Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 13 - 15 luglio 1906

358 RIVISTA POPOLARE in Italia, i partiti che si direbbero non-democratici? La democrazia è uno spirito di solidarietà, di giustizia sociale, di altruismo, di amore fraterno, di coordinamento dell'individuo a un piano generale, mediante la coscenza e il compimento spontaneo e interiore, prima che esteriore, del dovere ; cioè, quasi precisamente quello che è il cri!>tianesimo : 'il quak non fa che aggiungere un punto \.'.entrale di riferimento, una reatà più profonda avvivante e integrante la realtà spirituale che è l'uomo e la storia, un commercio misterioso e soprassensibile con quella realtà ; in una parola, Dio. Le manifestazioni concrete e l' ordinamento storico della democrazia rimangono sempre soggette a dispute e dànno luogo ai partiti ; lo spirito generale no, per chi abbia accettato una certa visione delle cose e della storia ·umana. Quindi democrazia e cristianesimo possono anche parzialmente coincidere, senza che perciò questo diveaga etichetta di un partito politico. Ma , osserva il Rensi , oltre e sopra al crestianesimo e' è la Chiesa , organizzazione visibile; e i democratici cristiani vogliçmo I' intromissione della Chiesa nell'ambito dell'autorità e della vita dello stato, e quindi un principio di distinzione e di preferenza fra cittadini , desunto della loro crede_nza religiosa ; e questo è illiberale e antidemocratico. Ma, in realtà non è così. Noi diciamo: la Chiesa e lo Stato non sono fine a se stessi; sono per gli uomini e quindi sono mezzi e vie di cu/tur.i ,· presa in senso larghissimo : e la cultura ·è una , perchè non è _.che il riflesso esterno di quelle· instabili pl•rticolari sintesi· della vita e dell'essere che sono le coscienze umane; una e insieme molteplice-·come queste stesse coscienze. Noi abbiamo dunque un- criterio superiore alle due società, la vita delle coscienze, per staoilire gli uffici dell' una e dell' altra; ma una separazione assoluta è impossibile, come è impossibile fare, di ciascuna coscienza umana, due coscienze. Il concetto delle due società distinte, separate, armata l'una contro l'altra è in parte nella natura di due istituti storici, ma in parte è tradizione medioevale e fonte di molte illusioni. Nella realtà' Chiesa e Stato non sono che due momenti, due aspetti , due forze della coscienza umana ; e perchè esse non vivono che in questa coscienza, l' una implica I' altra nel suo svolgimento. Lo Stato , o meglio la collettività sociale , ·non vive e non prospera senza un certo livello di educazione mo raie raggiunto dai soci , senza un certo valore dato ad ideali e simboli spirituali, senza un alto senso del!' onestà e del dovere, senza uno spirito vivo di solidarietà fra i membri. Questi varii beneficii, di ordine spirituale e morale , non possono ottenersi senza religione ; e quindi lo stato non può esplicare intieramente la sua vita e, in particolar modo, le sue funzioni , educative, senza l' opera 'di una religione. Di questa, secondo che l'una o l'altra glie se ne offra, esso prende liberamente. e - sarebbe desiderabile - di buon accordo con essa, quel più o meno che gli serve , per le sue fuzioni educative ; il resto lo rispetta o lo tollera ·o lo favorisce, secondo il concett•> che esso si fa del!' opportun:tà politica di una o di un'altra di queste cose. Come ·cittadini , quindi , e in vista di certi risultati politici e sociali da ottenere, noi, scartata la subordina:rione dello stato alla Chiesa, dèlla politica alla rdigione, agiamo e premiamo sull'opinione pubblica a sullo stato, nell'interesse suo e dei cittadini, perchè questo si regoli in un cert:i modo piuttosto che in un altro in fatto di politica religiosa. Ma tutti, assolutamente , i partiti fanno la stessa cosa, ed innanzi a tutti, i socialisti ; tutti chiedono che la società civile o abbia dd suo o prenda a imprestito, da scuole e gruppi speciali, certi convincimenti o credenze religiose e morali, senza delle quali esso in molti campi dovrebbe rinunzi~re ad agire. · La questione non è qui tanto di principio, quanto di me· todo, di larghezza d' idee, di tolleranza, di serenità. La politica ecclesiastica ha degli articoli suoi in ogni programma politico ; essa si trasforma, ma non può sparire per togliere le diffi.:oltà che fa Rensi, non c' è che un modo : sopprimere quella speciale attività umana che discende da intuizioni preoccupazioni emozioni d' ordine rel;gioso. Noi de· mocratici cristiani non siamo davvero, su questo terreno, in condizioni peggiori di coloro che vogliono tornare allo Stato · Chi~sa. Noi siamo anzi fermamente convinti che I' esistenza delle due diverse società sia una garenzia necessaria pa la libertà dello spirito umano. (Rivista di cultura. r0 luglio (1). ♦ Waine Afac Veagh: L'imposta progressiva sul reddito e · sull' eredità.. - Le opinioni manifestate da recente dal Presidente Roosevelt ai senatori e dai dep~tati riuniti a Washington dimostrano che il problema dell'imposta progressiva è uscito dalla sua fase accademica. La sorpresa delle classi dirigenti di fronte al linguaggio di Roosevelt è in· concepibile: esse dimenticano che l' imposta progressiva sull' eredità fu proposta dall'autore di questo articolo al senatore Wolcott del Colorado presentata da lut, accettata dal Congresso ed approvata dal Presidente Ma Kinley il r 3 giugno 1898, come parte della della legge sulle entrate di guerra. Si trattò allora di un primo tentativo, nell'applicazione moderatissimo ; ma il principio fu accettato ed era modellato sulla imposta progressiva sulla eredi~à vigente in .Inghilterra. · Si deve osservare che allora l' imposta progressiva venne vigorosamente assalita come in.;ostituzionale e i capitalisti stupidamente si opposero a questa imposfa, come precedente· mente si erano opposte a· quella progressiva sul reddito. Ma la costituzionalità dell' imposta progressiv~ sul!' eredità venne stabilita sulla opinione manifestata da White. Le discussioni sul redicalismo di tale imposta sul suo ca - rattere rivoluzionario, che attenta al diritto di proprietà perde dalla sua ·importanza di fronte al fatto che essa è st_ata adottata dall' assemblea legislativa più conservativa del mondo - della Camera dei Lords della Gran Brettagna. Dopo doJici anni di esperienza essa è stabilita fermamente come 0parte della politica finanziaria permanente del Regno Unito. E interessante questa -coincidenza : mentre i I P_residente Roosevelt si limita a proporre l'imposta progressiva sull'ere · dità, :\s-1uit. com; Can..:elli'ere J.!llo Scacchiere d·chia_ra alla çamera dei Comuni eh' è arrivato il tempo per una inchiesta sull' applicabilità <ii una imposta progressiva sul reddito. Se nella legirlatura della Gran Brettagna composta di un Re, della Camera dei Lords e della Camera d~i Comuni è arrivato ·questo tempo, a fortiori si deve consiJerarlo come ar rivato nella Repubblica degli Stati uniti. Si può essere sicuri che I' impnsta progressiva sul reJJito e sulla eredità verrà adottata nella prossima sessione nono_stante la dedsione della Corte Suprema sulla incostituzionalità della prima. Il prmcipio sostenuto da White di potert: imporre sulle persone in ragione della loro capacità può essere accolto in pace dalle pi::rsone tassate. Cento e trenta anni or sono Adamo Smith annunziò che ogni cittadino deve contribuire al mantenimento dello stato in proporzione della rispettiva capacità. Il principio della uguaglianza <li sacrifizio come base alla progressività dell' imposta fu sostenuta da Stuart Mili e da Nicholson. La quistione sociologica da discutersi liberamente è questa: ci dev' essere un limite al di là del quale nello interesse pubblico l'accumulamento della ricchezza dev' es!-ere ostacolato? Nel caso affermativo, quale dcv' essere il limite e in quali ( r) L~ Cultura sociale di Don Romolo Murri della cui scomparsa c1 occupammo rinasce collo stesso program~a ~ella Rivista di cultura. E allora perchè far morire la prima ? N. d. R.

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