Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 17 - 15 settembre 1906

RIVISTA POPOLARE 453 Di proposito scnv1amo in corsivo le parole: reati comuni affinche si vegga chiaro, che riteni:1mo una enorme balordaggine quella <li taluni, che vorrebbe"ro dare colore politico alle accuse formulate contro Nasi. Noi auguriamo di tutto cuore all' accusato che egli possa dimostrare la propria innocenza; ma per dimostrarla a luce meridiana non c' e che un mezzo solo: presentarsi ai giudici ed afhon tare il giudizio, che sarà pubblico e che non potrà , per tante e tante_ ragioni, terminare con una sentenza iniqua. Un uomo politico del valore e coi precedenti e colle relazioni di Nunzio Nasi, si può vivere sicuri che se potrà dare occasione alla parzialita dei giudici, ciò avverrà in senso a lui favorevole. Ma Nunzio Nasi protesta che egli non si vuole esporre al ludibrio del pubblico presentandosi ammanettato come un volgare malfattore ..... Quanta miseria io questa giustificazione della latitanza!! Un u~mo che pretende di essere un grande uomo politico, che ha paura di qualche mese di prigione, che le autorità gli renderebbero comoda, pur di dimostrare la propria innocenza si riduce a proporzioni lillipuziane. Nunzio Nasi non sa che le manette se avranno stretto i polsi di un innocente saranno onorate e che quello che dovrebbe essere lo sgabello dell'accusato, in questo caso diverrebbe il piedestallo della propria apoteosi? Nulla gl'insegna il caso Dreyfos? Nulla la serenità colla quale Zola, l'accusatore, affrontò una condanna iniqua? Ma già il paragone non regge: sia reo o innocente Nunzio Nasi, tra I ui e Dreyfus e Zolc1, moralmente e intellettualmente, c' e un abisso che non può essere colmato. ♦ Altra volta, in occasione della rielezione di Crispi dopo le dimissioni date in seguito al processo, abbiamo spiegato il fenomeno Crispi ai nostri amici Jel Settentrione che non se ne rendevano ragione. Altrettanto vogliamo fare oggi di fronte al fenomeno Nasi, considerato non· dal punto di vista individuale, ma sotto l' aspetto collettivo. Se ne se sono date parecchie spiegazioni; ma nel giornalismo chi più di tutti si e avvicinato alla verità e stato il corrispondente romano della Stampa di Torino. Lo seguiremo e all'occorrenza lo completeremo. Dove il fenomeno Nasi è più spiegabile è in Trapani, la sua città natale, che sempre lo predilesse e di cui seppe mantenersi ed accrescere l' afletto con ogni sorta di favori accordati alla città ed ai singoli cittadini. Egli li giustificò in parte affermando che se nessun ministro per quar.1nt' anni si era ricordato di Trapani - ed e vero - egli aveva il diritto e il dovere di ricordarsene. Aggiungasi che la .vita privata dell' ex Ministro della Pubblica Istruzione era stata sempre più che modesta ed incensurabile. Ciò che rese in verosimili le accuse, di cui dovrà rispondere innanzi ai giudici; accuse che se fossero dimostrate vere, a nostro avviso dimostrerebbero che Nunzio Nasi, mettendo piede alla Minerva, smarrì la ragione. · · Le accuse che apparivano inverosimili ai suoi concittadini per i precedenti dell' accusato , per la sproporzione gigantesca tra gli atti criminosi addebitatigli, la utilità economica che poteva ricavarne b posizione politica che occupava e quella più eminente cui pareva destinato - di Nasi come Presidente dal Consiglio tutti parlavano a Montecitorio e fuori - furono rese odiosissime dalla persona, che per la prima volta le ventilò al Parlamento. Ci sem br~1superfluo avvertire che non alludiamo a Bissola ti; ma a Saporito che scopri i reati e li denunziò come relatore dei bilanci consuntivi. Non vogliamo assolutamente malignare sulle in- , tenzioni del!' on. Saporito e siamo disposti ad ammettere che egli denunziando Nasi sia stato mosso esclusivamente dal sentimento del dovere. Ma egli quando si accorse di quei reati per tatto politico e per delicatezza doveva rinunziare all' incarico e lasciare ad altri l' ingrato compito di erigersi a pubblico accusatore. I precedenti glielo imponevano; e glielo imponevano le posizioni rispettive del!' accusato e del1' accusatore nella provincia di Trapani. Infatti t_ra Nasi e Saporito c' era un'antica ruggine, se non odio vero; e l' antagonismo era notissimo. Inoltre per quanto Nasi era amato e popolare in Trapani altrettanto era odiato Saporito quasi in tutta la pr, ,vincta ed anche da una forte frazione dei proprij concittadini in Castelvetrano. Badiamo: qui si constata una situazione di fatto senza volere esaminare da qual parte stia la ragione tra i due antagonisti; se gli odi e gli amori, la popolarità e la impopolarità dell'uno e dell'altro siano giustificabili e giustificati. . Ma data tale situazione di fatto appena si seppe in Trapani e nella provincia delle accuse formulate, immediatamente, spontaneamente , senza preparazione, senza artifizi e senza suggestioni ad uné:1 voce si gridò : Saporito si vendica contro Nasi; Saporito si v-uolesbarazzare di un avversarioabborrito ! Il sospetto si accreditò maggiormente quando durante il processo le centinaia di migliaia di lire· che Saporito asseriva essere state fraudolentemente distratte o appropriate da Nasi si squagliarono succcessivamente e si residuarono in una decina di migliaia, tra le quali quelle più sinceramente rimaste illecitamente nelle mani dell'ex Ministro del1' istruzione erano quelle poche centinaia di lire rappresentate dal famoso servizio del Gin ori e dal lavoro fatto in casa propria dagli operai pagati dal Ministero. Chiudendo colla parte che si riferisce ai precedenti tra Saporito e Nasi, aggiungeremo che il contegno del Prefetto di Trapani, se non erriamo il Panizzardi, fu talmente balordo durante il processo e durante la prima rielezione del Nasi da accreditare il sospetto che tutto il processo non fosse che una montatura indegna ed una vendetta politica. S' insinuò sinanco stupidamente che l' on. Giolitti vi avesse avuto mano onde sbarazzarsi di un concor- ·rentc alla Prt!sidenza del Consiglio! ♦ E sin qui ci sembra che abbiamo dimostrato che ce n' era abbastanza per ispiegare l'interessamento di una popolazione infiammabile, schietta, immaginosa qual' e quella di Trapani per Nunzio Nasi, i? in cui vede una vittima della scelleratezza altrm, che sarebbe viltà e ingratitudine imperdonabili abbandonare all' ira dei suoi persecutori. E la viltà e l' ingratitudine sono i difetti, che meno si pos-

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