Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 18 - 30 settembre 1906

484 RIVISTA POPOLARE consiglio hanno rivolto al popolo di Napoli . .:.'~ssi hanno detto: << La sopraffazione che era stata già preannunziata da pochi consiglieri dimissionari è un fatto compiuto. Purtroppo in questa sopraffazione che offende il decoro della prima città d'Italia hanno fortemente concorso alcuni nostri concittadini » << Un'esigua minoranza che invano da diversi anni ha lottato fin oggi per divenire maggioranza, si stringeva in connubio con alcuni che furono insieme con noi da voi eletti, che amministrarono anche con quella maggioranza consigliare dalle vostre plebiscitarie votazioni, formata e furono sempre dalla stessa minoranza com battuti. E mediante tale connubio riuscivasi a ottenere, in disprezzo delle leggi e della volontà già manifestata dal paese nei comizi, lo scioglimento dell'Amministrazione comunale. >> « E questa violenza s'è creduta di giustificare assumendo innanzi tutto che dall'Amministrazione la quale tenne il potere fino al 1 5 luglio r906 non si sarebbe data sollecita esecuzione alla legge per Napoli, mentre per. la completa attuazione di quella legge si aspettano i provvedimenti del Governo, essendosi dal Comune adempiuto tutto ciò che era di sua competenza, e bastano a questo riguardo i seguenti deliberati: 1. 0 Sgravio daziario: deliberazione consigliare del 2+ maggio 1905. 2. 0 Ente Volturno: deliberazioni consigliari 12, 26 gennaio, 9, r 1, 14, 21 febbraio 1905 e 31 marzo 1906. 3.0 Zona aperta: deliberazione cotùigliare 7 aprile 1906. 4-0 Sistemazione dei magazzini g, nerali: deliberazioni consigliari 9, 19 agosto 1906. 5.° Concessione dei bacini di carenaggio: deliberazioni consigliari 20 febbraio, 31 marzo r 901..i. 6.0 Statuto per le scuole industriali: deliberazioni consigliari 1+, 23 novembre 1905. >> « S'è gettato poi il dubbio sulla bontà o meno di alcuni atti compiuti dalla precedente amministrazione e si dimenticò che ogni discussione al riguardo non è più consentita perchè tutti gli atti di quel/" Amministrazione portarono alla piena approvarione della competente autorità tutoria del paese che mostrò la sua fiducia nell' Amministrazione stessa con lt vo~azioni pkbiscitarie del 1904 e r90G >>. « E s'è inl-ìne iamcntato il ritardo della costituzione dell'attuale Amministrazione e della mancata nomina del sindaco, mentre il ritardo rimaneva giusti{ìcato dalle avvenute dimissioni di alcuni ·consiglieri, e se non si procedeva alla nomina del sindaco fu unicamente per aspettare la completa integrazione del Consiglio mcrcè le elezioni suppletorie. Ogni altra considerazione va trascurata e sdegnosamente respinta>,. <e E ora che è stato in tal modo lacerato il mandato che ci venne da voi liberi cittadini conferito e confermato in due elezioni, lasciateci pronunziare una franca e sincera parol:J >>. « Per adempiere al dovere che ci veniva imposto <lai mandato così solennemente conferito, accettarnmo l' ufficio al quale fummo designati dalla ma9gioranza di ben 42 consiglieri sopra 50 in canea >>. <e E fummo confcrrnati altresi ad assumere l' uflìcio al quale venimmo elctr-i da considerazioni e circostanze di somma import·anza e principalmente: c. Dal voto della legge che stabilisce clic si fa luogo alle elezioni suppletorie quando il Consiglio abbia per qualsiasi cagione perduto oltre la metù dei suoi membri ; 2. Dai consigli e suggaimenti riel rappresè1ztante del Goperno in Napoli che plaudipa alla iniriatiJ1a di detta 111.aggioranza consiliare tracciandole la via da seguire e che fu effettivamente seguita ; 3. Dalla auf'orevole opinione di consiglieri che pur appartenendo all' altro partito non credettero per coerenza di carattere e per il bene di Napoli di associarsi a quella minoranza che insistendo nelle proprie dimissioni, volle a qualunque costo vedere affidata a un'Amministrazione straordinaria questa città >>. Il manifest') si chiude coll'annunzio che si è ricorso alla quarra Sezione del Consiglio di Stato per lo annullamento del Decreto reale di scioglimcn to. In questo punto e' è occasione di constatare la ingenuità dei protestanti. Essi non banno tenuto co~1to del velenoso inciso in cui la relazione accampava il pretesto dell'ordine pubblico. Questo pretesto per quanto indecente e non rispondente alla verità è bastevole per far dichiarare incompetente la quarta sezione del Consiglio di Stato ad interloquire. La ingenuità o la inavvertenza dei protestanti, però, si spiega colla enormità del pretesto accampato: a chi vive in Napoli, dove dimostrazioni di decine di migliaia di uomini e di donne non valsero ad impressionare le a-utorità, non riesce in modo alcuno a trovare anche guardando con potenti lenti d'ingrandimento i pericoli denunziati dal ministro dell'interno. Abbandoniamo ora il campo della legalità stretta cd entriamo in quello della moralità e della politica largamente intesa, che qualche volta colla prima si trovano in antinomia e nell'urto la infrangono con grande soddisfazione della opinione pubblica e con grande utilità del corpo soci_ale. Questi urti sono i grandi colpi di remo, che tanno avanzare, sulla via del progresso. Vero è che ad infrangere la legalità c!.i ordinario non sono gli or_gani dello Stato, che dovrebbero averne la custodia; ma tra le tanti anomalie della vita italiana non sarebbe la prima volta che il governo si sostituisse alla iniziativa dei cittadini a fin di bene. Nel caso presente se l' on. Giolitti ha dafo. il frego alla legalità e l'h ·1 calpestata coraggiosamente, può egli almeno viver sicuro di avere con lui la pubblica opinione e di aver compiuto un atto. altamente politico, che serve a conseguire una hnalità più eievata che non sia la rigida osservanza della legge ? Lasciamo da parte il bili d' indennità che si potrebbe scorgere nel consenso della pubblica opinione. Se in Napoli ci sia una p11bblica opinione nel senso moJerno e s~ essa possa trovar modo di far manifesti i propri verdetti è cosa assai coritestabile e contestata. Il dubbio, del resto, si estende a tutto il mezzogiorno. Che la qualsiasi espressione della pubblica opinione si possa e si voglia rintraccia :-e nella indecente gazzarra avvenuta nella sala del Consiglio Comunale e nel giorno della SLla prima riunione - gazzarra organizzata da qualcuno dei consiglieri comunali, cui cuoceva troppo trovarsi in minoranza e che aveva la nobile fretta di arrivare comunque; o nella dimostrazione che si credette nel diritto, in rappresentanza del popol? di Napoli, di ::i ndare a portare i suoi voti al Prefetto della provincia - via! è cosa semplicemente indecente. Una città di circa Goo,ooo abitanti non può essere rappresentata da un centinaio -- ed io che li vidi coi miei occhi giurerei che non arrivavano a quella cifra -- dico da un centinaio di gentiluomini inguantati, tra i quali prevalevano i consiglieri semi-dimissionai i e i candidati bocciati nelle elezioni comunali del. t 5 luglio. Secondo L cronaca quella dimostrazione pro'locò il btton umore del l.)refelto, che a ·agione dt:11::t avanzati1

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