.., I ' I,. I ' • I ' i RIVISTA POPOLARE 515 falliti miseramente, come la polarizzazione della miseria e della ricchezza e la conseguente dottrina catastrofica, mentre Morgari ci tiene ad affermare che il socialismo italiano non fu mai marxista e non deve divenirlo. Ferri guardando al futuro è di un lirismo utopistico che fa a pugni col suo positivismo afferrnando che il Coniresso di Roma segna il tramonto delle polemiche Jratricide, E' lui che ha messo il corsivo sull'Avanti I (12 ottobre). Le polemiche fratricide potrebbero cessare se Turati non fosse rimasto estraneo al voto; e sopratutto se gli anarchici del sindacalismo fossero rimasti al di fuori del partito socialista. Fra breve sapremo notizie delle polemiche se i sindacalisti devono considerarsi come fratelli degli integro-riformisti I Ma il partito socialista italiano è uscito indebo1 ito dal Congresso o vi ha attinto forze nuove che potrà spiegare nello avvenire? Noi non crediamo all'indebolimento del momento sopratutto perchè non è sopraggiunto alcun fatto nuovo da cui potrebbesi argomentare. In quanto al futuro esso non dipende soltanto dall' azione dei socialisti ma anche da quella parallela degli altri partiti: gli errori degli uni giovano sempre agli altri. E chi può prevedere chi ne commetterà di più o di meno ? ♦ Il trionfo dell'intellettualismo e del!' estetica. Siano quali si vogliono gli eventi futuri, oggi come oggi si deve riconoscere che nel partito socialista italiano ci sono delle forze intellettuali di prim'ordine e delle qualità oratorie che possono essere invidiate dalle migliori assemblee del mondo. Erano noti e meritamente celebri Ferri per la sua eloquenza affascinatrice, Turati per la sua formidabile dialettica; ma il Congresso ha assegnato un posto eminente ad Enrico Leone e pel momento crediamo che ha assicurato il primato ad Arturo Labriola. Egli è stato inesorabile e giusto quando ha messo a nudo le incertezze e le contraddizioni del gruppo parlamentare nella quistione dello sciopero generale e i suoi argomenti .si può dire che ìurono tolti dalla nostra Rivista; fu felicemente incisivo quando qualffìcò Ferri il Re delle fulle e come Re ..., irresponsabile; nell'arguzia, anche ingiusta, fu altrettanto felice quando affermò che il socialismo reggiano è una specie di democrazia cristiana, nella quale a Cristo è sostituito Prampolini (1). Egli fu veramente insuperabile e insuperato a giudizio di tutti nei due discorsi in difesa della tendenza sindacalista e dell' herveismo. Chi use il primo magnificamente con queste parole: « Ricordatevi, compagni, dell'impressionante racconto di William Wilson: « Esisteva un uomo che rassomigliava in tutto ad un altro, tranne che colui possedeva una voce alta, mentre la sua era bassa, e che, mentre egli obbediva rigorosamente ad una legge etica, a questa legge l'altro era ribelle. E tra i due uomini si scatenò un odio irrefrenabile, ma non era l'uomo dalla voce alta che odiava l'uomo dalla voce bassa. ( 1) Labriola trovò modo anche di darne al nostro direttore. tt Ammiro Colajanni, egli disse; egli è onestamente e sinceramente rea 1 ionario convinto 11. Questa ammira 1 ione fu inventata per muovere rimprovero d'insincerità e d' impotenza al gruppo parlamentare socialista nella questione dei ferrovieri. Ma che potevano fore i deputati socialisti se mancavano le ragioni da contrapporre a quelle di Colajanni '? 13ranconi non seppe trovare che cifre e fatti falsi e Labriol::l delle contumelie ... Colajanni poi è reazionario perchè lta ... ragione. Lo gica e buona fede anarchico sinJacalista ! L'odiatorP. era l'uomo che calpestava la legge etica. Ebbene, per liberarsi dall' ossessionante rassomiglianza, costui, un giorno soppresse, u.:cise con un colpo di spada il persecutore· Ma da quel giorno non ebbe più pace. S' accorse troppo tardi d'aver ucciso la propria inquieta coscienza ». Fate anche voi di non spegnere la voce libera e sincera che vi rampogna; fate anche voi di non uccidere la vostra coscienza ». E non fu meno inspirato in difesa di una pessima causa, l'herveismo, rievocando questo episodio: « Ricordatevi, compagni, di Giuliano l' apostata. Egli volle realizzare di nuovo il sogno di Alessandro il Grande, e spingere fino alle Indie le legioni romane. Giuliano aveva il suo esercito già convertito al cristianesimo che sulle bandiere, invece dell'aquila dei Cesari, recava il sogno dell'abbominio, dell'infamia e della morte innalzato da Costantino: la croce è.i Cristo. Filosofo e non generale, pagano e non cristiano, l'Imperatore volle abbassare la croce e restituire alle insigne la ·gloriosa aquila di Roma. I soldati non avendo più che nel cu·ore le impronte di Cristo, si spinsero avanti Gnchè poterono, finchè durò la spinta del dovere puro, diviso da ogni fede; ma presto si arrestarono. Il potente esercito di Giuliano in breve si disciolse, si consumò, svanì come ombra. Giuliano non realizzò il sogno di Alessandro Magno, e disse le celebri parole tramandateci dalla storia: cc Nazzareno ha vinto. La propaganda di Cristo aveva demolito l'esercito ed il regno di Roma. Apriamo adunque il nostro esercito alla nostra idea, o compagni, e poi lasciate pure che valichino le alpi o approdino dai mari le truppe straniere; questa vecchia, putrida società italiana sparirà dalla scena della storia, quando i nemici ci invaderanno e i nostri eserciti non ci sapranno difendere; e quando questo succederà, siatene certi, da un pezzo gli eserciti avranno cessato di essere puntello alla crollante e corrotta borghesia. » Tutta l'assemblea si levò in piedi per applaudirlo. Tutto questo non è la politica utile, non è la verità, non è la rettitudidc, non è il carattere. Ma è il trionfo dell'estetica; e in un popolo di artisti qual'è l'italiano, l'estetica è una granJe forza. La Rivista Il Congressosocialista di Roma La parola di un ottimista Chi ha vinto? Ha vinto ... l'albero morgariano. E' noto infatti come il Morgari avesse, alcuni giorni prima del Congresso, disegnato nell'Avanti un albero genealogico del socialismo italiano, nel quale, a un certo punto e precisamente al Congresso di Roma doveva avvenire una convergenza delle tre frazioni la centrale integralista la destra riformista e la sinistra intransigente, in un blocco unico, separato così dalle vere e proprie degenerazion~ d! destra quanto delle vere e proprie degeneraz10111 rivoluzionarie di sinistra. Ora tutto ciò si è tradotto, improvvisamente e contro le previsioni di molti, in un fatto compiuto. . E' bensì vero che tutti i particolari non cornspondono appieno alle intenzioni del Morgari. Ne~- suno per esempio, si è voluto ~on~essar~ ultra-:-nformista per fare da pendant alla frazione smdacalist~ rivoluzionaria che esce sconfitta dal Congresso. Cosi ' . . . pure una piccolissima parte degli u:~trans1gent1 no~ ha voluto aderire al blocco ed ha fatto parte a se numerandosi sull'ordine del giorno Lerda. Ma queste
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