482 RI V I S T A P O P O L AR E un terzo del quale è destinato a pagare gl'interessi: 7 milioni e 252mila lire nel 1900 sopra un bilancio di 22 milioni. e 600 mila lire I In conseguenza lo Stato parecchie volte ha dovuto intervenire e correre in aiuto della azienda finanziaria del Comune; ect a propria garanzia ha dovuto porlo parzialmente sotto tutela facendosi esso stesso gestore del Dazio di consumo, come si pratica· coi minorenni e cogli interdetti. b) Risultati morali. Accennando· a questa categoria di risultati non mi riferisco a quelli larghi, generali, che comprendono l'istruzione e la educazione pubblica. Dovrei andare troppo per le lunghe, quantunque l'argomento sia meritevole del più vivo interessamento. Basti ricordare che questi risultati morali dal punto di vi,ta largo e generale sono stati pessimi. In questa occasione, invece giova fermarsi sulla moralità in senso stretto, che è stata spiegata dagli amministratori nell'azienda comunale e che ha rasentato o è entrata a gonfie vele nel campo del Codice penale. Le osservazioni relative provano che il regime straordinario-normale dei Regi-Commissari ha dato risultati morali assolutamente disastro~1 con un crescendo spaventevole. Sin dalla seconda amministrazione De Siervo in Consiglio comunale, in occa,ione della concessione all'attuale Societa del gas si levarono voci così gravi, che si giunse persino ad una istruzione giudiziaria; gravi accuse furono volte all'amministrazione Capitelli, ch'era succeduta al Regio Commissario Pironti (Novembre 1867 Aprile 1868). Le cos-e pareva che fossero arriv::tte ad un punto che non sembrava superabile sotto l'amministrazione di Re Pappone, il Duca di San Donato, che seguì al trionfo parlamentare della Sinistra ed al Regio Commissariato Ramagnini (r0 Mag~io II Luglio 1876). Allora le condizioni morali, divennero così tristi, che un celebre scrittore straniero, il De Laveleye vi consacrò alcune note assai caratteristiche nelle sue Lettres d' Jtalie , che in parte riprodussi nel libro sulle Istituzioni municipali. Finalmente , per quel crescendo, cui accennai precedentemente, si arriva alla Inchiesta Saredo, che provocò parecchi processi e condanne ; alcune delle quali , come quelle che colpirono Summonte e Casale - che non era il peggiore della banda - passarono in e.osa giudicata. I risultati morali del regime del Regio Commissario, adunque, furono tristissimi e ,egnarono un continuo peggioramento. c) I risultati politici. Come si possa educare politicamente un popolo mettendolo continuamente sotto tutela non si sa comprendere; in guisa che, a priori, si può ammettere che non poteva darli buoni il regime di cui sinteticamente mi occupo. Quali essi siano stati a posteriori possono dire quanti si sono intrattenuti dei partiti politici e della loro funzione in Napoli. A che ne siamo oggi vedremo quanto prima. La conclusione che si è autorizzati a trarre da quarantacinque anni di regime del Regio Commissariato dal triplice aspetto finanziario, morale e politico è questa: o il popolo di Napoli è incapace a reggersi da sè; o il regime del Regio Commissariato riesce profondamente pervertitore, essenzialmente deleterio. Se si ammette la p ima ipotesi se ne deve inferire legittimamente cbe il regime Jel Regio Commissariato non rappresenta un rimedio radicale, ma un irritante che riacutizza il male che si vorrebbe guarire. Nemmeno un uomo dotato di eccezioualissime qualità può riuscire in sei mesi a trasformare le attitudini di un popolo ed a trasfondere in esso le virtù òccorrenti pel selj government. L'opera di un Regio Commissa1;io Straordinario perciò non serve che a rinfocolare le passioni locali, ad accendere odi, a soddisfare interessi loschi e personali, a servire quelli del governo del tempo a perturbare ed arrestare 1· azione della forza medicatrice della natura. Nella ipotesi della incapacità , per così dire organica del popolo napolitano al selj-government bisogna avere il coraggio di confessarlo apertamente e di proporre con legge speciale la Prefettura del Sebeto come c'è la Prefettura della Senna almeno per dieci anni e trovare l'uomo raro onesto, intelligente ed energico, che sappia, voglia e possa consacrarsi a fare l'educazione politica e amministrativa della collettività che gli viene affidata avviandola gradatamente a reggersi da. sè. Per parte mia, in piccolo, ho avuto a suo tempo il coraggio, quale membro della_Commissione parlamentare che studiò e riferì s,1lla legge del 1904 di combattere e fare respingere la proposta del governo che assegnava la maggioranza all'elemento ctettivo nel corpo, che dovrà amministrare l'azienda del Volturno, onde evitare nella misura del possibile che l' ente servisse non al popolo, ma alle cricche affaristiche ed elettorali. · La seconda ipotesi, però, rimane la più verosimile e la più probabile. Essa ha per sè l'esperienza che si è fatta in tutti i Comuni del Regno d'Italia del re·gime del Regio Commissariato. Io credo che nelle centinaia di casi annui di scioglimenti dei Consigli Comunali difficilmente se ne possa citare uno solo, in cui sia dimostrabile l'azione benefica di Regio Commissario straordinario. Si è proceduto quasi sempre, sotto tutti i Ministeri, allo scioglimento dei Consigli comunali per soddisfare le esigenze di gruppi e di persone influenti , che dispongono di forze elettorali. Donde la diversità dei compiti assegnati allo stesso commissario in un medesimo paese dal governo del tempo: si è visto, in seguito alla caduta di un ministero, un Regio Commissario consacrare tutti i suoi sforzi al trionfo di un partito, mentre sei giorni prima egli stesso li aveva consacrati al successo del partito opposto. Dal caso generale scendendo al caso particolare, quindi, si deve concludere che a Napoli il regime in discorso è riuscito nefasto; e non poteva che riuscir tale. + Le considerazioni suesposte predispongono ad apprezzare al giusto l'ultimo scioglimento del consiglio Comunale di Napoli. Dalla relazione che precede il Decreto di scioglimento si comprende di primo acchito che riesce ben difficile legalizzare il provvedimento, politicamente sempre grave quando si tratta di un piccolo comune; e che è gravissimo quando riguarda il più grande comune del Regno e coi precedenti e nelle condizioni, in cui si trova quello di Napoli. In quanto ai motivi dello scioglimento bisogna distinguère tra quelli strettamente legali e che si possono confessare in un documente ufficiale e quelli reali e che si devono tacere necessariamente, perchè da loro stessi, se dichiarati, renderebbero illegale il provvedimento. Ma questi ultimi in alcune circostanze sono tali che potrebbero dare una vernice di moralità al Decreto di scioglimento ed assicurargli, anche qualche popolarità. In questo caso i motivi reali taciuti nella relazioni si fanno illustrare nella stampa e nei giornali dagli amici del ministero. La realtà di questi motivi, però, bisogna inten-
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