Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 13 - 15 luglio 1906

RIVISTA POPOLARE DI 1ca ' Lettere e Scienze Sociali Direttore: Prof. NAPOLEONE COLA.JANNI (Deputato al Parlamento) Esce in Roma il 15 e il 30 d'ogni mese Italia : anno li re 6; semestre lire 3,50 - Estero : anno I ire 8; semestre Un numero separato Cent. 30 lire 4,50 Amministrazione: C01·so Vitt01·io Emantt,ele, n. 0 115 - NAPOLI ABBONAMENTO POSTALE Uoma, 15 Lugllo 1906 Raccomandiamo caldamente agli abbonati ai quali è scaduto l'abbonamento a fine giugno e ai pochi che debbono ancora quello dello scorso anno di volerlo pagare con cortese sollecitudine. Preghiamo poi tutti gli abbonati ed amici lettori della Rivista di volerci procurare qualche nuovo abbonat0 e di favorirci pochi ma buoni indirizzi di abbonabili. · SOMMARIO: Noi: Gli avveulmentl e gli nomini: (Il riscatto delle meridionali - La fine della commedia del Non Expedit - Dreyfus - Le elezioni amministrative di Milano - In difesa della memorfa di Benedetto Brin I - Per la diffusione delle opere di Carlo Cattaneo - Cose della magistratura italiana). - Latini ed Anglo-sas soni (I giudizi)-La U.lvlsta: La conversione della rendita - Dr.N. Colajannl: Alla gogna ... i galantuomini! - U. cao, C. DeAngell1,N.C.: Polemiche sarde - Sperimentalismo sociale (Sperequazioni regionali straniere nella distribuzione delle ricchezze) - Vittorio Racca: Come si può combattere il pangermanismo (a proposito di una nuova imboscata della Germania) Avv.E. Poli: Le pubbliche dimostrazioni e i conflitti nelle lotte tra capitale e lavoro - Mario Pilo: Stelloncini letterari - Rivista delle ltlvlste: Statistiche del Bollettino dell'Ufficio del lavoro. - Intorno a un programma teorico (Rivista di J1 Cultura) - L'imposta progressiva sul reddito e sull'eredità (North American Review) - Il voto ai negri e i sentimenti dei bianchi (Review of Reviews) - Le prospettive della finanza liberale (Nineteenth Century) - Il parassita dello sport (Fry' s Magar_ine) - Le ferrovie arabe e la cagione del conflitto tur.;o inglese (Die Nation) - La discendenza ille~gitti~ ma e la degenerazione ( A rchiv Jur Rassen- und Gesellschafts-Biologie) - Rockefeller in Europa (Der Tag) - Disegni primitivi di bambini ed indigeni (Die Umschau)- Recenslon1. GLI ft VVENIMBNTI e GLI U0J'f.11NI Il riscatto delle meridionali.-· La Camera ed il Senato hanno autorizzato il governo a compiere il riscatto delle meridionali. La società non avrà certamente a dolersi dei patti, che ie assicurano milioni e milioni; ma allo stato delle cose non c' era da far di meglio nello interesse dello esercizio delle ferrovie dello Stato e delle regioui attraversate dalle linee delle meridionali. Dalle discussioni vogliamo soltanto rilevare l'amaro rimprovero che ,Bissolati rivolge agli agitatori che hanno fatto il giuoco dei capitalisti e che egli fece q nasi colle stesse parole da noi adoperate altra volta. Bissolati disse che aveva vagheggiato un altro contegno da parte del personale delle Meridionali , il quale avrebbe dovuto aiutare lo Stato nella lotfat contro la Società , e non far pressione su esso unicamente per ottenere un miglioramento nelle proprie condizioni di salario. In questo modo soltanto avreb-· bero mostrato di saper contemporare gli interessi di classe cogli· interessi della collettività. La Camera approvò vivamente queste oneste parole. + Laflne della commedia del Non-E.xpedit. - Quando si pubblicherà questo numero della Rivista sarà terminata la lotta elettorale asprissima di Catania, che verrà contrassegnata da un avvenimento di una certa importanza : la fine del non-expedit. Infatti q nesta volta non si tratta, come nel 1904 ed in altre successive elezioni di un intervento timido e mascherato dei clericali alle urne ; ma della loro partecipazione aperta e solenne alla battaglia che si combatte tra il repubblicano Anteri-Berretta e il monarchico Gabriele Carnazza. La solennità dell'intervento risulta dal fatto che il Cardinale Francica-Nava, arcivescovo di Catania ha convocato il clero e come qualunque altro appassionato politicante ha pronunziato un infocato discorso esortandolo a votare pel Carnazza e ad adoperarsi a tutt'uomo pel suo trionfo. Crediamo che mai sinora si era visto un fatto simile; e noi , che amiamo la sincerità, non ce ne lamentiamo. Siamo lieti, anzi, che i clericali esercitando i loro diritti costringano alla disciplina e all'unione i democratici. A Catania, in questa guisa, stanno di fronte nettamente non due uomini, ma due principii : da un lato la democrazia. e dall'altro la reazione: lo affermò risolutamente il Cardinale Francica Nava. Ci piace anche constatare che i partiti monarchici per vincere si siano alleati coi preti. La lotta cosi sarà più bella e più netta. Oramai i tentennamenti di Pio X non hanno più ragione di essere; egli, l'antico alleato di Ma.cola nelle elezioni amministrative di Venezia , ha scelto la sua via e noi gli auguriamo che possa percorrerla sino in fondo. La democrazia potrà passare dei brutti quarti d'ora; ma il suo trionfo sarà più decisivo e più significante. L' attitudine francamente reazionaria assunta dal papato anche in Italia condurrà alle stesse risultanze, che produsse in Francia e qu_ando verrà il momento finale della resa dei con.ti siamo certi ohe l' ospite del Vaticano di fronte ai nostro paese assumerà l' attitudine di vittima dopo aver fatto da provocatore. Le sue geremiadi troveranno degli increduli , che le accoglieranno con indifferenza o con segni manifesti di disdegno. Un ultima osservazione. I nostri lettori nella rivista deUe riviste troveranno riassunto dalla Rivista di cultura, che ha sostituito la Cultura sociale, un articolo di Don Murri , in cui si discute dall' equivoco che si nasconde nell' accoppiamento delle due parole : cristianesimo e democrazia. A Catania, i fatti danno il miglior commento ali' articolo ; poichè La Lega de· mocratica cristiana, uniformandosi ai voleri del Cardinale Francica-N ava si è messa ai servizi della reazione e della questura per fare trionfare il Carnazza. Noi non troviamo da ridire ; ma segnaliamo l' avvenimento affi.nchè si sappia che cosa significa al giorno d' oggi la parola democrazia quando si trova unita alla parola cristianesimo. ·

338 RIVISTA POPOLARE Questa lott.a di Catania arriva in buon punto per dimostrare la inanità dei veri democratici cristiani che si credono sinceramente democrat.ici e vogliono re8tare soggetti al cattolicismo e fedeli al Papa , che li cura a scapaccioni (1) ed a pedate. + Dreyfus. - La Fran0ia, quest' anno può ben solennizzare la sua festa nazionale con legitti·mo orgoglio. Se nel 1789 prese la Bastiglia simbolo di ogni arbitrio e di ogni tirannia , nell' anniversario di quPst' anno ha dato l' ultimo colpo di piccone ad nna Bastiglia quanto l' altra formidabile, che aveano elevata il militarismo, il pretume ed il nazionalismo contro il progresso,, contro la libertà, contro la repubblica. Quante battaglie in dieci anni, e quanto vigore di vita ha dimostrato la_vicina repubblica se ha potuto_ uscire, non solo trionfante , ma rafforzata da tante insidio e da tante macchinazioni! C' è stato un tempo in cui pareva che la repubblica fosse vicina alla sua fine ; ma uomini di governo di non comune energia l'hanno salvata:. Fouquet aveva già dato un colpo formidabile al militarismo, stritolandone il ridicolo rappresentante .Boulanger; più tardi Combes attaccò il pretume che ne1l' ombra insidiava; dopo, tutta la nazione, condotta da Clemenceau ha schiacciato il nazionalismo _nelle ultime elezioni. La sentenza ultima data dalla Cassazione a sezioni riunite sbaraglia gli ultimi esigui .manipoli di nemici dell'ordinamento repnbblicano. Non è nostra intenzione di rifare la storia dell'affaire Dreyfus: dobbiamo in questa ru·brica contentarci di poche note (2) per ricordare l'avveni.~ento che segna una data storica. per la Francia. L' ardente fantasia di Eugenio Sue che magistralmente dipinse le diaboliche macchinazioni dei gesuiti arretrerebbe avvilita, di fronte a quelle dello Stato Maggiore accanito contro un innocente. FaJsi verbali e scritti, calunnie, persecuzioni, infamie di ogni genere, tutto fu tentato dallo Stato Maggiore capitanato da quei Rodin monturato che risponde al nome di Marcier , perchè i suoi loschi fini trionfassero. Dove sono gli artefici di tante canagliesche imprese? Gonse, De Paty du Clam , Pelliuex, Boisdeffre, Cavaignac, il sucida Henry, Esterhazy, oggi morti o vivi, sono segnat.i al pubblico disprezzo ; la gogna della storia li avrà per sempre esposti al ludibrio dei posteri. Mercier, il livido capitano della banda, tenta ancora qualche vano conato di difesa: ma il Senato coi suoi urli lo costringe al silenzio e col suo dispr~zzo lo costringo alla fuga. Contro di lui anche la Libre parole, organo dell'antisemitismo e del nazionalismo, e che fu l' organo ufficiale dello Stato Maggiore, insorge e lo condanna. Che monta se per l'amnistia che lo copre non ha pututo essere punito come meritava? Quale peggior castigo dell'ignominià alla quale lo condannano persino quelli che ieri lo difendevano ed esaltavano? Ma se la nemesi storica ha fatto o farà giustizia dei perfidi, farà anche l' apoteosi dei generosi che al trionfo di oggi contribuirono. La vittima, Dreyfus, resta quasi dimenticata di fronte a coloro che vollero la· sua riabilitazione. Picq uart, vero cavaliere senza macchi&. e senza paura , l' uomo che nè per lusinghe nè per persecuzioni si piegò ai loschi fini dei suoi capi e rovinò il suo avvenire pur di non macchiare la sua coscienza ; Zola, che lanciò il suo formidabile J' accuse, che sfidò l'impopolarità e le condanne; e poi Trarieux, Scheurer Kestner, Clemenceau, J aurès, Lucia Hadamard, l'eroica compagna della vittima, e tanti e tanti altri, oscuri..... è tutta un' eletta di gente che lo storico (1) In punto ci arriva una Relazione del Consiglio Direttivo della Lega DemocrMica nado-nale pel prossimo Congresso. E' certamente opera onesta di Don Romolo Murri, onesta, ma inutile ! (2) Attendavamo, in proposito, un articolo del nostro Agresti Che tino all' ora di andare in maccilina non c'è giunto. futuro ricorderà compiaciuto e che fa dire ai contemporanei che una nazione che li ha avuti o li ha per figli diletti è chiamata a grandi destini e che non morrà nè per insidie di pret.i, nè per congiure di sciabolatori, nè per agitazioni di chauvina. + Le elezioni amministrative di Milano. - Dopo le elezioni politiche s0no venute quelle amministrative nella Capitale morale ad indicare che il paese non vuol saperne di agitazioni, di tumulti inconsulti e di scioperi generali ad uso e consumo di anarchici o di delinquenti. Il Secolo rileva onestamente e apertamente gli ammonimenti della esperienzn. Nella sconfitta dei popolari, però, oltre il ricordo delle follie dello sciopero generale , è doveroso avvertire che c'è_ un altro fattore; la cattiva prova fatta al Comune dai òemocrat.ici. Della quale noi non ci sorprendiamo. Essi non hanno molta col t11ra e mancano assolutamente di pratica amministrativa. Tale deficienza ~i è notata altrove ; e dapertutto ha dato gli stessi risultati : la sconfitta dei democratici. + In difesa della memoria di Benedetto Brln I - L' on. Gian Carlo Daneo ci diresse una lettera cortese, e affettuosa pel nostro direttore, in difesa della memoria di Benedetto Brin , che fu qui attaccata in un altro nnmero . Noi, fedeli al modo in cui intenrliamo il compito della stampa, l'avremmo pubblicata se non fosse stata troppo lunga e troppo apologetica. Il Daneo vi esagera va l'importanza dell'opera dell'ex ministro della Marina e degli esteri e lo metteva alla pari con Cavour; egli, inoltre, esaltava forse oltre mi,rnra, le sue qn~- lità di costruttore navale, che noi non avevamo mai .messe in dubbio. Altra era stata l'indole dei nostri attacchi; e la difesa del Daneo non è riuscita molto convincente. Noi potremmo rispondergli e continnaré la polemica; ma essa ci riuscirebbe incresciosa. Preferiamo , in vece , dar lode al Daneo che conosciamo disinteressatissimo nella difesa della memoria del Brin, alla quale si è deciso soltanto per un generoso sentimento e per la grande amrnir~zione che per lui senti Vii. La lettera del Daneo, senza alcun risentimento pel nostro rifiuto, venne pubblicata tale e quale era stata a noi indirizzata nel Popolo Romano del 2 luglio. + Per la diffusione delle opere di Carlo Cattaneo. - Tre giovani di cnore, di principi e di educazione veramente repubblicana -G. Conti, L. Fron- . tini e C. Prato - hanno rilevato dalla Ditta Barbera i tre volumi degli Scritti politici di Carlo Cattaneo per cederli al prezzo ridotto di lire 8. .Con ciò ei,si hanno inteso contint1are il lavoro tenace per la coltura e per la propaganda repubblicana, che hanno iniziato con di verse pubblicazioni popolari , colla convinzione che il partito repubblicano dalla. più intensificata cui- .tura e dalla più sicura conoscenza del pensiero dei Maestri trarrà quella forza morale eh' è necessaria pel trionfo del grande ideale. Noi non sappiamo lodare abbastanza l'impresa dei nostri amici, cui auguriamo completo successo. La Rivista popolùre s' incarica di far pervenire ai suoi abbonati che ne la richiedano i tre volllmi del grande lombardo. + Cose della magistratura italiana. - I nostri lettori ricorderanno lo stelloncino: I fasti nefasti della magfsfratm·a italiana pubblicato nel N. 0 del 15 maggio 1906. Siamo lieti oggi di annunziare che lo scandaloso processo per diffamazione intentato dalla moglie di un magistrato contro il giornale repubblicano di Trani, ll Sordello, di cui ci occupammo in

RIVISTA POPOLARE 339 tale scritto sia terminato coll'assoluzione completa del gerente. Su questo oaso-siguando albo Cupillo"J-e su altre cose della magistratura ritorneremo ampiamente in uno dei prossimi numeri. Nor Latini ed ~nglo-sassoni di N. COLAJANNI (1 ) I giudizi Il Colajanni è uno dei più attivi e dei più ardenti tra gli artefici del Risorgimento italiano. La sua carriera politica non lo ha per nulla dist0lto dagli studi scientifici: egli ha segnato la sua traccia con autorità negli studi sociali e scientifici, come ne fanno testimoninnia il suo trattato sulla Sociologia criminale, la Demografia, il Socialismo. Nell'opera che ci occupa, l'energico professore attacca con grande vigore un pregiudizio che ha spinto forti tentacoli ne::lla società europea contemporanea, quello della superiorità intrinseca , antropologica ed etnica , o se si vuole , sociale, degli Anglo-Sassoni, mentre che:: i Latini, intrinsecamente inferiori, sarebbero inoltre in decadenza. L'A. affronta il problema nei suoi termini più generali e le nozioni che ci dà sono un vero trattato di sociologia. Deplo - riamo che il traduttore francese non abbia lasciato al libro il suo vero titolo che è Rane superiori e rane inferiori: o Latini e Anglo Sassoni (nella traduzione francese Latins et Anglo-Saxons. - Races superieures et races inferieures. n. d. r.). E' un'opera generale che:: il Colajanni ha scritto e non soltanto un'arringa in favore de' latini. Vi sarebbe forse da restar sorpresi vedendo un'opera tanto copiosa consacrata ad una questione:: di simil genere, dopo tutto, puramente sentimentale, e su tutto di constatare ~n tale lusso di argomenti contro idee che insomma non sono che personali. Ma non bisogna dimenticare che una scuola intera di atropologisti afferma l'esistenza di razze superiori e di razze inferiori : in Italia Sergi e Lombroso ; in Francia Gobineau e Vacher de Lapouge; in Ge::rmania Ammon, Hartmann, Schmoller, senza contare , parecchi Anglo Sassoni di cui l' orgoglio non poteva mancare di manifostarsi in modo disaggradevok in simile materia. La dialettica del Colajanni ci sembra completamente vittoriosa. Si trova veramente qualche cosa di piacevole, vedendo la sua vigorosa logica, la sua ingegnosità erudita buttare ali 'aria l'arsenale di sofismi che non cessano d'impiegare i rappresentanti delle pr-etese razze superiori. Il dotto professore di Napoli eccelle nel mettere in ridicolo la vecchia gloriuzza chauvine: la vanagloria delle nazior.i che si compiace a proclamare eterna e immanente una superiorità nella quale non bisogna vedere che un momento , spesso ben fugace di una evoluzione nazionale. Con una immensa lettura, una profusione di esempi tratti da tutti i punti della storia, il Colajanni s'abbandona alla sua verve, a volta dolcemente motteggiatrice, a volta ironica, acerba, eloquente, indignata. Altre volte anche , su tutto quando si attacca alla ipocrisia e all'orgoglio anglo-sassone, egli sorpassa quasi la misura e si ritrova in lui il pamphlèttista ed il po• lem:sta. Ma ciò è un momento di abbandono ; la logica delle idee positive ripiglia sempre l'imperio. Ci ha specialmente interessati la discussione delle cause che, secondo il Colajanni, stabiliscono la superiorità temporanea dei diversi popoli. Lo studio della (< decadenza anglo-sassone 11 è dei più perspicaci. E' curioso che l'autore italiano sia giunto presso a poco alla_espressione delle stesse idee di Vietar Bérard senza che abbia, pare, avuto conoscenza del libro L' Inghilterra e l'imperialismo. Questa lacuna ci ha sorpreso in un uomo tanto al corrente della· letteratura europea relativa ii questa questione. Infine il parallelo tra l'Inghilterra e Venezia, tra l'evoluzione dell'Italia e della Germania, rivelano tutto il vigore, tutta la scienza e tutta l'originalità dell'ingegno dell' A. E un'opera in cui le idee traboccaao. Noi abbiamo provato un gran piacere leggendolo, e la dimostrazione che il Colajanni conduce con tanto calore ci sembra esatta. (In Bulletin de la Société de Géographie en Lion, giugno). MAURICE ZrMMERMANN ( 1) Presso la Rivista Popolare. Prezzo L. 6; legato in tela e oro L. 8. Per gli abbonati L. 2,7 5. Per l'eatero L. 1 in più. La • conversione della rendita Il sogno <leriso da tutti i nemici d' It2 lia e da tutti i · pessimisti oramai è un fatto compiuto. I sunnominati nemici e pessimisti, che non volevano persuadersi che il nostro paese è in progresso economico continuo e considerevole oramai di fronte ai risultati :della conversione della re~dita devono, umiliati, chinare la fronte; devono ammutolire gli ottimi liberisti, che non possono ar- •1.1ettere che sia possibile il progresso enz:1 il lr permesso e contro le loro teorie. Il progresso è considerevole e veran ente confortante; tanto più confortante in quanto uou risulta da un solo indice, non è unilaterale. Se l' Italia vedesse soltanto prosperare le Finanze dello Stato e s' inorgoglisse perchè i suoi bila nei da pan echi anni si chiudono con considerevoli avanzi; e se in conseguenza esistesse semplicemente il rialzo in borsa dei titoli del suo debito puhhlico, non avrebbe ragione di rallegrarsi molto ltri fenomeni di depressione esistes.,,ero , che poJebbero 1:1re supporre che la economi'.\ nazionale si trovasse in condizioni tristi. Ma per nostra fortuna e per nostro conforto non esiste ornmai alcuna antinomia tra le finanze dello Stato e la economia nazionale: progrediscono pari passu con armonia rara e che in questo momento si può considerare come unica tra i grandi Stati di Europa, la maggior parte dei quali se non vedono regredire l'economia pubblica sono però preoccupati delle condizioni del bilancio dello Stato. r:' il caso della Francia, della Prussia, della Spagna e sino a ieri dell' Inghilterra. Della Russia non è parlare. Il progresso della Finanza dello Stato risulta dagli avanzi di bilancio, dal miglioramento continuo delta situazione del Tesoro, dal gettito crescente dt i prodotto delle imposte; e quindi dell' aumento notevolissimo al di sopra della pari -a 105 all'incircadella sua rendita. Il progresso della economia nazionale no:J è meno evidente e può essere indotto e misurato : dalla scompar5a automatica dell'aggio sull' oro e del cambio sull' estero, ehe oramai è a noi favorevole o si mantiene alla pari; delle smobilizzazioni degli Istituti di emissione , e dal loro rapido risanamento e dello aumento della riserva metallica - prevalentemente aurea; d1llo aumento degli sconti senza cotrispettivo proporzionale aumento delle sofferenze; dal colossale aumento delle importazioni ed esportazioni da e per l'estero; dal forte incremento del movimento ferroviario, (b ~ indica il grande commercio sul mercato interno; dai progressi nella sua produzione ,1gricola e industriale, indotto dai due precedenti indici - produzione e commercio coll' estero - e dallo svilu;Jpo e prosiJerità delle società per azioni; dallo incremento dei depoJ'ti a risparmio nelle Casse postali , nelle special i Casse di risparr• io, presso gl'lstituti di en-;ssione, Banche cooperative, agricole ec. e nresso 1c Banche private - specialmente presso ,a Banca Commerciale e il Credito Italiano - ; dalla rrcvak~na dei profitti sulla perdita delle Società, Baoche ec., dall'elevamento dei s~-a. ri; dall'aumento dei consumi e del tenore di vita del popolo tutto ; dalla rapida diminuzione della rnortalità , eh' è ad un tempo il prodotto e l' espont- te si Lro e spontaneo degli

340 RIVISTA POPOLARE indici di miglioramento enumerati precedentemente. Il progresso paralello della Finanza dello Stato e della economia nazionale per ignoranza per malafede, per passione era negato dai nemici d' Italia e dai pessimisti sistematici - eravamo per dire: dai liberisti fanatici. Ma non sfuggiva alla osservazione dei diplomatici stranieri, e del mondo bancario e degli scrittori stranieri. D' onde il credito straordinario acquistato dall'Italia; d' onde il. successo della grande con versione della rendita. Abbiamo detto : grande conversione. Tale dev' essere considerata con legittimo orgoglio. Sul continente europeo quella fatta da Rouvier in Francia nel 1902 convertì dal 3,50 al 3 % sei miliardi e 790 milioni di_ rendita; questa nostra italiana, che ha convertito dal 4 °/ 0 al 3,75 per altri cinque anni e al 3,50 °/0 , del 1912 al 1920 - sino a quet' ultima data l' Italia si è impegnata a non fare altre conversio:)i-la supera perchè riguarda otto miliardi e 100 milioni. La conversione italiana non è stata suparata per la massa della rendita che da quella inglese fatta da Goschen nel 1888 per quattordici miliardi. A coloro cho si meravigliano e quasi danno segni di malcontento per la prudenza dei governanti italiani , che non ridussero di un colpo · la rendita dal 4 al 3,50 % ricordiamo che l' Inghilterra - cioè il banchieredel mondo - nel1' accennata conversione procedette come noi: del 3 °/ 0 fu ridotta per 14 anni al 2~75 °lo e dal 1902 in poi al 2,50 °/ 0 • Come si vede il periodo intermedio fu più che doppio di quello italiano. Alcuni avrebbero voluto che la riduzione fosse stata più· radicale: cioè al 3 %- Certamente per la Finanza e pel popolo d' Italia sarebbe stato preferibile. Ma si dimenticano parecchie cose: una grande conversione l' Italia, la cui ricchezza privata non è che di 65 miliardi e che ha un commercio di quattro miliardi non poteva pretendere di farla all'ingrande come l'Inghilterra, che ha una ricchezza privata di circa 400 miliardi ed un commercio di oltre ventitre miliardi; si doveva usare la massima prudenza da uno Stato giovane, che conta appena 45 anni di vita , nel fare la conversione di una cifra coìossale di rendita ; si dimentica infine , che per vedere riuscire una grande conversione come quella fatta testè dall' Italia bisognava assicurarsi il consenso del governo francese - senza del quale l' alta banca della repubblica non si sarebbe impegnata - e dei più grandi banchieri, uno dei ,quali, la Casa Rotschild, possiede circa 500 milioni della nostra readita. Una conversione non dipende esclusivamente dalla buona volontà di un governo ; ha bisogno del concorso di un altro fattore - del mondo bancario. Tutti i giornali · italia-ni si sono· occupati della conversione, e ne hanno esposto il meccanismo, l' importanza , i difetti e i pregi (1); noi, perciò arriveremmo in ritardo ad occuparcene più ampiamente e dovremmo ripetere ciò che i nostri amici avranno già letto. Ci limitiamo, quindi, a no!are: che i benefizi materiali diretti della conversione - 20 milioni ali' anno pei primi 5 anni e 40 milioni dal 1912 in poi - permetteranno qnalche sgravio dei consumi più popolari. ( 1) Uno degli articoli più chiari e più sintetici è_ stato pubblicato dal Corriere della Sera (N.0 del 1° Lugho). L'Estrema ha già domandato quello sul sale, sullo zucchero e sul petrolio: noi consigliamo di fermarsi, su di un solo - a preferenza sul petrolio che ha anche applicazioni industriali - per renderlo sensibile. Maggiori, forse, saranno i benefizi materiali indiretti, facendo automaticamente diminuire il s,1ggio dell'interesse e quindi riversando più facilmente nel!' agricoltura una buona quantità di nuovo ca..:. pitale. Ma sarà incakola bile il benefizio morale perchè la conversione riuscita d,uà maggiore coscienza agli Italiani della loro forza economica : si sentiranno più rispettabili e saranno più rispettati dagli stranieri. Ne verrà anche vantaggio ai milioni di nostri emigrati, che non verranno più disprezzati come appartenenti ad una nazione di mendicanti. In quanto alla benemerenza dei preparatori e degli esecutori d.ella conversione il primo posto spetta all' on. Luigi Luzzatti, cui non furono risparmiate volgari derisioni da giornali di ogni colore - specialmente dal Secolo e dall' ...AvantiI - per questa sua fissnione della conversione. Da Pelloux a Sonnino a Giolitti, da Carcano a<l Angelo Majorana tutti i maggiori uomini di governo portarono il loro contributo al lieto avvenimento. Particolarmente vanno ricordate: la compagnia della lesina, cioè il primo ministero di Rudini che impose a tutti le maggiori economie per riparare al disastro del primo ministero Crispi e Sidney Sonnino che da ministro del tesoro nel secondo ministero Crispi preparò colle sue ferree misure il risorgi~uento della Finanza italiana., A lui sarebbe toccato l' onore di dare il proprio nome alla conversione, eh' era gia pronta , se non avveniva la crisi del 17 Maggio. Alla conversione ha prestato effìcacissima la sua opera il Com. Stringher direttore generale della Banca d'Italia. Ma il grande eroe, il grande benemerito dello avvenimento è stato il popolo italiano che ha lavorato, pagato imposte enormi ed ha risparmiato assicurando la prosperità della pubblica Finanza e che ha preparato il risorgimento della economia nazionale senza il governo e spesso contro il governo d'Italia. L' on. Giolitti , la Camera e il suo Presidente coll'annunzio in forma solenne, e colla nomina di u 1a Commissione di cui facevano parte i m,1ggiori. uomini del Parlamento (1), colla votazione quasi unanime sulle proposte del governo - si possono disprezzare i deponenti delle .11 palle nere -- e cogli applausi éalotosi e spontanei dei deputati e della . Tribuna; e la stampa italiana e straniera coi suoi concordi e benevoli com men ti attestarono della importanza dell'avvenimento.' La rivista ( 1) Tre ex Presidenti del Consiglio : Rudinì, Fortis e Sonnino, due ex ministri Luzzatti e Rava e Turati e Colajanni. Dott. N. COLAJANNI; Manuale di Statistica teoretica (p. 310). L. 3,50 Manuale di Demografia (pag. 530) (con tavole di statistica economica e di statistica morale) . » 4,50 Elegantemente legati in tela e oro..

RIVISTA POPOLARE 341 Alla • gogna..: 1 galantuon1ini ! . , La Camera dei Deputati consacrò parecchie sedute ~1llaInchiesta sulla marina. La discussione fu brgà; e talora elevata. Ciò che v~ poteva, essere di esag:erato e di vago nella relaz10ne del! on. Franchettl venne corretto dalle critiche degli on. Bettolo, Arlotta, Strigari, Santini, ~arcello, Orlando, e del ministro Mirabello; ma 11 fondo della Inchiesta era rimasto intatto. Il discorso sereno , veramente obbiettivo lucido .e convincente dell' onorevo[e Albasini Scr~sati aveva mess~ in ev~d:nd_enza le ·gra~i responsabilità di parecchi _ex m1m_stn della Manna e sopratutto degli on .. Bnn, _M?nn e ~e~tol~. L~ vig?rose risposte polennche d~ Comand1m, d1 Pnnettl e .Bissolati dopo avevano rimesso a posto parecchie cose che uo'mini1 dal grande valore tecnico quali il Bèttolo · e il Mjrabello erano riusciti a far credere diverse da quello che erano. 1· Rimase assodato dall'Inchiesta e dalla· discussione parlamentare: che le corazze delle· nostrè navi se non sono di bu~ro comè quotidianamente afl:e~ma l'_..Avanti/ s_ono ~erò. ,inf~:iori a quelle Krupp; che ~1 sono dei formton ladn e che possono esercitare impunemente le loro ruberie;"'che al ri1inistero della marina c~è una vera agenzia che somministra t10tizie agli a~palta~ori e_ rivela i segreti- di ufficio; che un ufficiale, come 11Varale faceva inutilmente il_ prop_rio' dovere ~enunzian~o ;i superiori le frodi d1 certi appaltatori çhe formvano proiettili o altri eler.!ilenti di difesa alla Reo-ia Marina'" che uno d . . I o ' 1 questi appa tatori, il Glisenti le aveva fatto \ ' cosi g~osse e sfacciate da' ~ssere stato sottoposto a procedimento penale; che_ 1 vari nostri cantieri navali forniscono navi, caldaie e macchine che hanno bisogno di riparazioni appena io funzio~Je; che la organiu.azione amministrativ,i dell,t Marina è monca e_viziosa; che non c'è proporzione e rapporto, tra ciò che spende la nazione per la marina e ciò che ottiene per sua difesa; che il mantenere u,na flotta quale l'abbiam~ e col bilancio attuale è un inganno pel paese, _che 1~ q~alche ~oloroso momento potrà produrre nsultat1 d1sastros1 ecc.· Chi dalla Inchiesta e dalla discussio~1e rimase stritolata e in~sorabilmente· condannata fu l'acciaieria di Terni. -~a conda~na. n~n. rignania tanto l~ sua organiz• ~az1??e tecmca e 1 suoi prodotti - corazze e pro1ett1l1- , quanto la sua vita economica· e 'cioè: rimase dimostrato che l' acciaieria di Ter~i è' sorta coi mezzi che le ba somministrato con soverchia generosità ,lo Stato; che allo Stato rimasero tutti gli oneri e i pericoli dell' impresa a aoli azionisti rimasero tutti gli utili; e che l'àcdaierE1. di Terni, che deve assolutamente la esistenza allo Stato gli ha testimoniato la propria gratituuine sfruttandolo usurariamente nel modo più imkcente, più disonesto. D'onde la legittima conclusione che aveva tratto la Commissiope d'_Inchiesta e che venne ribadita dal suo Presidente on. Giusso nel discorso pronunziato il giorno 4 luglio poco prima del voto, m favore della istituzione di una acciaieria di Stato comè l'hanno impiantata gli Stati Uniti. Egli pro~ vocando gli applausi unanimi della Camera, ricordò d_i essere un convinto liberista, ma che su questo terreno non esitava a fat getto delle proprie teorie per sottrarre il paese alle strettoie all'usura della Terni; della Terni, che esercita l' ~sura contro lo Stato, coi milioni, che le ha somministrato...... lo Stato con generosità insuperabile. Le conclusioni contro la Tern~ furono tali, che strapparono a Bettolo, che alt~evolte l'aveva difesa, un'apostrofe vigorosa con~ro l' igordigia capitalistica, che poteva stare bene m· bocca a qualunque discepolo di Carlo ~ar_x. Lo esercizio di una acciaieria di Stato, poi, s1 riconobbe che riuscirebbe più proficuo adottando la interessante proposta svolta da Nitti in un importante e pratico discorso sulla necessità di abolire il ~i.conosci_mento dei b_revetti d'invenzione per tutto c10 che riguarda la difesa nazionale: proposta che parve a taluni giuristi inattuabile e rivoluzionaria, ma che invece è gia un fatto in Austria e nel Giappone. L'utilità grande dell' opera dell'Inchiesta non era stata. nef?ta dai suoi critici più acuti e più autorevoli: gh .on. Bettolo e Arlotta, il primo dei quali avrebbe potuto mostrarsi più severo e più appassi.onato ' pe:chè personalmente era stato colpito dalla medesima; era -stata riconosciuta esplicitamente dal Presidente del Consiglio, che aveva preso dal suo seno l' on. Massimini per farne un ministro delle· finanze e voleva fare del suo Presidente on. Giusso, il ministro dei lavori pubblici. , Di. più : l' on. Giolitti dichiarò che e' era perfetto accordo tra iJ Governo .e la Commissione d' Inchiesta , le cui proposte , egli disse , per la prima volta da che si fanno inchieste, sono state eseguite perchè il ministro della marina. ha già presentato sette disegni di legge conformi alle idee della Commis~i.one e sempre in conformità delle medesime si studia per trovare il modo di ribassare i prezzi dei pr0dotri delle Terni, che lo stesso ministro della mar.ina riconosceva esagerati. Infine la grande , la dolorosa e faticosa opera compiuta dalla· Commissione d' Inchiesta , risultava evidente dalla chiusa eloquente e commossa del discorso dell'on. Bettolo. Sulle dichiarazioni dell' on. Bettolo con particolarità si deve insistere, non solo per la sua innegabile compe'tenza, ma perchè da più lungo tempo era stato fatto segno alle accuse della stampa avversJria e non era stato risparmiato dalla Inchiesta. Ebbene, egli che aveva messo tutto il suo ingegno, tutta la sua eloquenza , tutto il suo ardore nella difesa propria e in quella delle condizioni attuali della marina conchiuse forse dichiarando inutile o calunniosa la relazione Franchetti? Tutt'altro. Egli nella chiusa del discorso pronunziato il 28 Giuano si limita a questa testuale dichiarazione che tJgo dal resoconto ufficiale (pag. 9292): « Mi lusingo che le considerazioni, che mi sono « s~udiato di svolgervi nella forma più semplice, « s1_a~ovalse_ a temperare ed a correggre quei giu- « d1z1, che v1 ho dimostrato fondarsi sovra indaoini « incomplete e male interpretate; sicchè dell'opera « della Commissione d'inchiesta rimanga integra so- « lamente quella parte oggettiva, che è diretta a « richiamare la pubblica opinione sopra i grandi (< interessi della marina , a tutelarli con opportuni « provvedimenti, conferendo ai poteri pubblici mag- « giore autorità per promuoverli ed applicarli >>. Offenderei gli amici lettori se insistessi su queste,

342 RiVìSTA POPOLARI! parole , che icevono valore dalle condizioni della persona che , ha pronunziate. Bettolo, "roprio lui, non aspirava che a temperare ed a corregb 1ere i giudizi della Commissione ,J' Inchiesta ... Data la realtà delle risultanze; data I' acredine delle accuse eh' uano state rivolte alla Commissione d'Inchiesta, alla grande amarezza, di cui era stato abbeverato sopratutto l' animo del suo Reb1 tore Franchetti , tutti si attendevano che la Camera avesse votato un ordine del ·giorno , che facesse plauso all'opera sua. Giovanni Bettolo che meno di tutti avrebbe dovuto avere motivo di votarlo , ·con lealtà grande di cittadino e dj soldato, che sente nella· sua coscienza di non aver meritate certe accuse - ed immeritate le riconobbe Bissolati - era pronto a votare un ordine del gioJ.'nÒdi plauso alla Commissione, purchè avesse contenuto anche un caloroso saluto alla Marina, a cui nessun Italiano si sarebbe negato. Garantisco nel modo più assoluto ciò che affermo e lo rendo noto perchè il fatto fa onore al Bettolo. Ciò che successe invece era imprevedibile e dcvrebb~ sembrare incredibile. Venne presentato alla ultim.L ora,.accettato dal governo e votato per alzata e seduta , il seguente ordine del giorno dell' on. Adotta: La Camera udite le dichiarazioni del governo riafferma la sua fiducia nella Marina e passa all'or~ dine u.el giorno. Il silenzio completo sull'opera della Commissione era oltraggioso; era ,prl1::ribile il biasimo aperto, che , se non altro-, avrebbe mostrato il coraggio dell' impudenza. _L'inverosimiglianza di guest' ordine del giorno fu sorpassata dalla inqualificabile condotta del Presidente e del Relatore della Commissione, che l'accettarono! Perchè due uomini retti e coraggiosi come Giusso e Franchetti commisero la viltà di accettare la propria umiliazione? Certamente per questo mottvo: essi rima_sero pro ·tra ti, fiaccati dalle disoneste e vergognose u1anifes1 1 , mi di ostilità' di una parte dei deputati; che se1i .tvano stare alla Camera a rappresentare il più losco affarismo e non gli elettori italiani; Giusso e Franchetti temettero che la Camera avrebbe potuto votare qualche ordine Jel giorno di biasimo e preferirono ..... l'oblio vergognoso, cui li condannò l'ordine del giorno Adotta. Essi· noD sentirono il dovere di rispettare sè, st,essi . e di disprezzare l' ipotetico biasimo della Camera confidando n -1 p!au o sicuro del paese. Ma non b ..ava la sostanza cattiva dello avvenimento ; l( 1 peggiorò faccudo1v pa sare in una forma insolitamente scorretta. Infatti l' ordine del giorno Adotta venne votato per sorpresa, fu una vera truffa. Questa scorrettezza presidenziale determinò uno scoppio di indignazione nell' Estrema sinistra: Costa, Bissolati, io ed altri protestammo energicamente; e alla protesta l' on. Biancheri rispose lasciando il suo Banco. L'eccitamento degli animi eh' era al colmo spiega tutti i deplorevoli incidenti che seguirono immediatamente. Parve assalito da alcuni dell'Estrema la Presidenza e sospettandosi che si volesse usaré violenza contro un vecchio a ottantac:TJque anni si ricorse alla forza nuteriale per respingere un assalto che nessuno si era sognato di dare. Fu rovesciata la sedia del Presidente, avvenne un vero p~gilato, e furono fatte sgombrare le tribune del pubblico. Così una grande d·scussione terminò in modo miserevole -con disdoro di tutta la Camcr:t dei Deputati. Dall'insieme di queste vicende parlamentari, tristissime sotto ogni aspetto, un insegnamento scaturisce evidente: nessun galantuomo nello avvenire se vorrà fare il proprio dovere potrà accettare di far parte di una Commissione <l' inchiesta pel timore di essere messo alla gogna e di passare per difiamatore I DR. N. CoLAJANNI Nota - Scrissi l'articolo precedente poche ore dopo il voto della Camera dei Deputati. Nulla ho da mutarvi rileggendolo dopo alcuni giorni sulle bozze di stampa; e mantengo anche le frasi che potranno sembrare severe verso due persone degnissime di stima quali il Giusso e il Franchetti, per quanto il mantenerle mi costi non poco dolore. Dopo il voto della Camera venne quello del Senato perfèttamente identico. Invano il prof. Arcoleo tentò di far passare un moderatissimo ordine qel giorno in cui si nominava la Commissione d'Inchiesta .... Ma· la discussione in Se·nato fu caratterizzata da un incidente notevolissimo: il generale Baldissera , che fece parte della Commissione, levossi scfegnoso contro l'autodifesa delI'ammiragli9 Morin; riaffermò solennemente lo propria solidarietà' col relatore Franchetti, disse documentato seriamente ogni giudizio 'della Relazione e amm0nì In stesso Morin di non cercare di distrurre i documenti colle bar 1 ellette .... Eg ora vo~lio vedere se certi messeri metteranno anche tra i soJJversi11i dello stampo cti Quirino Nofri, quell'uomo che ha-nno esaltatato come il generale più vero e maggiore che si abbia l'ftalia.... . I voti ddla Camera e del Senato hanno ·prodotto una disgustosa impressione nel paese, , di cui si sono fatti la eco giornali monarchici ed anche conservatori, ma autorevoli ed indipendenti come La Stampa di Tori~o e Il Corriere della Sera di Milano. Non mi pare inoppc,rtuno di• far menzionè di una lettera' anonima pervenutami da Roma e nella quale si protesta contro la differenza di trattamento fatta dai giornali , da·t governo e dalla Camera dei Deputati a Nunzio Nasi ed ai grandi ladroni denunziati dall'Inchiesta .. L'anonimo si chiede: se l'Inchiesta avesse denudate vergogne a ..:arico di meridionali o di siciliani la Caméra e il giornalismo sarebbero stati così remissivi o cosi calorosi nella difesa dei colpiti'? Un'altra' lettera anonima impostata a Milano fa un raffronto tra l'Inchiesta sulla Banca Romana e quella sulla Marina per concludere che cose assai più gravi furono denunziate dalla seconda e che pel paese hanno un interesse maggiore eh non lo svaligiamento dello fstituto affidato alle cure patriarcal.i del sor Bernardo Tanlongo. E intanto quale enorme differenza tra la seduta del 23 novembre 1893 e quella del 4 luglio 1900 !. .. L' anonimo ne induce un peggioramento nel senso politico e morale del parlamento è del paese. Non ,convengo in questa conclusione e credo che ciò che è avvenuto si debba nella massima parte al male inteso patriottismo dei più che hanno ritenuto di salvare la Marina e mantenere alto il prestigio della medesima di .fronte ali' Austria. Sup.erfluo aggiungere che ritengo pernicioso siffatto patriottismo che condusse nel 1866 l'Italia a Lissa' e che potrà prepararle la sorte della Russia - quod Deus avertat ! - se dovesse tro varsi impegnata in qualche guerra , come dissi alla Camera in giugno 1904. · · E giacchè ho ripreso la penna per aggiungere una lunga coda all'articolo primitivo dichiaro di associarmi ali' amico Nofri, che ha rimproverato ai suoi colleghi dell' Inchiesta, di aver· voluto tacere molte gravi responsabilità colla speram;a di far passare il resto della Relazione e che dell'errore commesso sono stati puniti nel modo che tutti sanno. N. C. S'iamo costretti" a rimandare al prossimo numero l' annunzz"ato artz'N>lo di L. Fontana Russo, z°n risposta al S. :ior doardo Giretti, nonchè altri· artico# eht. remo man mano pubbl zcando.

- RIVISTA POPOLARE 343 Polemiche Sarde Onor. Professore Colajanni, Nella sua Rivista del I 5 giugno leggo una lettera aperta, << Sardegna ribelle », di Carlo De Angelis. Nella lettera aperta mi ha colpito in modo singolare il concetto animatore che lo informa prevalentemente, vale a dire la messa in stato d"accusa di quella che lo scrittore chiama « furia d'ambi- « zioni, di vanità , di cupidigie, di miraggi recon- <c diti, di aspirazioni amministrative e politiche, « scatenanti le peggiori, facoltà dell'animo in lotte <e accanite, in pettegolezzi volgari , in rancori ine- « stinguibili ecc. ecc. · Qualche allusione più specifica mi parrebbe rivelare nell'elemento formativo dell.1 critica del De .,A_ngelis, che. non vive in Sardegna, l'influenza di una parte della colonia Sarda di Roma che ha attinenze personali molto strette con alcuni dei maggiori colpiti dai moti di Sardegna. · Ma ciò non avrebbe importanza assoluta e generale per la trattazione dep' argomento; come non !Ili pare abbja un'importanza specifica la parte che 11 De Angehs pure riconqsce nei recenti moti al1' ignoranza delle plebi e alla tirannia· medievale che le opprime. Su questo concetto non vi può esser~ dispare1 e e non vi è quindi da far discuss10ne. Merita invece, mi pare, che non si_lasci passaré senza una protesta quelJo che . come, accennavo poc' anzi, è veramente il motivo predominante e originale del De Angelis e, cioè, l'attribuire la determinante responsabilità dei recenti tumulti sardi a quella· <e furia di ambi:r_ioni >> a quell' « elemento cacci.atore e conquistatore di cariche >> che il De Angeli s chiama anche cc certa> impostura moderna », pèr la d~ cui azione torbida e perversa, avverrebbe, secondo 11De Angelis « che un triste giorno, stanca « del suo_ i_nten;1inab!le cin~co giuoco, esasperata « da tut~I 1 patimenti; coglie qualunque pretesto cc le capiti, sia pure il più futile, per lanciare il « suo primo ruggito di minaccia cui segue imme- <c diatamente la più selvaggia , la più bestiale , la << pi~ cie~~ de!le r_ivolte , ap~ena l' incauta parola « dei soli ti tnbum da dozz111a cade come triste « !~evito criminoso in quelle povere anime frene- <c t1che; e allora senza una chiara visione dei poi, « passando da un estremo all'altro, confondendo cc nelle aspirazioni intorbidite il possibile coll'im- <c possibile , si sfrena sinistro e - tremendo l'odio « contro · tutto e contro tutti >> ecc. ecc. , fino alla distruz~one di quei ~ram elettrici ..., che in Sardegna non esistono. - E finisce il De Angelis con q~esta ammonizione: << ~ulla è più pericoloso - ha detto Ippolito « Taine - che 1~ettere· una grande idea in un cer- « vello piccolò. E però il far delle concioni dottri- « narie - anche in buona fede - a una folla che <e per eccesso di sofferenze sente tròppo , e ragiona « troppo poco, e a mod9 suo specialmente .ne.ll'ora <e del tumulto, può essere fonte di guai e di scia- « gure non facilmente rimediabili. « Lo ricordino i facili tribuni che risolvono tutti <e i giorni - a tavola - la questione sociale, e nei « comizii oltraggiano Mazzini con volatine e pisto- <c lotti che risparmierebbero al gran Genovese, se -« yeramente ne conoscessero l'opera altissima e ne « intendessero lo spirito: e si persuadano che l'osti- « n~rsi prima dell' ora oppo1 tuna in· certo genere « ~1 propaganda è come mietere prima che le, messi « sian mature >>. Mi consenta onor. Professore di manifestare una certa qual mia sorpresa rispettosa perchè abbia potut~ ,. senza una riserva , essere espresso sulla sua Rnnsta un concetto sostanzialmente così immoderno, così irrazionale , così retrivo, come quello d_el De An8'elis, che, cioè,. l'azione educati va,. polinca - o d1 propaganda 111genere - tra le classi pop_olari ( c~e. n~n1 son quelle di Papuasia) debba subire restnz10ni e accomodamenti - e come l'annacquamento di un vino troppo generoso da somministrarsi a organismi troppo deboli. Perchè, in fondo, questo riconoscimento del val?re astrat~o e teorico dei principi superiori di libertà e d1 eguaglianza e di ogni altra conquista del pensiero moderno, non è riiìutato neanche da ... Pobjedonoseff. Ma è anzi pr.oprio la caratteristica delle tendenze più retrive il limitare il riconoscimento della· bontà di quei principi al campo platonico delle possibilità future, negando ad essi, frattanto, ogni attuabilità ed ogni efficienza presente e pratica. 1 Che se i grandi principi -lanciati tra, moltitudini, alle quali ·riescano un verbo nuovo è insolito, possono arrecare. un qualche passegger_o turbamento, l'inconveniente inevitabile non infirma la bontà non ~olo teorica ma anche pratica della dottrina; come non si può negare l' approvazione a og.ni emancipatrice rivoluzione del pensiero o politica, anche se essa non si compia che attraverso le stragi ed il sangue. Il signor De Angelis vorrebbe una Russia eternamente schiava dello Knut, ◄piuttosto che assistere allo spettacolo eterodosso dell'ammutinamento· della Potemkine !... Ma neanche questo mio apprezzamento delle dottrine politico-sociali espresse dal signor De Angelis mi avrebbe indotto a intervenire, onorevole Professo~e, se n.ello seri tto (e Sardegna ribelle » non avessi trovato espresso con. la più impressicmante sicurezza e gravità di linguaggio notizie di4 fatto e giudizì, sulle condizioni dello spirito pubblico,e dell' a ;1biente e della vita politico-amministrativ:a della Sardegna, chè. sono, non ·so\o ipesatti, ma assolutamente antitetici con le caratteristiche effettive della vita isolana. , ; A me che sonoJ Sardo, e che ,vivo in Sardegna ininterrottamente, o quasi 1 da oltre dieci anni, da poco meno nella, vita pubblica, e da qualche anno nel giornalismo, mi sia lecito di affermare che non è affatto vero (salvo il dovuto rispetto alle opinioni del signor De Angelis) che in Sardegna le. lotte dei partiti ·e la propaganda intensa di nuove dottrine politico-sociali o l'ambiziosa irrequietezza di uomirii nuovi 0_ le competizioni rper il potere pubblico o le cariche elettive, o l'insana brama di assurgere tra la folla, conturbino la vita pubblica o minaccino la pace e l'equilibrio sociale. E' precisamente vero proprio il contrario !... Sono invece le cariche pubbliche monopolizzate nelle m~ni di una categoria poco numerosa di potenti per censo, o per aderenze o. per:- intrigo o per astùzia, o· per disonestà, privi di ogni profumo o anc}:ie semplicemente di ogni etichetta di idealità politiche o soèiali, spogli di ogni colore, anzi perfino di ogni confessione di fede e di fini mediati e generali: E sono proprie di questa categoria di persone una genesi del loro potere , azione e metodi per salire, per man~enersi , per sfruttare le posizioni conquistate, esclusivamente individuali, politi~amente indifferenti, anzi incolori. E' proprio l'assoluta insignificanza effettiva delle gn(ndi correnti del pensiero e dell'azione politica e sociale, è l'inesisten~a d'ogni vasta e solida organizzazione socialista, o repubblicana , o liberale, o clericale, che impoverisce, abbassa di tono, toglie arìima e vitalità alle lotte pubbliche; le quali sono"

344 RIVISTA POPOLARE ridotte a un picciolo campo chiuso, ove un picciolo numero di indisturbati si distribuisce in accordo perfetto e si trasmette cariche e potere, tra l'indifferenza dei più e l'stens ione di quasi tutti coloro che 110n hanno un'ambizione personale o un personale interesse da tutelare o da far trionfare. mali profondi e innegabili , che hanno spinto le folle anonime e acefale contro i municipi ( solo visibile esponente dell'oppressione di fatto nella quale esse gemono) e, ahimè, contro i fucili implacabili di soldati e di carabinieri. Ed ora le preziosità teoretiche del signor De Angelis vorrebb,ero creare nella penisola, o rassodare nell'isola, !',equivoco sulle determinanti e sulle caratteristiche del moto! , A lei, onorevole Professore, spassionato osservatore e profondo studioso di ogni fatto della vita politica italiana, io domando di permettermi çontro il pernicioso equivoco questa parola di protesta. UMBERTO CAO Ella, onorevole Professore, sa meglio di me che i deputati sardi, non sono divisi da lotte politiche o da troppo profondi contrasti di fede benchè qualcuno assuma alla Camera una qualche posa, la quale non impedisce che nell'isola ognuno si riduca al comune denominatore di esclusivo e limitato esponente di un'influenza personale o di clientela. E parlando in modo speciale della provincia di Cagliari, dove i moti assunsero speciale gravità ed estensione, io voglio far osservare che tanto il Consiglio comunale quanto quello provinciale della · Prendiamo fiato e mi consenta il lettore qualche osservacittà di Cagliari presentano la singolare anomalia zione a questa -farfalleggiante requisitoria del signor Cao, il di non possedere affatto un partito di opposizione quale legge come più gli talenta e cita come .più gli torna O una minoranza, e tutto si delibera ·in un una- comodo, restringendo una questione generale e complessa che nime consenso di reciproci turibolamenti. riguarda tutta l'isola alle meschine proporzioni... degli insucRicordo ed affermo, e non posso essere smentito, cessi elettorali di un partito di città di provinda l che le elezioni_ provinciali e le elezioni politiche La mossa è ingenua quanto la disinvoltura è grande; d però da molti anni si fanno senza quasi traccia di lotta la cosa rischia di essere un tantino comica. elettorale e nella più parte dei collegi amministra- Faccio subito grazia al signor Cao di tutte le sue insinua- . zioncelle che vanno dalla pretesa influenza da me subìta:, alle turi e politici non si è avuto, da molti anni che mie pretese tenerezze per lo knut cosacco !. .. candidature isolate ; e laddove fu un qualche bar- Osservo solo che se proprio io fossi stato illuminato da lume di lotta la preponderanza della candidatura quella tal parte della colonia sarda, da lui tirata in ballo con vittoriosa fu tale da far ritenere la candidatura così poco tatto e accorgime~to, non avrei parlato di .tram elet-, avversa una quantità trascurabile. trici anzichè di tram a vapore; inesattezza, confessiamolg preEd io sfido il signor De Angelis a indicare un sto, ch'egli rilevò subito... trionfalmente l Ne valeva la pena solo nome di questi ambiziosi condottieri per pro- perchè quella è- la parte migliore, l'unica verità, dell'articolo fessi on e e sommovi tori di folle che egli ha sognato polemico del signor Cao , il ·quale mi denunzia , nientemeno, come reo di preziosità teoretiche tendenti a creare nella pei n Sardegna. nisola o ·a rassodare nell' isola l' equivoco sulle determinanti E' invece proprio l' atonia completa e deplore- e sulle caratteristiche dei recenti moti sardi! vole della vita pubblica, la, profonda indifferenza • E' impossibile - dice il Macchiavelli - senz~ offendere generale per le dottrine e i partiti politico-sociali, molti descrivere le cose dei tempi, suoi ». In questo senso io la desolante unanimità dei detentori delle cariche credo di aver offeso il sign'or Cao. pubbliche delle influenze e della ricchezza in un Non per lui, dunque, che scrive a tema obbligato, nè per comodo accordo, in un immutabile rispetto delle i sardi che conoscono uomini e cose/ ma per facilitare il giureciproche posidoni _ la stabilità feudale del po- dizio ai lettori della Rivista io torno sull'argomento.' 'l E prima di tutto rimettiamo sùbito la questione nei suoi tere in gruppi e persone - persino la pacifica tra- termini precisi. In quattro parolP-,· che cosa diceva il mio 'arsmissione da una rnano in un'altra per patteggia- ticolo del 15 giugno? Che i disordini recenti avvenuti in Sarmenti personali e incontrastate investiture sul degna sono la risultante di due azioni svoltesi di pari passo, gregge elettorale, che hanno tolto al malcontento materiale l'una, morale l'altro: la prima, data dal crudele diffuso e grave ogni mezzo di azione-ogni sfogo- disagio economico delle classi lavoratrici, reso ancor più terperfino ogni modoi1i manifestazione esteriore della ribile dalla ignorann profonda che le opprime; la seconda, sua esistenza, che ha reso possibile, preparato e data da una furia di vanità, di ambizioni, di aspirazioni amd · ministrative e politiche, di animosità , di rancori municipali eterminato l'esplosione recente, inaspettata , in- inestinguibili sempre pronti a divampare in lotte virulenti. sospettabile. E' solo con ciò che si può compren- E' chiaro? dere il carattere caotico, acefalo, indeterminato del Che cosa risponde il signor Cao? Egli comincia con lo svimoto; la mancanza di ogni scopo cosciente, di ogni sare il m,o concetto-facendo credere io attribuisca i disordini fine predeterminato, e persino di ogni capo visibile avvenuti soltanto a quella furia di ambizioni onde sono animati e di condottieri o preparatori dell' insurrezione : i cacciatori di cariche. Ciò che non è vero rispetto al mio arche fu tumulto di piazza in città, jacquerie nel ticolo, e non è verosimile rispetto alla più elementare comcontado; con tutta l' incongruenza, l' anarchia e prensione dei sentimentimenti umani, poichè se quelle allegre l ' giostre si svolgessero in mezzo a una folla ben pasciuta e coni nconsiStenza sostanziale, proprie dei moti spon- tenta, anzichè sofferente miserabile, la folla, invece che appas tanei di folle abbandonate a sè stesse. sionarsi e trascendere a diritto o a torto , si divertirebbe più E questo spiega anche l'unanimità quasi intatta che al teatro. Il disagio economino, dunque, e l'azione edu - delle classi dirigenti nell' avver"sione per questi cativa sono due coefficienti che non vanno assolutamente scommoti, la passionata severità nel giudicarli, lo spi- pagnati. Il signor Cao li scompagna per comodo di polemica rito imperversante di reazione, la singolarità del e sostiene che nei moti non ebbero nulla a che fare gli anfatto che il moto non abbia trovato studiosi amo- tagonii;mi e le inimici;,ie politiche e amministrative; non solo, revoli e investigatori delle sue cause, se non fra ma afferma non essere affatto vero che in Sardegna le ambizioni, la brama di assurgere tra la folla, le competizioni per i deputati di parte popolare estranei all' isola; per il potere O le cariche elettive ecc ... ecc. » turbino menomacui gli uomini politici isolani o hanno taciuto del mente la vita pubblica!!. .. e soggiunge subito paradossalmente: moto o l'hanno conspué (1). E solo tardi e di ma- . "E' precisamente vero il contrario! ll. lavoglia; per opportunità politica, e spinti dalle ·-, Proprio così l son cose che sembran case, direbbe il Carducci. rare ma vigorose voci di biasimo, hanno spiegato,~~ _Ora per quanto for_mu_late attraverso le lenti del tei:na o~~ una qualunque azione nel Parlamento O presso il: ·_ b~1ga~ocerte ~ffermaz1001 andrebbero fatte con un po~h100 pm governo per chiedere provvedimenti e rimedi ai \ dt misura e d1 pru_denza. Io sono perf~ttamente ~onvmto dell_a I •-;. buona fede del signor Cao; ma se 1 essere egh sardo , se 11 r .' vivere ininterrottamente in Sardegna, da vari anni nel giorna- ( 1) Carboni Boy alla Camera il 15 maggio.-Carta Mameli/ . lismo, e da quasi dieci anni nella vita pubblica lo ha portato al Senato il 25 f,iugno. ..;:: a far simili peregrine scoperte ... è meglio che si ritiri a vita

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