RlVlSTA POPOLARE 441 Quadro della toro distribuzione, Aprile 1906 New-York. Boston . Baltimora . Filadelfia Varii porti dell'Atlantico Porti del Pacifico . Stazioni di confine del Canadà . San Francisco San Juan Honolulu . Florida. New-:Orleans Galveston . Seattle Maine . Texas . Laredo . Miami Alaska . Territori diversi ammessi 1I8,665 7,97° I 1,439 4,392 2,454 201 1,745 214 63 1,381 327 30 1,003 97 190 9 29 141 20 27 respinti I ,268 79 51 27 2 18 222 8 l 3 2 4 I I I I 2 I Totale 150,397 1,710 In questi ultimi due mesi di maggio e giugno 1906 più di 500 gagliardi contadini, perfetti esemplari della virilità, sono stati respinti da Ellis Island per la semplicissima ragione che avevano dichiarato di avere firmato un contratto di lavoro nelle coltivazioni dell'America e quindi imputati criminali di avere cioè violato la legge del contratto di lavoro! ... legge eminentemente democratica per i lavoratori che sono già organizzati negli Stati Uniti, perchè impedisce le usure, gli sfruttamenti, i monopoli, gli ingiusti arricchimenti· e quindi l'accentramento del capitale; ma non giusta e adeguata per poveri immigranti che vengono in America a chiedere lavoro in qualsiasi modo e a tendere le loro braccia accanto a quelle dei lavoratori indigenti. Questi legislatori americani non pensano che ogni lavoratore o contadino che respingono rappresenta la perdita di migliaia di dollari annuali in discapito della nazione e che continuando con queste leggi cavillose di restrizioni, ritardano il civile progresso e la prosperità del loro paese. Il Presidente Roosevelt nel suo ultimo messaggio al Governo Federale ha espresso intieramente la sua simpatia di favorire l'immigrazione, inviando il contadino al suo ambiente naturale dei campi, cercando di sfollare i grandi centri urbani, troppo spesso viziati, fomiti favorevoli alla white plague (tubercolosi), operando così per il doppio beneficio della nazione e degli stessi immigranti , i quali troverebbero negli Stati del Sud e dell'West ampio lavoro e ben retribuito e vivrebbero in migliori condizioni sanitarie. Tutti gli Americani e Italiani che hanno a cuore il benessere economico dei due paesi, Italia e Stati Uniti, fanno voti allo scopo di abbattere le barriere che ostacolano il civile progresso della nazione americana, che impediscono l'espansione e il fiorire delle industrie e dell'agricoltura e si augurano che il problema dell'immigrazione venga risolto colla colonizzazione interna e che il nostro contadino faccia lieto ritorno alla salubre vita rustica ed agreste, che come b!;!nscrisse Guido Rossa ti ( 1) « è la nota (I) u Gli llaliani negli Stati Uniti >>, bellissimo volume edito dalla ltalo-American Directory Co. 35. Broadway. Lire 2 5 - Luglio r 906 - che la Camera di Commercio di New York invierà ali' Esposizione di Milano a testimoniare l'incremento e i progressi delle colonie italiane nel Nord America , contenente splendide monografie di noti scrittori su tutte le espli- ~azioni della vita coloniale. redentrice dell'immigrante italiano, non insensibile alla morale della favola d'Anteo, il quale era forte fintantochè era unito al suolo e far rivivere in questa terra adottiva le gloriose tradizioni dell'alma parens frugum ». MARIO PERTUSlO ============================== FratellantrzaLatineiIlliriei Ill.mo P'rof. Oolajanni, Lessi nel N. 188 del e Corriere del la Sera " un articolo dell' egregio Vico Mantegazza, che va sotto il titolo di e Latini zoppi". Lessi che il nome di Valacchi è l'antica denominazione dei Latini, senza però indicare a q 11ale lingua appartiene tale vocabolo di Valacchi, dato ai latini di un tempo. Chi conosce la lingua albanese ne dà• facilissimamente spiegazione, poichè Velak o Velah, come gli albanesi chiamanno i Valacchi, deriva dall' albanese Vela che significa fratello, e tale denominazione ebbero gli antichi latini dai popoli lllfri-Epfroti-Macedoni, quando in mezzo a a questi si portarono e con questi fraternamente vissero. Come fratelli furono considerati i .latini , nuovi arrivati tra q11elle popolazioni Pe.lasghe, perchè solo cosi potevano essi vivere in pace e formare dei gruppi compatti ed emogenei; e come i Romani concedevano il diritto quiritario, in. modo che coloro, che acquistavano tale diritto erano considerati " Oivites Romani" cioè entravano nella parentela o consanguineità (poichè son convinto che Quiriti venga dal Pelasgo-Albanese Qirite, che significa consanguinei)' cosi i latini acquistarono il diritto di cittadini Illirico-Macedoni dopo che da quelle popolazioni furono considerati e chiamati fratelli, consanguinei. E tali rimasero i latini, sempre in ottime relazioni coi popoli Illirico-MacedoniEpiroti, popoli questi, che_ non hanno avuto nessuna comunanza coi Greci, che barbari o sfranie1i li chiamavano;. e che in tale concetto erano dai Greci tenuti quei popoli, ciò è dimostrato dalle violenti orazioni del Greco Demostene contro Filippo, padre di Ales sandro, i quali furono e rimasero sempre Schipetari. Ohe i latini venissero considerati quali fratelli, consaguinei dai popoli Illirici-Macedoni lo afferma anche Virgilio nell'Eneide libro III e Oognatas ur·bes olim, populosque propinguos.-Epiro, Hesperia (quibus idem Dm·danus auct01·, - atque idem casus) unamraciemtts uframque - Trojam animis : maneat rwsfros ea cura nepotes ". Cosi, Ovidio nelle sue Metamorfosi afferma, che gli aborigeni dell' Esperia chiamavano la .luna col nome di Renna, parola in uso nella lingua albane3e per indicare la luna, ed il Prof. Ceci dell' Università di Roma afferma ancora, che la lingua albanese è la lingua che parlavano tutti i popoli della Penisola Salentina, e gli IJliri-Epiroti-Macedoni. · L' Arcangeli nelle note che fa seguire ai detti ven1i dell' Eneide cosi si esprime: e Noi affratelleremo le città vicine all'Epiro con quelle d'Italia, perchè tutte derivanti dalla comune patria Troia. Tale affinità tra quei popoli ed i latini si sentiva.
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