemmo , malgraJo le sue protestc:, di toolierle il diritto di metcerc: la mano nells cassa comune e nel bilan. cio dello Staw, a vancaggio di una particolare credenza, v.ale a dire il pnvile 0 10 J1 levare un tributo sull'eresia, che essa non ha potuto sotfo..:are nel sangue. La separazione (e Chi non vede, infatti, che il pr,ncipio della libertà di coscienza ha per conseguenza necessaria la separazione della Chiesa dallo Stato? Non è più dei nostri tempi il mettere la forza sociale di tutti, credenti o increduli, al servizio di una fede particolare. E' questo ciò che noi volemmo far cessare. Ma se ci vollero del tempo e degli sforzi per cambiare la legge, ben di più ce ne vogliono per cambiare lo stato degli animi· La proclamazione e la realizzazione del principio della Iibertà di coscienza imp,i.:a uno stato nuovo deila coscienza. Il dogma colla sua essenza, vuole possedere, dominare l' uomo, raggirarlo in tutte le manifestazioni della sua vita : la pratica quotidiana della libertà e la legge di separazione vogliono invece lo spirito di tolleranza, che il dogma per tanti secoli si è sforzato di non riconoscere. ccNon possiamo quindi essere sorpresi di non trovare nei nostri avversari dall'oggi al domani quella trasformazione della mente che si farà a poco a poco col regime benefico della libertà di coscienza. Non risparmiamo dunque nulla per avvezzarci alla libertà , per osservarci noi medesimi da vicino e fare la nostra educazione. La legge di separazione (< La nostra legge di separazione non è un capolavoro e, da parte mia, osservo che l' ho vivamente criticata. Non si può negare però che essa abbia fatto la sua parte ai riguardi e alle transazioni necessarie. Una legge di separazione che succedesse senza transazione a un regime di privilegio, sarebbe fatalmente s.!mbrata , a coloro che vissero finora sotto il re:- gime del privilegio un'impresa contro il loro diritto. << Per questo diritto la legge ha mantenuto ancora alla Ch•ieaa un certo numero di privilegi : ventisette milioni sono ancora iscritti n.!l bilancio a credito della Chiesa romana, che fomenta ora lo spirito di ribellione , perchè si crede , com' essa dice, perseguitata. Gli edifici del cuito furono pure gratuitamente mantenuti a sua disposizione. 11 Questi sono i due principali caratteri della tirannìa repubblicana ! << Inoltre, noi volemmo assicurare la leale trasmissione dei beni della Chiesa alle associazioni del culto. Ma, fin dai primi giorni , quando non si poteva arguìre di nessun diritto leso, mentre il Governo procedeva agl'inventari per assicurare alla Chiesa il pieno beneficio dei beni cultuali (in nessun paese la trasmissione dei beni può farsi senza inventario), lo spirito di ribellione si manifestò pa; zamente, senza nemmeno l' apparc:nza di un pretesto , per il -semplice piacere di scatenare la ouerra civile, ultima risorsa di coloro che vedono sfuggirsi di ~ano le armi della religione. Voi avete visto i fanatici in armi attaccare i nostri soldati, picchiarli a colpi dì crocifisso, sconfessando così quel verbo medesimo che essi proclamano , e compiendo senza rimorso ciò che ai loro occhi duvrebb' essere il più mostruoso sacrilegio.

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