Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 14 - 31 luglio 1906

RIVISTA POPOLARE 01 Poli tic a, Lettere e Scienze Sociali Direttore: Prof; NAPOLEONECOLA.JANNI (Deputato al Parlamento) Esce in Roma il 15 e il 30 d' ogni mese H,alia; anno lire 6; semestre lire 3,50 - Estero: anno lire 8; semestre lire 4,50 Un numero separato Cent. 30 Amministrazione: Corso Vitt01·io Emanuele, n.0 115 - NAPOLI Anuo Xli - Num. 14 ABBONAMENTO POSTALE ltoma, 31 Luglto 1906 Raccomandiamo caldamente agli abbonati ai quali è scaduto l'abbonamento a fine giugno e ai pochi che debbono ancora quello dello scorso anno di volerlo pagare con cortese sollecitudine. Preghiamo poi tutti gli abbonati ed amici lettori della Rivista di volerci procurare qualche nu ovo abbonab e di favorirci pochi ma buoni indirizzi di abbonabili. SOMMARIO: Noi: GII avveulmentl e gll uomlot: (I Congressi interparlamt!ntari di Londra - La commerno razione di Lissa e i Socialisti di Trieste - La civiltà coloniale inglese - Il trionfo del cardinale Francica N::i.va- Incivili a Trapani ... come a Brescia-Amenità estive di magistrati).-La Rl vista: Un altro episodio della grande anarchia - A. Agresti: La grande tragedia - L. Fontaoa-Ruaso: Il dazio sul grano, e i salti mortali di un liberista - Barone Spec von Sternburg: Sperimentalismo sociale: il pericolo tedesco nell'America del Sud -Prof. Tullio T11ntori: La riforma dell'istruzione secondaria - Achille Loria: Capitalismo antico - Orazio Buonvino : La litigiosità e il disagio el'.onomico - Angelo Crespi: Il nuovo Education Bill inglese - E. Bljedni: ·La letteratura Russa e il suo ultimo arrivato - lti vista delle lUvlsLe: Il salario nella fogge degl'infortuni del lavoro e _gli operai cottimisti della industria solfifera sicilialla (Giornale degli economisti)- li programma socialista alla Camera francese (Rivista di cultura)-L'idillio della fratellanza e della pace (Review of Reviews) - li problema del rimboschimento (Nineteenth Century J - li risveglio delle do;ine in Germania (Fortnightly Review) - li primo globo terraqueo (Das Weltall) - Recensioni. GLI ftVVENIMENTI e GLI UOMINI I Congrea■l Interparlamentari di Londra. - Se ne sono riuniti due: uno interparlamentare socialista e l' altro di coloro che patrocinano Ja causa della pace, raccolti nei vari partiti politici. La conferenza internazionale socialista presieduta da Keir Hardie è riuscita solenne per molte ragioni intrinseche ed estrinseche; sopratutto per lo intervento dei rappresentanti della Dou,ma. Dopo il voto d' una risoluzione in cui si dichiara la necessità di studiare, d'accordo con l'ufficio internazionale socialista, i mezzi per assicurn.re la pace , fu notevole il discorso di un membro della Duma sul gruppo socialista russo della Duma stessa. L'oratore, che è il deputato Anikin, noto a chi ha seguito le disr.ussioni del!a Duma parlò in russo, ma il suo discorso fu tradotto in francese e inglese. Egli disse delle difficoltà che si ebbero a organizzare il gruppo del lavoro nella Duma; il quale conta i rappresentanti dei contadini , del proletariato operaio e del proletariato intellettuale , come medici, maestri, impiegati, ecc. Il gruppo del lavoro, naturalmente I sa che la Duma non rappresenta interamente la popolazione russa , e che una vera assemblea rappresentati va potrebbe aversi solo dal suffragio universale. Il gruppo del lavoro credette suo primo compito, per aiutare il cammino della rivoluzione , di approvare di verse riforme , còme l' amnistia generale, l'abolizione della legge marziale e della pena di morte. Esso I poi, intende iniziare il primo passo dì riforma agraria. e di legislazione del lavoro. Circa le riforme agrarie, i rappresentanti del lavoro intendono ottenere che l'intera terra della nazione sia concessa alle masse senza mezzi. Quanto alla legislazione del lavoro , intendono introdurre otto ore di lavoro al giorno, l'assicurazione per ogni specie di disgrazie sul lavoro, e la protezione in genere dei lavoratori. Poi Anikin disse che il partito del lavoro possedeva documenti che attestauo la. barbarie e le crudeltà commesse dai funzionarii governativi del Caucaso e delle provincie baltiche. Questi documenti comprendono esecuzioni capitali senza processo, bombardamenti di villaggi I e carneficine di centinaia di abitanti I atti di violenza e fucilazioni commes-;e su donne· e bambini. Lo scopo di queste infamie ern di terrorizzare i contadini ed abbattere ogni pensiero di rivolta. Anikin concluse presentando una mozione, la quale afferma la necessità urgente da parte dei deputati socialisti di ogni nazione, di protestare nei rispettivi parlamenti, contro i delitti dello Zar. Il rappresentante dell' Austria dichiarò che quando l'assolutismo in Russia sarà abbattuto, gli ultimi avanzi di assolutismo negli altri paesi dovranno cadere. Poi Vandervelde del Belgio rilevò l'utilità di mostrare ai sottoscrittori del prestito russo la possibilità di insolvenza della Russia I per impedire all' ~utocrazia di raccogliere denaro. La proposta fu approvata all'una.nimita.. E' la prima volta che il socialismo fa sentire la su~ voce per mezzo dei suoi rappresentanti parlamentan e l'avvenimento fu reso caratteristico, come avvertimmo, dalla presenia dei rappresentanti del primo parlamento rosso. Il Congresso dell'Unione interparlamentare per la Pace , cui presero parte circa seicentC1tra. }fonatori, Deputati ed ex Deputati di Europa e di Americ~ più che del numero acquistò irnportanza dalle accoghenze ufficiali del governo inglese rappresentato dal Presidente del Consiglio Campb~ll Bannerman. In questo momento la parola del leade1· dei liberali inglesi acquistava un si• gnificato eccezionale perchè essa era suffragata da un fatto corrispondente : dalla precedente proposta del ministro della guerra Haldane, sulla diminuizione delle spese militari; proposta combattuta vigorosamente nella. Camera dei Lords dal Generale Roberta e svolta eloquentemente con un discorso di due ore e mezzo dal ministro nella Camera dei Comuni. Il ministro della marina Robertson alla sua volta ha annunziato una diminuzione di spesa nel programma navale per circa 37 milioni. Questa riduzione ha allarmato maggiormente i patriottardi inglesi e si dice anche che lord Beresford lascerà il comando della flotta del Medi terra.neo in segno di protesta. Ciò che in questa riduzione di spese militari rap-

366 RIVISTA POPOLARE presenta un progresso confortante sono gli applausi calorosi coi quali i Comuni accolsero le dichiarazioni di Robertson e il consenso straordinario che hanno ottenuto nel paese. Noi non c'illudiamo soverchiamente su queste manifestazioni pacifiche dei ministri inglesi poichè sappiamo che essi , formidabili nella difesa e nell' offesa navale, possono serPnamente mostrarsi generosi propo nendo la diminuzione delle spese militari. Colle cifre alla mano Campbell Bonnerman rispondendo a Balfour. ha mostrato che anche se si unissero le flotte della Germania, della Francia e dell'Italiaciò che rasenta la impossibilità -. la flotta inglese rimarrebbe sempre superiore. C'è quindi nna buona dose d'ipocrisia nella loro manifestazione antibellicosa. Ma non per q nesto la riteniamo meno n tile: ecciterà le popolazioni continentali a premere sui loro governi ed a seguire il consiglio e l' esempio dell' astuta Albione. Questi Congressi interparlamentari hanno oramai una impronta sportiva, che toglie loro il carattere originario. A dargliela contribuiscono maggiormente gl'italiani che sotto la guida dell'ex deputato Pandolfi - quello della famosa Humanitas, che tanti anni or sono costitul il più grande successo teatrale ..... d'ilarità ..:... intervengono più numerosi di quelli degli altri paesi: centodieci in quest'anno. I nomi dei deputati e senatori it&liani, tra i più facili ed a1legri nel votare le spese militari, mostrano che l'Unione interparlamentare per la pace è divenuta la più umoristica turlupinatura politica di questi tempi. E cio non ostante che il programma della Conferenza interparlamentare quest'anno sia gustoso: pretende di essere una preparazione alla Conferenza diplomatica dell' Aja, dove vorrebbe che si riaffermasse l' idea del1' arbitrato e della riduzione delle spese militari. Il Congresso dell'Unione e la Conferenza dell' Aja se non si vogliono rudemente chiamare una turlupinatura saranno per lo meno considerate come un'accademia vana. La prima Conferenza dell' Aja preparò la pace.... colla guerra russo-giapponese! Però in questo anno la Conferenza interparlamentare acquistò una importanza specialissima per ragioni estrinseche : per gli episodi cui dette luogo l'intervento della rappresentanza russa presieduta da Massimo Kowalewsky. La Conferenza era appena aperta quando arrivò l' annunzio dello scioglimento della Douma. I russi allora con ammirevole delicatezza si ritirarono , nonostante le insistenze di tutti gli altri rappresentanti dei Parlamenti stranieri. La commozione era profonda, generale, indescrivibile nel momento in cui Kovalewsky e i suoi compagni uscivano dalla sala entusiasticamente acclamati. E con questa manifestazione spo·ntanea di animi esaltati, che fu di quelli che generano l' irresistibile contagio psichico , si spiega qnella che la Tribune di Londra chiama splendida indiscrezione di Campbell-Bannermann. Il quale dimenticando il riserbo imposto ad un Primo ministro in una circostanza cosi delicata chiuse un ispirato e nobile discorso col grido: La Duma è m01·ta! Viva lungamente la Duma! Chiudiamo la narrazione di questo episodio , che commove anche i più insensibili, riproducendo-perchè non dato da molti giornali italiani,-l'indirizzo che si sta sottoscrivendo dai deputati inglesi : « Al p1·esidente della Duma Mwronzeff, « Noi sottoscritti, membri della Camera dei Comuni, rappresentanti di corpi municipali e altri cittadini inglesi, in occasione della chiusura della prima sessione del Parlamento russo, Le inviamo l'espressione della nostra simpatia e del nostro rispetto. « La nostra storia ci ha insegnato che il Governo rappresentativo e la libertà personale sono i soli fondamenti sopra cui una nazione può sperare di basare il suo progresso e la sua prosperità. La nostra simpatia per la Russia ci ha fatto seguire con profondo intt,resse le manifestazioni della Duma c la sua lott.a per raggiungere il potere, abbiamo imparato ai ammirare il genio del popolo r11ciso, I' eroi:m10 dei suoi sacrifici per la libertà, e le sofferenze lunghe e pe1F'Se delle battqglie , che hanno messo nel cuore di tutti una viva e profonda simpatia. « Il completo trionfo <iella libertà in Russia cbe noi ci auguriamo, potrà rendere finalmente possibile che si rinsaldino fra il popolo inglese e il popolo russo i vincoli dell'amicizia che già ci unisce, amicizia basata sopra la comunanza delle idee e della civii t:\. » ♦ La commemorazione di Lissa e 1 Socialisti di Trieste. - Dove è pi1'1viva la lotta µer la italianità , a Trieste, i socialisti in occasione della. strenua difesa dei diritti nazionali fatta dai deputati italiani nel Reichstrig a11striaco vollero mettersi ignobilmente ai servizi della polizia imperiale con dimostrazioni violente contro chi l'opera sua spendeva a Vienna in pro' del rispetto di nostra gente al di là dell'Adriatico. Un Pittoni , contro ciii KÌ levò ,dtra volta uno dei piì1 radicali socialisti italiani capitanò la _laida impresa, che tentò gi11stificare affermando che pel proletariato vale più la conq 11ista del s11ffragio · universale - non osteggiato menomameote dal Bartoli e dagli altri deputati italiani - che il rispetto dei diritti della nazionalità i,taliana in Austria. Noi a suo tempo non volemmo rilevare l' indegna condotta dei socialisti triestini; ma la provocante commemorazione della battaglia di Lissa fatta a Pola senza che i socialisti triestini si siano fatti vivi per protestare contro la provocazione imperialista , che dovrebbe ferire tutti i loro sentiwenti, ci trascina a ricordare il brutto precedente. L'Avanti! che ha chiamata commemorazione criminosa questa di Lissa ha scritto: « Provocazione è questa, ispirata appunto dalla persuasione che molti italiani d'Austria-pm·ecchi socia listi tra di loro, since1'amente nazionalisti - si risentono, si addolorano, si inaspriscono allo spettacolo obbrobrioso di una commemorazione patriottarda, in cui è iuiplicito l'insulto più velenoso.» Non si preoccupi il giornale di Homa del dolore che avranno potuto provare i socialisti since1·amente nazionalisti di 'rrieste: non ce ne sono; Pittoni ne avrebbe provocata la espulsione se ce ne fossero. I socialisti di 'l\·ieste tutte le loro energie le consacrano alla protesta contro tutto ciò che sa d'italiano. Essi probabilmente avranno commemorato Lissa con qualche allea-ra b . h' o 1cc 10rata ..... ♦ La civiltà coloniale inglese. -Gl'inglesi, che in casa altrui si fanno maestri di libertà e senza troppa ipocrisia diplomatica dicono chiaro il loro pen siero incoraggiando colle loro parole coloro che combattono contro la tirannia;. in casa propria - o meglio nelle loro colonie·- si mostrano repressori feroci di ogni velleità d' indi pendenza. E mentre il grido di CampbeP-Bannermann : « la Duma è morta , viva Ja Duma » era levato ai cieli da gran parte della stampa inglese che quel grido paragonava ali' apostrofe di Gladstone contro i Borboni di Napoli , quella i:;tessa stampa deplorava che il codice impediva di appendere ad una buona forca il Keir Hard i e, che già preceden - temente in un comizio feminista era stato insultato colle grida: Traditore, Zulù I Quale delitto aveva commesso il deputato socialista inglese per meritare un tanto grazioso trattamento? Aveva semplicemente dalla tribuna della Camera dei Comuni accusato il governo del Natal d'aver compiuto sugl' iniigeni ribelli le atrocità senza nome che sembra sia l' unico

RIVISTA POPOLARE 367 mezzo che l'Europa civile abbia saputo escogitare per sottomettere i popo]i conquistati che si mostrano restii ali' incivilimento europeo: sono quei metodi che dal nostro Direttore furono chiamati B'rigantaggio collettivo e che non abbiamo bisogno di illustrare pe' nostri lettori i quali, può dirsi, in ogni numero de11a Rivista leggono la nostra protesta contro tanfa infamia. In un riistretto del Nord del Natal fu ucciso no policemen . in nna zuffa avvenutR. con indigeni che non volevano pagare un balzello. Questo reato meritava una punizione ~semplare; bisognava mantenere alto il prestigio del nome e della bandiera inglese e si fucilarono una ventina di disgraziati, presunti colpevoli dell'omicidio e si destituirono, per giunta, parecchi capi indigeni rit,ennti conniventi o compiacenti coi colpevoli. Uno dei capi destituiti , Bambalà , raccolto un seguito di poche migliaia di indigeni si ribe11ò ag!'I1_1glesi: si venne alle mani e le primitive zagaglie ~e1 ribelli uccisero dodici inglesi mentre la mitra.glia, 11cannone a tiro rapido ed il fucile perfezionato uccidev:ano 3500 di quegli infelici! Non si dava quartiere, ~cr1ss~ un · maggior Nikolay ad nn amico ; i soldati mgle~1 tiravano su tutti gl'indigeni che incontravano, campi e K·raals erano distrutti 8 incendiati e il bestiame scannato. Un tal Dott. Platt al quale lo studio della medicina, pan~ abbia sug-gerito sentimenti ultrau manitari recise la testa di Barnbalà facendola esporre per due giorni come tristo spauracchio ai ribelli. Ecco i fatti che Keir Hardie portò alla Camera dei Comuni , che lo costrinsero a fuggire da un meeting per non essere accoppato e gli valsero l' augurio della forca da parte della stampa jingos. Il Ministro delle Colonie e il premier Bannermann non osarono smentire i fatti : li deplorarono pnr cercando di giustificarli e di attenuarli, snscitando le ire delle autorità e della stampa ufficiosa. del Natal che avre1?bero voluto l' approvazione piena ed intera del Joro rnfame operato. Nè si tratta di casi isolati; si tratta di un sistema che_non. accenna a cambiare. Il timore di perdere col~m~ , ?~ ~eder diffuse le insurrezioni dei soggetti e d1mmu1t1 1 loro domini spinge gli uomini di governo dell'Inghilterra ad essere spietati reprimendo col ferro e col fuoco ogni minima ribeJlione. E tali ribellioni sono all'ordine del giorno dati i sistemi prepotenti e sopraffattori dei governi locali. Veramente non si tratta d~ i~surrezioni, ma di ristrette ribellioni di pochi indiv!du1 che reagiscono colla violenza alla violenza. La punizione feroce che segue questi atti violenti finiscono però- presto o tardi-per provocare, come nel Nata}, _vere sollevazioni represse colle stragi e cogl' incendi. E che tali atti iniqui non siano dovuti alla iniziativa dei governi locali ma siano emanazione del go• verno centrale lo dimostrano le parole di Sir E. Grey, ministro degli Esteri , nella discussione provocata da un altro atto di ferocia compiuto in Egitto dalle autorità inglesi. A Chibil-e1-Chom, nel mese scorso, quattro ufficiali inglesi vanno a caccia in proprietà private: uccidono per errore una vecchia ed incendiano della paglia e del fieno. Nasce un subbuglio perchè gl'indigeni danneggiati protestano come avrebbero protestato a~che_ i contadini della libera Inghilterra contro cacciatori tanto poco provetti. I quattro ufficiali -erano i padroni I -- rispondono arrogantemente: si mette mano alle armi e gli ufficiali hanno la peggio. ·.Un capitano fu gravemente ferito; un altro ufficiale ferito ad un braccio, gli altri due riportarono leggiere contusioni. Si arrestarono cinq uan taeinq ue presunti colpevoli e si processarono: gl'imputati furono condotti al Tribunale con un numero al collo, per evitare la noia ai giudici di chiamarli per nomi un pò duri a pronuncia.re; in un paio di ore si sbrigò il processo e nonostante che fosse dai medici accertato che l' unico morto, il capitano, era morto non per le ferite riporta.te ma. perchè era scappato correndo per sei chilometri sotto una temperatnra di 42 gradi, s1 condannarono 4 imputati alla forca. 17 al carcere perpetuo o temporaneo, 44 ai colpi di basto a~ I E, manco, a dirlo, la sentenza fu puntnalmente eseguita . Dunque appunto piglianio pretesto da q11esti fatti, . Sir Grey disse: « Devo informare la Camera che, durante l' anno, un movimento di fanatismo si è manifestato non solamente in Egitto, ma anche nell'intera Africa Settentrionale. Senza tale fanatismo l'assassinio degli ufficiali ingles; sarebbe stato impossibile, come de] pari impossibili sarebbero 8tati crli altri at,tacchi di europei; avven11ti posteriormente.'\~e la Camera det Comuni facesse alcuna cosa che potesse in~tbolire l'autorità nostra in Egitto, noi ci troveremmo p1·esto di fronte_ ad una situazione gravi.-;sima e ::;aremmo costretti ad adottarti misu1'e estrcm~ eì anche, forse, incostituzionali. Noi non possiamo permettere che la nostra opera snl Nilo venga distrntta da un' ondata di fanatismo•. _Parole gravissime che preannunciano fatti più gravi. R1torneranno i tempi di Araby p.cha o Sir Grey vuole esag~rare per ginstificare le infamie dei suoi dipendenti? Certo, sintomi poco rassicuranti vi sono: Si parla di emissari che percorrono tutti i paesi maomettani soggetti alla dominazione europea predicando la guerra santa; si susurra che non vi sia estraneo lo zampino della Germania, l'amiea del cuore del Sultano, che vuol creare imbarazzi all'Inghilterra e alla Francia per vendicare lo scacco di Al~esi ras. Nè è troppo rassicurante il contegno che ebbe la stampa Kediviale quando nello incidente noto della ocupazione per parte dei Turchi, di Tabah, gl' Inglesi obbligarono la Turchia a ritirarsi: i giornali egiziani, quantunque fossero in gioco interessi egiziani, simpatizzarono coi turchi e acusarono gl' Inglesi d' inframmettenza e peggio. E mentre indizi di un movimento panislamita si hanno nel Nord-Africa, nel Snd-Africa si diffonde una nuova dottrina politico-religiosa importata dai negri d'America: I' Etiopismo. L' Etiopismo vuole i" negri uguali ai bianchi, vuole che godano gli stessi privilegi e predica l' indi pendenza dagli usurpatori europei. Brutti giorni si preparano, forse, per gli europei in Africa: ove si facesse sventolare lo stendardo verde del profeta il sangne scorrerebbe a fiumi e gli Europei pagherebhero a ben caro prezzo le infamie commesse sui popoli conquistati col ferro o col fuoco. E ad allontanare questa spaventosa prospettiva non contribuiscono certo i metodi repressivi dell'Inghilterra che veste poi l' ahi to dell' umanitarismo quando i soprusi e le infamie avvengono in casa altrui ! ♦ Il trionfo del cardinale Franoloa-Nava. Nella quindicina :Sonoavvenute le elezioni amministra• tive in diverse importanti città italiane, che compensano in parte della sconfitta di Milano. A Genova, a Como , a Brescia e in altri siti i pm·titi popolari furono sinceramente uniti e trionfarono; vinsero i clericomoderati a Napoli e la loro vittoria non è attenuata da certe ciarlatanesche vanterie dei socialisti locali che illudono sè stessi o ingannano i compagni del resto d'Italia. Bella e vera vittoria contrastata palmo a palmJ fu quella del socialista Sichel nel Collegio di Guastalla. Ma il trionfatore eccelso, il c,1i st1ccesso ha una co· Iossale importanza politica fu il Cardinale FrancicaNava in Catania. Ivi il monarchico Carnazza con 1752 superò il repubblicano Auteri Berretta che ne ottenne 1473. Ciò che abbiamo scritto nel numero ·precedente sulla fine della commedia del non expedit ci dispensa dal1' insistere sul significato di quella lotta. I dettagli sulla medesima in parte esposti in una. lettera aperta dell'on. De Felice al Sottosegretario di Stato, in articoli del locale Oorrie1·e e in corrispondenza all'Avanti! inse-

368 RIVIST.\ POPOLARE gnano molte cose, qualcuna anche confortante. Invero apprendiamo con piacere dalla medesima lettera che l'unione dei preti, dei moderati e della polizia non sarebbe bastata ad assicurare la sconfitta del candidato repubblicano se non fosse intervenuta larghissima la corruzione esercitata con sfacciataggine rara ed insuperati\ da due grandi feudatari, che hanno fatto da banchieri. La µoJizia, però, fu di grande giovamento al candidato della reazione perchè protesse in tutti i modi i corruttori, che nel!' assicurata impunità trovarono un incoraggiamento ad esercitarla. I soldati intervennero, non per impedire le violenze democratiche ma per di - fendere l'esercizio della corruzione. Repubblicani e socialisti furono di una scrupolosa e cavalleresca lealtà nella lotta. L'arcivescovo, il pre• fetto e i banchieri della corruzione agirono da gesuiti e da sopraffattori senza scrupoli. La loro azione è stata tale che se colpe ed errori furono commessi dai popolari, che alla scuola dei monarchici poterono attingere incitamenti a mal fare, nella precedente elezione, essi sono stati riabilitati dai loro avverda.ri. A parte la q 11istione della corruzione protetta dai soldati e dalle autorità politiche, su questa elezione alla Camera verrà chiamata l'attenzione degli Italiani sulla sfacciata e colossale violazione dell'àrt. 107 della legge P-lettorale. Sarà lecito da oggi in poi a Cardinali, vescovi, preti intervenire nelle lotte elettorali politiche valendosi con grande pompa del loro ministero? Ecco il punto. Questa elezione di Catania insegna, infine , che sinora come esempio di attitudine corretta ed imparziale in Sicilia rimane quella imposta da Sonnino al Prefetto di Girgenti nel Collegid· di SciRcca. Noi crediamo che l'on. Giolitti non abbia lui scientemente imposta la condotta sleale al Prefetto di Catania; ma crediamo che politicamente egli ne sia responsabile : egli conosceva come e quanto il Trinchieri fosse impegnato contro l' Auteri Berretta ed avveduto com'è doveva facilmente immaginare che esso non avrebbe potuto e saputo rispettare e far rispettare la legge. Cosi a Catania, oggi, auspice l'amplesso della Chiesa Cattolica e del regime monarchico, si sono visti i soldati it-aliani premere sul corpo elettorale come mai ai era visto sotto Crispi, sotto Codronchi e sotto Pelloux. ♦ lncivill a Trapani ..... come a Brescia. - La pubblicazione pura e semplice della lettera seguente senza alcun commento , pur togliendo dalla medesima la firma a noi ben nota, farebbe comprendere di primo acchito che condi vidi amo nella sostanza il parere di chi la scrisse. E nessuno a Brescia se ne potrebbe meravigliare , perchè ivi si dovrebbe ricordare con quanta severità stigmatizzammo i fatti di Trapani. La lettera in sè, dunqne , non avrebbe bisogno di un cappello ; ve lo aggiungiamo, brevissimo, per segnalare una nuova funzione che si vorrebbe assegnare ai nostri soldati: quella di protettori obbligati di tutti gli sp01·ts. Non bastava che essi fossero destinati a fare i bambinai , i muratori , i mietitori , i mungitori di vacche, i sai vatori eroici di gente nelle inondazioni, negli incendi ecc. occorreva anche, che fossero delegati a farla da assistenti ai pazzi che si vogliono rompere il collo in automobile , alle signore che ai arrischiano a volare in pallone .... E quante insolenze non furono pronunziate all' indirizzo del comandante una Regia torpediniera che nel golfo di Napoli non impedl che una egregia signora cadesse in mare in mutanda e fosse costretta a mostrare l' agilita nel nuoto come aveva mostrato il suo coraggio nell'affidarsi allo Sparviere - un pallone che cadde in mare. E si che qnel capitano meritava riconoscenza , perchè alla fin fine senza l'opera sua, che avrebbe potuto essere più sollecita di qualche minuto, l'egregia signora e i compagni di ascensione avrebbero lasciato la pelle nell'impresa!... Ecco intanto la lettera sul parallelo tra Trapani e Brescia. 29 Luglio f906 Onorevole Prof. Oolajanni, .• mi permetto rli far oo~·•rt.:!quanto avvieue a Brescia per la so!lpen'\ione della Coppa Florio, in seguito al ginstù l"ifiuto del Ministro della Guerra di (oroir0 i soldati per sorvegliare il circuito. Quei cittadini àono preso a sassato i pubi.lici uffi ~i, ànuo rotto gli stemmi reali, delle botteghe, della pl)sta etc., Anno assalito brutalmenl..i ii;li ufficiali, che osarono dil'eodtire I' ope1·ato del Ministro; ins0rn111a ànuo fatto forse w•ggio di quanto non fec':lro i Trapanesi al101·chè fu rigettato dalla Casaaziooe penale il ricorao d1 Nasi. Eppui:e, nessuno fiata e nessuno trova niente a ridire sugli scandalosi avvenimenti di Brest:ia; ntentre gli eccessi dei 1'rapauesi bastarono, perchè in tutti i giorna'i dell'alta Italia si qualificassero con epit,iti ingiuriosi o dispregiativi i barbari siciliani che si mostravano tanto an·i~r(,.s da non comprendere lti regole del vivere sociali.:! e l'ambito delle diverse funzioni civili. La ragione però si spiega facilmente, esaminando, non Vfl· glio dire la geografia d'Italia, nu le cause degli eccessi di Breacia in confronto a quelle degli eccessi di Trapani. Qui si trattava di una impulsiva vol~are primitiva queetiooti di sentimento; quella città infatti crede con ogni fermezza perseguitato vilmente nell'ombra il suo figlio preùilettv, per mezzo delle compiacenti prestazioni della Magistratura. Ma a Brescia, no! A Brescia, essend,1 in gioco gl' interessi dei grossi e pi<'- coli industriali della città e provincia, si trattava di una questione economica, di una questione di Fra-;icia; e chi non sa che la Frunoia è posta all'apice dell'evoluzione sociale; e tutto ciò che avviene in suo nome ,._ragionevole, civile, evoluto e trova il consenso e il mutuo appoggio di quauti pensauo oivil,nente ?! È per queste amare ragioni, On. Professore, che io sono li, to se questa mia lett1:1ra avrà l'ooore di fare si che Ella voglia far sentire ai suoi lettori la sua parola a.utore••ole in proposito. Mi è grato cogliere l'occasione p,:H·oss•:quiarla evo la maggior·e nsservaoza. ♦ Amenità estive di magistrati. - Il procuratore generale della Corte d'appello di Casale ha emanato in questi giorni questa ordinanza: « Essendo stata richiesta - in seg11ito a mio invitoal tribunale di Casale la rettifica di un atto di nascita per il quale l'ufficiale di stato civile ricevente aveva consentito al padre di dare al sno bambino i nomi Ribelle, Avanti I con significato apertamente sovversivo , il detto tribunale, con sentenza in data 28 aprile u. s. ha accolto la ist-anzit, ritenendo sostanzialmente: che il pubblico ministero può promuovere d'ufficio la rettifica di un atto di nascita anr.he solamente pel cambiamento del nome, percbè la istanza interessa l'ordine pubblicJ (sic!): che pei prece:h·nti storici, quanto per l'uso costante e per lo spirito della nostra legislazione i nomi da darsi ai neonati poss,mo trars'i solamente dalla storia antica e dai calendari di qualche culto, e che per evident.i ragioni di convenienza indi viduale e sociale di pu.bblica moralità, neppure i geni~ tori hanno la scoufinata libertà d'imporre ai loro figli nomi stravaganti, ridicoli, ripugnanti, offensivi, scon - venienti od aventi significato contrario ali' ordine pub blico, al baon costume ed all' attuale ordine sociale e politico; che infine può l'autorità giudiziaria, mentre ripara l' infrazione commessa dall' ufficia.le dello stato· civile, ordinare la soppressione dei nomi vietati e sostituirne subito altri di sua scelta>. Se questa notizia non fosse stata pubuli~ata da uu giornale serio come il Giornale d'Italia, la ri terremruo parto di fantasia estiva dì repm·te1·s a corto di notizie tanto ci sembra strana. E' possibile che la nostra magistratura non debba farci registrare che atti malvagi o cretini? E pure re-

RlVlSTA POPOLARE 369 gistrererritno con sincero compiacimento atti di fierezza di dignità; di liberale, nobile e larga interpretazione delle lcg~i. Ma i tempi dei Taiani o dei Borgniui son lontani e mentre si abolisce il sequestro preventivo la rabbia stupidamente reazionaria dei regi procuratori si sfoga sui uomi di battesimo. Bella la giustificazione addotta dall' ordinanza : che i uomi ai 11eonati possono trarsi solamente dalla storia antica e dai calendari di qualche culto. Che cosa int,ende per storia antica, l'egregio procuratore? .la storia romana , greca, ebraica, ecc. o anche quella. del risorgimeuto nazionale? Se questa la riguarda come troppo recente, sarebbero da pr0ibire anche i nomi di Garibaldi, di Mazzini, di Cattaneo. · Non ostante le rag.ioni morali e di convenienza sociale addotta dal P. G. di Casale - di cui ci dispiace di uon conoscere il nome , ma che meriterebbe -benit1simo 11nnome tratto dalla storia naturale - si vede che il s,10 pudore è pei nomi sovversivi. Egli dovrà essere un osservante e buon cattolico, compiaciuto dello amplesijo che diventa sempre più stretto tra Chiesa e Monarchia ed ha voluto colla sua ordinanza solleticare i uuovi alleati tanto utili specialmente nel già fedelissimo ed oggi ribelle Piemonte. Ma siccome nella storia antica vi sono nomi più che sovversivi - Brnto, per esempio, o Spartaco - speriamo in una ulteriore correzione dell' ordinanza che imponga soltanto i nomi di coloro che furono debitamente canonizzati e registrati nei calendari di Santa Madre Chiesa. Solo cosi la monarchia e lo stipendio dell' illui;tre Procuratore saranno salvi. Nor (Il federalismo s'impone alla Russia) L'articolo vibrante di fede nella libertà e di amore pel popolo russo, che il nostro Agresti ha consacrato allo scioglimento della Dourna ci dispenserebbe dal!' intrattenercene; ma l'avvenimento è troppo grande perchè noi tacessimo su di esso; il nostro silenzio potrebbe sembrare adesione com• pleta :1 quanto scrive il nostro collaboratore. Non una sola parola dobbiamo e possiamo pronunziare, che suoni difesa o attenuazione delle terribili responsabilità dello Czar. E' necessario aggiungere , pero , che il maggiore responsabile più che l'uomo è la istituzione sinistra e maledetta che attorno a lui <la qualche secolo si è venuta formando e che egli assomma in sè, incarna e rappresenta; ciqè lo Czarismo - questo miscuglio anacronistico di potere civile politico e religioso; questo amalgama di orgoglio aristocratico, di avidità borghese, d'inettitudine burocratica ; questa fusione spaventevole di calcolo e di fanatismo, di violenza, di crudeltà e di corruzione. Di fronte allo Czar e allo Czarismo fo posta la Downa. Questa, come lu concepita aveva un vizio grave e di origine: nacque come org;inismo unitario della più colossale collettività europea, le cui parti si differenziavano le une delle altre nel modo più t r.t:1 > e più stridente per la nazionalità , per la lingua, per la religione, per lè condizioni ec<,nomiche, intellettuali e morali - per tutta la mentalità e per tutto il substratu111 materiale, su cui, marxisticamente può svilupparsi I.a prima. La Dourna quindi fu concepì ta in guisa e na~q ue in tali circostanze, che la sua funzione non avrebbe potuto esercitarsi utilmente onde sciogliere i colossali problemi, che tormentano l'Impero russo. Noi dobbiamo aggiungere una osservazione che sembrerà paradossale: la vita della 'Douma fu possibile in conseguenza di una precauzione reazionaria dell'autocrazia imperiale. La quale nella speranza di vedere eletti rappresentanti poco o punto rivoluzionari impose il sistema elettorale a doppio o a triplo grado. Ora mentre questo regime elettorale, che va scomparendo o che si puo dire quasi del tutto scomparsa dai paesi a civiltà occidentale , non impedì che riuscissero eletti numerosi rappresentanti delle idee socialiste ed 11na grandissima maggioranza di democratici costituZÌOiiali - i ctidetti - e non vide trionfare che appena una decina di veri conservatori capitanati dal Conte Heyde11 - un vero generale senza esercito; - mentre sotto questo aspetto, adunque, le elezioni indirette, a doppio grado, fallirono completamente allo scopo che si erano prefisso i reazionari, e quelli che volevano mantenere immutato quanto più era possibile l'autocrazia dei Romanofl, esso invece produsse una selezione livellatrice tra gli eletti, che inteJlettualrnen.te e politic1mente, cosi, tra loro difleriv:rno infinitamente meno di quello che differiscano tra loro gli elettori. I membri della Douma in tal guisa poterono presentare una relativa omogeneità in contrasto evidente colla eterogeneità ch'è nel paese reale. Perciò essa non si rivelo subito come una torre di Babele e potè funzionare per alcuni mesi se non come un organo legislativo normale, almeno come una grande e nobile accademia, intesa a proclamare principi. Certamente allo Czar ed alla sua burocrazia questa funzione accademica no 1 riusciva gradita·: alla Corte non si poteva ignorare che i principii, anche astratti e che meno sembra110 corrispondere alle condizioni reali, proclamati con solennità in certi ambienti agiscono come le scintille elettriche sulla polvere. L'autocrazia, quindi, appena si conobbero le tendenze predominanti nella Douma si decise a neutralizzùe l' opera ideologica e si preparò a disperderla ed a farla ritornare nel nulla alla prima favorevole occasione. La Dourna alla sua volta inconsciamente , fatalmente si prestò al giuoco. Non aveva i mezzi , i poteri, le attitudini per organizzarè un nuovo regime da sostituire a quello logoro e insanguinato, che invano si tenterà di mantenere in piedi e si limitò a proclamare i principi , che si riassumono nelle due magiche parole: terra e libertà. Essa forse non si credeva destinata che a fare tale proclama~ zione, equivalente alle proclamazioni più celebri della storia - dalla petizionedei diritti contro Carlo I in Inghilterra ai diritti dell'uomo della grande rivoluzione del 1789, al diritto al lavoro della rivoluzione del 1848 in Francia. Quelle due parole intanto ferivano a morte lo czarismo nel suo fondamento politico ed economico ; e lo czarismo e ancora troppo forte ed armato per lasciarsi adagiare nella tomba senza reagire. Lo scioglimento della Douma , dopo la sua vita inutile dal punto di vista legislativo ed organico e dopo il suo proclama incostituzionale, doveva sembrare inevitabile ; se lo Czar non l'avesse sciolta si avrebbe dovuto perware che esso preferiva il suicidio, alla lotta che potrà condurlo alla morte e

370 Rl VISTA POPOLARE che ci auguriamo che alla morte lo conduca, ma che non è ancora ·la morte. Non comprendiamo, quindi , le declamazioni e la rettorica contro lo scioglimento della Dourna. .t. avvenuto ciò che doveva fatalmente avvenire; ciò che la Dourna stessa volle incoscientemente e preparò inesorabilmente. Poteva con una attitudine diversa la 'Douma evitare ciò ch'è avvenuto e preparare la lenta e graJuale trasformazione politica, economica e sociale ~lla Russia? Forse ..• Ma il nostro forse in questo caso ha un valore assai minore dell' 01dinario ; si avvicina e si confonde quasi colla incredulità completa nella realizzazione della ipotesi di un corso diverso degli avvenimenti. Parve a noi, e lo dicemmo altra volta , che i membri della 'Dourna avessero sbagliato metodo volendo far percorrere in un anno al popolo russo una strada che il popolo inglese, e il popolo francese hanno percorso in alcuni secoli; che l'italiano, il tedesco, l'austriaco - tanto più maturi del primo - non hanno interamente percorso, e parve a noi che la Douma , mentre ancora i Cosacchi non sono disarmati , volesse precorrere i tempi invocando trasformazioni sociali , che i socialisti più avanzati di Europa non credono ~ncora possibili nei paesi a più avanzata civiltà occidentale e che su tale proposito s'ingannasse crfdendo che l' aJdentellato del Mir potesse mettere l'Impero russo in condizioni più favorevoli, veramente eccezionali, per procedere ad un grande esperimento di socialismo e, più , determinatamente,· di collettivismo agrario che nelle condizioni attuali affretterebbe l' esperimento del collettivismo industriale e del. collettivismo integrale. Il Mir stesso, guai' è, ha bisogno di essere trasformato per consentire al popolo russo che viva , e non di essere preso a modello e di formare il punto di appoggio di una nuova orga01zzaz10ne. Pensiamo altresi che se la Dourna si mostrò spesso imprudentemente ardita e provocatrice quando arrivò il momento climaterico non si appalesò veramente rivoluLionaria~ Il proclama di Vyborg, che permette ai suoi sottoscrittori di ritornare tranquillamente a Pietroburgo dice che esso non rappresenta un atto realmente rivoluzionario. L'indecisione della Dourna del resto risponde alle sue origini e alla non perfetta rispondenza colle condizioni delle masse. Siano quali che si vogliano gli errori generosi e sublimi - derivanti dal predominio della ideologia e dalla insofferenza di un regime illibera·lc, incivile, inumano - della Douma, è i1111egabile che l'autocrazia s'inganna se crede <li potere tornare ali' antico sic et simpliciter. Sciolta la Dourna e rinviate le elezioni ad un anno per sostituirla, non si ha nel l'avvenimento che un aggravamento delle condizioc:ii che hanno reso inevitabile e trionfante l'anarchia di fatto, che deriva dalla dissoluzione o meglio dalla putrefazione di un immane organismo. 1 Noi crediamo che s'illudano soverchiamente i socialisti russi, che per bocca di Aladin e Anikin hanno dichiarato prossima una vera ed organica rivoluzione ; la quale non può essere aflret tata dai segni innumerevoli d'indisciplina e di demoralizzazione dell'esercito. Crediamo del pari che sia semplicemente ridicolo l'ottimismo di Stolypin, dei ministri e dei funzionari dello Czar che dalla calma relativa seguita allo scioglimento della Douma e da alcune interessate approvazioni del clero e dei nobili argomentano che il popolo russo si adatter;\ al colpo di Stato dell'autocrate. Moroun tzefl ha gia dichiarato che in Russia, anche per ragioni geografiche, non è possibile I' orientamento rapido. Se la reazione si sente sicura del fatto suo, perchè procede ad arresti in massa, perchè ristabilisce la censura, perchè sopprime i giornali? La fede degli uni nella imminenza <lellé1rivoluzione ; quella degli altri nel trionfo ddla reazione è destituita di fondamento. Ciò che c' è di vero, d'indiscutibile è la continuazione dell'anarchia, che s:1ra aggravata dallo scioglimento della Douma e che non sarebbe stata evitélta dalla sua vita. La anarchia di fatti è una risultanza fatale, inesorabile dell'opèra degli uomini e delle istituzioni per parecchi secoli di seguito. Uno scrittore tedesco, che conosce la Russia, Rodolfo Martin nella Neue Freie Presse prevede il trionfo finale della rivoluzione; ma attraverso il regime degli assegnati ed al fallimento completo dello Stato, attraverso almeno ad un decennio di terrore e di an:trchia. Un altro scrittore più noto, Anatole Loroy-Beaulieu , che nella sua qualità di rappresentante dei creditori di nove miliardi francesi dovrebbe essere inclinato a minore pessimismo, in una intervista col corrispondente dello stesso giornale di Vienna, afferma che la rivoluzione russa durerà dei decenni. Una rivoluzione che dura dei decenni non è la anarchia? Intanto la Douma è sciolta; ma rimane insoluta la quistione ardente delle nazionalità; la Do111na è sciolt~ ma rimaugono insoluti e minacciosi i problemi della deficienza della terra, dell'agricoltura barbara, della produzione insufficiente, del Mir arcaico e non rispondente più ai bisogni odierni, dello incremento della popolazione sproporzionatissimo a quello del capit:lle ; la Douma è sciolta , ma tutt~ quei problemi rimangono complicati e aggravat1 dall' ,rnalfabetismo spaventoso , dalle superstizioni incredibili, <lai crudele fanatismo religioso anacronistico. Verrà la nuova Douma.... e la nuova Dounia sarà impotente come la prima se essa dovrà provvedere a tutto l'Impero e non sarà sostituit:1 e suffragata da tante Doume parziali, regionali o nazionali, che daranno la base a quell'organismo federale, ch_e fu dc1 noi Jichiar,lto indispensabile e che ora troviamo sostenuto come inevitabile da chi nel m0ndo scientifico oodc:: oià u r:111Je fam:1 e eh' è uno dei mago o o . I giori uomini del partito democratico costituz1ona e russo : da Massi mo Kovalewski. La Ri.vista Ai nostri abbonati che non fanno la collezione della Rivista e che vogliuno mandarci il N." 7 dei/' anno IX, il N.0 IS dell'anno X ed i N. :.:! e3 dell'anno cmTente, daremo in cambio un libro del valore di ceni. 50 da scegliersi nel/' elenco dei libri di premio di edizione della Rivista.

RIVISTA POPOLARE 371 La grande tragedia Il primo atto della grande tragedia è finito. L'uomo segnato dal destino; ha messo la sua firma in calce all'atto che sarà domani uno dei ·gravi . d' ' ' capi accusa contro di lui. Lo Tsar, dicono i suoi consiglieri, ha scelto il momento oppo~tu~o; più tardi non avrebbe più potuto e lo. sc10ghmento della Duma s'imponeva. Come se 11 momento opportuno per assassinare un uomo od un popolo, potegse essere una scusante alla colpa. Ma, poi, s'imponeva veramente lo scioglimento di questa assemble·a? Era veramente essa un pericolo per la vita della Russia per la vita dello Tsar, per la vita del popolo Ru;so? Non si direbbe, se ne osserviamo gli atti. Era un' accolta dei « migliori uomini Russi »; era il veggente cbe cerca, dall'ombra della caverna buia trarre alla luce i brancolanti seguaci. Essa, quest~ assem?l~a sorta dal _seno di quel popolo che i burocratici derubano, 1 granduchi svergoo-nano i coh . o ' sacc 1 massacrano; questa assc·mblea cbe avrebbe potu~o ~criv_ere a caratteri dì sangue sul trono di Russia 11 Mane, Teche/, Phares della dinastia Romanoff, che avrebbe potuto- almeno nelle dichiarazioni - avocare a se il Cosacco e il boia· chia- ' mare alla barra della storia il livido fantasma dì Peterhof e chiedergli conto dei massacrati in massa de~li a~oniza~ti_ i~ Sibe1:ia, d~lle st1_-ag5organizat~ da1 suoi cons1ghen, e dai suoi fedeh; e stata sempre - questa assemblea che doveva sentirsi sovrana - è stata sempre umile, dimessa ragionevol~;. es_sa ha respinto tutte le proposte 'ardite dei soc1alist1; tutte le proposte - pure inevitabili - dei rappresentanti dei contadini · è stata modesta e pr~dente, e quando, messa 1~ella impossibilità di agire, essa. ?a voluto parlare al popolo ha scelto la f?rm_~ pi~1 blanda, le parole meno roventi, le frasi prn rispettose ; ha voluto non offendere la maestà dello Tsar. Ma lo_Tsar ha cacciato il nuovo procuratore del Sant_o S111odo. per tornare ad ascoltare i consigli del teroce Pob1ed_onos~ezetf; ha cacciato Goremykine, nop abba_stanza 1pocnta, per preparare la dittatura a frepofl,_ l'uomo che ha sete di sangue, il mostro d~lla tacc1~ ka_lmuca. che spera seppellire insieme a 1 cadaveri dei nuovi massacrati il cadavere della speranza popolare; ch_e sogna spengere nel sangue del popolo Russo la haccola della libertà. E Ja Duma è stata sciolta. Il primo atto della grande tragedia è finito. Biso~na e_samin_are le scene di questo atto; l' esame c1 dara gli clementi per considerare quali potrann_o essere gli ani seguenti. Un giorno su la via che conduce al Palazzo dello Tsa1_·cammina, alta la croce, vestito d'ei paramenti sacri, un prete. Lo segue u113 turba infinita e da quella turba si levano voci e canti di spe~·anza. Quel _prete conduce allo Tsar il popolo Russo che ha bisogno di raccomandarsi a lui · conduce al . ' p1ccolo_padre, i ciecamente devoti figli. Ad un punto d.ell_avia, una masnada di cosacchi sbarra la stradaInd_ieyr?!- Ma noi andiamo ad implorare lo Tsar; egli _e il nostro padre; noi abbiamo tìducia in lui ~periamo_ i~- lui_: -. Indietro l • oi siamo poveri: rnr1;ocent1, inermi; siamo affamati, ctissano-uati batt t '' 1· l · 0 ' _u1 :_c e c 11 1a interesse a separarci da lui a .targh credere che noi gli siamo nemici · noi ;ndiar:no, tese a lui le ms ni, a dimandaro-li pietà - Indietro! - E brevi e rauche fischiano bin aria le palle, e squarciano petti e fracassano reste, e nel la strada corre un largo rivo di sanaue. E' la terribile domenica, il f2 gennaio della storia Russa. Il Piccolo Padre ha voluto quel sangue dei suoi figli l . Si ~ detto,. e lo si dice ora con più insistenza d1 pr_1ma: ~1cola II non è responsabile degli atti ferctc1 che s1 commettono attraverso tutta la Russia· non è colpevole dei delitti e della reazione eh; imper~ersa per opera dei suoi consiglieri. Egli vuole 11 bene del popolo; egli è anche liberale - tanto quanto può esserlo un autocrate - ma lo è. Ecco egli stesso, nel suo recente manifesto al popolo Russo, egli stesso si da la pena di smentire le patetiche dichiarazioni delle sue ambasciate e dei suoi interessati sostenitori. In quello che vorrebbe essere il suo atto d'accusa contro la Duma, egli scrive: -I rappresentanti della nazione invece di occuparsi dei lavori legislativi esorbitarono dalla sfera della loro competenza e si occuparono di fare inchieste sugli atti dei poteri locali da noi costituiti e di segnalare i difetti delle leggi fondamentali che non potrebbero essere modificate che dalla nostra volontà imperiale. - Biso_g?a rile':are questo breve passaggio perchè è la venta sfuggita, involontariamente, dalle labbra d,el _colpevole. E' la confessione spontanea del reo. Egli sapeva dunque del massacro di Bielostock egli du1:-que non ignora, e non ha ignorato nes~ suno dei pogrom che i satelliti dei reazionari hanno fatti. nelle diverse parti della Russia, contro gli ~bre1 , che sono essi pure suoi sudditi. Non ne ignorava alcuno, non solo ma essi sono stati eseguiti col suo consenso se non per suo ordine ed ora, in questo manifesto , egli ne assume francamente la terribile responsabilità. Per una volta tanto l'ipocrita s· è tradito; egli ha detto la verità; ha rivelato la verità non volendo. Torniamo alla tragedia. Sotto la terribile pressione dello sciopero generale che paralizza la vita della Russia lo Tsar cede. Il popolo chiede libertà, chiede costituzi-:me, chiede diritti civili; e lo Tsar il 19 agosto 1905 firma l' Ukase che ordina la costituzione della Duma. L'atto non è stato ottenuto per via di transazione pacifica ; a Odessa, a Kietf, a Mosca a Pietroburgo da un capo all'altro della Russia il popolo ha pagato col sangue e coi cadaveri il diritto che lo Tsar s'è lasciato strappare. Ma questo atto non basta. Messo sulla via delle conquiste il popolo va logicamente alle conseguenze inevitabili; il 30 ottobre lo Tsar è obbligato a pubblicare l' Uk.ase che concede la cosiddetta costituzione; e neppur questo è volontariamente largito al popolo; ma lo Tsar è stato obbligato a cedere dinanzi al tìo -~ i,,Jpolare che saliva e pareva travolgere e som111-<.:C'r Peterhof. Non dimentichiamolo; in quei giorni Witte non poteva più fronteggiare la situazione e nel golfo di Finlandia l' yacht dello Tsar era giorno e notte sotto pressione. Il Piccolo Padre pensava alla fuga, dinanzi al giusto risentimento dei figli. Il 10 maggio u. s. la Duma parlò la prima volta al popolo; e tosto si seppe, si potè capire che Duma e Tsar non si sarebbero intesi. La Duma avrebbe potuto essere remissiva quanto la più umile e più insignificante delle associazioni operaie , essa sarebbe stata sempre troppo avanzata, troppo ribelle per lo Tsar che aveva firmato la Costituzione intendendo fìrmare un qualunque pezzo di carta privo d'ogni valore. E il dissidio subito scoppiò, e crebbe giorno per giorno è si acuì d'ora in ora. Ed era naturale, Duma e Tsar sono due fatti in contrasto; sono due contradizioni. E delle due una deve sparire. Ma quella che deve sparire non si rassegna facilmente al suo fato , e resiste e lotta; e, fors'anche, riuscirà per breve tempo a sopraffare

372 RIVISTA POPOLARE la forza avversaria: ma un popolo non può sparire·, non può morire....... . . . . Vi sono due stati sociali di fronte. Uno deve forzatamente ,· ineluttabilmente trionfare. E' nella forza delle cose, nella necessità dei fatti, ~ell~ l~- gica della vita delle nazioni che esse subiscano 11 mutamento naturale che è portato della evoluzione storica e dei tempi; l' altro deve sparire. Ha compiuto la sua opera , ha esaurita la sua fu1~zione? non rimane altro di ciò che, provocando movimenti storici e fatti economici , fu fattore di progresso, che uno scheletro mal connesso; anzi, peggio ancora, una carogna velenosa e putrefatta che ammorba la vita della nazione russa. Da un lato la Russia libera - e la rappresenta la Duma - dall'altro l'autocrazia e la rappresenta, la incarna 1 la impersona lo Tsar. E si è aperta una terribile lott~. Quando un corpo muore non e un organo solo che 5offre, non è un organo solo che abbandona la propria funzione, che s'indebolisce e non risponde più allo scopo pel quale la sua presenza era necessaria nel corpo; ma son tutti gli organi che compongono il corpo morente ~he si ~i,ss?ciano, c~e si combattono, che non agiscono p1u 111 armonia. In Russia, oggi, accade precisamente così. L'autocrazia muore, e tutti gli organi che la compongono si disiociano, cercano un adattamento più rispondente alle loro nuove esigenze e forme. Lo Tsar da un lato, la Duma dall'altro sono i principali elementi di questa lotta. Le leggi che l'uno vorrebbe mant.enute son quelle appunto che impediscono la libera azione, il funzionamento della Duma, e la Duma le vuole abrogate. Non potendo resistere all'urto popolare che lo travolge, lo Tsar non vorrebbe fare a meno della Duma, essa è la diga che rattienc ancora la grand~ fiumana ad una certa distanza da Peterhoff, essa e il cerchio magico, nell'interno del quale il negromante sfida le potenze celesti ed infernali; questo è perfetramente intuito dallo Tsar che per questo appunto vuol che la Duma sia mantenuta; ma senz~ però che nemmeno un lembo dell_a sua poten~a di autocrate sia compromessa. Infatt1 nel cc Ma111festo al Popolo » contro la Duma lo Tsar dichiara, a carico della Duma stessa, che i suoi componenti ebbero il torto: di segnalat·e i difetti delle leggi fondanienLali, che non potrebbero essere modificate che dalla nostra volontà imperiale, e che la Duma attuale doveva essere sciolta perchè: i rapp,·esentanLi della nazione si sono abbandonati ad atLi veramente illegali, conie un appello alla nazione da parte della Duma. Ora mantenere la Duma vuol dire, avere sempre di fronte un corpo che sa di essere esso solo in diritto di dare leggi al popolo, poichè egli veramente -- quantunque limitatamente · rappresenta il popolo e dal popolo viene. Questa è la grande tragedia. La Duma che sa di avere, essa sola, il diritto di fare le leggi; lo Tsa r che considera che la sua volontà sovrana, sola, è la legge. Il conflitto non potrà che acuirsi di piL1in più, (i no al giorno che 1::t Duma (poichè la cosa non può essere alt~·imenti_) la Du~a di~es_sa o&ni _r~- missività, ogni sudditanza chiamera 111 gmd1z10 l' uomo dalla cc Volontà Sovrana » per togliergli appunto il diritto a questa volontà. Non dimentichiamolo; Carlo I d'Inghilterra sciolse quattro volte, nel 162 5 nel 26 nel 29 nel 40 il Parlamento Inglese; ma il quinto parlamento chiamò Carlo I innanzi a se e gli parò di nero un palco dinanzi a \Vhite Hall. Non dimentichiamolo, Luigi XVI volle sciogliere l' Assemblea ; volle resistere - come Nicçola II0 ora - alla volontà popolare; ma l' Assemblea lo chiamò innanzi a se e lo trasformò nel simbolo e nell'esempio storico dei re che non sanno intendere ed adattarsi ai tempi. Quando Carlo I chiuse il primo parlamento: quando Luigi XVl chiuse la Sa/le des Menu~-, a chi paventava la collera del. popolo si rispondeva : - L'esercito è fedele - difatti le truppe di Carlo arrestarono i più ardenti parlamentari, Elliot, Hampden, Pym conobbero la carcere e la fedeltà del1' esercito di Carlo I ; il duca .di Berry , servendo Luigi XVI, ridusse, all' obbedienza con i suoi soldati , i tre reggimenti che si erano rib~llati, e la folla rifugiata nel giardino delle Tuillenes, dovette fuggire dinahzi alle cariche ed alle sciabolate dei suoi cavalieri : eppoi ? Eppoi un giorno il popolo si 1levò: in Inghilterra organizzò le TesLe di fen·o, in Francia i Sansculottes; in [nghilterra vinse a Nasebey e a Marston Moor, in Francia abbattè la Bastiglia, e invase il palazzo reale, eppoi.. .. eppoi .... i due re giacquero, tronca la testa, nelle _tombe dei loro avi. li il popolo continuò la sua via e la sua vita. Anche l' esercilù di Nicola II è fedele. Egli almeno chiudendo il Palazzo della Tauride, lo dice. E eh; importa? Oggi non è domani. Non bisogna dirne nticare che i contadini hanno giurato di non dare più reclute allo T'sar. Egli non è più oggi il piccolo padre, l' uomo che il Mujich vene~·a ~d obbedisce, egli è quegli che nega al popolo 11 nconoscimento dei suoi diritti, ai contadini le terre, alla Russia la pace. Egli è il reo. Reo di lesa nazione. E dalla pacifica, s.ilenziosa città di Vyborg, d'un tratto diventata sonora della voce di tutta la Russia, la Duma - che non è disciolta perchè la volontà d' un popolo non vacilla come quella d'un uomo, nè si disperde - la Duma ha lanciato la sua parola. Non pagate le tasse, non date le reclute, non obbedite alla legge a men che la legge ne venga dalla Duma. E' il secondo atto della grande tragedia che si apre. Si apre su_ la Russia che ta~e ~, ~~ ~inistr? silenzio foriero forse delle convuls10111 p1u v10lent1; che tac~ prep~rando nel·. silenzio_ l~ for~~' i b~tt_aglioni, le armi per una, forse dec1s1va, prn ternb1 le rivolta. Stolypine, il ministro ipocrita, il liberaleg~iante che intende impartire con la for~a e _la n~gaika 1~ libertà al popolo Russo ha sentito 11 bisogno d1 scagionare il suo livido sire dall'atto sleale, e ha fatto sapere all'Europa - che non ha voluto crederci - che la pace e la libertà del popolo Russo erano compromesse dalla Dum_a, dalla Du~a che si preparava ad essere la « tribuna della nvoluzione » - e ha tentato far credere all' Europa che necessaria era perchè l'opera di rigenerazione fosse ~ondotta a bdon porto che_ 1~ [?uma fo~se _sci?lta. Riassumendo tutte le oprn10111, le asp1raz10111, le speranze e la simpatia di tutti _gli _spiriti_ l_ibe,r\ di tutte le coscienze rette, di tutl1 glt uom1111d _Eu-: ropa Campbell-Bannerman, parl~nJo innanzi a1 deleo-ati della disciolta Duma ba risposto allo Tsar, ha risposto a Stelypi ne, a ·_1 'rcpofl~,. al Grandu~a Nicola, al tiranno ed ai suoi satell1t1: · La Duma è morta; Viva la Duma ! - - Ora essi sanno, in proposito, l'opinione dell' Europa. ~ l'opinione della Russia? Eccola: Una lettera di Maria Spiri<louna, in viagg_io per la Siberia, racconta gli orrori del~a depor!a~1one e nondimeno incoraggia alla lo~ta; 1 _contad1n1 s1 ~-1bellano, insorgono per conqmstars1 _le terre, q_ua e là nell'esercito si sconzono i segni che lo d1mo- ' ) u

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