Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 14 - 31 luglio 1906

RIVISTA POP O I. Al{ E 389 striale e la media e grande proprietà terrena. Nè esse difondono solo degl' interessi acquisiti : difendono anche lo spirito d' intraprendenza e di iniziativa, la volontà di provart: e di vincere, la libertà di organizzazione e di azione senza delle quali il progeesso industriale, abbandonato ad uomini aventi uno scarso interesse personale nella riuscita, decadrebbe rapidamente. 11 proletariato industriale, invece, è collettivista per motivi psicologici i quali si spiegano facilmente. Esso è troppo lon tano dalla ricchezza perchè possa sperare di raggiungerla con lo sforzo personale ; ed insieme , il più spesso, ha innanzi a sè l' aspetto del lusso più sfarzoso e tante suggestioni e ten tazioni di spesa che il risparmio, anche con salarii elevati, gli riesce prisicol0gicamente difficilissimo ; esso subisce troppo direttamente la crisi intellt:ltuale e morale degli strati sociali più elevati , crisi che si traduce poi in esso in irrequietezza rivoluzionaria; infine, esso è assai sovente in presenza d. una ricchezza anonima; la sostituzione dell'ignoto gruppo Ji possessori di azioni o dell'assente socio in accomandita mediante la « collettività » gli riesce fantasticamente assai facile e spiegabile. 5. Anche pel proleta,.jato industriale il collettivismo non è la sola via di uscita dalle condi1ioni presenti di salariato. Clemenceau ricordava a Jaurés un' altra via , più modestà ma più facile, sicura, che il governo si propone di adottare nella concessione di miniere ali' industria privata: la partecipazione agli utili. L' operaio potrebbe anche partt:cipare alla proprietà de'le grosse e private imprese industriali , mt:diante piccole azioni, il cui pagamento rateale, in forma di ritenuta sul salario, non gli riescirebbe molto difficile. La partecipazione degli operai agli utili e al capitale potrebbe essere imposta per legge, dentro certi limiti, a tutti gli stabilimenti industriali. Si può inoltre imaginare un regime fiscale diverso dal presente che, sottoponendo a una forte imposta sul reddito la ricchezza mobiliare, perseguitando i titoli al portatore e introducendo modificazioni parallele nel codice commerciale, renda più facile la distribuzione in piccole quote della proprietà industriale. Altre forme di aiuto al proletariato industria le potranno essere introdotte per legge o mediante la libera cooperazione. Alcune di esse ( case operaie, giardini operai, coop~rative di consumo e di credito, ecc.) hanno già avuto buon esito. L'accumulazione della ricchezza oltre certi limiti può essere efficacemente combattuta mediante un buon sistL:ma d' imposta sul reddito o sulle successioni. Parecchi gtneri di prima necessità sono ancora gravati da dazi enormi presso molti paesi civili. Qualunque possa essere la ripercussione delle imposte che dovrebbero sostituirle, lo stato può vegliare perchè il pane, il sale, il petrolio, il cotone, ecc., non subiscano rialzi artificiali pei prezzi. Solo quando queste ed altre simili innovazioni profonde e radicali, fossero alla prova dt:i fatti, risultate insufficienti, si potrebbt: ricorrere a misure anche più radicali. 1 due discorsi del cittadino Jauris non hanno fatto progredire gl' interessi del collettivismo alla Camera francese. Per la prima volta, anzl, il collettivismo, prima e anche dopo discusso accademicamente e preso molto sul serio , fu oggetto di ridicolo per tutta una assemblea , sotto gli abili colpi del Clemenceau. La frase: con o sen,ra indemti 11o? ha fatto il giro, fra i sarcasmi, di tulle le conversioni politiche della quindicina, in Francia. Messo, dai suoi stessi trionfi, nella nece_ssità di guardare in viso la realtà concreta delle cose e di avanzare delle proposte che fossero davvero socialiste , il socialismo francese si è rivelato insufficiente. 11 che mostra ancora una volta come, pt:r indebolire il socialismo , non c' è rnodo migliore del togliergli il contenuto, non suo, del quale profitta. (l<iyista di cultura. 16 luglio). + William Stead: L'idillio della fratellanza e della pace ( r ). - li grande successo della v1s1ta dei giornalisti te deschi in Inghilterra sorpassò quello che speravano i promotori. Quando essi lasciarono l'Inghilterra col ricordo di otto giorni di godimento ideale uno di essi , parlando in Inglese nell'esuberanza dell'entusiasmo esclamò che tutto era stato meraviglioso dal principio alla fine:: (tiptop). Dal Re che ordina di trattarli come ospiti reali a Windsor Castle , sino al riceviment'a al Music Hall di Plymouth , essi furono accolti dapertutto cordialissimamente come i benvenuti. [I risultato di otto giorni di feste fu riassunto dal Direttore della Germania in una memorabile frase : , noi siarno venuti come ospiti e partiamo come amici 1>. IJal primo sino sino ali' uitimo giorno non si udì una sola nota discordante e lo sforzo disperato fattosi per esagerare ed interpetrarc male tre linee di un te legramma di un corrispondente da Londra alla Gat,retta dì Colonia dette una fortunata occasione al direttore di quel giornale di fare una dichiarazione calorosa in favore di una entente cordiale internazionale includente la Francia. Certamente questa visita dei giornalisti tedeschi non ha stabilito il millennio, ma ha segnato un grande progresso. La visita dei giornalisti tedeschi fu preceduta da una visita dei precettori francesi , che furono anche essi ricevuti come ospiti reali, specialmente dalle istituzioni Ji educazione ed istruzione e dalle Università di Oxford e di Cambridge. ln pari tempo il lord Mayor di Londra ba visitato l' esposizione di Milano e si è incontrato col Sindaco di Roma. La lega degli studenti municipali dell'infaticabile dott. Lunn è stata intrat tenuto con generosa ospitalità in Austria ed in Ungheria. Una compagnia di giornalisti inglesi è stata accolta dal Re di Sve• zia. Parigi è stata invasa da amichevoli visitatori che rappresentavano i cooperatori del Lancashire tra i quali erano il sindaco e la municipalità di Keighley; furono ricevuti ali' !Hotel de Ville. Ad Hastings ci fu la gita amichevole di 800 invasori francesi, invitati cordialmente a visitare il teatro della conquista degli invasori francesi di altri tempi ed accolti al grido: Tutto questo è passato. È naturale che i11.queste circostanze l' agitazione pel Tunnd sotto la Manica si sia rinnovata. Gli aroomenti in suo favore sarebbero irresistibili se non ci fos o . sero nel popolo inglese gli allarmisti che lo eccitano col pencolo dell' invasione francese. A tutto questo si unisce in favore delle ide~ di pace e di fratellanza la Conferenza cieli' Unione Interparlamentare , cui prenderanno parte ~eicento membri di venti parlamenti stranieri. Da questa conferenza si dovrebbe svolgere il germe attualmente amorfo di un' assemblea consultiva rappresentante gli Stati del mondo. l legami di solidarietà che si rendono sempre più stretti sotto l'influenza del vapore e della elettricità rendono inevi - tabile tale avvenimento. Qual' è attualmente l' Unione interparlamentare è un ana cronismo come la Camera dei lords; ma dal suo seno potrebbe sorgere l' assemblea da noi proposta. Ogni Stato potrebbe essere rappresentalo in proporzione della sua popolazione e quando il gruppo totale eccede le sue dc bite proporzioni la sua rappresentanza potrebbe essere ridotta con una speciale elezione. Dal Parlamento annuale del mondo dovrebbe esserè scelto un comitato permanente, i cui membri dovrebbero essere pagati ; non dovrebbe essere composto di più di dodici membri , che potrebbero risiedere nel Palazzo della Pace dell' Aja. li Comitato potrebbe aggiungersi dei membri in certe occasioni. Veglierebbe sulla pact: del mondo, dis- ( 1) Questo titolo è apposto da Stead ad un art~co~o ~n cui si fa la minuziosa cronaca delle accoglienzt: inglesi a1 giornalisti tedeschi; noi abbiamo creduto conveniente di darlo agli stelloncini suoi della rubrica : Tlte progress of lhe World. N. d. R.

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