' RIVISTA POPOLARE 397 :E'aooiamo una eccezione per un orrore, più che un errore comme~so nel!o _stelloncino: Incivili a. T1·apani... come a Brescia. I v1 11 pt·oto nella lettera diretta. al Direttore dove si diceva.: pancia stampò: Francia ... ! NOI Latini ed ftnglo-sassoni di N. COLAJANNI (1) I giudizi Gl'individui e le collettività, sempre e comunque si chiamino , talora soffrono di una certa depressione ; essi perdono la iniziativa , la fiducia nella propria forza e nd proprio avvenire - e come conseguenza logica - buona parte della propria forza di espansione e della attrattiva del lavoro. Non altrimenti è avvenuto ali' Italia dopo le prime i,lusioni della sua giovane unità, particolarmente dopo il colpo fallito della politica di espansione in Africa e delle speranze eccessive che da parte dei patrioti e degli ottimisti erano state riposte nello sviluppo del commercio e delle industrie, persone illuminate della stessa Italia non si stancarono di rappresentare sotto luce sinistra tutti i lati della vita nazionale messi al confronto dello sviluppo della prosperità e della forza vi. tale dei paesi stranieri e di battere sempre sul tallone di Achil!e del popolo italiano. Da migliaia di gole scientificht: - antropologi, economisti, cultori di scienza sociale, medici - partì il grido: Noi siamo decadenti! Uno dei più energici nel gridare fu Guglielmo Ferraro, il collaboratore e il genero di Cesare Lombroso; il quale viaggiò per alcuni anni nel Nord di Eur0pa e le sue notevoli ed esatte impressioni di viaggio pubblicò in un piccolo libro: L'Europa giovane (Milano 1897) che parve avere attinta la propria scienza dalle sorgenti p,ù fresèhe meno fallaci e diffuse la credenza nella decadenza. li successo consistette - accanto ad una esagerata ven~razione per tutto ciò eh' era straniero - in un rapido aumento dello spirito deU'autodenigrazione degli Italiani ( 2 ). Contro questo spirito e contro i suoi parziali fattori si volse coll'opera presente Napoleone Colajanni. Fondandosi sopra una esatta conoscenza della vita politica del proprio paese - Colajanni dal 1880 in poi sta in prima fila nella falange della democrazia italiana - ed armato di un ricw materiale scientifico - Colai anni originariam~nte era un naturalista, è oggi tra i più noti sociologi italiani, e da qualche tempo professore ordinario di Statistica nell' Università di Napoli - intraprese la demolizione pezzo per pezzo dell'edifizio della decadenza e cercò dimostrare l'Italia come un paese del più riecco avvenire. La decise tendenza del lavoro come: anche il carattere polemico fortemente subiettivo del suo autore impediscono che noi potessimo considerare questo tentativo come un'opera strettamente scientifica. Per potere fare ciò si dovrebbe rimuo - vere tutto l'apriorismo. Ma il libro presenta delle parti non soltanto straordinariamente interessanti, ma anche di un grandissimo valore scien tifico. Io potrei qui sopra tutto segnalare la prima parte del lavoro, come formante un complesso notevole, in cui egli scopre la completa insussistenza delle teorie e tutte le contraddizioni degli avversari ; in tale prima parte stanno gli studi (I) Presso la Rivista Popolare. Prezzo L. 6; legato in tela e oro L._ 8. Pe; gli abbonati L. 2,76. Per l'estero L. 1 in più. ~2) ,Pe_i lettori eh~ non lo sapessero Guglielmo Ferrara di. c~1a:o l· Europa giovane una sua opera giovanile. Promise d1 rispondere ai auoi critici; ma dopo circa dieci anni non trovò il tempo per farlo. rv. d. R. etnologici, la posizione del problema fondamentale dell' antroposociologia, le sottili ricerche sull' idea di razza e di nazione - quest' ultima l' autort: la deriva esclusivamente dagli elementi intellettuali - , k considerazioni sui rapporti tra i fat tori fisici e psichici della vita umana, in cui combatte le esagerazioni di \Voltmann e le straordinariamente sottili osserva7ioni sui caratteri nazionali. Gli altri capitoli in cui egli sostic:..e l'uguaglianza degli Italiani in tutti i rami dell' attività umana colle razze superiori della Europa del Nord e particolarmente dell'Inghilterra contengono ugualmente una serie interessante d' osservazioni e di constatazioni ; e tra le altre una esatta e riuscita polemica sulla opinione di Ferrero che deriva la superiorità delle nazioni germaniche dalla tardiva sessualità , la constatazione che le più moderne anomalie sul terreno sessuale, l'omosessualità, a preferenza sono sviluppate in Germania e in Inghilterra , mentre in Italia al contrario , esse sono importate da omosessuali inglesi e tedeschi che posseggono ville e Stdzioni estive nel Golfo di Sorrento. Ci6 per L.t valutazione del momento erotico nel paese delta decadenra. Che l'autore colla sua difesa della italianita possa cadere nelle esagerazioni nonostante il sarcasmo suo contro quello degli altri, nessuno se ne sorprenderà. Ecco un esempio: Colajanni non sa trovare parole abbast"anza roventi sull' inchiesta del dott. Hirschfeld tra gli studenti di Berlino intorno alla diffusione dell'omosessualità. Ma Colajanni dimentica che per combattere una anomalia si <leve conoscerne esattamente l' esten. sione e l'intensità. La profilassi ha bisogno della diagnosi e l' a vere facilitato la diagnosi del fenomeno dell' omosessualità ' costituisce il merito principale del noto medico di Berlino , a cui il professore di Napoli attribuisce intenzioni, che sono sicuramente ben lontane e t1ivcrse dagli atti suoi. · Alla fine della lettura del libro si potrebbero attribuire a Colajanni delle ter~denze chauviniste che , se non fosse ben noto, che egli come deputato nel tempo del maggior pericolo di conflitto colla Francia come più tardi nei giorni della spe dizione in Cina ha rappresentato innanzi a tutta la Camera il partito della giustizia, che allora non coincideva con y_uelche in ltalia come altrove vien chiamato patriottismo, e se il capi•.olo conclusivo di quest'opera , il quale difende nel modo più magnifico la necessità di una cooperazione di tutti i popoli nell'alta opera della civiltà e del progresso sociale, proclama l' eguaglianza di tutte le razze, non desse ali' insieme una chiusa pacificatrice. Concludendo ci pare che sia riuscito all'autore di dimostrare la sua tesi, almeno nella forma, che certo non v'è affatto motivo di ritenere che il popolo italiano - e non solo dalle proprie fila risuona lo scettico grido I - µorti in fronte i segni della decadenza. Piuttosto si potrebbe difendere la tesi , che gli Itc1liani siano una progred1ente nazione d1 grand~ avvenire. Infatti le cifre delle nascite da un lato e le forme del movimento dei lavoratori dall' altro mostranQ I' alto grado di freschezza risiologica, che ancora hanno gli Italiani. La mancanza economica di carbone e ferro, di cui soilre la regione , viene in più di un riguardo bilanciata dall' in\;sauribile ricchezza di forza idraulica e della conseguente produzione elettrica (Dai Kritische Bldtters fur di!' gesainmten Socialwisse11scilaftenDresden. N. del r 5 luglio 1906). Rimandiamo al prossimo numero ,ma corrispowie,1ra da New- York del signo,- Mario Pertusio, sulla Immigrazione 11el Nord-America che per ragione di spa{ÌO 11011 /ia potuto trovare spa,rio in questo nume,·o. Anche nel prossimo numero inizieremo· la pubblicazione di un interessantissimo studio del Prof. Angelo Celli dal titolo: (( Antagonismi igienici economici >>.
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