332 RIVISTA POPOLARE mercato, dalla probabile concorrenza estera e dal più che probabile asservimento alle combinazioni com1herciali e bancarie, estt::re e nazionali. (Riforma Sociale, 13 giugno). ♦ Giuseppe Cimbali: li rlor<liuamento amminlst--raUv,> delJe Fer.-ovic. Un Ml11istero delle U'errovle? - L'avere preferito il sistema dell'esercizio diretto delle Ferrovie non significa avert:: risoluto l'intero problema Ferroviario. Scelto il metodo dell'esercizio, rimane a provvedere per un razit nalt:: assetto amministrativo ddla gr~nde azienda. Date le maggiori preoccupazioni del momento, è s.:u - sabile, il non avere pensato a questo; ma, ormai, la risoluzione di qut::ll'altra partt:: dell'importante problema s' impone. La matassa è più complicata di quanto possa .:redersi. Generalmente, si è convinti che tutte le funzioni governative delle Ferrovie sieno concentrate nella Direzione generale delle Ferrovie dello Stato. Per quanto diffuso, è questo un errore. Questa Direzione generale si occupa solamente ddl' esercizio delle rete dello Stato._ Invece, le funzioni di governo propriamente dette vengono esercitate dall'ufficio speciale per le ferrovie che, erede del R. Ispettorato, è aggregato al Ministero de' Lavori pubblici. E' malamente organizzato quest'ufficio spe.:ia!e, com' è malamt::nte organizzata la Direzione genera e. Occorre, quindi, studiare l'uno e l'altra per vedere quali inconvenienti offrano· e quello che occorra per farli funzionare rettamente. Quanta alla Direzione generale dell'esercizio delle Ferrovie dello Stato, il suo vizio d'origine, si trova nella stessa legge 22 Aprile 1905, che orJinò l'esercizio governativo. Questa legge è un cumulo di spropositi. Essa comincia col dire che l' Amministrazione delle Ferrovie dello Stato è autonoma; e al detto fa corrispondere il fatto quando affida tutto alla direzione de 1 Direttore generale e del Comitato d'Amministrazione. Si com prende che ciò potesse succedere nelle tre Società Mediterranea, Adriatica e Sicula; ma seguire lo stesso sistema, quando siamo di fronte ad un' Amministrazionè governativa, è, oltre che errore, culpa e pericolo. Di tale autonomia si valse la nuova Amministrazione in primo luogo per organizzarsi a modo di azienda privata e poi per compiere tutti gli arbitri e tutte le enormità che si possono commettere quando si è sicuri di non avere nè controlli, nè giudici al disopra. Contrariamente a quanto avviene in tutte le amministrazioni governntive, in quella delle F errcvie dello Stato non fu prestabilita una pianta organica, non furono divisi i ruoli delle diverse categorie del personale, non furono equiparati gli stipendi a quelli normali. Così il Ruolo aperto significa allar - garlo a piacimento e creare sinecure; la non divisione dei ruoli significò confusione e· impotenza; il mantenere gli sti - pendi delle società private signincò fare alla nuova Ammini · st,·azione una po5izione privilegi:1ta di fronte alle consorelle governative; e, infine, l'essere il Comitato potere legislativo e poter~ esecutivo insieme significa libert:\ di concedere vistose prebende, come il caso Marchesini insegna. Se bene interpetrata, la legge, pur tra tanti errori, forniva qualche raggio di luce· Parlò, infatti, di nuovo assetto; e diede an.:he la fac0ltà 'di non riconoscere le promozioni fattesi, negli ultimi sei mesi, presso le società , nell' alto personale, che sarebbe caduto in braccia al governo, e quello altresì di mettere in disponibilità o di collocare a riposo quei funzionari sociali, che si dimostravano non necessari a' bisogni della nuova Amministrazione. Ma l'eccedenza suppone la misura. Ora, non essendosi adottata alcuna misura riguardo al personale ossia non essendovi prestabilita, come si doveva, una pianta organica, l'eccedenza non poteva verificarsi. Onde nessuno fu collocato a riposo o in disponibilità. E vi fu di peggio: Furono riéhiamati in servizio, certe cariatidi, delle quali le società stesse s'erano disfatte. Peggio ancora, la nuova Amministrazione non si servì della sJa facoltà di non riconoscere le promozioni fatte negli ultimi sei mesi della società. Evidentemente, con tali facoltà, la legge ponern il governo in grado di liberarsi di ogni diffi - coltà, che poteva opporsi a ridurre ai normali gli stipendi dei funzionari dell'Amministrazione ferroviaria; ma qui, tutti fe cero orecchi da mercante e quei lauti stipendi furono conservati.. Così si hanno , di essa , de' capi di visione che vanno da uno stipendio di L. 7200 a quello di L. 10,000; mentre, nelle altre amministra!ioni pubbliche, lo stipendio di L. 7,000 è il massimo a cui possa giungere un vecchio e benemerito capo divisione. Inoltre, si hanno de' .:api servizi , (oh quanto a! di sotto dei consueti Direttori generali !) che vann_o da uno stipendio di L. 10,000 ad uno di L. 15,000 - pari a quello dei Presidenti della Cassazione, della Corte de' Conti, del Consiglio di Stato! Il mantenere questi grossi stipendii produsse un fenomeno singolare ma non inesplicabile rispetto al perso - nate, che dal R. Ispettorato delle Ferrovie passò alla nuova A!,1ministrazione , dovendolo equiparare a' funzionari sociali, esso ebbe stipendii, che, spesso giunsero a raddoppiarsi addi ritcura e che. in altri casi si avvantaggiarono del sessantacinque o del cinquanta per cento. Meno male, se ciò avesse avuto luogo per tutti e nelle medesime proporzioni; ma· anche in questo caso, l' autonomia, si tradusse in arbitrii ed in favoritismi. La Commissione parlamentare che ha testè esaminato il disegno di legge sui provved_imenti definitivi riguardo alla sistemazione del personale, impressionata da' reclami avuti, ha fatto carico al Ministero << di esaminare con ogni cura, quanto è avvenuto al momento del passaggio del personale , da una Amministrazione ad un'altra n. S'impone, quindi, una revisione ab imis; e, sopratutto, occo.-re, togliere via il concetto che si tratti di un'Amministrazione tecnica t>d industriali:!, ciò che ha condotto a rimunerare la carica di Direttore generale colla paga di due Ministri. L'Amministrazione forroviaria è come tutte le altre; e, come questa deve dividersi nella parte direttiva (Amministrazione propriamente detta) e in quella esecutiva, che è piuttosto il braccio dell'Amministrazione stc:ssa. Nella riforma , bisogna pure toglier via l' i~conveniente non solo del Ruolo aperto, ma anche quello della Cassa. aperta, e della spesa libera. Dati questi sistemi è inutile il controllo della Corte de' Conti : il controllo è efficace solo quando la spesa è vincolata da disposizioni regolamentari e quando può essere impedita. In somma , la nuova Amministrazione deve perdere la sua malintesa autonomia e rientrare, interamente e pienamente, sotto l'imperio della legge comune. L'ufficio spe.:iale delle Ferrovie è poi, una Direzione generale dissimulata : ne ha la sostanza , non la forma. Fu formato di soppiatto, per mire personali ossia per favorire poche persone e si consumò la più stra vagante incongruenza. Il non essersi inspirati, nel formarlo, a criteri' obbiettivi ha fatto sì che q11cst"ut1ìcio sia meno di quello, che avrebbe do vuto e dovrebbe essere; come la Dii czione ge:,erale per l 'ese1-- cizio pecca dell'eccesso opposto. Abbiamo patolologia dall'una parte e da\l"altra: qui, idropisia; lì, tisi. Ad esempio, la Direzione del l'esercizio non avrebbe dovuto a vere competenza nello stralcio delle questioni con le tre società in dipendenza delle convenzioni dell' 85 e neppure nelle costruzioni di nuove linee e , tanto meno , nella sorveglianza alla costruzione di quelle concesse all'industria privata. Queste avrebbero dovuto e dovrebbero essere funzioni dell'ufficio speciale, che, ingrandito, avrebbe dovuto e dovrebbe di venire una Direzione generale vera e propria. Ma la Direzione· generale delle concessioni e delle .:ostruzioni delle ferrovie e delle tramvie; come l'altro avrebbe dovuto e dovrebbe essere esclusivamente Direzione generale per l' esercizio. Una riforma in questo senso, per le due Direzioni generali, s' impone sia ne' riguardi della logica amministrativa, sia in.
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