RlVlSTA POPOLAKE 323 :a chiare note, che la nuova società farà l'opposto di quanto è nei voti e nelle aspirazioni degli operai; infatti tra i componenti detto Comitato si trova perfino il Dott. Kormann di ventato famoso dal tempo della lotta contro il diritto degli operai d'amministrare da loro le Casse locali per le malattie in Lipsia. Grov ANNl CARANo-DoNVITO BIOS! - La morte è parola vana - La morte cos'è? un bene un male che diversa prende dagli effetti dell' uom forma e natura-ripeterebbe oggi Vincenzo Monti; la cessazione della vita ......i.n. segna il vocabolario, cavandose.la a buon mercato; la cessazione, in seno dell'organismo animale, della trasformazione dell'energia fisica in energia vitale - insegna la fisiologia; il passaggio -da questa valle di lagrime ad un'esistenza ultramondana - dicono i credenti - diversa secondo le molteplici religioni, poichè « nell'idee religiose di un popolo si vede riflettere nel modo più fedele e -caratteristico il suo stato, le sue aspirazioni sino .al grado preciso del suo sviluppo intellettuale >>. Per ciò, gli « aldilà » più disparati si presentano :alle fantasie, posti nelle mani immortali degli dei ~als_i_e bugiardi, di Jehova, della Vergine, degli 1dd11 groenlandesi dispensieri d'oli di foca o di balena, di quelli indiani onusti di cacciagione, degli .altri germanici distributori d'idromele nel cavo dei nemici uccisi, e via via ..,.. · Se Orazio sognasse di riscrivere a Quinto Bellio, dandogli i precetti sull'universale certezza della morte, allora Omnes e6den cogimur: omnium Ve,·satur urna, serius ocyus S01·s exitura, et nos in aeternum Exilium imposi tura cymbae ( 1 ). Se poi precipita l'artigliera dei sofismi di Nietzsche, apprendiamo: « Je vous montre la mort qui accomplit, la mort qui, pour les vivants, devient un aiquillon et un promesse >> e il filosofo, con la solita incoerenza ne' particolari , trova opportuno scagliarsi contro i predicatori della morte; i quali, se ritengono, tra l'altro, la voluttà un male, dovrebbero insegnare a non mettere al mondo figlioli. ♦ Volendomi crogiolare al sole del paradosso - che à il suo substrato positivo-affermo che la vita è voluttà anche quando la essa è tormento. In noi è sempre presente, e non lo avvertiamo spesso, il desiderio di vivere anche se invochiamo o cerchiamo la morte, spavento per il pavido, croce e delizia per l'asceta. Se scientificamente volessi restringere il concetto di vita e di conseguenza ammettere la morte, direi .che quella è il complicatissimo movimento mole- .colare del protoplasma,· mentre la peculiar vita delle citule, o cellule-stipite, è il prodotto, o, meglio, la resultante del moto vitale paterno che è stato trasmesso dalla cellula spermatica e dal moto vitale materno trasmesso dall'ovulo. Secondo il teorema del parallelogramma delle forze si può dire che l'energia potenziale è la diagonale del paralle- ( 1) Tutti siamo insieme cacciati ad un medesimo luogo; di tutti agitasi entro un'urna la sorte che è per uscirne, o più presto o più tardi , e per imporre noi tutti su la barca (la barca di Caronte , trasportante le anime al di là del Letb), mandandoci in esilio eterno, (cioè, fuori dal nostro suolo). logramma i cue due lati sono espressi dalla tensione deqo spermidio e dell'ovulo. Tutto ciò· per la teorica dell'anima cellulare, ammettendo a prior.i nelle due cellule sessuali una attività psichica inferiore (fenomeni psicofisici, determinati dalla composizione chimica del loro substrato materiale). E' provato che rn~ll' atto riproduttivo una quantità di protoplasma viene trasmesso col movimento molecolare indiv_iduale. dei ge_nitori al Gglio: da qui, il feno1:1en~ vitale d1vers_o 111 tutti gli organismi viventi. Ev1dent~mente smo ad ora abbiamo parlato in modo convenz10nale; ebbene, fate voi un discorso inverso e voi avrete parlato della morte anzichè della vita. Quella, scientificamente non esiste. E' una espressione che à un senso puramente soo-o-ettivo. Di fotti, che vuol dire - Tizio è morto{'° Che à cessat? di essere tra. noi, o, meglio, che in lui più ~on s1 mantengono 1 tre fattori del Bichat circolazione sanguigna, ossigenazione Jell' omoilobina· . . . ' b ' re~p1raz1one; p~ns1a~10 per? eh~. una stessa pa.rola usiamo allorche vogliamo dire d1 un uomo ritiratosi dal movimento sociale ecc. In questo caso avvertiamo tosto di parlare con criteri relativi· n~ll'altro ~on vogliamo pensare - noi uomini che ci repu~ tiamo centro e scopo della creazione-che all'univ~r~o i1:icommensurabile importa proprio poco che T1z10 nmanga ancora tale nei registri dello stato civile o pure si sia trasformato. Le grandi leggi della conservazione della materia e dell'energia, non ci permettono di considerare il mondo diversamente da una catena continua di fenomeni materiali e di moti collegati con un diuturno variare di forme: « ogni forma, essendo il 1·isultato, temporaneo di una somma di fenomeni di moto, e, come tale, passeggera e di limitata durata; ma nel costa_nte mutamento delle forme, la materia ~ la forza _rzmangon_o/terne ed indistruttibili: questa ~ la vera 1m~ortahta JJ; la quale esclude a priori 11 concetto d1 morte e che N1etzsche col suo solito scintillio, esprime così: Ad ogni attimo l'esistenza ricomincia; intorno ad ogni qui o-ira la palla là. 11 centro è in ogni luogo.... ' 0 Cambiano per ciò le forme, ma la vita continua a pulsare imp~ac:c1~ilmente. Concetto questo di stermrn,ata gran~10s1ta da non confondersi coll'ipotesi dell Eterno ritorno del Folkore tedesco, per il quale l'anno platonico-dai seimila ai trentaseimila anni secondo i più disparati pareri degli astroloo-i -' segnerebbe con la sua fine il rinnovamento 0 dell' universo. L'ide~ di vita_,continua, invece, meglio si adatta alle ultime e prn complete ricerche della scienza · di fatti, dato quanto abbiamo espresso sulla forz~ e s:1lla materi~ e per espri,me:mi con esempi volgari, che puo importare all umverso del precipitare d'un bolide, dello scomparire dl un uomo, del morire - adoperiamo il linguaggio comune -- di un moscerino, quando i due grandi fattori rimangono immutati? Siamo noi i pigmei che cerchiamo res~rin.ge1:e ogni cosa,. che ogni _cosa soggettivamente gmd1chiamo, eterni decadenti ... Ma noi, giudizio soggettivo assai non esprimiamo colla patologia? che è questa? la parte della medicina che tratta dei morbi; ma i morbi non esistono affatto e vi è solo g_rande ed _inflessibile_ la. legg.e dello « struggle for hfe >>. Vediamo: cons1deratev1 assaliti dal tenia. E' questo ur:i morbo? domandatelo al verme e, se potesse rag10nare come un personaggio d' Esopo, vi direbbe che esso cerca di vivere e che per lui è morbo il tenifugo ordinato dal medico. Un carciofo è aggredito da un cenobio diYoratore di parassiti. Noi diciamo che il vegetale è ammalato e non consideriamo che., giunto il carciofo a maturità, ce lo mangiamo senza per questo ere-
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