Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 14 - 31 luglio 1906

368 RIVIST.\ POPOLARE gnano molte cose, qualcuna anche confortante. Invero apprendiamo con piacere dalla medesima lettera che l'unione dei preti, dei moderati e della polizia non sarebbe bastata ad assicurare la sconfitta del candidato repubblicano se non fosse intervenuta larghissima la corruzione esercitata con sfacciataggine rara ed insuperati\ da due grandi feudatari, che hanno fatto da banchieri. La µoJizia, però, fu di grande giovamento al candidato della reazione perchè protesse in tutti i modi i corruttori, che nel!' assicurata impunità trovarono un incoraggiamento ad esercitarla. I soldati intervennero, non per impedire le violenze democratiche ma per di - fendere l'esercizio della corruzione. Repubblicani e socialisti furono di una scrupolosa e cavalleresca lealtà nella lotta. L'arcivescovo, il pre• fetto e i banchieri della corruzione agirono da gesuiti e da sopraffattori senza scrupoli. La loro azione è stata tale che se colpe ed errori furono commessi dai popolari, che alla scuola dei monarchici poterono attingere incitamenti a mal fare, nella precedente elezione, essi sono stati riabilitati dai loro avverda.ri. A parte la q 11istione della corruzione protetta dai soldati e dalle autorità politiche, su questa elezione alla Camera verrà chiamata l'attenzione degli Italiani sulla sfacciata e colossale violazione dell'àrt. 107 della legge P-lettorale. Sarà lecito da oggi in poi a Cardinali, vescovi, preti intervenire nelle lotte elettorali politiche valendosi con grande pompa del loro ministero? Ecco il punto. Questa elezione di Catania insegna, infine , che sinora come esempio di attitudine corretta ed imparziale in Sicilia rimane quella imposta da Sonnino al Prefetto di Girgenti nel Collegid· di SciRcca. Noi crediamo che l'on. Giolitti non abbia lui scientemente imposta la condotta sleale al Prefetto di Catania; ma crediamo che politicamente egli ne sia responsabile : egli conosceva come e quanto il Trinchieri fosse impegnato contro l' Auteri Berretta ed avveduto com'è doveva facilmente immaginare che esso non avrebbe potuto e saputo rispettare e far rispettare la legge. Cosi a Catania, oggi, auspice l'amplesso della Chiesa Cattolica e del regime monarchico, si sono visti i soldati it-aliani premere sul corpo elettorale come mai ai era visto sotto Crispi, sotto Codronchi e sotto Pelloux. ♦ lncivill a Trapani ..... come a Brescia. - La pubblicazione pura e semplice della lettera seguente senza alcun commento , pur togliendo dalla medesima la firma a noi ben nota, farebbe comprendere di primo acchito che condi vidi amo nella sostanza il parere di chi la scrisse. E nessuno a Brescia se ne potrebbe meravigliare , perchè ivi si dovrebbe ricordare con quanta severità stigmatizzammo i fatti di Trapani. La lettera in sè, dunqne , non avrebbe bisogno di un cappello ; ve lo aggiungiamo, brevissimo, per segnalare una nuova funzione che si vorrebbe assegnare ai nostri soldati: quella di protettori obbligati di tutti gli sp01·ts. Non bastava che essi fossero destinati a fare i bambinai , i muratori , i mietitori , i mungitori di vacche, i sai vatori eroici di gente nelle inondazioni, negli incendi ecc. occorreva anche, che fossero delegati a farla da assistenti ai pazzi che si vogliono rompere il collo in automobile , alle signore che ai arrischiano a volare in pallone .... E quante insolenze non furono pronunziate all' indirizzo del comandante una Regia torpediniera che nel golfo di Napoli non impedl che una egregia signora cadesse in mare in mutanda e fosse costretta a mostrare l' agilita nel nuoto come aveva mostrato il suo coraggio nell'affidarsi allo Sparviere - un pallone che cadde in mare. E si che qnel capitano meritava riconoscenza , perchè alla fin fine senza l'opera sua, che avrebbe potuto essere più sollecita di qualche minuto, l'egregia signora e i compagni di ascensione avrebbero lasciato la pelle nell'impresa!... Ecco intanto la lettera sul parallelo tra Trapani e Brescia. 29 Luglio f906 Onorevole Prof. Oolajanni, .• mi permetto rli far oo~·•rt.:!quanto avvieue a Brescia per la so!lpen'\ione della Coppa Florio, in seguito al ginstù l"ifiuto del Ministro della Guerra di (oroir0 i soldati per sorvegliare il circuito. Quei cittadini àono preso a sassato i pubi.lici uffi ~i, ànuo rotto gli stemmi reali, delle botteghe, della pl)sta etc., Anno assalito brutalmenl..i ii;li ufficiali, che osarono dil'eodtire I' ope1·ato del Ministro; ins0rn111a ànuo fatto forse w•ggio di quanto non fec':lro i Trapanesi al101·chè fu rigettato dalla Casaaziooe penale il ricorao d1 Nasi. Eppui:e, nessuno fiata e nessuno trova niente a ridire sugli scandalosi avvenimenti di Brest:ia; ntentre gli eccessi dei 1'rapauesi bastarono, perchè in tutti i giorna'i dell'alta Italia si qualificassero con epit,iti ingiuriosi o dispregiativi i barbari siciliani che si mostravano tanto an·i~r(,.s da non comprendere lti regole del vivere sociali.:! e l'ambito delle diverse funzioni civili. La ragione però si spiega facilmente, esaminando, non Vfl· glio dire la geografia d'Italia, nu le cause degli eccessi di Breacia in confronto a quelle degli eccessi di Trapani. Qui si trattava di una impulsiva vol~are primitiva queetiooti di sentimento; quella città infatti crede con ogni fermezza perseguitato vilmente nell'ombra il suo figlio preùilettv, per mezzo delle compiacenti prestazioni della Magistratura. Ma a Brescia, no! A Brescia, essend,1 in gioco gl' interessi dei grossi e pi<'- coli industriali della città e provincia, si trattava di una questione economica, di una questione di Fra-;icia; e chi non sa che la Frunoia è posta all'apice dell'evoluzione sociale; e tutto ciò che avviene in suo nome ,._ragionevole, civile, evoluto e trova il consenso e il mutuo appoggio di quauti pensauo oivil,nente ?! È per queste amare ragioni, On. Professore, che io sono li, to se questa mia lett1:1ra avrà l'ooore di fare si che Ella voglia far sentire ai suoi lettori la sua parola a.utore••ole in proposito. Mi è grato cogliere l'occasione p,:H·oss•:quiarla evo la maggior·e nsservaoza. ♦ Amenità estive di magistrati. - Il procuratore generale della Corte d'appello di Casale ha emanato in questi giorni questa ordinanza: « Essendo stata richiesta - in seg11ito a mio invitoal tribunale di Casale la rettifica di un atto di nascita per il quale l'ufficiale di stato civile ricevente aveva consentito al padre di dare al sno bambino i nomi Ribelle, Avanti I con significato apertamente sovversivo , il detto tribunale, con sentenza in data 28 aprile u. s. ha accolto la ist-anzit, ritenendo sostanzialmente: che il pubblico ministero può promuovere d'ufficio la rettifica di un atto di nascita anr.he solamente pel cambiamento del nome, percbè la istanza interessa l'ordine pubblicJ (sic!): che pei prece:h·nti storici, quanto per l'uso costante e per lo spirito della nostra legislazione i nomi da darsi ai neonati poss,mo trars'i solamente dalla storia antica e dai calendari di qualche culto, e che per evident.i ragioni di convenienza indi viduale e sociale di pu.bblica moralità, neppure i geni~ tori hanno la scoufinata libertà d'imporre ai loro figli nomi stravaganti, ridicoli, ripugnanti, offensivi, scon - venienti od aventi significato contrario ali' ordine pub blico, al baon costume ed all' attuale ordine sociale e politico; che infine può l'autorità giudiziaria, mentre ripara l' infrazione commessa dall' ufficia.le dello stato· civile, ordinare la soppressione dei nomi vietati e sostituirne subito altri di sua scelta>. Se questa notizia non fosse stata pubuli~ata da uu giornale serio come il Giornale d'Italia, la ri terremruo parto di fantasia estiva dì repm·te1·s a corto di notizie tanto ci sembra strana. E' possibile che la nostra magistratura non debba farci registrare che atti malvagi o cretini? E pure re-

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