RIVISTA POPOLARE 377 Lariformdaelli'struziosneecondaria I. In uua Memoria pubblicata pochi anni or sono negli Atti dell'Accademia napoletana di Archeologia, Lettere e Belle Arti, Michele Kerbaker, prima ancora di accingersi ad esaminare e a discutere, coll'acume, colla dottrina e colla larghezza di vedute che tutti gli riconoscono, la grave questione dell'ordinamento d_ella istruzione secondaria (1), ricorda l'opera di una commissione parlamentare, alla quale il Ministro Correnti nel 1871 aveva affidato l'incarico di raccogliere i pareri delle persone p:ù ·competenti intorno ai progra11Jmi, all'indirizzo degli studi, ai difetti delle nostre scuole, e alle riforme che sarebbe stato opportllnO introdurvi. « La commi:,sìone (egli dice), presieduta dall'onorevole Tenca, dopo di avn impiegato più mesi a. percorrere tutta Italia, apre11do dappertutto una specie di comizio o 'J)arlamentino didattico, riportò alla Minerva ben dieci o dodici volnmi di verbali, memoriali, rendiconti ecc., i quali, debitamente compilati dai segretari-stenografi, contenevano il giudizio del paese sullo insegnamento ginnasiale e liceale. Ma de~ risultati di tale inchiesta non si seppe più nulla ; probabilmente percbè non si trovò il mo'.lo di cavare alcun costrutto da quel grave responso 1-,op0lare, che conteneva informazioni, opinioni, proposte le più disparate, ed aveva sapori per tutti i gusti >. È lecito domandare se Harà riserbata la medesima sorte anche ai lavori della Commissione Reale nominata il 19 novembre 1905 dal Ministro Bianchi per l'ordinamento degli studi secondari in Italia. Questa pure ha aperta una vera inchiesta, ed imitando i nostri vicini d' oltr' Alpi ha proposto un questionario, al quale sono in vitati a rispondere non solo gl'iusegnanti, ma tutti gli studiosi di problemi didattici e Corpi scientifici e letterari ed Accademie e Società pedagogiche e professionali e Camere di Commercio e Collegi di avvocati e procuratori, e via via. Essa ha seguìto così il medesimo indirizzo della Commissione d'inchiesta sul1' insegnamento secondario francese, presieduta dal Ribot che consacrò il frutto di un intero anno di ricer- ' che con la pubblicazione di molti volumi presentati nel 1899 alla Camera dei Deputati. Mentre però il questicnario fatto dai nostri vicini era molto sobrio e riguardava soltanto i problemi fondamentali o generali sull'ordinamento degli studi e degli istituti scolastici e degli esami, presso di noi la Commissione Reale ba voluto andare tropp'oltre. E invero essa propone altresì dei quesiti sul metodo come impartire l' insegnamento delle varie discipline, quasi che una discussione sul metodo potesse farsi utilmeute prima di conoscere i ti pi e gl' intenti delle scuole da istituire, e domanda perfino co~e debbano esser compilati in ciascuna materia i libri di testo. A parer mio , è troppa roba, ed è proprio a temere che avvenga come della Commissione del 1871 , se questa nostra non si (1) Michelti Kerbaker, Osservazioni sul riordinamento dell' istru%ione secondaria - Napoli, 1899. determinerà subito, senz' altro indugio, a lasciare da parte tutte le questioni particolari, che non possono e~sere risolute se non dopo le generali, e ad occuparsi soltanto del modo di· ordinare l' istruzione secondaria. ♦ Ma ò davvero necessario dare a questa istruzione secondaria un ordinamento di verso dall' attuale? Risponda per noi la statistica, la quale ci dirà che ogni anno, nelle scuole medie di ogni genere e di ogni grado, migliaia di giovani vanno miseramente perduti, percbè costretti a rimanere a mezza via senza proseguire gli studi. Già Ferdinando Martini, esaminando la statistica delle scuole classiche, aveva dimostrato che dei 46.000 giovani, i quali avevano frequentato i 734 ginnasi del regno nel 1884-85, ventimila abbandonarono gli studi appena ottenuta la licenza ginnasiale, e più di diecimila ancor prima, senza neppur tentare la prova (1). Più tardi L. Gamberale studiò la statistica del 1898 per le medeHime scuole, ma limitatamente a q nelle dipendenti direttamente dallo Stato, e credette di poter conchiudere che ne vanno perduti anche di più: non ventimila giovani ogni otto anni di studi , ma 4525 per ogni anno (2). Questi calcoli del resto, ben lungi dall' essere esagerati, sono anche al di sotto del vero. Vediamo in. fatti p. es. che, mentre la prima classe dei Ginnasi regi e pareggiati era stata. frequentata nel 1892-93 da 8042 alunni, nel 1900 appena 2450 (ossia appena il 30 °/ 0 ) ottennero Ja licenza liceale. E si noti che neppur tutti quei 2450 erano entrati nella scuola classica da soli otto anni : si può anzi esser sicuri che tra essi non devono essere sta ti pochini quelli che vi era.no entra ti uno, due, cinque anni prima del '92 e che si erano indugiati a ripetere più classi. Peggio ancora poi per le scuole private. com'è facile comprendere, quando si pensi che in esse cercano rifugio i rifiuti delle scuole pubbliche e che quindi anche più facilmente gli alunni vi sono presi dalla sfiducia e dallo sconforto e troncano gli studi male incominciati. Ne vogliamo una prova? L' ultimo anno, del quale io abbia trovata una statistica completa, ossia che comprenda pure le i,cuole private, è il 1887-88. Or bene, mentre nel 1880-81 la prima classe dei Ginnasi così pubblici come privati era frequentata da più di 11 mila alnnni, vediamo che si ridussero a 9400 in seconda nel 1881-82 , a poco più di 8700 in terza nel 1882-83, e via di seguito . finchè appunto nel 1887-88 alla terza liceale non gi ·rnsero che in 3479; il che vuol dire che di quei primi entrati nell' insegnamento classico ne andarono perduti circa ottomila in cifra tonda. Ora da qualche tempo si manifesta sempre più viva la tendenza dei giovani di frequentare , almeno negli ultimi anni del corso, gl'istituti pubblici piuttosto dei privati: e non ci vuol molto acume per comprenderne le cause. Eppure anche dall' ultima statistica delle (l) Rassegna scolastica di Firenze, in data l dicembre 1895. (2) L. Oamberale, Questioni scolastiche urgenti. - Città di Castello, 1901.
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