394 RIVISTA POPOLARE ammaliato da una fedeltà allo Czar eh' è ben diversa dalla disciplina degli eserciti occidentali. E Lafargue giustamente osserva : e I Cosacchi sono i sostegni dello czarismo; il po- « tere regale non ha avuto in Inghilterra e in Francia « nna forza cosi temibile da opporre agli assalti dei « rivoluzionari borghesi. La popolazione cosacca gode « di libertà e di privilegi che non possiedono il popolo « russo; essa è per cosi dire una nazione straniera( « che fornisce allo Czar un esercito di 200,000 mercee nari, che esso utilizza per ingrandire il suo impero « e per opprimere il suo popolo. I Cosacchi conside-1 « rano i Russi, i Polacchi, i Finlandesi, i Caucasiani « come dei popoli stranieri; che devono trattare come Pio X contro la sua bestia nera. - L' In. fallibile che non ha trovato ancora il tempo e il modo di occuparsi della grave quistione -francese e che aspetta la parola dello Spirito Santo .... che non viene, ha improvvisamente lanciato una nuova enciclica-la quarta, la quinta, la decima, ... - contro Don Romolo Murri e la sua democrazia cristiana. I nostri lettori certamente sanno - noi più volte abbiamo riprodotto il pensiero dell'esiliato di Torretteciò che desidera, quali sono le aspirazioni della Democrazia cristiana ; ma percbè sappiano bene che in esse non c'è niente di satanico, di rivoluzionario e di critico crediamo opportuno di riferire le più recenti dichiarazioni di Don Murri. « nemici , e come se fossero ebrei. La camarilla che " « circonda e governa Nicola è sopratutto preoccupata Premettiamo che in fatto di teologia egli è ortodosso quanto qualunque buon cattolico, anzi q11antoqualunque cattolico fanatico e minchione ad un tempo. « di preservare i Cosacchi dal r.ontagio rivùluzionario; e essa li ha persuasi che la Rivoluzione li priverebbe « delle loro terre e della loro indipendenza. > O' è del vero in questo quadro. Si pensi intanto che un deputato dei Cosacchi commosse la Doun:,,a e il mondo civile coi sentimenti umani e liberali espressi e si veda quanto quei rappresentanti rispecchiavano fedelmente i sentimenti del popolo che rappresentavano .... E se il quadro è vero, si può affermare come fa il Lafargue che i Cosacchi rappresentano un esercito moderno quali sa organ~zzarli la borghesia? D'altra parte si ricordi che 200,000 Cosacchi dovrebbero bastare ad un Impero di oltre 22 milioni di chilometri quadrati e di centoquaranta milioni di abitanti; che essi dovrebbero reprimere tutte le rivolte e le ribellioni militari scoppiate nell' immenso impero da Vladivostock a Cronstadt, da Sveaborg ad Odessa, da pertutto in ogni momento .... Se i 200,000 Cosacchi possedessero ciascuno le cento braccia di Briareo e l'ubiquità di R. Antonio fallirebbero al triste compito. Altre organiche , profonde , immodificabili in breve tempo , sono le cause della resistenza dello Czarismo. Lafargue le intravvide e scivolò su di esse senza saperle valutare , perchè la rettorica rivoluzionaria non consenti di fermarsi su di esse. Egli scrisse: e L' ambiente russo è eccezionale. 1 « borgh€si e i p1·oletari che sono le fm·ze vive della « rivoluzione sono poco numerosi, presso a poco il e decimo della popolazione , essi sono agglomerati in e alcune città che lo Czar può domare con un esercito e relativamente debole in rapporto alla massa enorme e del popolo. I contadini possono aiutare ed anche « precipitare il movimento, ma essi sono incapaci di « lanciarlo. Essi possono come i J'acques del medio « evo, incendia,re i castelli, impadronirsi delle terre e « dei ce1·eali immagazzinati ; ma essi sono facilmente « messi in rotta da un pugno di soldati armati di fu. « cili e di una mitragliatrice. Le rivolte dei contadini, « lontane dai centri militari, sono lasciate a loro stesse e a causa della difficoltà d'inviarvi delle truppe, sino « al momento in cui si potrà occuparsene. > Questa è la verità vera. E questa eccezionalità del1' ambiente russo riconosciuta dal. Lafargue può P?rmettere di prevedere che può darsi che Mosca e Prntroburgo rimangano in mano degli insorti, che l? sciopero generale trionfi , che lo Czar si~ ~ecap1tato o prenda la via dello esilio, che i qosacch1 _s1conve~tano alla libertà..... e con tutto ciò rn Russ1a non c1 sarebbe ancora la rivoluzione come noi la intendiamo. Ci sarebbero soltanto gl'incéndi di Parigi o le scene di Cartagena; ci sarebbero sopratutt~ venti, cento, mille centri di selvagge Jacqueries. Niente altro. L~ rivoluzione fattrice di nn ordine nuovo , elemento d1 progresso sarebbe a1;1coradi là ~a ven~re. . Siamo stati soli smora a predicarlo m Italia e cr~- diamo doveroso d' insistere in queste vedute , che rispondono alle condizioni reali della Russia. ♦ Ciò che urta i nervi di S. Santità, però, non sono le opinioni religiose del sacerdote che ha preso di mira con una insistenza puerile ; ma le sue convinzioni e la sua propaganda politico-sociali, di cui, del resto in Italia &iOnsi sono visti ancora gli effetti pratici. Queste idee politico-sociali della Lega Democ'l'atica nazionale dopo l' ultima enciclica di Pio X cosi sono state formulate dal suo ispiratore Don Murri. e La Lega si è prefisso lo scopo di tenersi distinta da tutti gli altri partiti politici, non escluso quello moderato-clericale; di giovare, nella vita economica e professionale, a tutti i lavoratori, senza guardare ad opinioni religiose od a colori politici ; soprattutto di badare all' educazione del popolo e di prendere posizione, da per tutto, per l'onestà e per la sincerità politica,- qualunque sia il partito che ne violi le norme. « Anche a quanto alla parte della religione nella vita pubblica, noi abbiamo un concetto nostro; quanto più desideriamo che Fispirazione religiosa rientri nelle coscienze, tanto più vorremmo che il cattolicismo cessasse di essere pretesto di di visioni e di fazioni nella vita pubblica. Vorremm·o, in altre parole, che in politica essere cattolici significasse, non già appartenere a questo o quel gruppo contendente, ma agire, in qualunque partito, con correttezza, con alt.ruismo, con vivace spirito di solidarietà e possente desiderio di bene. Se poi da questo programma morale dovesse risultare uno speeiale atteggiamento nella vita pubblica, tanto meglio; purchè si intendesse bene che fra noi c' è posto per tutti gli interessi, purchè smettano quello che hanno di eccessivo, e per tutte le coscienze oneste>. ~ · e Il nostro è oggi un programma. di libertà, nell' in- ;~gnamente, nella vita pubblica, nei rapporti fra Chiesa e Stato; ma questa libertà dobbiamo chiederla e volerla sinceramente ed anche educarci alF esercizio di essa. I nove decimi dei cattolici militanti sono educati in un' aria cosi chiusa. abituati cosi male , cosi indeboliti spiritualmente da rivolgersi sempre, con movimento irrefrenabile, verso qualunque forma di autorità; ed essi diventano oggi il migliore appoggio, in Italia dello Stato accentratore e corruttore. A questa tende~za, anche la Lega ha cercato di opporsi con tutte le sue forze • e L'autonomia, della quale si è tanto parlato a dritto e a rovescio, per noi dovrebbe consistere appunto in questo : coscienze cristiane e pi~na libertà nelle mosse politiche >. O' è da scandalizzarsi e da scagliare fulmini per questo proposito? Cristo certamente li troverebbe molto moderati· e il Leone XIII dei primi tempi nella sua enciclica 'de conditione opificium li sorpassò in radicalismo sociale. Ma Pio X è un altro uomo. Egli odia la libertà, egli odia l' indipendonza, egli disprezza la__cultura: Perciò il Santo Padre è furioso contro questi msolenti sacerdoti che s' interessano delle classi lavoratrici; vuole preti ignoranti, animati dalla fede, fa.natici. Con ,. J
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