428 RIVISTA POPOLARE ((Noi premettiamo che è nostro convincimento che lo sta':o presente d! arresto nello sviluppo del partito socialista non .derivi da turbamenti prodotti dal dilagare di discussioni teoriche, ma dalle condizioni arretrate della vita socia:e del nostro paese, poco favorevoli alla estrinsecazione d'una politica fondata sugli interessi genérali, esacerbata dalk manchevolezze, dalle incoerenze e dalla incapacità della frazione parlamentare socialista. Per questo nostro convincimento, non potendo noi ricondurre soltanto a fatti individuali o a manifestazioni di dottrina , la responsabilità della situazione presente del partito soeialista, costretto a subire k generiche influenze dissolutive d'un am · biente flaccido , sfibrato e senza tradi 1 ioni; non siamo portati a crearci soverchie illusioni sullo sviluppo successivo del nostro gruppo nel partito, nei sindacati operai e nel paese. In Italia infine l'una accanto all'altra vivono le più diverse forme economiche : regime della produzione capitalistica, pro duzione .domestica indipendente, artigianato , piccola e grande proprietà terrie"ra, con le infinite maniere di contratti agricoli, molti avanzati dirc::ttamentc dal feudo, e in generale la cultura dello spirito è vecchia, insufficiente e priva di spontaneità, e cotesta situazione dell'Italia è causa diretta di tutta la enorme inc.:oerenia della nostra vita pubblica n. Tutto questo è verissimo; ma come da questa condizione arretrata e morbosa i rivoluzionari vogliano trarre la giustificazione del loro sindacalismo, che non attecchisce bene in paesi più sani e più evoluti mi pare tale salto mortale di logica, che senza voler mancare di riguardo ai firmatari del manifesto vorrei chiamare un salto degno dei clowns più addestrati dei nostri circhi equestri. Intine sulla consistenza reale del partito socialista deve tenersi in gran conto questa osservazione fatta da Labriola del Mouvement socialiste: dovunque i candidati socialisti sono stati costretti a porsi sul terreno dei principi della lotta di classe sono stati battuti (1) e che per Turati come per Calvi abbiano fatto propaganda i proprietari e gli antisocialisti. Tutto questo risponde alla verità; Labriola l'avrebbe detta tutta ricordando che il caso si è verificato a11che pci candidati rivoluzionari sostenuti da Senatori del regno reazionarii, aspiranti agenti di polizia et similia. Le condizioni del paese_ niente favorevoli allo sviluppo normale di un ngoroso sviluppo di un vero e cosciente partito socialista riconosciute con singolare unanimità da rtfonnisti, integralisti o rivolu:;Jonari sindacalisti lasciano comprendere che la coltivazione della pianta socialista in Italia è avvenuta come quella di una pianta esotica in un clima artificiale; e che senza metafora, al partito socialista si sono aggregati piccoli e medi proprietari, artigiani, professionisti, che nulla sanno del socialismo o che col medesimo sulla base della lotta di classe hanno antagonistici gl' interessi e che ne hanno ( 1) Labriola per mettere alla gogna la tattica riformista afferma che Treves nei suoi discorsi elettorali di Milano dimostrava agli elettori, che essi non dovevano votare pei can · didati cattolici perchè i cattolici rendono gli operai tempt!ranti ed economi, poco amici dello spendere , mentre i socialisti li spingono a spendere di più e favoriscono il commercio. Credo che Labbriola abbia frainteso le parole del Treves. E. Leone nella Relazione al Congresso sui rapporti del gruppo parlamentare socialista col p,1.rtito mette questa esplicita nota di accordo perfetto col Labriola : Voglio dare uno scandalo, azzardando quest'osservazione che mi pare d'intuitiva evidenza. Nulla di più disonesto che i bei discorsi eletto1 ali diretti a tra sportare i borghesi ali' urna elettorale a nostro favore. L' ((eloquenza 1) politica non deve avere nulla di comune con quella (( forense n ; la prima deve essere dichiarativa , la seconda convincente. I doveri elettorali dovrebbero è vero convincere anche i borghesi e piccoli borghesi , ma convincerli ... a non votare pel socialista. Una buona propaganda socialista non è quella che fa soltanto adepti al socialismo ; ma quella che gli crea anche avversarii consapevoli. La guerra è la madre di tutte le cose diceva già la sapienza ellenica; e solo la lotta di classe acuita al suo culmine potrà dare il socialismo. Ma queste cose _che vo dicendo sembreranno assurdità paradossali a tnolti socialisti del bel paese. ingrossato la fila: o per manifestare nel modo più radicale e più clamoroso il loro malcontento contro i sistemi rovinosi di governo prevalsi per anni ed anni ; o per vendicarsi, sul terreno elettorale dei loro avversari , che a viso aperto e colla propria bandiera non potevano abbattere; o per più loschi motivi, che prevalsero specialmente nelle lotte municipali. Fare professione di socialismo, date tale condizioni, divenne il mezzo più facile e più sicuro per arrivare coll'appoggio dei compagni al Comune, alla Provincia, a Montecitorio. Ma se solo gli ambiziosi, senza salde convinzioni, si fossero detti socialisti, il male e la degenerazione e la precoce decadenza sarebbero stati non gravi. 11 peggio è stato che per socialisti furono battezzati e cresimati gli avYocati senza clienti, i professori senza studenti, i medici senza ammalati , tutti gli spostati in cerca di una qualsiasi occupazione che hanno creato e moltiplicato le Leghe per divenirne segretarii e che banno provocato gli scioperi per rinfocolare la fede e l'ardore accennanti al tramonto degli adepti delle Leghe. Tra i contadini poi, specialmente in Sicilia e nel mezzogiorno l'avvento del collettivismo, perchè la propaganda fosse fruttuosa, si preparava promettendo e facendo sperare la quotizzazione delle terrei Ed è stata colpa grave di Ferri e di tutti i caporioni del socialismo riformista, integralista e rivoluzionario di avere accordatola patente di socialista a tanti farabutti, che tali sapevano. ma che facevano comodo per ingrossare le G.la ed ingannare i minchioni ! + Fatta la diagnosi giova venire alla prognosi. Alcuni conservatori di fronte allo spettacolo delle divisioni nel partito socialista italiano si fregano con gioia le mani e ne annunziano la liquidazione prossima. Essi peccano cti leggerezza e di precipitazione. Se ponessero mente_ a ciò che avviene altrove i conservatori italiani diverrebbero assai più prudenti. Le di visioni, le polemiche spesso non meno irose di quelle italiane non sono una specialità del socialismo nostrano. In Germania dura da anni la controversia tra Bernstein - un Turati su certi punti più temperato del nostro - e i marxisti ortodossi, tra Kautsky ed Eisner, tra i giovani e i vecchi, tra i sindacalisti ( assai diversi dai nostri e più vicini ai Tracie-unionisti inglesi) e i politici; e di tutti ha fatto una critica spietata, che i lettori della Rivista popolare dovrebbero ricordare, Roberto Michels nella Riforma sociale , nel Mouvement socialiste (1) Ed il socialismo tede~co non si è liquidato. In Inghilterra il vecchio Trade unionismo più volte ha accennato a divenire politico e collettivista ed accanto al medesimo si è sviluppato il socialismo di Keir Hardie diverso da quello di Hyndmann ed entrambi differenti dall'altro dei Fabiani. E il socialismo vi progredisce minacciosamente. In Francia le controversie sono state più vivaci e più scandalose; anzi, ivi c'è stato il grande scandalo: due socialisti, Millerand e Briand, divenuti ministri in un governo borghese; i possibilisti sono stati in arme contro gl'intransigenti, c'è stato un integralismo, quello di Benoit Malon, diverso di quello del manifesto italiano; ci souo ora socialisti unificati in dissidio cogli indipendenti ; si è visto Jaurès in lotta con Guesde e Lafargue; c'è un sindacalismo che ha dato il modello a quello italiano e ce n'è. un alrro che se la intenderebbe con Tu- (e) Anche nel N.0 di Luglio di detta rivista del Michels, c'è un vivace articolo: Polemiques su,· le socialisme allemand.
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