Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 12 - 30 giugno 1906

' 322 RIVISTA POPOLAH.E raia> ha, in quest-i ultimi giorni diramato, e inviato a una gran parte di persone interessate, un invito nel quale si dice che le quistioni dell'assicurazione operaia, in vista della riforma annunziata dal governo imperiale, sono divenute talmente importanti e richiedono una coHÌ radicale , profonda discussione , sotto i di versi punti di vista, cbe oramai è a sperare il miglior successo dai dibattiti che avrebbero luogo in seno alla società, nelle quali s'insisterebbe su tutto quanto potesse uni-re e si eviterebbe prudentemente tutto quanto potesse dividere. Come risulta da queste parole la società vuol rivolgersi special men te all' elemento operaio per eccitarlo , deciderlo ad interessarsi della società e a parteciparvi. · Ma gli operai tedeschi pare che siano tutt'altro che propensi, benevoli, fiduciosi verso la nuova società; e questo chiaramente si deduce da un recente articolo che il Kleeis pubblica nel « Oorrespondenzblatt der Generalkommission der Ge1·verkschaften Deutschlands » ( 1), e che noi riportiamo qui di seguito. Scrive il Kleeis: Nel grande campo della politica ·non sono mancati i tentativi per appianare i contrari punti di vista dei partiti politici o politico-sociali; hanno però essi condotto ad alcuno sia pure piccolissimo risultato? - Niente affatto! - Le lotte sociali e politiche si sono solamente accentuate ancora più. È ora possibile che almeno nel campo dell'ulteriore sviluppo dell' assicurazione operaia si chiariscano le opinioni e si trovi un compromesso? - Noi riteniamo ciò per escluso - conclude il Kleeis. I padroni comprendono che l' assicurazi~ne operaia non è una cosa a sè, non è scopo a sè, e però da entrambe le parti che stanno di fronte viene riguardata come mezzo a scopo , ed entrambe le parti prendono posizione nelle quistioni dell' assicurazione operaia, conformandosi sempre ai principii di partito e _alle loro vedute politiche. Ciò che è già una conferma, d'altronde, di tutta la storia della assicurazione operaia, la quale è sorta non come scopo a sè, ma come mezzo a scopo nella lotta politica contro il movimento operaio ; e questo infatti, nello stesso messaggio imperiale del 17 novembre 1881 , è chiaramente affermato con le seguenti parolo: e per dare alla pafria nuova e duratura garenzia per la sua inte1·na concordia ... > E, ad esser giusti, scrive il Kleeis, se l'assicurazione operaia non ha corrisposto alle aspettative , la colpa è degli imprenditori e delle classi dirigenti in genere, le quali furono verso di essa sempre ostilmente disposti. Anche pei lavoratori l' assicuraziene non ha alcuno scopo a sè; la loro aspirazione è il procacciamento di una condizione di vita che riposi su un altro più giusto ed equo fondamento sociale. Gli operai rispettano l'assicurazione, perchè essa è un mezzo palliativo per l'addolcimento, il sollievo, delle tristi condizioni sociali, ma sono sempre diffidenti e scettici. Alcuni hanno creduto di poter obbiettare trionfalmente a queste riserve, a questo scetticismo e diffidenza della classe operaia, (1) Die Gesellschaft itir Arbeiterveraicherung-in Corre::1pondenzblatt der Generalkommission der Gewerkschaften Deutsco.lands - Berlin 12 mai 1906. di fronte alla quistione ddla società per l'assicurazione operaia, facendo notare che anche nei Comitati degli uffici regionali di assicurazione e nelle Direzioni delle Casse d'invalidità i rappresentanti degl' irnpedi~ori e quelli degli assicurl-1ti lavorano proficuamente assieme. e di accordo. Senonchè in proposito rep;icano gli altri che queste corporazioni solo con la forza, con l'autorità o diremmo quasi con la coazione delle legge sono tenute insieme; senza dire poi che i loro lavori sono prevalentemente d'indole tecnico-amministrativa. Ma quando trattasi di discussioni su materia di organizzazioni o su principii di politica sociale, allora; per regola, tornano, e torneranno sempre, fra le due parti, ad appuntarsi i contrasti delle opinioni.· Nè d'altronde è da attendersi menomamente che, per mezzo delle discussioni a viva voce, le q uistioni delle riforme vengano trattate e dilucidate meglio che per mezzo· delle discussioni nella stampa, ecc., inquantochè le discussioni orali facilmente avrebbero per effetto di aumentare i dissidi ed i rancori fra le parti contendenti. La nuova società per l'assicurazione operaia (e spe • cialmente i gruppi locali di essa) !::ìÌ propone ancbe pratici còmpiti, come la fondazione di case di salute, lo stabilimento di rapporti più pacifici ed armonici, la istituzione di uffici d'inforrn_azioni, et similia. Tutte cose belle e facili a parole, ma non ugualmente facili ad attuarsi! Infatti chi ne farà le spese, i padroni o gli operai? ecco un i:,unto di -non lieve importanza, e che i fondatori della società, nella esrosizione del loro programma, molto leggermente trascurano, e quanto ai progettati ufficii d'informazioni non poche saranno le difficoltà da superare! E il Kleeis nella sna critica contro la società aggiunge: Se i fondatori della Società nutrono la tranquilla speranza di potersi con essa accattivare la gran massa degli operai, si disilludano, perchè molto si sarebbero ingannati, in quanto che la sostanza, lo scopo di tutta la politica operaia fu e rimane sempre quello di poter pensare ed agiro con la propria. testa. e secondo i propri interessi, mirando ad esercitare il maggior influsso possibile su tutti i corpi amministrativi. E' per questo adunque che la classe operaia rimarrà estranea, lontana dalla nuova società, la quale come molte delle consimili istituzioni, che mirano a.Ila riforma sociale, rimarrà nè più, nè meno che un corpo di ufficiali senza esercito. E ciò è confermato evidentemente dal fatto che l'invito od appello, di cui abbiam fatto sopra parola, è state scttoscritto da un gran mimero di Consiglieri di Stato, di medici, ecc., ma non da uno solo degli uomini cbe siano veramente nel movimento operaio. Ma già la Lega operaia di Francoforte sul Meno ha preso posizione contro la nuova società deliberando di sconsigliare agli operai la partecipazione alla società sino a tanto che non sia pienamente decisa la questione del diritto negli operai di amministrarsi da sè negli istituti di assiçurazione. Su questo la società ancora non ha nulla deciso, perchè essa finora non ha pubblicato un vero e definitivo programma. Senonchè dalla personalità del Comitato fondatore è a dedurre

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