Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 17 - 15 settembre 1906

456 RIVISTA POPOLARE E bisogna ch'io rn1 spieghi subito quando parlo di razza. Per me-che seguo incondizionatamente le teorie espresse da Colajanni in « Latini ed Anglo-Sassoni » la razza non è più - se pure è mai sotto tal forma esistita - una speciale famiglia umana che si è perpetuata attraverso i secoli, dall' origine Gno a noi conservando le sue qualità e i suoi caratteri; è invece quell' agglomerato di esseri umani, costituito da uno o più popoli che vivendo in un dato clima sopra un certo suolo, in condizioni speciali ha acquistato certi peculiari caratteri e certe qualità sue proprie che lo differenziano dagli altri popob. Ora le qualità speciali del popolo Russo - e particolari della donna Russa - contribuiscono molto a far si che essa sia quella che è, modesta e forte, energica e dolce, facile all' entusiasmo, pronta al sacrificio, in una parola, eroina. Né queste qualità appartengono alle donne di una sola classe, o delle classi più elevate soltanto. Figlie e mogli e sorelle di contadini e di operai, non la cedono in niente alle figlie, mogli, sorelle di uomini della nobiltà o della borghesia. In tutte è un identico desiderio, la libertà, è in tutte un medesimo cuore. In fondo esse portano nella lotta rivoluzionaria le medesime qualità, che esse esercitano nella vita di tutti i giorni, nell'esercizio delle loro semplici funzioni di figlie, di spose, di madri. La posizione sociale della donna Russa è - fino dai più antichi tempi - molto differente, e per certi lati superiore alla posizione sociale delle donne occidentali. Si può dire che è-molto vicina alla posizione della donna in quelle società primitive, ma già organiizate socialmente, nelle quali vigeva _il matriarcato. E fors' anche, quando-cambiate le condizioni politiche nelle quali ora agonizza la Russia - sarà oossibile studiare a fondo la costituzione primitiv~ delle varie tribu e dei diversi popoli cbe si sono sovrapposti e che vivono in Russia, e che compongono la Nazione Russa, si verrà a trovare che presso molte di queste tribù, e in molti di questi popoli vigeva il matriarcato, o ne vigono le sopravvivenze. Ora di questa antichissima istituzione rimangono ancora le traccie nella influenza che la donna esercita nel Mir, nella sua occasionale possibilità di essere elettrice allo Zemstvo, nel governo della famiglia che, in Russia - specialmente nel popolo, operai e contadini.- è affidata a lei. Queste sue attribuzioni hanno sviluppato e coltivato nella donna Russa una somma di qualità pratiche ed attive che mancano alla generalità delle Europee occidentali. E quando, uscita dall'ambito della famiglia o delle amministrazioni municipali, essa si è trovata di fronte ed in lotta con i poteri costituiti, ha portato, nè poteva essere altri menti, tutta la energia acquisita nei lunghi secoli d' esercizio d'un certo potere, la pratica e l'attività stessa che gli uomini - a ciò addestrati dalla educazione - manifestano. E gli autocrati si son veduti avversati non da un movimento di soli uomini, e sul quale, per eccezione , combatteva qualche donna, ma faccia a faccia a frotte e folle di donne energiche e determinate quanto gli uomini, ed anche un po' di più. Si direbbe che nella loro azione esse si sono date r incarico di dimostrare vera la intuizione geniale di Shakespeare nel Macbeth, e vera la affermazione scientifica moderna; che la donna spinta alla necessità dell'azione è più determinata, più energica, più risoluta dell'uomo. Non è possibile, nè sarà possibile agli storici futuri non tener conto della donna nella narrazione dei fatti della Rivoluzione Russa; anzi bisognerà osservare che la rivoluzione, fin' ora, è passata per tre fasi ed ognuno di questi periodi ha avuto le donne per iniziatrici o cooperatrici attivissime. Il periodo della preparazione cbe va dal 1858 alla liberazione dei servi - con l' ukase di Alessandro II - nel 17 marzo del 1861, ed è il periodo degli entusiasmi quasi legali; il periodo dei tentativi per la educazione e la istruzione dei contadini; il periodo durante il quale Hertzen e Ogareff accennavano appena aJle idee che avrebbero poco di poi -Hertzen specialmente-espresse nella famosa Kolokol (la Campana) la prima audace voce di libertà sociale. Durante questo periodo due donne sono famose, di una ho già detto, l'altra, come lei attiva organizatrice di scuole domenicali, e di corsi serali, andò a morire in Siberia. Il secondo periodo, che può essere chiamato del primo grandioso tentativo, si apre con la revolverata di Vera Zassulich e si chiude tosto dopo la morte di Alessandro IL Durante questo periodo le donne eroine e vittime non si contano. Emergono dalla grande massa quelle che per aver partecipato a fatti più grandiosi sono state messe in luce dalla loro stessa opera e morte; ma quante sono morte o impazzite a Schlusselburg, nella fortezza di San Pietro e Paolo, in Siberia? Migliaia e migliaia ; eppure non una ba piegato, non una ha ceduto. Piene di giovinezza, di energia, di vita sono andate incontro alla morte con l'anima serena e il cuore forte dei martiri antichi, esse tutte piene d'una antica e fortissima fede. Il terzo periodo non si è ancora chiuso , e non è vicino a chiudersi. L'opera delle donne è ora multipla; è come un riassunto degli sforzi precedenti ; educazione del popolo, dei contadini , dei soldati; opera d' amore e di morte ad un tempo: d'amore per il popolo, di morte per i tiranni della Russia. Una donna cerca di colpire Trepoff, una donna colpisce Minn, una donna tenta di uccidere Stolypine. Al tempo stesso una donna porta dei proclami . rivoluzionari ai soldati, una donna legge ai contadini il manifesto della Duma: queste arrestate, ad esse altre subentrano, innumerevoli, come se la rivoluzione fosse la inesauribile generatrice di martiri, di erbine, di energie. Sanno che la prigione, il doloroso viaggio in Siberia , la forca, forse , le aspettano; non importa, esse vanno. Sanno che, supplizio più orribile di tutti, il Cosacco brutale, schifoso e feroce abuserà della loro carne martoriata dalle staffilate; sanno che esse saranno buttate come premio alla lascivia feroce dei barbari putenti d'incenso e di vodka e pur vanno fiere e serene e forti, allo strazio più orribile della morte; per la libertà. . Figlie di nobili e figlie di operai; donne della aristocrazia e donne dei campi, procedono tutte la mano nella mano, verso una sola meta, esposte ai medesimi pericoli, alle medesime lotte , sorrette tutte dalle medesime speranze. Al fiotto della rivoluzione che s'avanza lo Tsar oppone la sua livida e crudele paura - l_a su_a fe-:- roce energia di tiranno ipocrita -- Stolyp1ne 1 suoi bugiardi manifesti, e le sue decisioni feroci; eppure non trionferanno, non possono trionfare. Non bisogna dimenticare che il Cristianesimo e la Rivoluzione Francese trionfarono quando le donne furono folla fra i martiri cristiani ed i rivoluzionari francesi. Fra i rivoluzionari russi la donna non è più la eroina isolata che si leva come una vendicatrice; sono le madri, le spose, le figlie di tutta la nazione Russa che dicono ai tigli militari, ai mariti lavoratori, ai padri, agli uomini della ~us:- sia: Non uccidete i fratelli ; combattete da forti, noi siamo con voi.

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