412 RIVISTA POPOLAKE consigliati dai loro stessi maestri, fossero interamente liberi di scegliere gli studi ed i corsi ad essi più convenienti (1). Sono anoh' io per una scuola molteplice, ma preceduta da una scuola unica (2) e non così libera e varia, ma ben determinata, perchè non credo che i giovani, in mezzo a sì gran varietà di discipline tra cui scegliere, potrebbero' raccapezzarsi neppur colla guida dei loro rnaestri o del direttore degli studi ideato dal Boutmy (3). Sopratutto poi non vorrei sentir parlare di materie facoltative (4), perchè di quest'ultirne gli alunni credono e crederanno sempre di poter far senza. Quanti sono anche ora gli alunni dei nostri Licei che attendano sul serio alle lezioni di storia del- , l' arte e di storia delle letterature straniere, le quali sono bEnsì obbligatorie negl'istituti dove ne è introdotto l' insegnamento, ma non hanno la sanzione degli esami? A questi soli, non alla coltura. badano i giovani nella loro spensieratezza : e a questi soli pur troppo anche le famiglie. ♦ Una riforma radicale degli studi porterebbe, è vero, un grave perturbamento alla. sua prima. attuazione; ma non per questo io credo che si debba ricorrere agli esperimenti. Se siamo davvero convinti della necessità di una nuova rotta e decisi a seguirla, usiamo bensì tutta la prudenza, , ma seguiamola senza esitazioni. L' istituire soltanto qua o là le nuove scuvle porterebbe agli stessi risultati a cui ci condusse pochi anni or sono l' istituzione del Liceo moderno , fatta per prova e in poche città d'Italia. Se quel Lireo non attecchì , ciò in parte dipese dall' essersi creduto che bastasse toglier qualche materia e sfrondare un poco i programmi delle discipline scientifiche ed introdurre le lingue moderne per rammodernare il Liceo , che intanto non veniva alleggerito per nulla dalle lingue classiche ; ma in parte dipese altresì dalla precarietà di quella istituzione: precarietà che non poteva conquistarle fiducia. Niente , dicevo , esperimenti; niente cioè quella e istituzione, anche per via di esperimento, di altri tipi di scuole secondarie, in cui abbiano maggiore im- (1) Cfr. la Memoria importantissima del Kerbaker, ricordata nell'altro articolo. (2) La scuola unica di grado inferiore sarebbe accettata anche dal Boutmy, che la vorrebbe di 4 ano i: ed in essa, a differenza dalla scuola molteplice di grado superiore, si dovrebbero insegnare a tutti le stesse materie. Vi sono invece contrari tra gli altri il Kerbaker e il Ribot, il quale ultimo, nella sua relazione sull' inchieata parlamentare francese intorno all'insegnamento aecondario, vorrebbe mantenuti in un primo ciclo come paralleli il Lice0 classico ed il Liceo moderno, salvo poi a rendere vario e molteplice il secondo ciclo di studi. (3) Basti il dire che egli vorrebbe una libertà Ili scelta tanto grande secondo le vocazioni individuali , che dovrebbero easervi " tanti esami diversi quanti sono gl' individui·,,. Strano poi eh' egli, da un lato, lasci interamente facoltativi insegnamenti quali la fisica, la chimica e la storia naturale, e, dall'altro, voglia imporre a tutti come obbligatorio il latino ! Cfr. anche il Piazzi, op. cit., p. 62-63 e 318-319. (4) .Nel secondo ciclo di tre anni, a cui si accennava in una nota precedente, il R1bot vorrebbe una distinzione tra materie obbligatorie e materie facoltative. E per il Liceo clauico egli pone tra quest'ultime non solo le lingue straniere, ma perfino tutti, assolutamente tutti, gl 'insegnamer, ti scientifici ! portanza lo studio delle lingue moderne e le scienze 11, che il Convegno :fiorentino diceva di non confrastare: ma ordinamenti stabili da applicarsi in tutta Italia. Contrariamente a quel che sostenne il Tarozzi e affermò il Congresso di Milano in un ordine del giorno (1), che del resto in grandissima parte avrei io pure accettato, credo non possa più dirsi immatura presso di noi una riforma radicale e totale della scuola media ; e mi pare che con me sia il maggior numero degl'insegnanti secondari, se è vero quel che leggevo ieri nei giornali , che la mag~iorauza dei professori, rispondenrì.o al questionario della Commissione Reale, si è affermato favorevole ad- una scuola unica di grado inferiore. Quella scuola unica stessa il Tarozzi ben corn;iderò non solo come il mezzo ~ per libera.re la scuola classica da quel triste amalgama di elementi vari , che ne costituiscono il malanno interno e il discredito esterno 11, ma anche per rimuovere ~ totalmente quel disgustoso differenziarsi di ceti, che nelle scuole, e. sopra tutto nelle scuole dello Stato, è un'immoralità >; e ben disse altresl che con essa si verrebbe a " creare 1m comune fondamento di colturà a. 1111a grandissima parte del popolo italiano > e ad e affinarne ed aàdestrarne lo spirito, nello stesso tempo che gli si fornirebbero le cognizioni più generalmente utili » (2). Dec;diamoci dunque una buona volta ad istituirlar e non solo daremo così un fondamento di coltura necessario a tutti e ritarderemo opportunamente la scelta. tra l'uno e l'altro genere di studi, ma faremo opera. socialmente utile, contribuendo appunto con questo ritardo a dimìnuire il numero degli spostati, il più delle volte creati dalla. impossibilità di por rimedio ad una scelta non giudiziosa. E questa scuola inferiore nnica sia naturalmentese11za latino , non perchè lo studiò di questa lingua non abbia valore, ma perchè non è per tutti. Certo hanno torto di declama~e contro le lingue morte econtro il classicismo il Bain, il Lemaitre, il Bertrand, e tant' altri, ma hanno pur torto quelli che provano per la co1tura classica l'adorazione esclusiva del Fouillée. Non bisogna esagerare nè da una parte nè da.Il' altra (3). Del classicismo sono anch'io fervido ammiratore e cultore appassionato, per quanto modesto: ma i classiristi stessi sono ormai divisi in due campi pressochè uguali, e molti di essi ammettono la scuola. unica senza latino e non temono per questo il finimondo, e credono anzi che la conoscenza delle lingue classiche riuscirà dal ritardo rinvigorita , come del resto pare che abbian provato le scuole :riformate della Germania, le quali lo scorso anno arrivarono già a 79. Del propagarsi delle nuove idee non potremmo avere prova migliore del fatto che perfino al Convegno di (l} È riportato negli Alti del quarto Congresso Na.z ionàle degl' Insegnar.ti delle s<'-uole medie (Pistoia, Flori , 1905} a pag. 312-314. (2) Op. cit. p. 12~129. (3) Assai bene a Milano il Ricchieri dichiarb di ricouoscere l'alto valore del classicismo , " ma purchè non sia disgiunto dalla cognizione del mondo succe,sivo , del mondo moderno; altrimenti è falso a pericoloso,,. Cfr. Alt-i ete. p. 262.
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