Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 11 - 15 giugno 1906

, f ..., 288 RIVISTA POPOLARE verno non può neppure accettare la discussione su la questione della cessione delle terre ai contadini e come ba respinto la domanda d'amnistia, annullandola con una amnistia tanto parziale che è parsa una derisione; come ha risposto al desiderio della Duma di abolire la pena di morte, facendo prematuramente impiccare otto operai condannati; così ha accentrato truppe a Pietroburgo per far capire alla Duma che le parole del contadino delegato Alaci yne - Questi ministri sono ridicoli, ma sono più potenti di noi perchè hanno i cannoni, erano esattissime e potrebbero fare da pendant oppositore alla disquisizione economica e da i calcoli del deputato Herzenstein, il quale confutando il ministro dell'Agricoltura Gurko ne ha messo in ridicolo la matematica sbagliata. Naturalmente la Duma non è ancora su la via rivoluzionaria. Anche i più determinati oppositori del sistema autocratico, nella Duma misurano gli atti e le parole ; sanno che lo Tsar possiede la forca e il popolo la violenza, un deputato dei contadini ha detto: << Se il governo volesse sciogliere la Duma noi lo diremmo ai nostri fratelli ed essi deniolirebbero il paese >>.Sanno che spingere lo Tsar o il popolo ad adoperare i mezzi estremi, è un fatto gravissimo, ed implica una gravissima responsabilità. La Duma non è ancora rivoluzionaria. Lo diventerà. Per ora essa chiede per i contadini la espropriazione delle _terre, ed il rimborso,. dei proprietari. Il governo minaccia e rifiuta. Domani la Duma che oggi chiede le dimissioni del ministero, lo vorrà vedere alla barra : e allora ? I consiglieri dello Tsar dicono: - La scioglier~- mo ; la purificheremo. Non bisogna dimenticare che al Parlamento che chiedeva riforme a Carlo I. successe il Parlamento che gli tagliò la testa; e che in Francia agli Stati Generali, successe la Costituente e Luigi XVI pagò il iio delle velleità purificatrici dei suoi consiglieri. La Duma, purificata o no, chiederà dornani l'espropriazione delle terre, e non parlerà di rimborso, e non vorrà saperne. Ed è appunto questa l'opera grande della Duma, e che differenzia la Rivoluzione Russa dalla Francese e dalla Inglese; è questo addentrarsi sul terreno delle grandi trasformazioni sociali, che fa della Duma l'organismo ed i 1 fatto che avrà il posto maggiore nella storia del secolo. 8en può lo Tsar volerla sciogliere, e puri ticare: la Duma non è che la espressione d' un fatto preesistente; non è che lo esponente d'una situazione che s'impone ogni giorno di più. Gli ottanta milioni di contadini Russi vogliono la terra che è utile a loro « come le mammelle della madre, agli uomini >>.Così disse un delegato dei contadini. Ed essi avranno la terra. Ma poi dopo? Poi dopo gli operai reclameranno le officine, e i minatori le rnine. Queste voci si sono già fatte sentire nella Duma, Micailickenco, socialista deputato di operai, ha già detto che verrà l'ora in cui « bisogner:1 che i baroni della industria, facciano i conti con i lavoratori>>. E su per giù questo concetto è stato ripetuto con minore energia, ma non con minore precisione nel manifesto del partito democratico e che quattordici deputati della Duma hanno lìrmato. E' dunque una rivoluzione a carattere prevalentemente economico e sociale- al quale bensì la polica non potrà essere estranea - che sta compiendo la Duma; la Duma che se ha dinanzi a se la Siberia e le forche dello Tsar, ba, dietro di se a sostenerla la forza enorme e la volontà del popolo. Forza concorde come è concorde la Duma. Giaccbè anche questo fatto bisogna notare, perchè è significativo. Nella Duma vi sono molte correnti di opirtione, predominano i liberali, i democratici - i chiamati cadetti - vi sono i socialisti, gli autonomisti; vi sono aristocratici e popolani, possidenti e contadini e operai, e nondimeno nella sua lotta contro l'autocrazia la Duma è concorde;: è unanime come se 1111 sol pensiero, e una sola vO-· lontà animassero tutte le individualirà che vi sono, riunite. E veramente è uno solo il pensiero che anima la Duma, un solo lo spirito che la sorre_gge, una sola la volontà che le da forza: sottrarre la Russia ed il suo, popolo al governo ed agli uomini che d'oppressione in oppressione, di sciagura in sciagura la condussero attraverso le forche, le galere e le sconiìtte allo abisso profondo, alla miseria morale e materiale. Ma i consiglieri dello Tsar e lui stesso non capiscono questo grande fenomeno; e quando arhveranno a capirlo sarà troppo tardi, perchè essi possano non esserne travolti. La Duma lo avrà fatto intender loro con la voce, la forza, la volontà del popolo. Una forma di giustizia che ba una sanzione sola e non consente appelli. Uno dei delegati ha detto: « La Duma lascerà al popolo una eredità di leggi per la rigenerazione della Russia >>.In verità l'opera della Duma è molto, più grande, ancorchè meno appariscente Essa pre-. para, oggi, al popolo per lo svolgimento della suat opera sociale, i materiali di quella giustizia ch'egli; dovrà, inevitabilmente, esercitare a suo tempo. Questa è l'opera della Duma, e che la Duma volente o nolente, cosciente o no, non può fare a meno di compiere. A. AGRF.STr Sardegna ribelle ... ( Lettera aperta all' On. Colajanni) Carissimo 7Jirettore, Dacchè ho l'onore di collaborare alla sua Rivista - e sono ormai parecchi anni - - io non mi sono occupato cbe di un solo argomento: della Sardegna. 11 che potrebbe costituire per me, oggi che tutti parlano a proposito e a sproposito della nostra isola, un diritto e un dovere per riparlarne ancora, o semplicemente una buona nrg-ione per tacere e lasciar dire agli altri. Senonchè, venendomi l'invito <la Lei, che, per· più rispetti, ha diritto alta nostra profon1.L1 gratitudine, e non avendo riscontrato sui giornali che s'occuparono dei luttuosi ;;1vvenimenti sardi neppure un cenno di quel che a mio vedere salta agli occbi di chiunque osservi il fenomeno spassionaramentc, e che per ciò appunto andava subito rilevato con onesto coraggio, mi è grato aderire al suo invito e scrivere francamente a Lei - amico della nostra isola - cose che a taluni parran forse dure, stridenti, inopportune in quest'ora triste di cordoglio, ma che, per altro, formano una mia sincerissima e salda convinzione. Dopo aver protestato contro i nostri sistematici denigratori ignoranti, italiani e stranieri, mi par giunta l'ora di protestare, non meno forte, contro tutte le storture di criterio, d'indirizzi, di sistemi di metodi seguiti si 1.1' ora in Sardegna: contro certa tirannia medioevale bilanciata da certa impostura moderna, impenersanti l'una e l'altra come epidemie furiose per tutta l'isola estenuata. E' ora di meditare seriamente su tutti i pas i falsi, su tutte le indolenze e le osti nazioni colpevoli, sLl tutte le chimere esaJ tutrici di folle dolorose e incoscienti,

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