R I V I S T A P O ,p O L A R E 379 favore di quest'ultima classe di candidati , verso la quale parve sempre agli esaminatori ·quasi un debito di cortesia. il mostrarsi indulgenti • (1). Da vent'anni in qua le concessioni sono ormai divenute sistema e inutilmente cerca tratto tratto di farvi argine qualche voce isolata. Non dovette Luigi Cremona, con circolare 21 gingno 1898, proibire ai Pre- ·sidi di « inviare essi medesimi e raccomandare al Ministero le istanze dei giovani caduti negli esami > e di alimentare ~ in essi la perniciosa credenza che il Ministero possa loro concedere per grazia, o per effetto di raccomandazioni, ciò di cui le commissioni esaminatrici li giudicarono immeritevoli ? > E chi non. ricorda la fiera e sdegnosa risposta di Emanuele Gianturco ai giovani, che, nell'occasione delle nozze di un Princ1 pe, a lui ministro chiedevano la concessione di li- -0enze o di patenti o l' ammissione alle classi , a cui non erano stati promossi? « Non tacerò ( egli diceva nell'ottobre 1895) che assai dolorrso spettacolo è quello di giovani , i quali non rifoggono dall' eguagliarsi ai rei di delitti comuni nel domandare ciò, che dovrebbero unicamente conseguire per merito di studi: di giovani i quali nell' esultanza della nazione per un fausto avvenimento , non vedono se non pretesto e mezzo di tentare. di strappare al ministro l'approvazione, di cui gl'insegnanti, loro giudici naturali e diretti, li banno stimati immeritevoli. Il sapere non s' infonde per indulti reali; non si acquista la coltura per decreto di ministri ., . ♦ Ma, d'altro lato, dobbiam proprio credere che al fatto doioroso dell'arrestarsi di .tanti gi<?_vanilungo il cammino degli studi secondari non contribuisca per nulla l'ordinamento delle nostre scuole? Dobbiamo credere che non abbia esso pure la sua parte di colpa, e che non abbiano q11indi una qnalche sc11sa le continue facilitazioni che si concedono agli inetti ed ai fannulloni ? Certamente queste sono uno scandalo e una vergogna e dimostrano la fiacchezza della nostra fibra, la nessuna capacità dei Ministri in generale a resistere alle inframmettenze parlamentari e magari anche alle imposizioni di piazza; ma il programma farraginoso, enciclopedico, che ormai prevale specialmente nel grado superiore dell' istruzione secondari::t , non porta forse con sè la conseguenza necessaria , inevitabile, che si vadano escogitando e proponendo e tentando sempre nuovi aggiustamenti col fine di alleggerire la soma soverchia degli studi? Certamente le scuole secondarie sono adatte solo ad una piccola parte di coloro, che vi entrauo per tentare la prova; e molti di essi, anzi moltissimi, avrebbera fatto meglio e meglio provveduto ai casi loro SP,guendo altra via. Ma, siamo giusti: quale altra via offriamo noi a chi non si accontenti degli studi elementari? Diciamo bene che non tutti possono essere in grado di percorrere gli studi secondari, lunghi, difficili, tali da richiedere, oltre a volontà e ad ingegno e a costanza di propositi , anche mezzi pecuniari che non (1) Relazione sugli esami di licenza liceale del 1877. tutti hanno: ma , finite le scuole primarie, dove andranno dunque i figli del popolo"? Abbiamo noi istituite scuole che ad essi convengano? E se non le abbiamo is.tituite, o se sono troppo scarse di numero e troppo scarse di mezzi, non è naturale che tutti quanti, anche i meno adatti, accorrano alle scuole secondarie, nella speranza che le difficoltà da superare non siano troppo gravi, mentre per i più sono insormontabili? Dove sono e quali sono l' altre scnole più convenienti alla condizione sociale. economica e intellettuale di quel gran numero di giovani , che nelle scuole secondarie entrano o sono fatti entrare per disperazione. per mancanza di meglio? Negli altri paesi esse sonu numerosissime. Non parlerò della Germania, dell'Inghilterra, deg-li Stati Uniti d'America, dove tutti sanno quanta parte sii\ data al1' istruzione verarnente tecnica e cito invece la Francia ' • e la Svizzera, delle quali nazioni ho sotto mano tutti i dati occorrenti. Dall' Annuaire de la Jeunesse del 1901 rilevo che in Francia esistevano in quell'anno 17 scuole primarie superiori profes ➔ ionali, 40 scuole pratiche di commercio e d'industria, 36 altre scuole pubbliche libere di insegnamento tecnico, 4 scuole d'orologeria , ~8 corsi di apprendisti , e poi scuole professionali istituite dai frati cattolici e da congregazioni di protestanti, oltre a moltissimi corsi professionali istituiti dai sindacati, senza calcolare nella capitale le innnmerevoli scuole primarie superiori, le professionali, i corsi serali, i commerciali, i tecnici e le scuole speciali. Nella Svizzera poi, oltre alle scuole secondarie ed alle medie, abbiamo scuole di adulti (Forbildimgsschulen), che servono a colmare il vuoto tra la scuola primaria e i bisogni pratici della vita, e le scuole professionali (Berufsschulen), tra le q-.a.li possiamo citare le scuole d'arti e mestieri, le tecniche, quelle di orologeria, per la lavorazione dei metalli, per la tessitura in seta, per lavori ad ago, quelle di economia domestica, di agricoltura , di caseificio, di viticoltura, di giardinaggio, di sartoria, d'intaglio, di tappezzeria, di commercio. Le une e le al tre sono tanto numerose che, nella statistica del 1894-85 pubblicata dall' H uber in occasione dell' Esposizione na~ionale di Ginevra del 1896 (1), ne ho contate 1918 delle prime e 93 delle seconde; e notisi che anche tra le pi-ime, ossia tra le scuole di adulti . non tutte si propongono di dare le cognizioni più indispensabili ad un cittadino, ma alcune dànno i1nportanza ad un'istruzione professionale, tanto da avvicinarsi alle professionali propriamente dette. E bisogna vedere come sono frequentate! Delle Be1·ufsschulen poi alcune sono davvero importantissime, come la Stadt. gewerbl. Fm·tbildungs und Handwerkerschule di Zurigo che si di vide in moltissimi rami (industriale, delle arti manuali, preparatoria alle arti e mestieri, e via via) e nel 1895 aveva 1749 allievi; come la Scuola tecnica cantonale di Burgdorf; come quella della Svizzera occidentale in Biel, che ha una sezione di orologeria, una per elettrotecnici, per montatori e mecca- {l) Schweizerische Schulstatìstik von Dr. Albert Huber - V. Band, Zurich, 1896.
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