Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 13 - 15 luglio 1906

- RIVISTA POPOLARE 343 Polemiche Sarde Onor. Professore Colajanni, Nella sua Rivista del I 5 giugno leggo una lettera aperta, << Sardegna ribelle », di Carlo De Angelis. Nella lettera aperta mi ha colpito in modo singolare il concetto animatore che lo informa prevalentemente, vale a dire la messa in stato d"accusa di quella che lo scrittore chiama « furia d'ambi- « zioni, di vanità , di cupidigie, di miraggi recon- <c diti, di aspirazioni amministrative e politiche, « scatenanti le peggiori, facoltà dell'animo in lotte <e accanite, in pettegolezzi volgari , in rancori ine- « stinguibili ecc. ecc. · Qualche allusione più specifica mi parrebbe rivelare nell'elemento formativo dell.1 critica del De .,A_ngelis, che. non vive in Sardegna, l'influenza di una parte della colonia Sarda di Roma che ha attinenze personali molto strette con alcuni dei maggiori colpiti dai moti di Sardegna. · Ma ciò non avrebbe importanza assoluta e generale per la trattazione dep' argomento; come non !Ili pare abbja un'importanza specifica la parte che 11 De Angehs pure riconqsce nei recenti moti al1' ignoranza delle plebi e alla tirannia· medievale che le opprime. Su questo concetto non vi può esser~ dispare1 e e non vi è quindi da far discuss10ne. Merita invece, mi pare, che non si_lasci passaré senza una protesta quelJo che . come, accennavo poc' anzi, è veramente il motivo predominante e originale del De Angelis e, cioè, l'attribuire la determinante responsabilità dei recenti tumulti sardi a quella· <e furia di ambi:r_ioni >> a quell' « elemento cacci.atore e conquistatore di cariche >> che il De Angeli s chiama anche cc certa> impostura moderna », pèr la d~ cui azione torbida e perversa, avverrebbe, secondo 11De Angelis « che un triste giorno, stanca « del suo_ i_nten;1inab!le cin~co giuoco, esasperata « da tut~I 1 patimenti; coglie qualunque pretesto cc le capiti, sia pure il più futile, per lanciare il « suo primo ruggito di minaccia cui segue imme- <c diatamente la più selvaggia , la più bestiale , la << pi~ cie~~ de!le r_ivolte , ap~ena l' incauta parola « dei soli ti tnbum da dozz111a cade come triste « !~evito criminoso in quelle povere anime frene- <c t1che; e allora senza una chiara visione dei poi, « passando da un estremo all'altro, confondendo cc nelle aspirazioni intorbidite il possibile coll'im- <c possibile , si sfrena sinistro e - tremendo l'odio « contro · tutto e contro tutti >> ecc. ecc. , fino alla distruz~one di quei ~ram elettrici ..., che in Sardegna non esistono. - E finisce il De Angelis con q~esta ammonizione: << ~ulla è più pericoloso - ha detto Ippolito « Taine - che 1~ettere· una grande idea in un cer- « vello piccolò. E però il far delle concioni dottri- « narie - anche in buona fede - a una folla che <e per eccesso di sofferenze sente tròppo , e ragiona « troppo poco, e a mod9 suo specialmente .ne.ll'ora <e del tumulto, può essere fonte di guai e di scia- « gure non facilmente rimediabili. « Lo ricordino i facili tribuni che risolvono tutti <e i giorni - a tavola - la questione sociale, e nei « comizii oltraggiano Mazzini con volatine e pisto- <c lotti che risparmierebbero al gran Genovese, se -« yeramente ne conoscessero l'opera altissima e ne « intendessero lo spirito: e si persuadano che l'osti- « n~rsi prima dell' ora oppo1 tuna in· certo genere « ~1 propaganda è come mietere prima che le, messi « sian mature >>. Mi consenta onor. Professore di manifestare una certa qual mia sorpresa rispettosa perchè abbia potut~ ,. senza una riserva , essere espresso sulla sua Rnnsta un concetto sostanzialmente così immoderno, così irrazionale , così retrivo, come quello d_el De An8'elis, che, cioè,. l'azione educati va,. polinca - o d1 propaganda 111genere - tra le classi pop_olari ( c~e. n~n1 son quelle di Papuasia) debba subire restnz10ni e accomodamenti - e come l'annacquamento di un vino troppo generoso da somministrarsi a organismi troppo deboli. Perchè, in fondo, questo riconoscimento del val?re astrat~o e teorico dei principi superiori di libertà e d1 eguaglianza e di ogni altra conquista del pensiero moderno, non è riiìutato neanche da ... Pobjedonoseff. Ma è anzi pr.oprio la caratteristica delle tendenze più retrive il limitare il riconoscimento della· bontà di quei principi al campo platonico delle possibilità future, negando ad essi, frattanto, ogni attuabilità ed ogni efficienza presente e pratica. 1 Che se i grandi principi -lanciati tra, moltitudini, alle quali ·riescano un verbo nuovo è insolito, possono arrecare. un qualche passegger_o turbamento, l'inconveniente inevitabile non infirma la bontà non ~olo teorica ma anche pratica della dottrina; come non si può negare l' approvazione a og.ni emancipatrice rivoluzione del pensiero o politica, anche se essa non si compia che attraverso le stragi ed il sangue. Il signor De Angelis vorrebbe una Russia eternamente schiava dello Knut, ◄piuttosto che assistere allo spettacolo eterodosso dell'ammutinamento· della Potemkine !... Ma neanche questo mio apprezzamento delle dottrine politico-sociali espresse dal signor De Angelis mi avrebbe indotto a intervenire, onorevole Professo~e, se n.ello seri tto (e Sardegna ribelle » non avessi trovato espresso con. la più impressicmante sicurezza e gravità di linguaggio notizie di4 fatto e giudizì, sulle condizioni dello spirito pubblico,e dell' a ;1biente e della vita politico-amministrativ:a della Sardegna, chè. sono, non ·so\o ipesatti, ma assolutamente antitetici con le caratteristiche effettive della vita isolana. , ; A me che sonoJ Sardo, e che ,vivo in Sardegna ininterrottamente, o quasi 1 da oltre dieci anni, da poco meno nella, vita pubblica, e da qualche anno nel giornalismo, mi sia lecito di affermare che non è affatto vero (salvo il dovuto rispetto alle opinioni del signor De Angelis) che in Sardegna le. lotte dei partiti ·e la propaganda intensa di nuove dottrine politico-sociali o l'ambiziosa irrequietezza di uomirii nuovi 0_ le competizioni rper il potere pubblico o le cariche elettive, o l'insana brama di assurgere tra la folla, conturbino la vita pubblica o minaccino la pace e l'equilibrio sociale. E' precisamente vero proprio il contrario !... Sono invece le cariche pubbliche monopolizzate nelle m~ni di una categoria poco numerosa di potenti per censo, o per aderenze o. per:- intrigo o per astùzia, o· per disonestà, privi di ogni profumo o anc}:ie semplicemente di ogni etichetta di idealità politiche o soèiali, spogli di ogni colore, anzi perfino di ogni confessione di fede e di fini mediati e generali: E sono proprie di questa categoria di persone una genesi del loro potere , azione e metodi per salire, per man~enersi , per sfruttare le posizioni conquistate, esclusivamente individuali, politi~amente indifferenti, anzi incolori. E' proprio l'assoluta insignificanza effettiva delle gn(ndi correnti del pensiero e dell'azione politica e sociale, è l'inesisten~a d'ogni vasta e solida organizzazione socialista, o repubblicana , o liberale, o clericale, che impoverisce, abbassa di tono, toglie arìima e vitalità alle lotte pubbliche; le quali sono"

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