328.. RIVISTA POPOLARE all'amico degli svaghi che procurava alla figliuola. Quella certa asprezza che aveva avvertito in talune occasioni nei modi di lui e qualche altro lieve difetto di carattere 1100 avevano potuto fargli scemare l'ammirazione, né tanto meno ora la gratitudiue, la devozione per quest' uomo, a cui nè l' altezza del!' ingegno , della fama e degli uffici a cui era salito, nè la fortuna toglievano d'accordare una così intima, più che fraterna amicizia a un pover' uomo come lui che, tranne il buon cuore, non si riconosceva altra virtù, altro pregio per meritarsela. Egli ,·edeva adesso con soddisfazione che non s' era ingannato quando diceva alla moglie cho l' affetto del Verona sarebbe stato una fortuna per la loro Ginetta. N' ebbe la prova maggioro, allorchè questa compì dioiott' anni. Oh corno avrebbe voluto ohe la sua 8ilvia fosse stata presente quella sera: dopo la festa per il compleanno. il Verona·, eh' era venuto ap~.osta senza regali per Ginetta, appena questa se no andò a dormire, se lo trasse in disparte e, serio 1) comm,•sso, gli annunziò che un suo giovane amico, il marchese Flavio Gualdi, chiedeva a lui per suo mezzo la mano della figliuola. Martino Lori, lì per lì, rimase stupito. Il marchese Gualdi? Un nobile .. ricchissimo ..• la mano ùi Ginetta? Andando col Verona, nei concerti, nelle conferenze, a passeggio, Ginetta - sì - ora potuta entrare in un mondo, a cui nè per nascita nè per condizione sociale avrebbe ,.potuto accostarsi; vi aveva destato qualche sim1:,atia; ma lui. .. - Tu lo sai, - disse all'amico, quasi smarrito e afflitto nella gioja, - sai qual' è il mio stato ... Non vorrei che il marchese Gualdi ... Il Ver0~a lo interruppe: - Gualdt sa ... sa quel che deve sapere. - Capisco. Ma essendo tanta la disparità, non vorrei che egli ... pn quanto predisposto, non riuscisse neppure a figurarsi tante cose che ... li Verona tornò a interromperlo, st.izzito : - Mi pareva ozioso il dirtelo ; ma giacchè tu, scusa, mi tieni ora un discorso così sciocco, per tran<J.uillarti ti dirò che ... via, ussondo io da tant' anui tuo amieo ... - Eh, lo so! - Ginetta è crcsuiuta più cou me cho con te , 81 tmò dire .•. - Sì ... sì ... - O cho mi piangi, adesso? Non vorrò mica es8ere l'int )rmediario di qt·esto matrimonio pe1· nulla. Su, su, finiseila! Io me ne vado. Ne parlerai tu, domattina, a Ginetta. Vedra che non ti riuscirà diffieile ... - Se l' aspetta? - domandò, sorridendo tra le lagrime, il Lori. - E non hai visto che non s' è punto meravigliata nel vedermi arrivare questa sera a mani vuote? Così dicendo, Marco Verona rise gajamente, come da tant' anni il Lori □on lo aveva più sentito ridere. V. Un' ìmpressione curiosa, di gelo, dapprincipio . .Ma non ci avrebbe fatto caso Martino Lori, perchè, come tant'c.ltre cose in vita sua s' era spiegate , persuasi> dall' ingenua bontà, anche questa si sarebbe spiegata qual' otfetto naturale della preveduta disparità di condizione, e un po' anche del carattere, Jell' educazione, della figura stessa del genero. Non era più giovanissimo il marchese Gualdi: ora ancor biondo, d' un biondo acces0, ma già calvo; lucido e roseo come una figurina di fioissima porcellana smaltata; e parlava piano, con accento più francese che piemontese, piano, piano, affettando nella voce una tal <J.Ualebenignità condiscèndente, cho contrastava però in modo strano con· lo sguardo rigido degli occhi azzurri, vitrei. Da questi occhi Martino Lori s' era sentito so non propriamente respinto, quasi allontanato; e gli era parso finanche di scorgervi conrn una commiserazione lievemente derisoria per lui, pe' suoi modi forse troppo semplici, dapprima; ora troppo circospetti, forse. Ma anche il tratto del tutto diverso coo il Gualdi usava tanto col Verona quanto con Ginetta, egli si sarobbe spiegato; quantuoqne, via, paresse che. la moglie a colui fosse venuta da parto del!' amico e non da lui eh' ora il padre ....• Veramente era stato così, ma il Verona .•. Ecco, il Verona non sapeva spiegarsi più, Martino Lori. Ora cbe egli era rimasto solo in casa e non aveva più neanche l' ufficio, ess,1ndosi messo a riposo per far piacere al genero, non avrebbe dovuto Marco Verona prodigargli con maggior premura il conforto dell'amicizia fraterna di cui per tanti anni aveva voluto onorarlo? Egli andava ogni giorno a trovar Ginetta nel villit:o del Gualdi; e da lui, dopo il giorno delle noz::e, non era più venuto, neanche una volta per isbaglio. S' era forse stancato di vederlo così chiuso ancora nel cordoglio antico, ed essendo ormai vecchio anche lui, proferiva d' andare dove si godeva, dove Ginetta, per opera di lui, pareva felice? Sì, aucbe questo poteva darsi. Ma perchè poi, quand'egli andava a veder la figlia, e lo trovava lì, a tavola con lei e il genero, come se fosse di easa, era accolto da lui quasi con dispetto, gelidamente? Poteva darsi che q·uesta impressione di gelo gli fosse data dàl luogo, da <J.uellavasta sala da pranzo, lucida di specchi, splendidamente arredata ? Ma che ! no ! no I Non si era soltanto allontanato il Verona ; il tratto, il tratto di lui era proprio cangiato: gli stringeva appena la mano, appena lo guardava, e seguitava a conversàr col Gual<li, como se uou fosse entrato nessuno. Per poco lì non lo lasciavano in piedi, innanzi alla tavola. Solo Ginetta gli rivolgeva c_pialchoparola, di tanto in tanto, 111acosì, foor fuori, perchè non si potesse dire che proprio no::;suno più si curava di lui. Col ouore strizzato da un' angoseia inesplicabile, eonfu~o e avvilito, Martino Lori rn n' andava. Non doveva proprio avar por lui alcun rhpetto, alcun riguardo: il genero? 'rutto le feste e gl' inviti per il Verona, perchè ricco e illustre ? l\Ia so doveva esser così, se volevano tutti o tre seguitare ad accoglierlo ogni sera a quel modo, come un irr,portuno, come uu intruso, egli non sarebbe andato più; no, no, perdio, 11011 sarebbe andato più! Voleva stare a vedere che cosa avrebbero fatto <J.Ueisignori, tut · t' e tre, allora. Ebbene, passarono due giorni; ne passarano. quattro e cinque; passò un' intera settimana, e nè il Verona, nè il genero e neanche Ginetta, nessuno, neppure un servo venne a chieder di lui, se per caso fosse malato ... Con gli occhi senza sguardo, vagando per la camera, il Lori si grattava di continuo la fronte con le dita irrequiote, quasi per destar la mente dal torpore angoscioso in cui era
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