314 RIVISTA POPOLARE e il diritto là v1 sia la classe operaia ; coloro che mostrano come nemico il Governo incaricato di mantenere l' ordine e che deve ,mantenerlo poichè l'emancipazione degli operai deve compiersi nell'ambito legale; sono coloro che fanno credere al popolo che gli scioperanti, qualunque cosa. facciano, non hanno mai torto. « L'educazione sociale non è questione di parole, essa si fa coi fatti ; la classe operaia sarà degna dell'emancipazione il giorno in cui i suoi atti saranno conformi al suo diritto. I discorsi non conducono il mondo : se no, da lungo tempo il sermone della montagna sarebbe realizzato. Io ho cercato di fare questa educazione ; non vi ho incontrato laggiù, signor Jaurès. Se le vostre parole signor Jaurès si fossero aggiunte alle mie, quante disgrazie sarebbero state evitate! Ma dominato da tutta l'altezza della vostra concezione socialista non avete il potere di evocare con la vostra bacchetta dei palazzi di fate. Io sono l'artigiano modesto della cattedrale che reca una pietra oscur,1 ali' insieme dell'opera e che non vedrà mai il monumento che innalza. « Sembra che dicendo cosi io abbassi la parte che. rappresento: nel mio pensiero invece l'ingrandisco, poichè i vostri palazzi fantasmagorici svaniscono nelle nuvole al contatto con la realtà, mentre m1 giorno la grande cattedrale repubblicrina lancierà i suoi culmini nel cielo ». - •· Clemenceau che precedentemente aveva interrotto Vaillant aflermando che aveva b~asimato l' impiego preventivo della forza ma che riteneva assurdo poter consentire che gli operai possano rubare e saccheggiare senza essere repressi ed aveva giudicato una tale pretesa roba da potersi sostenere in un ospedale di matti volle stabilire la diflerenza di condotta tra la propria e la condotta dei precedenti ministri sotto i quali vi erano stati negli scioperi dei feriti e degli uccisi senza che Jaurès in quelle occasioni avesse interpellato e biasimato da vicino o da lontano. Lui in nessuna circostanza, nè a Lens, nè a Parigi, nè nell'Herault; nè ad Hennebon dette ordini che potessero far credere che volesse soflocare le classi operaie e volto a J aurès soggiun,e: « Vedete signor Jaurès, se foste ministro degli interni-una sventura arriva tanto facilmente-lascereste voi gli operai scioperanti saccheggiare le case degli operai che lavorano? Voi fareste ciò che ho fatto io 'e inviereste delle truppe e si troverebbe un Grifluelhes che assiso sullo stesso seggio che voi occupate vi volgerebbe i rimproveri che voi rivolgete a me ». Ed a Jaurès che ricordava la risposta dallo stesso Clemenceau data a Ferry, il ministro della repubblica con insistenza domanda : « Mai ho rimproverato a Ferry di mantenere l'ordine e di impedire agli scioperanti di saccheggiare le case dei lavoratori ». « Ma io vi chiedo : se voi foste al mio posto il giorno in eui si saccheggia la casa di un operaio ; ditemi si o no, se voi farete proteggere l'ordine? Non rispondete? Non rispondendo voi avete risposto ». Clemenceau aveva buon giuoco su <questo punto : si sa che il suo primo atto appena nominato. ministo fu quello di portarsi tra gli scioperanti nel Nord per iscongiurarli di astenersi dalla violenza promettendo alla sua volta di non fare i11tervenire le truppe; promessa che non potè esserè mantenuta perchè gli operai 11011 avevano accettato i suoi sa vi ed onesti consigli. Le accuse dei socialisti furono del resto assai ingiuste perchè il contegno della forza pubblica era stato dapertutto longanime e corretto e si erano evitati sanguinosi conflitti. Ciò in gran parte per le istruzioni da lui date il cui spirito si può rileva re da queste precise dichiarazioni, che farebbero rabbrividire i nostri sciocchi ed imprevidenti sostenitori dd principio di autorid e che sono state brillantemente commentate cb 'R._astignac nella Tribuna in un brillante articolo sul dominio della ragione. Ecco le dichiarazioni, di cui c'è una idea nella circolare di Giolitti ai prefetti: «... Lo sciopero continuava a Parigi, e la mia attenzione vigilava su tutti i conflitti. Inchieste sopra inchieste si facevano sui più piccoli fatti , e quasi sempre contraddittorie. Spesso io dovevo convincermi che gli scioperanti avevano ragione;allora gli agenti eranopuniti. A proposito di queste punizioni, qualche volta il Capo della pubblica sicurezza mi osservava che se si dava troppo spesso torto agli agenti, questi avrebbero finito col non pigliare più interesse· al servizio. Perseveriamo - io risposi - a dare ragione a quelli che hanno ragione. E cosi fu fatto ». Rastignac come commento finale e sperimentale a questi onesti, umani e utili criteri di governo riporta questo episodio storico assai istruttivo e meritevole di essere conosciuto : « Nella rivoluzione di Vienna del 1848, un giorno scese, in istato di violenta eccitazione, dal palazzo reale l'arciduca Massimiliano d'Este, ordinando allo ufficiale che comandava le truppe in piazza di far fuoco contro i dimostranti che avanzavano. L'uffi- . ciale si riufitò di obbedire, adducendo che non gli pareva opportuno, e in ogni modo egli non avrebbe ricevuto ordini che dall'imperatore. Indignato, l'arciduca Massimiliano si volse allora al cannoniere, e diede a lui direttamente l'ordine del fuoco. Ma lo ufficiale mettendosi dinnanzi alla bocca del cannone - Non senza -- egli disse - che prima egli faccia fuoco contro il suo superiore... >) « Per quell'atto di audacia e di prude::::za insieme, fu risparmiata l'invasione e l'incendio del castello ». « E il giorno dopo, il Giornale Ufficiale invece della aspettata destituzione, annunziò la promozione del tenente che aveva saputo col suo sangue freddo e sulb sua responsabilità, impedire un disastro ed una carneficina ». « Perchè per il ministro o per il soldato che risparmino il sangue dei cinadini, vi è sempre un posto d'onore nell'ordi~e del giorno della civiltà». + Clemencea u da buon schermitore non si limitò alla difesa : per difendersi attaccò. Espose il programma dei radicali e sottopose a critica mordace quello di Jaurès .. In quanto al programma del ministro radicale non e' era da attendersi novità: nelle sue grandi linee era conosciuto. Riaffermò l'idea dell'imposta sul reddito, oggi invocata d1 Jaures, che l' aveva combattuta nel 1884 ; sostenne il ritorno alla nazione dei grandi monopoli finora posseduti dall'industria privata, il riscatto delle ferrovie, il contratto collettivo di lavoro, la giornata di otto ore da ottenersi gradualmente infine la ferma intenzione di progredire, di riformare continuamente e ..
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