Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 14 - 31 luglio 1906

380 RIVISTA, POPOLARE nici ed al tre per costruttori, incisori, cesellatori e persino una scuola per ferrovieri ; come ancor più l' Allgemeine Gewerbesch. di Basilea. E in Italia? In ·Italia vi sono bensì scuole· d'arti e mestiui e scuole agricole e vinicole, ed altre ancora, ma sono troppo scarse (1) e non sorrette, non aiutate con quell'amore. che solo potrebbe farle prosperare. Vero è che lo Stato non può creare il commercio e le indu- .strie, ma può favorire, può incoraggiare l' nno e le altre magari anche con premi, può aiutare le iniziative locali e industriali. 'rutti poi dobbiamo combattere il pregiudizio che un buon agricoltore, un valente operaio, un commerciante saggio e avveduto valgano meno di un cattivo medico o di un cattivo avvocato. Allora soltanto, con immenso v~ntaggio della ricchezza nazionale, potranno volgersi ai campi, alle industrie,· alle officine, le attività che ora vanno miseratnente perdute. Moltiplicate cosi le scuole veramente tecniche, saranno meno affollate le secondarie, le sole cioè di vera coltura, e sopra tutto, non essendo più frequenta te da quelli che non sono adatti ad entrarvi, potranno prosperare ei:,se pure. Ma dovremo dar loro al tresi un ordinamento più raz.ionale, tenendo conto dei nuovi bisoglli, in modo che cessino d' essere un peso per tutti, per citi v'insegna e per chi vi accorrn nella speranza di apprendervi cose utili alla vita. Ed allora cesserauno d'esser non 11ltima causa che vada sempre crescendo il numero dei malcontenti e degli spostati, i quali costituiscono per la società un pericolo 1:1emprepiù prossimo e sempre più grave. PROF. TULLIO TENTOR[ (1) Da una relazione del 25 luglio 1905 pubblicata nel Bollettino Ufficiale del Mini.'tero di Agricoltura, Industria e Commercio -iall' Ispettore generale cornm. G. Callegari rilevasi infatti çhL le scuole medie industriali o commerciali e d'arte applicata erano per i maschi nel 1903-1904 appena 72. Parlo naturalmente dr quelle dipe11denti dal Governo o al cui mantenimento concorreva il Governo. Di private poi, neppul· sussidiate dallo Stato, ve n' ermo altrettante, ma assai meno imrortanti ed assai meno frequentate. E quante invece non dovrebbero essere 1 Si è ..pubbl?:cata la 2. a l]/di'zi'one dell'opera del nostro Direttore: Latini e 1\nglo=sassoni (Razzefnferiori e Razzesuperiori) Pi'ù che una seconda edizione, l'opera può dirsi· i'nteramente rifatta ed aumentata di' parecchi' capitol z'. L'elegante e grosso volume di 500 pagine, ·z'n ottavo, si vende presso la nostra Ammi·- ni'strazione a Lire 6. Gli' abbbonati· i·n regola coi pagamenti~ possono avere l'opera per L. 2,75 i·n brochure e per L. 4, 75 rilegata elegantemente in tela ed oro. Per gli' abbona# dell'Estero ai detti' prezzi vanno aggiunti' ceni. 75 per le spese postali'. A semplice richiesta l' Amministrazione spedisce l'Indice analitico dell'opera. Capitalismo anti.co Il mio onorevole amico Colajanni mi fa dolce rimprovero, perchè non iscrivo da gran tempo alcun rigo nella sua intellettuale rivista. Ma la cagione precipua del mio ~ilenzio è semplicemente questa, che se io mi avventurassi ad esprimere (e sa_rebbe il tema più acconcio a queste colonne) i miei apprezzamenti sulle cose e sulle persone dell'Italia moderna, porrei a grave repentaglio l'integrità delle mie éostole, una fra le pochissime cose, alle quali tuttora io tenga in questa lagrimevole valle. Mi è per~~rnto assai gradita la pub. blicazione recente dell'egregio Prof. Giuseppe Salvioli (1), la quale mi porge occasione di scrivere intorno ad un soggetto meno rovente e più amabile, risalendo per un intervallo di 2000 anni, il corso della nostra storia sociale. L'argomento, nonostante ;a sua venerabile antichità, è invero fra i più interessanti e suggestivi; ed emana dalle morte sue fibre quell'indicibile incantesimo del baratro , più ammaliatore che non sian tutti i fascini della gioventù e della vita. Dirò tosto, per .non averlo a ripetere poi, che l'opera del valente i:,rofe::isore dell'Università di Napoli è un contributo assai rngguardevole alla storia economica. di Roma pagana , della quale ei non cerca so-ltanto eruditamente le istituzioni più minute e disperse, ma ricompone in una sintesi felice la complessa costituzione sociale. E dalla sua penna (come , in più vasto campo, da quella pure insigne di Guglielmo Ferrero) esce un quadro a tinte forti e vibrate, che fa rivivere innanzi ai nostri attoniti sguardi un mondo da tanto tempo sepolto, rivestendolo di una indelebile impronta di passione e di moto. Quelle ombre classiche, che dormono il sonno sepolcrale nei mannali epigrafici , o nei lessici ca.sellati , si scotono, quasi galvanizzate da un magico tocco e scendono nei fori lucenti e nei tempi, per le strade o pei campi, a perpetrare le mille forme della rapina, a conquidere le più varie fonti di lucro, a straziare e sfruttare l' essere umano colla nequizia più raffinata. Principi ed artigiani, pretori e latifondisti, usuraj e prigioni, oratori e schiavi , filosofi e liberti, ci sfilano innanzi, siccome le figure della lanterna magica, animati tutti da un unico soffio, agitati tutti da un'unica molla, da quella sete inestinguibile dell'oro, di cui tutti sfruttatori e sfruttati , son gli strumenti e le vittime. E quante volte in quegli uomini, avvolgentisi nelle amplitudini della toga e moventi a passo lento fra i rostri , noi ravvisi amo i progenitori legittimi dei nostri concittadini in redingote, i precursori e quasi direi i colleghi retrospettivi degli influenti affaristi, dei politicanti ossequiatissimi, dei birbaccioni illustri, pullulanti nel bello italo regno e porgenti ai tribunali, alle Commissioni d'Inchiesta ' ai comizi inesausta ma.teria di deplorazioni elucubrate! A quel modo che nel pio Enea, fanfarone, donnajuolo> opportunista, pronto alle trepide fughe in battaglia. come in amore , si riflettono con efficacia indelebile i (1) Le capitalisme dans le monde antique. Paris, Giard et. Brière 1906.

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