RIVISTA POPOLARE 431 spite d'entrata del Re, e rendevan cosi poco da dover in aggiunta dar luogo ad ulteriori concessioni di danaro, furono avocate alla Nazione. Ed attualmente esse producono più che non costi il mantenimento del re. Qualsia:1i presidente di repubblica costerebbe di più (1). In secondo luogo costui sarebbe necessaria.mente uomo di parte, e non potrebbe disporre dell'espE;rienza e del prestigio del re e non godrebbe della stessa. facilità nei conoscere i segreti e le tendenze delle Corti straniere. A ciò vanno aggiunte due altre ragioni: forse senza la Corona, le nolonie non sarebbero ri.ello stesso grado, fedeli alla madre patrii-\; e certa.- mente la beneficenza non avrebbe la stes:'la portata finanziaria attuale. Giacchè re· Edoardo e la regina Alessandra col porre la filantropia tra le classi al te, disiribuiscon0 solo su di queste il costo di mantenimento di istituzioni filantropiche che altr;menti peserebbero anche su contribuenti rrieno benestanti. Da nltimo, l'oratore accennò al fatto che , a differenza della Svizzera., della Francia e degli Stati Uniti, ove specialmente la Costituzione offre grandi difficoltà alla propria modificazione, l'Inghilterra può iutrodurre le misure sociali p ·ù avanza te senza bisogno di procedura diversa da quella adottata per qualsiasi Bill ordinario, tanto che parecchi scrittori di parte conservatrice trovarono la costituzione americana più efficace palladio della proprietà che l'ingles~ nelle sue linee storichfl fondamentali. Dopo date queste ragioni per cui l' abolizione della Monarchia non ha in Inghilterra alcun autorevole gruppo di fantori l'oratore affermò che certamente, se l'Inghilterra avesse due o tre re, come Re Edoardo, zelanti del bene pubblicg e della pace mondiale, la Costituzione, che è cosa più di spirito cbe di carta, potrebbe risentirne effetti sensibili: se buoni o cattivi non è possibile dire. Indubbiamente questa riabilitazione della Monarchia non è fenomeno isolato , e la sua estinzione non è cosi prossima e fatale come parve agli albori del secolo XIX. L'apparaa sulle scene di sovrani come Guglielmo I e II , come Vittorio Emanuele II e III, con1e il re di Danimil.rca di recente morto , come Francesco Giuseppe , come Leopoldo I come l1 attuale imperatore del Giappone, mossi se non da genio o talento, certo da buona volontà del beue pnbblico e da una considerevole comprensione dei tempi nuovi , non è stata priva di conseguenze. 11 livello dell' individualità si è elevato sui troni non meno che altrove; e la vitalità delle istituzioni monarchiche si è dimostr<'l.ta indipendente da qualsiasi antiquata sanzione religiosa e considerevolmente connessa non solo alla personalità dei monarchi, ma a limita_zioni naturali della democrazia e ai bisogni di 'l uesta in fasi del suo sviluppo successi ve a quella dal suo trionfo. Mi riserbo in articoli successi vi di riassumere altre conferenze dello stesso corso. ANGELO CRESPI (1) Questa affermazione del Mastermann è semplicemente umoristica. Per lui l'aritmetica è una opinione; difatti le 250mila lire di Roosevelt valgono di più dei 10 milioni di Edoardo VII. La Redazione unarif~rma ~~r len~stre casse~~stali DI PISPARMIO Sarebbe di sicuro interessante qualche accenno, confortato da dati statistici, sull'utilità che all'economia hanno recato le nostre Casse di Risparmio, delle quali talune, come quelle di Torino e di Palermo, coraggiosamente hanno saputo investire o largheggiare i proprii fondi in opere di previdenza o di pubblica utilità. Dovrò intanto - per non profittare troppo delle ospitali colonne della Rivista -venire direttamente al mio particolare argomento sulle Casse di Risparmio postali, nel loro funzionamento amministrativo e contabile, esaurendo il più brevemente possibile il mio compito, arido e tecnico, concernente una riforma dell'utilità del le quale faccio giudici liberi ed imparziali i lettori cortesi e pazienti- che vorranno seguirmi. Le Casse di Risparmio postali italiane, che rispondono attualmente di depositi per un miliardo e cento milioni circa, sono fondate, come del resto quelle Estere e quelle private, sul sistema del conto corrente. E tal sistema in una grande amministrazione, dà. luogo ad un enorme lavoro, sia per la ilquidazione degl' interessi, che per la contabilità generale dei con ti stessi. Le serie dei libretti dei depositanti si aumentano sempre più e con notevole rapidità e la dctìcienza, di già notevolissima, di impiegati - senza dire dei locali, dei quali occorrerebbe provvedere senza indugio, perchè, in atto, per la loro scarsezza sono un'altra non lieve causa d'intoppo al buon andamento dei servizi - la mancanza di braccia, come in buon gergo burocratico si dice, obbliga l' amministrazione dello Stato a provvedere avanti alla meglio, od alla peggio, usando quel sistema di lavori straordinari i dati a cottimo che forma no !'allettamento disgraziato e lo sfruttamento crudele insieme di quella travetteria italiana, del benessere economico della quale è inutile parlare. Conviene aggiungere che tali lavori a cottimo non possono dare che scarso affidamento e concorrono ad accrescere le non poche difficoltà che si frJ.ppongono al regolare andamento delle cose dell'azienda. I difetti che travagliano, ed abbastanza, l' attuale servizio dei risparmi sono tutti da attribuire a quel libretto di conto corrente che è base di tutto il sistema. Il libretto di risparmio comincia a rivelare i suoi organici vizii Gno dall'atto della stessa emissione prestandosi agevolmen le al la froJe. La relazione ufficiale sulle nostre Casse di Risparmio postale fa conoscere che sino al 1902 sono state frodate ben tre milioni di lire, delle quali se ne sono potute ricuperare per un solo milione. Ed il malanno continua, con parecchie centinaia di frodi all'anno, malgrado che l'amministrazione - la quale ben conosce i difetti gravi del libretto di risparmio - procuri d'evitarle spedendo a ciascun depositando la conferma dell'eseguito deposito e spendendo in più per tale speciale servizio che dovrebbe essere d'assoluta garanzia - e non è che di garanzia parziale - circa 30000 lire annu·e. . La liquidazione degl' interessi spettanti sui conti correnti, dà un lavoro veramente enorme agl' Uffici che non possono mai arrivare ad eseguirlo con ogni esattezza, malgrado i più lodevoli sforzi, e spesso avviene che il conto corrente non concordi col libretto: e da ciò amarezze per gli impiegati che hanno la responsabilità dei conti e malumore da parte del pubblico che certo da ciò non è al-
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