Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 18 - 30 settembre 1906

RIVISTA POPOLARE 491 riguardante l'Italia, come ragione degli avvenimenti il patriottismo ; e senza dubbio nessuno vorrà affermare la mancanza di patriottismo in coloro che si sacrificarono alla causa della redenzione italiana; ma qnesto però rappresenta diggia uno stadio più avanzato·; prima che vi fosse il patriottiBmo vi fu una caus~ di ben maggior portata. e che ben più fortemente concorse negli avvenimenti che successero. E questa causa era la condizione delle popolazioni italiane soggiogate non solo nella. loro italianità ma colpite nei loro più vitali interessi a beneficio di altre nazioni, di altri popoli di altre genti che non fossero la nazione il popolo, la gente italiana. Se questa teoria, che venne ad ili uminare cosi retta.mente su tante questioni, su tanti fenomeni, parve ad un tratto infrangere tutte quelle alte idealità che parevano causa dei fenomeni individuali e sociali , non venne per ciò meno chiara. e meno convincente a noi; solo col mezzo delle grançli teorie astratte od idealiste non potremmo ora sapere qual legge ci guida nelle nostre azioni, qual forza ci spinge ad operare; non avremmo conosciuta la legge stessa in modo cosi sicuro, non ne avremmo potuto dedurre delle conseguenze che da sole servono a chiarirci la cagione di tanti ma.li indicadoci in via generale i mezzi per prevenirli o per attenua.rii. La vita deve essere vissuta ed analizzata da vicino in modo che nulla possa. sfuggire all'occhio indagatore; è solo dall'analisi serena ed oggettiva dei fatti reali, che si può dedurre qualche conseguenza logica che abbia relazione coi fatti stessi ; che si può giungere a quale.be conclusione esatta e Re non certamente almeno relativamente sicura. Il bisogno che si sente oggi di nuovo idealismo è naturale; ad un periodo di at.tività succede sempre un periodo di inerzia ; al dominare di certe dottrine si sente la necessità di contrapporne altre antitetiche ; ed il rinascente idealismo n' è una prova. Ciò non toglie però cbe il materialismo storico sia sorto e sia.si affermato senza tema di essere abbattuto; e non lo potrà poich' esso è frutto di una serie di logici ragionamenti i quali come dicemmo trovarono e trovano nei fatti la loro più bella conferma. I grandi fenomeni sociali non s1 possono osservare al lume del sentimento che difficilmente si mantiene obiettivo ed imparziale. Al sentimento si deve in quei campi scientifici sostituire la ragione che solo può freddamente osservare e studiare. Il Materialismo Storico ha molti, troppi oppositori specie tra quelli che sono lontani da questo campo di studi e che da vicino non vedono, quanta importanza assume il fattore economico nei fatti più svariati più lontani dal far supporre qualche loro relazione col fattore stesso. Ed è a questi opposi tori che si deve dimostrare c-ame il Materialismo anzichè essere la negazione di qualunque idealità è il frutto di analisi e ricerche dei fatti avvenuti , è il frutto di un esame oggettivo dei fenomeni umani studiati nel loro complesso, nella loro integrità: con intenti e vedute larghe, comprensive; con ragionamento e logicità; mai sopraffatti da morbose od eccessive sentimentalità. È nelle sue risultanze che noi dobbiamo con essi studiarlo; e, negli insegnamenti di altissima morale che da esso si possono trarre, n(,i troveremo sempre maggior sprone ad investigare ed approfondire le ricerche m questo bellissimo e rigoglioso campo di osservazione. Torino. RoBERTO LARRARO FoÀ CONTRLOASCUOLUANICA Ili.mo Signor Direttore, Vuol permettermi qualche modesta osservazione ai espressi concetti nel dotto articolo del prof. Tentori sulla riforma dell'istruz.tone secondaria, pubblicato neli' ultimo fascicolo della sua pregiata Rivista Popolare? Allora , avuta la cortese licenza, comincio subito. Di tutti gli argomenti che si adducono in favore di una scuola media comune di grado inferiore, l' unico forse che abbia qualche apparenza di gravità è quello suggerito dalla preoccupazione di dar modo e tempo di manifestarsi alle vocazioni varie dei singoli alunni. Ma se questa scuola secondaria dovesse aver per ufficio di saggiar le vocazìoni, sarebbe allora il caso piuttosto di renderla più enciclopedica che ora non sia, bisognerebbe venir alla conclusione di aggiungere per lo meno il latino all'attuale scuola tecnica, perchè nei primi tre anni fosse possibile accertarsi ad un tempo se vi sono cervelli specialmente chiamati agli studi i di filologia e glottologia, od altri con con pronunziata disposizione alla contabilità topografia disegno o che so io. Ora, per un piccolo numero di spedati dalle vocazioni male intese, non è il caso di danneggiare per sempre l'efficacia degli studii fatti per i giovani normali evolenterosi che proseguono tranquillamente il corso classico. Del resto, la scelta della scuola è fatta per la massima parte dalle famiglie e per considerazioni di grado e di posizione economica e sociale : chi à mezzi, per solitò manda il fìgliuolo al ginnasio ancorchè si sia prefisso di farne un ingegnere, perchè pensa che quella sia una scuola di maggior distinzione, e, se anche verrà istituita la scuola unica secondo il disegno vagheggiato dal prof. Tentori, lo farà continuare per la scuola media superiore che il detto professore chiamerebbe Liceo. Chi ha mezzi limitati , anche dopo, p. es. una rivelazione di talenti letterari nella scuola unica, avvierà senz' altro la prole per la via più spiccia delle scuole professionali. E così per un beneficio così discutibile si verrebbe, colla falcidia ,di tre o quattr'anni, a dare una grave scossa allo edifizio, già abbastanza insidiato e impoverito, degli studii classici. Si lamenta ora da tanti, sia pure oltre il vero, la mediocrità dei risultati che si ottengono coll'attuale corso di otto anni, ma si sp·era forse di migliorarli col dare al corso una buona sforbiciata di un triennio e periì no di un quadriennio? Che facezie son queste? Senonché si può benissimo ovviare al tanto paventato tradimento delle vocazioni senza sconquassare la scuola più nobilmente intellettuale dei popoli civili, agevolando nei primi due o tre anni il passaggio da un tipo all'altro di scuola mediante esami d'integrazione, espediente suggeritoci dallo stesso Tentori che li ammette per lo accesso all' Università in favore di quei giovani che avessero frequentato una sezione di Liceo, normalmente non indicata per l' ammissione a

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