RIVISTA POPOLARÈ 425 Di Lui rimangono vari lavori importantissimi di statistica applicata e principalmente di statistica nominale. Negli ultimi tempi facendo parte del Commissariato dell'Emigrazione si era occupato di questo fonomeno tanto interessante per l'Italia e crediamo che l'ultimo suo lavoro tratti per lo appunto della Emigrazione dei lavo'ratori della ter1·a. L' elenco delle sue pubblicazioni riuscirebbe molto lungo; mi limito, perciò, a ricordare: L'omicidio in Europa; L'omicidio negli Stati Uniti; La delinquenza in vari Stati di Europa e I divorzi e Le separazioni pe1·sonali dei coniugi (Roma 1903) Gli ultimi due sono due grossi volumi , nei quali con rigorosa metodologia i due importantissimi argomenti erano t.rattati esaurientemente. Erano in corso di stampa le i-iue Lezioni di Statistica dettate nell'anno scolastico 1905-~06. Da molti anni ero legato a lui da amicizia fraterna rafforzata dalla comunanza delle vedute scientifiche e sempre Io sperimentai buono . cortese, desideroso di aiutarmi in tutte le mie ricerche. Ed ora egli non è più! Lascia desolata la famiglia che lo idolatrava. inconsolabili gli amici ; e la::icia un vuoto che difficilmente potrà essere colmato nel campo scientifico. N. C. La~re~arazione alla~atta~soliacialista Alla vigilia del Congresso socialista, che si terrà in Roma nel mese di ottobre, i gruppi e le tend~nze, - che si erano manifestate a Bologna, che meglio si sono delineate dopo le batoste del:e elezioni del 1904 e dopo gli ultimi ridicoli e dannosi tentativi di sciopero generale con relative dimissioni del gruppo parlamentare - si sono affermati con una solennità eccezionale. Ciascun gruppo e ciascuna tendenza ha lanciato il suo manifesto come preparazione alla battaglia prossima, che sarà incruenta e che potrà finire con un embrassons-nous, che si legge tra le linee degli attacchi e delle rettifiche. Dicono apertamente i manifesti che le tendenze principali sono tre: dei riformisti, degli integralisti e dei sindacalisti rivoluzionari. C'è poi Ferri eh' è in disaccordo o in accordo un pò con tutti. Nel seno di ciascuno dei gruppi che le rappresentano, come in tutte le associazioni umane, che non sono sottoposte a sillabi, cì sono delle sfumature e delle divergenze, specialmente su punti secondari e sulle quistioni del momento. Così mentre l'accordo sindacalista non è completo tra Leone e Labriola; mentre Cabrini, che firmò il manifesto integralista ha dovuto fare parecchie rettifiche ed obbiezioni al manifesto, cui ha risposto sollecito il Paoloni; nello stesso tempo qualche divergenza si è fatta strada tra i riformìsti sull'attitudine da tenere verso gli amici-nemici, o nemici che non sanno trovar modo di divenire amici. Tu rati, ad esempio, se la prende cogli integralisti, il cui manifesto dich~ara un logogrifo lanciato per darsi il gusto di spiegare la propria ragione di essere foggiando due tendenze estreme fra le quali vogliono assidersi papeggiando. Bonomi invece ritiene non difficile un~ intesa tra rijonnisti, integralisti e ferriani purche Ferri abbandoni, sen,ta alcuna resistenza l'illusione s"'!a d'una unità in cui tutti i metodi abbiano piena cittadinanza e pieno diritto di tirare contemporaneamente verso i quattro punti del/' orizzonte l' attività del partito, e purchè l'ala riformista consenta non già a sentir condannato il suo metodo, ma a veder b~n separate da lei quelle vere e proprie degenera- :poni, contro le quali è bene mettere in guardia, fino da ora, il movimento socialista; mentre l'Andriulli altro riformista, è feroce più di Turati contro i sindacalisti, dei quali rileva la contraddizione massima in quanto propugnano ad un tempo, suffragio universale e azione diretta e coi quali non vuole nè unione, nè federazione. Non occorre ripetere ciò che spesse volte rilevai: nelle tendenze hanno larga parte le sirnpatie e le antipatie personali; ma prima di esporre ciò che ciascuno dei tre gruppi domanda nel momento presente e spera fare prevalere nel prossimo Congresso giova gettare uno sguardo sui firmata rii dei tre manifesti. Al manifesto dei riformisti che partì dalla Federazione socialista di Reggio Emilia, hanno aderito: Turati , Bissolati, Treves , Zerboglio, Badaloni , Prampolini, Canepa, Chiesa, Vergnanini, Benesi, Masini, Babini, Pignatari, Salvemini, Bonomi, Bocconi, Montemarti ni, Varazzani ec. ec.; una magnifica accolta d' intellettuali, di deputati, ex deputati e futuri deputati. Quello degli indecralisti tra i più noti porta le firme di Morgari, Rondani, Rigola, Cabrini, Francesco Ciccotti ec. cui fanno corona gran numero di direttori di giornaletti _locali, di associazioni e di lavoratori ·autentici. Evidentemente la forza del numero sta con loro; e le previsioni sull'esiro di un Congresso, dove le rappresentanze vengono selezionate artificiosamente e dove molto può l' imprevisto - cioè l'azione immediata su masse incolte, impulsive e sentimentali dei discorsi di uomini come Ferri, Turati , Treves , Labriola ec. - fossero possibili anticipatamente si potrebbe affermare che a loro dovrebbe arridere la vittoria. Tra i sindacalisti e · rivoluzionari dovrebbero trovarsi prevalenti i lavoratori; ma ~ono di gran lunga più numerosi gl'intelletruali; e vi prevalgono, i meridionali cioè i rappresentanti delle regioni d'Italia dove più fiacco, più falso e più ammalato è il socialismo. Tutto sommato i sindacalisti danno l'idea di essere un associazione di caporali emeriti - Leone, La brio la, Guarino, Walter Mocchi, Monicelli, Lazzari, Orano ec. - alla ricerca di soldati. Ferri sta da sè, pur tentando di stare con tutti; e come nella scienza cercò di mettere di accordo Marx, Spencer e Darwin, così ù.ell'azione politico-sociale vorrebbe, entro certi limiti, mettere di accordo riformisti, integralisti e sindacalisti rivoluzionari, ma non trova seguito, tra i capeggianti; egli commenta, consiglia e quasi si direbbe che vorrebbe comandare, ma non riesce ad essere ascoltato neppure tra i suoi collaboratori dell'Avanti l Con ciò non è detto, che al Congresso le parti non si spostino e le sue eminente qualità fisiche e intellettuali non gli diano come altra volta, il trionfo formale del momento. + Che cosa dicono e cosa vogliono i tre manifesti? Cominciamo dai riformisti. Vogliòno anzitutto salvare il partito, separandolo dalle concezioni inconciliabili coi suoi principi; vogliono l'unità vera fondata sull'unicità della concezione fondamentale. La quale non va ricercata nel pro.gram ma, nella sostanza; ma nel nietodo da seguire per realizzarlo. Il quale è noto; ma si riafferma in questi termini: Il Partito deve procedere accanto al moto operaio, illuminarlo intorno ai suoi destini, consigliarlo nelle sue lotte economiche e sopratutto rappresentarlo nelle assemblee p.,litiche, è convinto che la rivoluzione socialista si compia meJ1ante conquiste successive, e per questo dà opera ad accrescere la forza fisica e intellettuale del proletariato, sia volgt:ndo a questo scopo l' opera dello Stato e dei Comuni, sia mediante:: tutte le forme che, come la resistenza·, la cooperazione ecc., possono accrescae, non solo il benessere economico, ma la ca pacità della classe operaia a dirigere la produzione. li partito si
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