372 RIVISTA POPOLARE la forza avversaria: ma un popolo non può sparire·, non può morire....... . . . . Vi sono due stati sociali di fronte. Uno deve forzatamente ,· ineluttabilmente trionfare. E' nella forza delle cose, nella necessità dei fatti, ~ell~ l~- gica della vita delle nazioni che esse subiscano 11 mutamento naturale che è portato della evoluzione storica e dei tempi; l' altro deve sparire. Ha compiuto la sua opera , ha esaurita la sua fu1~zione? non rimane altro di ciò che, provocando movimenti storici e fatti economici , fu fattore di progresso, che uno scheletro mal connesso; anzi, peggio ancora, una carogna velenosa e putrefatta che ammorba la vita della nazione russa. Da un lato la Russia libera - e la rappresenta la Duma - dall'altro l'autocrazia e la rappresenta, la incarna 1 la impersona lo Tsar. E si è aperta una terribile lott~. Quando un corpo muore non e un organo solo che 5offre, non è un organo solo che abbandona la propria funzione, che s'indebolisce e non risponde più allo scopo pel quale la sua presenza era necessaria nel corpo; ma son tutti gli organi che compongono il corpo morente ~he si ~i,ss?ciano, c~e si combattono, che non agiscono p1u 111 armonia. In Russia, oggi, accade precisamente così. L'autocrazia muore, e tutti gli organi che la compongono si disiociano, cercano un adattamento più rispondente alle loro nuove esigenze e forme. Lo Tsar da un lato, la Duma dall'altro sono i principali elementi di questa lotta. Le leggi che l'uno vorrebbe mant.enute son quelle appunto che impediscono la libera azione, il funzionamento della Duma, e la Duma le vuole abrogate. Non potendo resistere all'urto popolare che lo travolge, lo Tsar non vorrebbe fare a meno della Duma, essa è la diga che rattienc ancora la grand~ fiumana ad una certa distanza da Peterhoff, essa e il cerchio magico, nell'interno del quale il negromante sfida le potenze celesti ed infernali; questo è perfetramente intuito dallo Tsar che per questo appunto vuol che la Duma sia mantenuta; ma senz~ però che nemmeno un lembo dell_a sua poten~a di autocrate sia compromessa. Infatt1 nel cc Ma111festo al Popolo » contro la Duma lo Tsar dichiara, a carico della Duma stessa, che i suoi componenti ebbero il torto: di segnalat·e i difetti delle leggi fondanienLali, che non potrebbero essere modificate che dalla nostra volontà imperiale, e che la Duma attuale doveva essere sciolta perchè: i rapp,·esentanLi della nazione si sono abbandonati ad atLi veramente illegali, conie un appello alla nazione da parte della Duma. Ora mantenere la Duma vuol dire, avere sempre di fronte un corpo che sa di essere esso solo in diritto di dare leggi al popolo, poichè egli veramente -- quantunque limitatamente · rappresenta il popolo e dal popolo viene. Questa è la grande tragedia. La Duma che sa di avere, essa sola, il diritto di fare le leggi; lo Tsa r che considera che la sua volontà sovrana, sola, è la legge. Il conflitto non potrà che acuirsi di piL1in più, (i no al giorno che 1::t Duma (poichè la cosa non può essere alt~·imenti_) la Du~a di~es_sa o&ni _r~- missività, ogni sudditanza chiamera 111 gmd1z10 l' uomo dalla cc Volontà Sovrana » per togliergli appunto il diritto a questa volontà. Non dimentichiamolo; Carlo I d'Inghilterra sciolse quattro volte, nel 162 5 nel 26 nel 29 nel 40 il Parlamento Inglese; ma il quinto parlamento chiamò Carlo I innanzi a se e gli parò di nero un palco dinanzi a \Vhite Hall. Non dimentichiamolo, Luigi XVI volle sciogliere l' Assemblea ; volle resistere - come Nicçola II0 ora - alla volontà popolare; ma l' Assemblea lo chiamò innanzi a se e lo trasformò nel simbolo e nell'esempio storico dei re che non sanno intendere ed adattarsi ai tempi. Quando Carlo I chiuse il primo parlamento: quando Luigi XVl chiuse la Sa/le des Menu~-, a chi paventava la collera del. popolo si rispondeva : - L'esercito è fedele - difatti le truppe di Carlo arrestarono i più ardenti parlamentari, Elliot, Hampden, Pym conobbero la carcere e la fedeltà del1' esercito di Carlo I ; il duca .di Berry , servendo Luigi XVI, ridusse, all' obbedienza con i suoi soldati , i tre reggimenti che si erano rib~llati, e la folla rifugiata nel giardino delle Tuillenes, dovette fuggire dinahzi alle cariche ed alle sciabolate dei suoi cavalieri : eppoi ? Eppoi un giorno il popolo si 1levò: in Inghilterra organizzò le TesLe di fen·o, in Francia i Sansculottes; in [nghilterra vinse a Nasebey e a Marston Moor, in Francia abbattè la Bastiglia, e invase il palazzo reale, eppoi.. .. eppoi .... i due re giacquero, tronca la testa, nelle _tombe dei loro avi. li il popolo continuò la sua via e la sua vita. Anche l' esercilù di Nicola II è fedele. Egli almeno chiudendo il Palazzo della Tauride, lo dice. E eh; importa? Oggi non è domani. Non bisogna dirne nticare che i contadini hanno giurato di non dare più reclute allo T'sar. Egli non è più oggi il piccolo padre, l' uomo che il Mujich vene~·a ~d obbedisce, egli è quegli che nega al popolo 11 nconoscimento dei suoi diritti, ai contadini le terre, alla Russia la pace. Egli è il reo. Reo di lesa nazione. E dalla pacifica, s.ilenziosa città di Vyborg, d'un tratto diventata sonora della voce di tutta la Russia, la Duma - che non è disciolta perchè la volontà d' un popolo non vacilla come quella d'un uomo, nè si disperde - la Duma ha lanciato la sua parola. Non pagate le tasse, non date le reclute, non obbedite alla legge a men che la legge ne venga dalla Duma. E' il secondo atto della grande tragedia che si apre. Si apre su_ la Russia che ta~e ~, ~~ ~inistr? silenzio foriero forse delle convuls10111 p1u v10lent1; che tac~ prep~rando nel·. silenzio_ l~ for~~' i b~tt_aglioni, le armi per una, forse dec1s1va, prn ternb1 le rivolta. Stolypine, il ministro ipocrita, il liberaleg~iante che intende impartire con la for~a e _la n~gaika 1~ libertà al popolo Russo ha sentito 11 bisogno d1 scagionare il suo livido sire dall'atto sleale, e ha fatto sapere all'Europa - che non ha voluto crederci - che la pace e la libertà del popolo Russo erano compromesse dalla Dum_a, dalla Du~a che si preparava ad essere la « tribuna della nvoluzione » - e ha tentato far credere all' Europa che necessaria era perchè l'opera di rigenerazione fosse ~ondotta a bdon porto che_ 1~ [?uma fo~se _sci?lta. Riassumendo tutte le oprn10111, le asp1raz10111, le speranze e la simpatia di tutti _gli _spiriti_ l_ibe,r\ di tutte le coscienze rette, di tutl1 glt uom1111d _Eu-: ropa Campbell-Bannerman, parl~nJo innanzi a1 deleo-ati della disciolta Duma ba risposto allo Tsar, ha risposto a Stelypi ne, a ·_1 'rcpofl~,. al Grandu~a Nicola, al tiranno ed ai suoi satell1t1: · La Duma è morta; Viva la Duma ! - - Ora essi sanno, in proposito, l'opinione dell' Europa. ~ l'opinione della Russia? Eccola: Una lettera di Maria Spiri<louna, in viagg_io per la Siberia, racconta gli orrori del~a depor!a~1one e nondimeno incoraggia alla lo~ta; 1 _contad1n1 s1 ~-1bellano, insorgono per conqmstars1 _le terre, q_ua e là nell'esercito si sconzono i segni che lo d1mo- ' ) u
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