Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 12 - 30 giugno 1906

326 RIVISTA POPOLARE esistente; ha, in ogni caso, una utilità proporzionale ai pregiudizi e agli impulsi a cui si oppone ; e come tutte le cose umane, dopo essere stata utile può di venire dannosa; dopo aver promosso il progresso può di vantare un impaccio. Ed è per questo che il caso dell'Ame'rican Beef Trust meritava d'esser brevemente esaminato come documento della impossibilità µer i più a guardarsi da sè contro il delitto, e della erroneità d'ogni indiscriminato attacco contro l'intervento legislativo. Questo è il solo strumento con cui i più. che sono i meno atti a difendersi e a governarsi da sè , possono essere mt1ssi al sicuro contro i pericoli della loro stessa incapacità di self-gover_nment. ANGELO CRESPI TUTTO PER BENE (Conti1111a,rione fine vedi num. precJ Fu veramente così. La sera della conciliaziòne segnò per Martino Lori una data indimenticabile. Indimenticabile per taute ragioni che egli comprese, o meglio, intuì subito, dal modo com' ella fin dal primo vederlo gli s' abbandonò fra le braccia. Quanto, quanto pianse ! Ma quanta e qual~. gioja egli bevve in quelle lagrime di pentimento e d' amore ! Le vere sue nozze le celebrò allora ; ùa quel giorno egli ebbe la compagna che aveva sognato; e un altro suo segreto ardentissimo sogno si compì certo in quel primo ricongiungimento. Quando Martino Lori non potè più avere alcun dubbio su lo stato della moglie e quand' olla poi gli miso al mondo una bambina, nel vedere di quale gratitudine, di qual devozione por lui e di quale spirito di saorifizio per la figliuola la maternità avesse reso capace quella donna, tant'altre cose comprese e si spiegò. Ella voleva osser madre. Forse non comprendern e non sapeva spiegarselo noppur lei , questo segreto bisogno della sua natura ; e perciò era prima così strana e la vita le sembrava così insulsa e vuota. Voleva esser madre ! La felicità del sogno finalmente avverato, fu turbata soltanto dall' improvvisa caduta del Ministero di cui faceva parto l' on. Verona, e 1m po' anche - nell'ombra - Martino Lori, suo segretario particolare. Forse più indignato dello stesso on. Verona, si mostrò il Lori per l' aggressione violenta delle opposizioni coalizzate per rovesciare, quasi senza ragione, il Gabinett~. L'on. Verona, per conto suo, dichiarò d' averne fino alla gola, d,,Ua vita politica, e che voleva ritirnrscne per ripronderc con miglior frutto e n:agg:ore soddisfaziono gli studii interrotti. Alle nuove elezioni, infatti, riuscì a vincere le prossioni iusistenti degli elettori, e non si presentò. S'era innamorato d' una grande opera scientifica lasciata a mezzo dal professor Bernardo .A.scensi. Se la figliuola, signora Lori. gli faceva l' onore d' affidargliela, egli si sarebbe provato a seguitare gli esperimenti del maestro e a portare a compimento quel1' opera. Silvia ne fu felitissima. In qucll' anno di devota, fervida collaborazione, s' erano stretti fortemente i legami d' amicizia tra il marito e il Verona. Il Lori, però, per quanto il Verona non avesse mai fatto pPsar su lui il proprio grado e la propria diguità, e lo trattasse ora con la massima confidenza , con la massi ma cordialità, fino a dargli e a farsi dare del tu, si mostrnva timido e un po' impaeciato, vedeva sempro nell' amico H superiore. Il Verona se n'aveva a male e spesso lo motteggiava. Rideva - sì - di quei motteggi il Lori, ma con una segreta afflizione: notava nell'animo doli' amico una certa amarezza che diveniva di giorno in giorno più acre ; ne attribuiva la causa al ritiro sdegnoso dalla vita politica, dalle lotte parlamentari; e ne parlava alla moglie e le consigliava di avvalersi di quell'ascendente, eh' ella pareva avesse su lui, pei: indurlo, per spingerlo a rituffarsi nella vita. - Sì I vorrà dare ascolto a me I - gli rispondeva Silvia - Quando ha detto no, è no ; lo sai. Del resto , a me non pare. Lavora con tanto impegno, con tànta passiono ... Martino Lori si stringeva ne le spalle : - Sarà così! Gli pareva però che il Verona ritrovasse la serenità di prima solamente quando scherzava con la loro piccola Ginetta che cresceva a vista d' occhio, florida o vispa. Marco Verona aveva veramente per quella bimba certe tenerezze, che commovovano talvolta il Lori fino alle lagrime. Gli diceva che stèsse bene attento , perchè qualche giorno gliE:11'avrebbe portata via. Sul sorio, veh ! non scherzava. E Ginetta uon se lo sarebbe lasciato dire due volte : avrebbe abbandonato il babbo, la mamma, é vero? anche la mamma per andar via con lui... Ginetta diceva di sì : oattivona ! pei rrgali, eh? pei regali eh' ogli le faceva, a ogni minima occassione. E che regali ! Ne soffrivano finanche, ogni volta, il Lori o la moglie. Questa, anzi , non sapeva tenersi dal dimostrare al Verona che se n' aveva per male. Non era av\'ilimento di superbia, no I Erano proprio troppi e di troppo costo, quei regali, e lei non vole,·a ! Il Verona, però, beandosi deJla festa che Ginetta faceva a quei giocattoli, scrollava lo spalle, urtato dal loro rammarico e dalle loro proteste, e finanche si rivoltava con poco garbo a imporre che si stessero zitti e lasciassero godoro la bambina. Silvia cominciò a poco a poco a dirsi stufa di questi modi del Verona, e al marito che, per scusarlo, tornava a battere su quella sua id~a, eh' era stato cioè un grave dannv per l'amico il ritiro dalla vita politica , rispondeva che questa no~ era una buona ragione perché egli venisse a sfogare in casa loro il malumore. il Lori avrebbe voluto far notare allo moglie che , in fin dei conti quel malumore il Verona lo sfogava proteggendo e facendo fel:ce la loro bambina ; ma si stava zitto per non turbare l'accordo che, fin dal primo giorno della riconciliazione, s' ora stabilito tra essi. Ciò cho egli, nei primi anni , aveva trovato d' ostile in lei era divenuto pregio, 01;a, virtù agli occhi suoi. Dallo spirito, dalla fermozza, dall' energia di lei, non più volti adesso contro di lui , egli si sentiva riempire tutto e sostenere ... E gli pareva così piena, ora , la vita e co:-;i solidamente fondata con quella donna accanto, sua, tutta sua, tutta per la casa o per la figliuola. Stimava, sì, preziosa in cuor suo l' amicizia del Verona e avrebbe voluto perciò che noll' anima della moglie non si raffermasse l' impressione eh' egli fosse divenuto importuno e fastidioso per quella soverchia affezione per Ginetta; d'altra parte però, se questa affezione troppo invadente doveva.

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