RIVISTA POPOLARE 349 sprngono i Tedeschi d' Austria a uon desiderar altro se non ài easer Tedeschi di Germania, e a far si che l'Austria sia· ben pre:::itouna provincia tedesca; i partiti - parlamentari e aulici tedeschi che hanno saputo finora, pur essendo uua piccola minoranza, avere nelle mani le sorti dell' Austria tutta , e imporre i funzionari tedeschi , gli scopi tedeschi, la germanizzazione forzata di tutti e di ·tutto, per il trionfo della Grande Germania dei loro cuori ! Ma Trieste non basta: bisogna esser sic!.lri che non avrà a temer noie dalle regioni che stanno dì fronte; ed ecco che i pangermanisti vogliono l'Italia del nord fino all'Adige. Nè bisogna che Trieste abbia a temer~ sorprese alle spalle, e che possa. sempre aver libera l' entrata e l' uscita dell' Adriatico: ed ecco che la Germania spinge le sue aspirazioni a tutte le coste orientali di questo mare. Possedute però le coste bisogna, per la sicurezza di queste, avere la dominazione pure dell' hinterland, tanto più quando si pensi che questo hinterland è_la strada che ·da Berlino conduce a Costantinopoli e oltre; ed ecco la Germania fare gli sforzi più vivi per crearsi simpatie tra i popoli balcanici , ecco farsi la mig_liore amica del sultano, per rinforzarne l'impero e impedire che gli staterelli balca11ici diventino più forti, e possano un giorno darle noia, e con tutte le più male arti, per mezzo della fin qui troppo compiacente Austria mettere la zizzania tra di loro, e cercare di te· nerli in nno stato d'isolamento dannosissimo ai loro intoressi economici e politici. Così un giorno la Germania potrà scendere a Costantinopoli (fare una passeggiata a Costantinopoli , rome dicono i pangermanisti) mettendo la paterna e ferrea mano del governo germanico su tutte le popolazioni balcaniche. Così essa arriverebbe ad avere un numero graùdissimo di porti nelle sue mani (Venezia, Trieste, Pola, Fiume, Sebe· nico, Cattaro, Vallona, Pireo, Salonicco, CavaJla, Cv· stantinopoli , per non citare che i più importanti) e avrebbe ogni diritto a spadroneggiare 11el Mediterraneo, e a passare impunemente colle sue corazzate davauti al Marocco francese- e all' inglese Gibilterra. E chi avesse voglia di contendere a quest' immane Germania, che stenderebbe il suo domimo di ferro dal Baltico al mar Nero, dal mare del nord all'Adriatico, dopo matura riflessione si convincerebbe che è meglio non farne nulla ! Nè qui sarebbe ·finito il sogno di dominio mondiale della Germania : saremmo sempre all' antipasto. Tutti ricordano che un bel giorno dei ~apitalisti internazionali, ma sopratutto tedeshi lanciarono l'idea di costruire la ferrovia che nnisse Scutari d'Asia minore con Bagdad, formando cioè la continuazione dell'Orient Express. In tal modo si sarebbe potuta sfrL1ttare tutta l'Asia minore; la lVIesopotamia, la Persia etc. e aprire un varco rapido e sicuro e più corto per le Indie e per tutto il medio Oriente.L'idea parve eccellente e capitalisti tedeschi, francesi, inglesi e russi decisero di assumersi l'impresa. Ma intanto le cancellerie lavoravano: e lavorando scopersero che l'impresa economica non era che un pretesto; di fatto, qnello che la Germania (che era il « deus ex machina • dell'affare) voleva, era di impadronir~i dell'Asia minore ; aprirsi un varco verso la Persia , le Indie e tutto il medio Oriente, per insidiare le posizioni russe e inglesi, e insediarvisi come terzo litigante; e di li spiegare i vanni a più lontane imprese verso l'estremo Oriente. . Questo scopersero le cancellerie, e, per estirpare il male fin dalla radice, consigliarono i rispetti vi capitalisti (inglesi, francesi, russi) a disinteressarsi dello affare: e la Germania restò sola. Non basta: poco dopo l'Inghilterra, con uno di quei soliti abilissimi colpi di cui ha ormai la specialità, occupò Koweit, il e termin us » della ferrovia pantedesca! La Germania mandò fuoco e fiamme, e, facendo un bel gesto, proclamò al mondo: la Germania farà da sèl Ma per quanto sia molto ricca, di centinaia di milioni da rischiare in un simile affare ne trovò pochini; i lavori furono iniziati, ma proced5>notanto lentamente che, se si va avanti cosi, si corre rischio di arrivare all'anno 2000. Ora bisogna accelerare la cosa, perchè quella maledetta Europa,·'che aveva dormito un sonno cosi profondo finora, accenna a svegliarsi e a voler mandare per aria la missione storica della Q-ermania con tutti i suoi ben architettati piani di dominio mondiale. Ma i soldi in Germania non si trovano ! Dove prenderli ? Al mondo non ci sono che due nazioni che prestino denari all'estero a getto continuo: la Francia e l'Inghilterra. Alla Francia non si può pensare a chiederli perchè è restata un po' ma.le dopo Algesiras. Chiediamoli ali' Inghilterra, approfittando del momento favorevole che il ministero attuale, sorto dopo aver promesso mari e monti, e anche una diminuzione degli armamenti, pur di poter raggiunger almeno in parte la realizzazione di questo numero del programma pare disposto ad accettare per buoni i sorrisi germanici, e ad accogliere ora quello che poco fa respinse sdegnosamente il governo caduto! Detto fatto: si invita l'Inghilterra a partecipare colla Germania al compimento della ferrovia di Bagdad. E Je si dice col più ingenuo degli atteggiamenti : La Germania ha ottenuto la facoltà del Sultano di costruire quella ferrovia che deve abbreviare la via delle Indie ed estendere l'influenza tedesca nell' Asia Minore. Il Governo tedesco però, animato com'è dalle migliori intenzioni vuol eliminare ogni carattere politico alla impresa, la vuole lasciare nelle mani dei finanzieri. Siccome però occorrono fondi ingenti, la Germania vedrebbe volentieri la partecipazione dei finanzieri inglesi.La Germania però chiede un compenso: vuole par- ...t._eci pare al grande progetto inglese di trasformazione della Mesopotamia in un nuovo Egitto, per ricondurla alla floridezza nei grandi imperi assiri e babilonesi. La felice prova· data dall'Egitto con l'ottima sistemazione idraulica del paese desta simili speranze per il bacino del Tigri e dell'Eufrate. Inoltre la Germania si dice pronta a partecipare più attivamente all' opera delle riforme in Macedonia, approfittando della sua influenza sul Sultano. Infine tanto nella Macedonia, quanto nell'Asia Minore, essa vorrebbe stabilita la porta aperta per evitare ogni conflitto.
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