Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 13 - 15 luglio 1906

RIVISTA POPOLARE 353 Ebbene, d'ogni cosa più bella del IIeine, il Foti ci reca qui dei saggi eminentemente caratteristici : dei Reisebilde, , i bizzarrissimi e sdntillanti schizzi di viaggio, dei quali il Foti aveva già pubblicata da Chiesa e Guindani una traduzione completa, son .qui riportati il viaggio sul Harz e l'Isola di Norderney; del Libro Legrand, parecchi commoventi capitoletti; dei Frammenti, la Conversazione sul Tamigi, vari passi delle Memorie Jel Signore di Schnabelewopski; e la prima delle Notti Fioren~ tine • delle Donne e Fanciulle di Shakspeare, fu scelta per il letto~e italiano una larga e mirabile parte del!' introduzione, e oli squisiti medaglioni di Elena e di Giulietta; della Germania, :bbiamo diversi interessantissimi passi degli Spiriti degli Elementi sulla mitologia tedesca, e di quegli Dei in Esilio, che han tutto il calore e il colore d' una magnifica lirica; e delle Confessioni, infine, le prime pagine, in cui subito si dà a martirizzare a colpi di· spillo la sua costante e irreconciliabile anti.patia, Madama di Stael. E non ho detto che della prosa: ma la poesia? Ah , ecco il primo, il terzo , il quarto, e il quinto canto del caustico Atta Troll, resi in facile, chiara, fedelissima forma italiana, sciolta dalle traviatrici pastoje del ritmo e della rima, e viva invece e vibrante e sibilante delle ben note sferzate al filisteismo t;desco e al romanticismo zotico ; ed eccone altri tre, il secondo l'undecimo, ed il ventesimo, della tremenda Germania, ) . . l'atroce (( fiaba invernale n, che diede tanti fa;;tidi ai doganieri del pensiero, appostati col loro schidione ai co~fìni u~ciali dell'arte· ecco tratti dall'affascinante Buch der L1eder, 1Gra- ' ' 1· . h natieri i sonetti alla Madre , una dozzina di piccole mc e dell' 1n:ermezzo; poi, dal Ritorno, un'altra ventina, seguite dal Pellegrinaggio a Kevlaar, la delicata e triste leggenda : e ancora e ancora: perle e coralli del Mare del Nord, fion e farfalle' della Nuova Primavera, frizzi ed arguzie dalle Diverse, il miele attossicato del Tannhi:iuser e di Caterina, sei delle Romanze, sei delle Poesie dell'Epoca, larghi estratti del Romanzero, di Lazzaro, delle Ultime Poesie .•. E che vorreste di più? Tutto Heine, capisco. Ebbene: pre- . · l I' chi ben comincia ..• g biamo il Foti d1 comp etare opera sun : Da un umorista ad un altro: m'è giunta dalla Casa Roux e Viarengo la sesta edizione dei CAPELLI BwNDl di Salvatore Farina uno dei numi del mio Oiimpo letterario giovanile , e ) . . ' uno, anche ora , degli autori che rileggo ogni tanto con prn caro e dolce ricordo di quegli anni lontani. Ma che umorismo diverso , questo del romanziere isolano! Come quieto, benevolo, patetico e consolatore! Vi ricordate 11 romanzo d' un vedovo? Come_ volavano , divorandoli sotto il - banco, le ore delle lezioni di algebra e di grammatica greca e di filosofia giobertiana ! Ricordo che un giorno, ad un tratto, il professore di matematica m' interuppe per domandarmi per~ chè piangessi ! E Amorè Bendato'? E Mio Figlio, quel vero e non abbastanza celebrato capolavoro'? Ma tormamo a questi Capelli Biondi : dei quali è inutile rammentare la fa vola , nota a tutti per le altre cinque fortunate edizioni, e che non è, del resto, quella da cui è dipeso tanto successo; il segreto è infatti tutto in quella sapiente combinazione chimica di sentimento, magari un pochino romantico, che autore e lettori hanno ereditato dalla generazione prece dente , e di analisi psicologica , magari leggermente scettica, che questi e quello hanno appresa dalla consuetudine della vita odierna, dagli studi scientifici, dalla nuova tìlosolia ... ; è, insomma, nel non essere, il genere della letteratura di Salvatore Farina, di gusto troppo vecchio nè ~-·1ppo nuovo, t.:datto quindi a piacere a tutti: cosa, del resto, che si potrebbe ridire di tutta l' arte nè volgarmente commerciale, nè snobisti ~amente aristocratica. Qualcosa di simile può dir quindi anche di LA COIIIQUISTA DEL PARADISO, di Giusèppe De' Rossi, quarta edizione della stessa Casa, completamente rifatta dal fecondo Autore: di simile, dico, non certamente di uguale, diversissima essendo anzi l' indole artistica dei due romanzieri : basti dire che qui il rifacimento è dovuto alla circostanza, che la prima edizione del romanzo, avvenuta in appendice alla ((Gazzetta Piemontese >>, aveva sollevato delle recriminazioni da parte di quelle medesime pudibonde dame, cantate dal Carducci nel <( Processo Fadda >>, che avevano già protestato u con furor d'inchiostri, con fulmin di parole n contro i puttini marmorei del Duprè nel monumento Cavour per l'orrendo reato di mostrare <t qualcosellina al sole n ; e di qui tagli e rimaneggiamenti antiartistici imposti all'autore, che se ne rifaceva ampiamente con una' seconda e poi anche una terza edizione romana in volume, del libraio Molino, passate quasi inosservate fra noi, ma andate a ruba nell'America latina, ·grande mercato, allora, di esportazione artistica e letteraria italiana; ed ecco, dopo venti anni, l'edizione definitiva, integrale, s' inte de, italiana, e italiana non solo geograficamente, ma anche stilisticamente, cioè più accurata, più linda, più limata, più colorita e nuancée delle precedenti. Protesteranno ancora , come I' altra volta , le austere signore, le impeccabili Lucrezie subalpine ? Può darsi benissimo; ma il romanziere, l'editore e. l'enorme maggioranza del pubblico se ne rideranno allegramente, e tireranno avanti più esilarati che infastiditi, pe.r la loro strada : la quale, appunto, mena <( Alla conquista del Paradiso n, cioè del pia..:t.re . estetico schietto ed ingenuo , sano e sincero, non impacciato da preconcetti esteriori al vero fine dell'arte, non subordinato a strani e stupidi vincoli di setta confessionale o di partito politico: precisamente come alla conquista di un altro paradiso, quello dell'amore non inquinato dall'acqua santa e dalla carta bollata, muovono allegramente ed anarchicamente, nel bel romanzo del De Rossi, il simpatico pittore Alberto Sili e la piccante marchesa Fausta Di Monello. w Senza uscir dal romanzo , e dal romanzo che, almeno tra senso largo, può dirsi ancora umoristico , eccone un altro di I. M. Palmarini, intitolato aristofanescamente GLI UccELLI, e che è infatti un. pò aristofanesco e nella trama, e nei tipi, e nello stile : il libro, edito dallo Streglio a Torino, è tutto una satira della bizzarra vita della boheme musicale milanese, tutto una sfilata di tipi eteNcliti ed eterogenei, tutto un cinematografo di scene impreviste ed imprevedibili ; qua e là , invero, la commedia degenera nella farsa, e la macchietta nella caricatura; spesso la forma è trasandata e sciatta, come di chii tira giù le pagine l'una dopo l'altra, tanto per fare alla megli0> più grosso il volume; ma molto più spesso le arguzie seguono, alle arguzie e le osservazioni sottili alle trovate felici , sicchè il filo del racconto si svolge con un interesse, che, se non ha gran ehe di profonde, ha però molto di dilettevole, e non permette di staccarsi dal libro se non a lettura compiuta : cosa abbastanza rara anche in opere di maggior polso. w LA PICCOLAFONTE, di Robert1) Bracco, (Palermo Sandron) t: forse il suo capolavoro, a tutt' oggi : ed io, che non ho avuto occasione dì vederlo rappresentato in teatro, ne ho assaporata questa seconda lettura, dopo quella, a spizzico, fatta l'anno scorso nella <( Nuova Antologia », con emozione crescente e profonda. ll forte dramma ha le linee semplici e austere di tutte le cose grandi; e partendo da una situazione che vagamente ricorda quella delle (( Anime solitarie >> di Hauptmann, arriva per diversa via alla medesima tragica soluzione: al suicidio della umile, debole moglie del sedicente grand'uomo, per annegamento nell'acqua profonda, che apre alla vittima troppo

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