Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 13 - 15 luglio 1906

350 RIVISTA POPOLARE L' Inghilterra. essa dice non può sperare di ottenere nulla dall'attuale Sultano, per quello che ri-_ guarda la Mesopotania, mentre la collabora_zione tedesca farebbe scomparire ogni ostacolo. D'altra parte la pace nei Balcani sarebbe assicurata più prontamente se la Germania si decidesse ad usare la sua influenza a CÒstantinopol i .per effettuare le riforme ». _Che CLlCcagnase l'Inghilterra abboccasse all'amo! Rompere, col riavvicinamento anglo-tedesco, il cerchio di ferro che sempre più si stringe attorno alla Germania; fare in gran parte con denari inglesi una ferrovia diretta sopratutto contro l'Inghilterra nel Mediterraneo, in Persia, nel medio Oriente, nelle Indie, etc.; impedire che il progetto inglese di trasformare la Mesopotamia in un paese prospero e popolato venga ad essere un bastone nelle ruote di quella ferrovia di Bagdad che deve passare appunto attraverso quella regione; e trasformarlo invece in nna nuova sorgente di reddito per lo sfruttamento tedesco di tutta la regione che attraverserebbe la ferr_ovia; ottenere la com· plicità e l'~ppoggio dell'Inghilterra nel divenire una potenza. mediterranea, e poter, da principio dettar legge a tutte le altre a braccetto con essa, per poi soppiantarla al momento opportuno; ottenere tutto questo fa. cendo balenare agli occhi dell'Inghilterra o dell'E:1ropa l'appoggio possente della Germania perchè finalmente il sultano si decida ad applicare le riforme in Macedonia, appoggio fino a questi ultimi tempi molto potente appunto per impedire la realizzazione di quelle riforme_. ma ora precisamente molto meno valevole (ed è appunto per questo che la Germania lo offre così liberalmente!) ora che Italia e Inghlterra hanno finalmente potuto aprir gli occhi al sultano , ·e fargli capire dove lo conduceva la fiducia cieca nella Germania, e che la Turchia ha potuto vedere il valore che ha per essa l'appoggio tedesco, mentre ci contava nell'ultima sua lite coll'Inghilterra, per il Sinai; e infine, col pretesto delle riforme in Macedonia, fare che la Germania vi prendesse piede in modo preponderante, in modo da accelerare l'avvento del giorno in cui la Grande Germania andrà dal Baltico al mar Persico: non è questo un bel piano , meraviglioso, macchiavellico, degno di geni grandissimi?! Cosi almeno pensano a Berlino; e, pare impossibile, la « Tribune » , organo ufficioso del ministero in~lese attuale, pare accogliere di buon viso la proposta; ma si farebbe certo un insulto troppo grande all' accorta e fredda diplomazia inglese, ritenendo anche solo per un momento che essa po~sa cadere in un agguato cosi stupidamente imbastito! Ma l'azione della Germania è troppo basata su forza grande e temibile, mira troppo in là, e, sia direttamente, sia indirettamente, contro di noi, contro il no-- stro presente, come contro il nostro avvenire, perchè chi, come lo scrivente, è convinto del grave pericolo del pangermanismo , non ne sveli il procedere e non lanci il grido di allarme perchè a tempo si corra ai ripari! La Germania, pure avendo un fine d'una grandiosa· mportanza, e di un'organicità mirabile, lavora a raggiungerlo con piccole manovre, attaccando i ·nemici dei suoi ideali in diversi punti, ove essi presentano più vulnerabile il fianco. Abbiamo visto come abbia agito nel Marocco, e come qui la Francia, sorretta dall'Io - ghilterra, basti a tenerla. a freno. Dicemmo pure come essa agisca in Austria e nei Balcani: qui nessuna potenza grande e forte le sbarra la via; chè anzi l'Austria e la Turchia, che avrebbero più a temere da essa, furono sino a questi ultimi tempi (ora mostrano di voler cambiar strada) mancipie dei suoi voleri; vi _ sono bensi dei piccoli Stati (Bulgaria, Serbia, Montenegro) che son pronti a rispondere colle armi al cozzo pangermanista; ma da soli essi non pusono nulla; come non possono nulla le popolazioni slave, magiare, albanesi e latine dell'Austria e della Turchia lottanti inanemente contro la dilagante germanizzazione. Bisogna quindi che noi e tutti i partiti l:berali di Europa aiutiamo quelli 8tati nella lotta che combattono per il loro progresso economico e sociale e per il loro consolidamento; come pure dobbiamo aiuta"re le popolazioni non slave dell'Australia e della Turchia, senza nessun concetto di ìrredentismo, a sostenere la loro lotta contro l'infiltrazione germanica, che li snaturalizzerebbe prima per soggiogarli poi, cosi avremo creato, come mettendo la Francia al Marocco, un'altra pie1·1·ed'achoppement sulla strada del pangermanismo. l\la non basta: abbiamo sopra esposte le mire della Germania sull'Asia. minore; ci resta da aggiunger che essa da anni , forte dell' incondizionato appoggio del sultano (acquistato a suon di milioni) e della mirabile unità d'intenti e di metodi, come pure della tenacia dei propositi dello Stato e della borghesia tede - schi, ha saputo condurre tutto in mani tedesche in quel paese : le ferro vie presenti e fu ture , le miniere, le fabbriche , i commerci, ecr-. salve il potere politico (che del resto è ligi_o alla Germania) tutto! Là quindi il pericolo è più grave che altrove, e più grande è il bisogno di correre ai rimedi , e di elevare contro a.l fiume dilagante una barriera. Ora questa barriera esiste già, ed è il popolo armeno, che si trova in una posizione strategica meravigliosa a cavaliere della strada. che la Germania dovrebbe attraversare per impadronirsi dell'Asia minore e per scendere al mar Persico. Esso lotta eroicamente da anni e anni contro la tirannide turca e contro qnella russa, che si sforzano di soffocare nel sangue le sue grida di dolore. Bisogna che noi, popolo italiano, lo aiutiamo con tutte le nostre forze perchè possa, pur essendo abbandonato completamente dagli Stati e~ropei, continuare la sua lotta eroica. Bisogna. che noi, aiutandolo e facendo risuonare l' Europa delle sue grida di strazio, cerchiamo di smuoverla e di spingerla a intervenire, almeno quanto interviene in Macedonia. Bisogna che, difendendo ora ·gli Armeni, ci creiamo degli alleati, perchè essi difendano noi quando, un giorno, la Germani.a vorrà scendere verso il mar Persico. Più in là essa troverà Inghilterra e Russia unite, e nell'estremo oriente il Giappone e, se occorre l' Inghilterra e la Francia e gli Stati Uniti ai suoi fianchi. Così, opponendo tante difese staccate agli staccati

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