518 RIVISTA POPOLARE di Bissolati. 1 gli combatte la pregiudiziale repubblicana in un recentissimo articolo, perchè la crede di ostacolo alle riforme e se la prende aspramente coli' Avanti che dopo avere lavorato per venti anni - vera• mente sono diec.i, osserverei io - a distruggere il vacuo e ingannatore formalismo in ,:nateria di politica e di costitu1ione, un bel mattino si desta, come improvvisamente folgorato da un colpo di sole per proclamare l' inutilità di ogni azione socialista, la· impossibilita pratica di ogni seria riforma, se prima non sia abbattuta in Italia la monarchia costituzionale 11. u Questi rapidi mutamenti di stile, continua il Turati, queste autofagie portentose, destinate alla vita di un giorno, ma che demoliscono, ogni giorno l'opera sudata della vigilia, saranno allora considerate - dal partito che vuole le riforme e le sente e le sta fucinando - neppure come fellonia, ma come sintomi di follia vera e propria , da consacrare l' infelice redattore, che vi si abbandoni, alle cure amorevoli dell'alienista. Perchè la repubblica non s' impianta, così, cammin facendo, fra colazione e desinare; e, se questo deve essere 1' obbietto, è chiaro che allora, per lunghi anni , forse per decenni, ad ogni altro prossimo e accessibile obbietto conviene dare di frego n. Non è chiaro come la luce del sole? Turati la pensa come il Bissolati ; ma esclude la pregiudiziale repubblicana per non compromettere ·1e riforme, mentre il secondo più logico - a ù1odo suo - e certamente più franco e più da lodare per la sua sincerita non solo esclude la pregiudiziale, ma, date certe contingenze, ammette che i socialisti possano andare al governo colla monarchia per assicurare ed accelerqre le riforme. + Di fronte a queste dichiarazioni dei due maggiori uomini del riformismo viene spontanea la domanda: ma chi rappresentavano e cosa rappresentavano i gruppi socialisti milanesi afiermando la pregiudiziale repubblicana se Turati e Bissolati - e forse anche Treves •- dissentivano ? C' è uno scisma in seno degli stessi scismatici? (Si sa che i gruppi. socialisti milanesi sono autonomi e si discusse , se , essendosi separati dalla Federazione, cioè dalla rappresentanza ufficiale del partito socialista, potevano essé're ammessi al Congresso). La risposta sincera a questa domanda la darà lo stesso Bissolati. Per ora mi preme esaminare il repubblicanismo improvviso dell'Avanti, cui si riferiva la critica di Turati.· I lettori di questa rivista non avranno dimenticato le polemiche sostenute con l'Avanti e colla maggior parte dei socialisti italiani; i quali per tanti anni si può dire che non abbiano combattuto altro nemico che la repubblica. Quale non fu la mia meraviglia quando, - preceduto da un articolo a firma di Paolo Orano in cui si faceva professione di repubblica111smo condito da tutto il disprezzo che i superuomini possono manifestare verso i meschinelli che avevano professato la stessa dottrinella - nel N.0 del 29 settembre dell' anno di grazia 1906 lessi nell' Avanti un articolo dal titolo significativo: Controla monarchia? Mi fregai gli occhi; mi assicurai che non avevo le traveggiole e lessi e riless~ dei periodi ardenti di repubblicanismo come questi: Il socialismo italianovuoleprocl~marsi, in questo momento della vita nazionale, repubblicano; e mtende combattere specificatamente una lotta antimonarchica. La politic:a è la scienza del momento. Ora l'immonda alleanza della parte clericale con la parte conservatrice del paese ha reso immediata , urgente, attuale codesta questione politica e un nostro reciso atteggiamento contro la monarchia. · << La repubblica è oggi, per dirla con frase moderna, la pregiudiziale rivoluzionaria a ogni riformismo reale, possibile ed efficace >>. <l Ogni passo in avanti, ogni riforma reale non potrebbe oggi che esser diretta ad abbattere i cardini , i principii sui quali :si basa l'attuale ordinamento monarchico e ùei quali questo non può far a meno senza perdere il suo carattere, senza denaturarsi ~. <l La monarchia è un c0mplesso di istituzioni sociali, legate tutte intimamente fra Ji loro e in rapporto di necessiti reciproca: per cui se si volesse anche combatterne e riformarne una sola, sarebbe inane lo sforzo se tutte assieme nello stesso tempo non si combattessero n. << La monarchia poggia su un complesso di interessi dinastici, capitalistici, militaristici e chiesiastici, che sono inscindibili fra di loro, meglio, quasi inconcepibili l'uno senza l'altro: per cui è tutto l'edificio sociale insieme che deve e.;sere sconvolto. . T,de non altro deve essere il carattere di cotesta riforma rivoluzione. Sicchè quantunque cotesta lotta sembri es!"er lotta per la forma, essa è assolutamente lotta per la sostanza: non per nulla essa viene ora integrata con la formala : tt Repubblica sociale 11. . (l Ma dd resto si può dire che l'importanza stessa formale è d1_pe~ sè anche sostar11 iale per gli dfetti che e;.;sa comporta. D1fatt1 mentre gli elementi costitutivi di una monarchia oossono su~sistere pur sotto una repubblica (vedi ad esempi6 le Repubbliche dd Sud America), tuttavia essa è premessa necessaria perchè questi elementi possano essere abbattuti a poco a poco. E' così infatti che dalla repubblica di Trochu di Mac Mahon e di F erry, si potè svolgere l' attuale repubblica de • mocratica di Combes e di Clemenceau ». (l Codeste sono molto semplicemente le ragioni che ci conYincono della necc:ssità d' una lotta antimonarchica, che con l'antimilitarismo e con l'antidericalismo positivamente si riassume e conchiuJe ». <t ~oi non siamo degli aprioristi; e però adattiamo ad ogni momento storico e politico oli strumenti più abili alla vitto• . o na. Ecco tutto n. Se fosse stata sincera la conversione Jell' Avanti alla. repubblica, tanto più che si accordava, alla fine, qualche _valore di sostanza alla stess,, forma, certamente c1 sarebbe stato da rallegrarsene più che a casa nostra, nelle Romagne ed anche nelle Marche dove le lotte "tra repubblicani e socialisti assunsero spesso proporzioni incivili e criminose. Ma sicco:11e non sono un creJen te nei miracoli e nelle con versioni alla San Paolo non ostante l'invocata storicità del momento che attraversiamo rimasi diffidente, perche pienamente convinto che le evoluzioni politiche non avvengono mai di un colpo; e quelle improvvise o non sono sincere o non sono durature. Gatta ci cova ! esclamai tra me stesso. dopo la reiterata lettura di quell' articolo tanto intransigentemente repubblicano quanto. avrebbero potuto scriverlo tra i viventi Andrea Giannelli e Felice Albani. Confesso sinceramente che non mi sapevo rendere ragione del miracoloso fenomeno ; tanto più che mi era ignoto l' ordine del giorno dei gruppi milanesi. Sono grato a Leonida Bissolati che colla sua lettera al Tempo mi ha doppiamente illuminato e mi ha spiegato ad un tempo il timido pregiudiziaìismo dei gruppi socialisti milanesi e l' acceso repubblicanesimo dèll' Avanti. Bissolati- dice: (< O io mi inganno, o l'ordine del giorno (dei Gruppi milanesi) fu dettato dal timore di vedere la parte nostra (riformista) esposta nuovemente agli attacchi di coloro che sol perchè noi ricusiamo di offrire i polsi alle manette della pregiudi 1iale repubblicana ci a..:cusano di essc:re i servitori della Monarchia ». Dopo la botta agli amici riformisti egli assesta quella agli avversari rivoluzionari nei termini seguenti : \l I comJJagni rivoluzionari hanno ben compreso il vantaggio eh' essi possono trarre dal vostro atteggiamento. Voi balbettate tra il sì 1: il no la pregiudiziale; ed essi ve la strappano tutt' intera, e sventolano già la bandiera: « prima, la Repubblica Sociale, e poi le riforme ». \\ Ciò che infatti, sta a cuore ai nostri avversari è di tagliare per uno o per altro prètesto, ogni strada all'operà delle riforme, vale a dire ai metodi che , sia pure secondo i casi e i mo menti,. consentono i contatti, i temporanei accordi, la penc:tra.
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