Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 18 - 30 settembre 1906

478 RIVISTA POPOLARE Del Congresso di Milano preparato con diligenza, con affetto, con entusiasmo da Ernesto Teodoro Moneta non occorre fare la cronaca, eh' è stata data. dai giornali quot;diani. Qui ci basti rilevare il discorso programma elevatissimo di Federico Passy ed una breve e vibrata dichiarazione di N. Colajanni. Il venerando economista francese, che non ostante i suoi ottantaquattro anni sta snlla breccia con fede ed ardore giovanili fece delle distinzioni opportune e necessario tra l'antimilitarismo all' Hérvé, che consiglia ai soldati di tirare sugli ufficiali del proprio esercito anzichè sui nemici e quello dei Congressisti - tra l'antipatriottismo degli anarchici e la pace tra le nazioni libere ed autonome propugnata dagli uomini che prendevano parte a quest'ultimo Congresso. Egli, naturalmente, stava coi secondi. Il discorso del Passy, ripetiamo, brillò per la forma e per la sostanza. Il Presidente effettivo, Moneta, aveva dichiarato che un solo avrebbe parlato, il Passy, per dare l'intonazione a questo XV Congresso, ma vi fu una eccezione pel nostro Direttore. Diamo un breve sunto delle dichiarazioni del Colajanni, perchè se tutta la stampa accennò _alla sua protesta contro le violenze dei Croati ; ben pochi ne rilevarono il carattere e il significato preciso. Egli premise che si ascocia va di gran cuore alle distinzioni e alle dichiarazioni di Federico Passy; ma soggiunse che pace vera, duratura, benefica non potrà. esservi sino a quando i rapporti tra le singole nazionalità non saranno poggiati sulla uguaglianza, sulla giustizia, sulla libertà. dei diversi popoli; ora le violenze ultime dei Croati contro gli Ita1iani a Fiume, a Zara, in Dalmazia sono la negazione dei grandi ideali dei Congressisti, e che a quegli ideali non potremo avvicinarci sino a quando ci sono dei violenti che vorrebbero trasformare l'Adriatico da veicolo di fratellanza e d, civiltà in un lago di sangue. Ali' uopo, togliendo occasione della presenza del Generale Turr , che ha tanto seguito in Ungheria, lo invitò ad adoperarsi affi.nchè trionfi il principio federale nell'Impero AustroUngarico e siano trattati gl' Italiani alla pari di tutti gli altri popoli, che ne fanno parte· e In un Congresso per la pace, soggiunse il Colajanni, 11orto questa protesta che a qualcuno potrà sembrare una stonatura, per non discreditare la causa che ci sta a cuore in Italia; poichè gli Italiani non potrebbero nutrire simpatia pér una riunione che ]asciasse passare senza protesta l'oppressione dei propri fratelli irredenti >. « La protesta la presento io , perchè nessuno oserà. dubitare delle mie intenzioni per questi precisi motivi: 1 ° credo di essere il più antico rappresentante in Italia dell'idea della Pace, avendo aderito al Congresso per la Pace e per la Libertà di Ginevra promosso da Garibaldi e da Vi ttor Hugo in Ginevra nel 1867 ed essendo stato il corrispondente italiano del giornale Les Etats d' JJJwrope che ne fu l'organo per parecchi anni; 2° non ho votato mai un centesimo di spese militari; 3° per il primo, nel campo democratico, affrontando l' impopolariti\ e gli amari rimproveri di Matteo Imhriani sin dal 1894, ho eondannato l' ù-redentismo violento ed ho ritenuto necessaria per l'equilibrio europeo e per lo interesse italiano, l'esistenza del!' Impero Austro-Bngarico, che rappresenta una diga contro l'invadenza del Pangermanismo > • Gl' Italiani e i Francesi accolsero con vivi segni di compiacimento· qneste oneste dichiarazioni ; qualcuno le trovò inopportune e aggi unse che qualche congressista ne rimase f1·oissè. Forse se ne addolorò l'austriaca baronessa Suttner. Diciamo f01·se, perché stentiamo a credere che ci possa essere una donna elevata qual'essa è, che ritenga possibile la pace tra i popoli , quando la violenza di un popolo contro un altro viene sistematicamente adoperata. L'importanza e la impressione delle dichiarazioni di Colajanni le rileveremo riproducendo questi brevi comunicati di giornali e riviste di opposto colore. Il corrispondente della Tribuna riprodusae abbastanza esattamente le sne parole ed aggiun::;e : e L'impressione del discorso di .Colajanni, detto con grande voce e con larghi gesti, sarebbe .stato assai più grave, se il deputato siciliano avesse parlato in francese. Nemmeno t11tti i delegati italiani ebbero il coraggio di applaudire. E Charles Richet chiede di tradurre, invece dell'interprete, e tradnce attenuando, riducendo la questione a termini vaghi , senza far cenno di croati o d'italiani. E il volgarizzatore tedesco segui l'esempio. » (N. del 20 Settembre). Il redattore del Corriere della Se1·a, Renato Simoni, in un articolo sintetico sul Congresso rilevò che e Colajanni ruppe il mediocre tono generale delle voci con dei belli impeti d'italianità. » Lo Spettat01·e (radicale) infine dopo averne riassunto il di:;corso notò : e A queste parole si è mosso appunto di inopportunità nel momento e nell'ambiente uel quale esHe furono pronunziate ; comunque , non si può dire che esse non rispondano, nei rapporti della cansa della Pace a una innegabik ve1·ità. > ' ♦ Il Congresso dei dem.ocratici cristiani. - Fra i tanti Congressi di Milano, c'è stato quello della Lega democratica nazionala ispirato da Don Romolo Murri. Questi, ubbidiente al volere del Sommo Pon tefi0e, apparve per un momento al Congresso per dichiarare i motivi che lo inducevano ad allo11 t anarsene lasciandone la Presidenza al Conte Tommaso Galla~ rati-Scotti. Questi fece un lungo discorso in cui dichiarò che i democratici cristiani si rendevano indipendenti dalla direzione ufficiale del partito cattolico e che i democratici cristiani non erano nè clericali, nè socialisti: del socialismo italiano, anzi fece la critica. · Sta bene: i democratici cristiani non s,mo nè clericali, nè socialisti. Ma sono o non sono cattolici ? Ubbidiscono o non al Papa P Ritengono oppur no infallibile il Capo della Chiesa? Ecco tante domande alle quali i democratici cristiani non potranno rispondere. Essi vogliono restare cattolici: ecco l'essenziale. Restando cattolici devono ubbidienza al Pastore e devono stare nell'ovile agli ordini di Merry Del Val e di Tuto y Vivo, i due reazionari , che attualmente fanno da Spirito Santo presso il buon Papa Sarto. Essi si confortano sperando in un 1uutamento d'indirizzo. E sia. Ma in questa guisa che razza di Spirito Santo è questo che muta d'indirizzo come 11n qualsiasi ministero responsabile di fronte al Parlamento? E che cosa umoristica. è questa infallibilità mutevole come il tempo? Ciò che dicif>lmodei democratici cristiani italiani va pure all'indirizzo dei cattolici francesi, che seguono il noto giornalista Des Houx , che vorrebbe disn bbidire al Papa nella questione della separazione del la Chiesa dallo Stato. E' inutile: chi si dice cattolico deve ubbidienza cieca al Papa, i cattolici a scartamento ridotto non sono cattolici. ♦ La civiltà delle razze superiori. - Ad A talanta a Menfi e in altre città degli Stati del Sud del1' Unione americana sono rincominciati giganteschi e più sei vaggi che mai i linciaggi dei negri. Questi fanno il pendant dei pogromi russi. Nel Nord-America si organizza il linciaggio per assassinaré i Negri ; in Russia si organizza il pog1·om per assassinare gli Ebrei. In Russia come nel Nord-America è l'odio di razza che suscita questi grandi delitti colletti vi.

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