Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 13 - 15 luglio 1906

348 RIVISTA POPOLARE si spesero ben 877 milioni di denaro pubblico nel di partimento della Senna , cioè in Parigi , men tre in ben 12 dipartimenti, costituenti aHsieme 1/10 del territorio nazionale ,· il denaro pubblico speso nello stesso anno ammontava a soli 61 milioni. Si direbbe, osserva Lavergne, che l'amministrazione centrale abbia preso per motto il detto evangelico: e sarà dato a qnelli che hanno e sarà tolto a quelli che non hanno. • La qual cosa non si avvera solo in Francia. " La vergne racCùmanda che i tributi sr-ostino il meno possibile dal luogo di origine i capitali: i quali, essendo nati dal1' agricoltura e dalle industrie, dovrebbero a questi rifluire nel luogo stesso dovEInacquero ,,,. Il Giglioli aggiunge che è inginsta la taccia d'inerzia alle popolazioni del mezzogiorno, che lottano con forza impari alla impresa contro le difficoltà naturali e ch'è ben più meritata l'accusa d'ino-iustizia ai governanti o ' quando persistono a presumere con tributi e togliere forza di lavoro e di capitali nelle reo-ioni abbiso- ' o gnanti di nuove forze e di potenti mezzi d'intelligenza e di lavoro (1). Il confronto del Bresciani dev'essere completato per l'Italia con quanto venne detto Rltra volta qui stesso: le differenze nella ricchezza delle diverse regioni vengouo aggravate dalla circostanza che le regioni più povere hanno le peggiori condizioni'· demografiche, la maggiore delinquenza ed analfabetismo e costituiscono un tutto contiguo ed organico storicamente e geogra5.camente. Infine dobbiamo ricordare che queste grandi differenze di condizioni economiche come in Italia hanno determinato le diverse manifestazioni politiche così agirono altrove. L' Irlanda ha lottato per tre secoli contro l'Inghilterra; negli Sta.ti Uniti condussero alla colossale guer1·a di secessione proprio tra Nord e Sud e nell'Impero Austro-Ungarico ha generato le pericolose controversie tra l'Austria e l'Ungheria. L'Ungheria non si acconciò mai a contribuire proporzionalmente alla popolazione e alla ricchezza pro.prie nelle spese comuni dell'Impero (guerra, marina, rappresentanza all' estero ecc. ) perchè , essa , opportunamente osservò, che il ricavato dai contributi si spende in maggiori proporzioni in Austria. Oggi l' Ungheria ha iniziato un aspro conflitto coll'Austria per ottenere la separazione doganale perchè l'Unione doganale l'ha data in balia dello sfruttamento economico dell'alta Banca di Vienna e dei grandi industriali della Boemia, i quali colla loro concorrenza schiacciante hanno soffocato in Ungheria l' industria nazionale nonostante i favori finanziari che il governo Ungherese ha accordato all&. medesima. L'importanza del regime doganale come modificatore della industria dall'on. Cola.janni pel ·mezzogiorno d'Italia venne rilevata in una conferenza del 1901 tenuta nella sede dell'associazione degli Industriali o Commercianti di Napoli quando avvertì che una barriera doganale al Tronto poteva essere un rimedio contro la inferiorità del meizo~iorno. (l) Malessere agra!'io e alimP-nta1·r: in Italia. Portici 1903, pag. 76-77. Si deve perciò plaudire sinceramente all' opera di giustizia e di sapienza politica che si è iniziata in Italia colle leggi sulla Basilicata, sulla Calabria, per l'acquedotto pngliese e pei provvedimenti SonninoGiolitti in favore del mezzogiorno e delle due isole; e ci dobbiamo augurare che nella via imbroccata si persista italianamente. Comsei puòeombattere il pangerman ( a proposito di una nuova imboscata della Germania) Alla Germania si potrà. fare qualsiasi rimprovero, salvo quello di restare inattiva per il trionfo dei suoi ideali di d,)minio mondiale e per cominciare di do- ' ' . ' minio europeo e mediterraneo. Ieri essa cercava di sbarrare la strada alla Francia. ' Inghilterra, Italia e Spagna che, per impedirle di venire a spadroneggiare nel Mediterraneo. avevano dato alla Francia la porta dello ·stretto di Gibilterra che ancora restava disponibile, il Marocco: così, quando la Germania voles3e far passare per di là le sue corazzate per imprese bellicose si sarebbe trovata di fronte a flotte francesi e inglesi che le avrebbero impedito di avanzare. La Gt>rmania, dicevo, volle opporsi e· provocò la conferenza di Algeciras, finita come tutti sanno collo scorno della Germania che scoperse il suo giuoco e non ottenne nulla, se non di rin::3aldare quel fascio delle potenze mediterranee che essa aveva appunto voluto rompere. Ma si ingannerebbe chi crede3se che questo .risultato, che ha frustrato tutti i sapienti preparativi della Germania al Marocco con spedizioni economiche e scientifiche, di fatto politiche, voglia dire esclu::iione pet· sempre dal Mediterraneo del pericolo pangermanistico. La Germania ha troppa fede nei suoi destini, ha troppa forza di governo e di armati a SU;\ dispo::;izione perchè abbandoni cosi presto un' impresa! Tutto fa in vece pensare che dallo ··scacco ricevuto essa ~on trarrà che nuova forza per maggiormente insistere nelle altre vie che essa segne con paziente e sapientemente organizzato lavoro per giungere a quello scopo: il dominio del Mediterraneo. Una di queste vie è, al momento dello sfaceio del1' Austria, di impossessarsi di es:3a, per potere avere Trieste corno sbocco nell'Adriatico. Per questo scopo lavorano con assiduità e tenacia incredbili le società pangermanistiche fondando scuole là dove le popolazioni sono slave, pagando i loro debiti, purchè accettino scuole, ospedali, istituzioni di beneficenza, etc. tedeschi; le società turistiche, costruendo dappertutto alberghi tedeschi, rifugi alpini tedeschi, sicchè poi chi viaggia. o ne vede le carte geografiche ha la illusione di essere in territorio al tutto o in gran parte tedesco; le chiese protestinti tedesche convertendo i giovani al protestantismo, perchè il Dio dei tedeschi non pnò essere che un Dio tedescJ, cioè protestante; le società politiche che, insistendo continuamente sul confronto tra la condizione arretrata e misarabile dell' Austria ' in paragone collo splendido stato della Germania,

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