Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 17 - 15 settembre 1906

450. RIVISTA POPOLARE dell' Ajuranez dinanzi alle truppe di Ferdinando e d' Isabella la cattolica , il potere dei preti fu sulla Spagna tanto nefasto quanto assol11to.In nessun altro paese, se ne togliamo alcune colonie spagnole dell' America, il potere clericale s'è rivelato come in Spagna oppressivo e dannoso al progresso , al benessere , alla civii tà del popolo. Alla mercè dei preti la Spagna perdette tutta la civiltà di cui l' avevano generosamente dotata i Mori, e a poco a poco si ridusse ad essere quello che è oggi: la più misera, e la meno importante delle nazioni Europee. Ma, l'ora della resipiscenza viene a tutti, la Spagna ha finito per capire donde viene e giace il suo male e sembra determinata a volerlo g~arire. Naturalmente il Vaticano si oppone a questo - che pur è un legittimo desiderio; ed è probabile che dobbiaino fra breve registrare un' altra bella batosta all'attivo del Vaticano. Per poco che Pio X viva, s'egli continua nella sua politica, si può star certi eh' egli avrà fatto più male alla Chiesa, di ciò che possono fargliene in dieci anni dieci predicatori di ateismo. Vale la pena dare uno sguardo , sia pur breve , a questa politica. E' stato detto, e scritto e si ritiene esser vero che Pio X si lascia un po' troppo dominare da due cardinali spagnoli , e , appunto perchè spagnoli , intransigenti; il suo Segretario di St.ato e il cardinale Vives y Tuto. Ora in questa diceria e' è verità; ma non è tutta la verità, nè è la principale. Nella attuale politica vaticana i due cardinali Spagnoli ci hanno la lor parte; ma la parte maggiore ce l'ha il papa; il quale è - da solo - più intransigente e più,. reazionario dei suoi due cardinali presi insieme. La sua enciclica a proposito dei dove1·i del clero fu molto chiara, e chiunque ha un po' di senno, deve aver capito da quella non bella prosa latina che a Pio X è inviso non solo il movimento liberale moderno, ma bensì anche la cultura moderna tutta, scienze, arti e lettere e non principalmente perchè_ atea - che non lo è - ma perchè consona a tutto uno sviluppo e ad un movimento progressista che un vero prete non può certamente veder di buon occhio. Sotto questo punto di vista la politica di Pio X è terribilmente logica , chiara e diritta. Egli considera che basta alla cultura del prete il Vangelo, e meglio ancora, il Breviario. Ohe basta alla cultura ed all'opera civile e politica. dei laici la coltura e la parola del prete. Ma c'è di più. Pio X, uomo cui non è possibile negare una grande fede, una cieca fede , considera la Chiesa come il più alto strumento di civiltà che esista e sia esistito al mondo, e non solo ma altresi come quell'organismo che per diritto divino ed umano, deve sovrastare a tutti gli altri, essere il moderatore ed il giudice di tutti gli altri organismi sociali ed avere in tutti e su tutti ce~ti speciali diritti, certe particolari autorità. Se tossimo ancora nel Medio-Evo egli sarebbe disposto a discutere dei diritti del Papa e di quelli dell'Imperatore o del re; e forse con rammarico egli pensa a quel Grande Gregorio (il fiero Ildebrando) che nel 1081 poteva proclamare nella Bolla Dictatus Papae che « solo il Papa può ...... se vuole, ...... spodestare i principi ....... che ....... tutti devon bRciargli i piedi .... > e a quel Bonifacio XIII che nel 1302 ribadiva il chiodo della podestà papale, a Giovanni XXII che nel 1317 affermava, senza tanti giri di frasi, che il papa « è il solo monarca legittimo : quelli che solo ha diritto di regnare su la terra • . Se fossimo ancora in tempi di forte preponderanza della Chiesa, Pio X sarebbe un di que' papi che agli avvocati di_un altro potere, ai nuovi Engelberto, Irnerio, Enzico da Suessa imporrebbe silenzio con metodi ben altrimenti persuasivi che non le encicliche, e la libera discussione. Ma non siamo più nel Medio-Evo ; alla autorità della Chiesa - come a quella dell'Imperatore - altre autorità sono subentrate e fanno sentire il peso della loro volontà; e non solo; ma nuove forme di diritto civile si sono sostituite alle antiche ed è diventato legge il concetto che lo Stato deve essere neutrale e indifferente dinanzi alle opinioni religiose. o alle tendenze economiche dei cittadini. Specialmente in fatto di religione, è ormai un concetto acquisito alla generalità, censuetudinario quasi, che lo Stato deve essere laico.· A questo concetto ed alla sua traduzione nel dominio dei fatti Pio X si oppone con tutte le sue forze e la sua energia. Fino ad oggi la Spagna non aveva dato , sotto questo punto di vista, alcun pensiero al Pontefice; anzi , era l' unico paese in Europa dove. consuetudini e sistemi medioevali in rapporto ai diritti della Chiesa vigevano ancora. Tale il diritto di esclu · siva proprietà dei cimiteri; tale il diritto della Chiesa a mantenere come solo legale, il matrimonio religioso. Nè son questi soli i diritti che la Chiesa gode in Spagna a detrimento dei diritti dello Stato;. m~ 1~ scuole di pendono dalla Chiesa, le Oongrega~10m v~ . sono quasi onnipotenti ed hanno nelle mani molti degli organismi dello Stato; nelle municipalità l'autorità dei parroci e la loro intrusione negli affari civili è grandissima. La Spagna era du~que_ fin'or~ - 1~ è_ tutt'ora - assolutamente nelle mam de1 preti; e siccome il dominio dei preti l'ha impoverita, dissanguata , avvilita ; l'ha resa debole e ignorante , l' ha quasi isolata - non nella splendid isolation ingles_edal resto dell' Europa, la Spagna che sente oggi la necessità di procedere di pari passo co°: le al~re n~- zioni , comin<'ia a scuotere il giogo dei -preti ed I I Papa -- loo-ico si ma impolitico - parla in nome del o ' . d 1. sno diritto - un diritto morto ormai a seco 1 - e minaccia rappresaglie alla Spagna senza riflettere , o senza preoccuparsi che per quel ~edesi~~ suo vano diritto tutto il popolo d' una nazione v1crna sta per liberarsi assolutamente da ogni influenza ed ingerenza dE:i preti. Il Re Alfonso XIII per quanto educato da un gesuita e per quanto sua madre abbia cercato di farn~ un bigotto,. ha sentito_ lo spirito e~ il soffio dei _temp~ nuovi e s1 trova pienamente d accordo con 1 suoi minist~i nel voler sottrarre alla Chiesa la proprietà dei cimi teri e nel volere che il matrimonio ci vile sia il solo matrimonio legale. Il ministro della Giustizia e dei Culti, Romanones, si è spiegato molto chiaramente. Egli sa di avere l' appoggio del Re Alfonso, cui non dispiacerebbe ~n viaggetto a Roma; sa di avere dalla sua la pa:te più illuminata della Nazione , ed anche la maggioranza del popolo ; 8a che il concordato ~el. 185 l può essere denunziato e che , se lo fosse , chi ci perderebbe sarebbe il Vaticano, egli va dunque diritto al suo scopo che è sottrarre quanto è più possibile la Spagna al~ l'infausto dominio dei preti. La questione dei cimiteri e del matrimonio è soltanto un primo passo, quando arri veranno alla questione della riduzione del clero, e della laicizzazione delle scuole, allora sarà il caso di vedere se la politica di Pio X e d~i suoi_cardina~i spagnoli è più forte della tendenza de1 tempi moderm; ma come la Francia gli è sfuggita si può ~tar. certi gli sfuggirà la Spagna. Cosa del resto di. cui non dovrebbe dolersi un papa che vuol essere umcame~te evangelico, come Pi o X tanto. più che già il_~el_g10, la Germania l'Italia stanno rn queste cond1z10m, e il papato no~ sembra avervi scapitato·; anzi, moralmente sembra essersene van taggia to molto. Del resto non è' detto nel Vangelo che il regno di Cristo no.a è di questa terra? + La legge di separazio~e e i ves_covi francesi. - La politica autorita_ria ed intr~ns1gent~ di Pio X ha messo in un bell' imbarazzo 1 vescovi francesi. Da un lato il Governo Francese con la pos.

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