Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 11 - 15 giugno 1906

RIVISTA POPOLARE 287 zione di « Terra e libertà » che dette ai lottatori della libertà ed al capestro Valeriano Oninshj, Sotìa Perowsk.a ja, Demetrio Lisogub; e che parve strangolata per sempre dalla corda d ~1 boia, ammutita per sempre nelle casematte della fortezza di San Pi çro e Paolo, sepolto per sempre nelle atroci mine di piombo siberiane - delle quali è proprietario il benigno Tsar Nicola Il0 parlerebbe oggi di nuovo, a tutta la Russia, al mondo in ti ero per bocca dei contadini; e ripeterebbe, immurate 1 le sue parole, la sua divisa, la sua volontà: Terra e libertà? Ed i contadini a proposito dell'amnistia ricordano i caduti in nome di <e Terra e. libertà >> e dichiarano: « Noi per l'opera loro siamo quì a fare gli in te ressi del popolo Russo ; essi vollero quello che noi vogliamo, non è giusto che noi sediamo alla Duma e d1e essi languiscono in galera». E se talono osserva come volle osservare Jorembjne che ciò darebbe la libertà ad elementi pericolosi essi rispondono con una grande parola di giustizia. « E' meglio che escono in libertà anche i colpevoli piuttosto che vi debbono languire gli innocenti ». Questi contadini senza accorgersene portano grandi parole di storia. Non sono quali credevamo essi fossero. Ed io ho idea che anche a proposito dei Cosacchi debba esser così. Certamente essi massacrano la folla, e quando dai loro Atamanni sono scatenati sul popolo - specialmente inerme - tutti i loro istinti di predoni nomadi della steppa si svegliano e più uccidono, e più vorrebbero uccidere; eppure se si pon mente che circa due mesi fa un reggimento di Cosacchi si rifiutò in mn.ssa di prestar servizio di polizia; se ci si ricorda che nel gennaio scorso, una petizione di uffìciali di Cosacchi fu presentata allo Tsar per chiedergli che i Cosacchi fossero esonerati dal servizio di repressione dei tumulti popolari; se si pensa che Pauloff - deputato di Contadini Cosacchi - è uno dei più energici uomi_ni della Duma e che chiede risolutamente le terre a nome dei suoi mandatarii ; se si riHette :i tutto questo, allora l' azione dei Cosacchi nei tumulti popolari passa in seconda !ìla, e involontariamente ci si domanda: - Ma è poi vero che lo 1'sar può ttdare ciecamente SLl loro? - Perchè il grande problema è questo. I Contadini sono veramente rassegnati alla loro miseria? I militari, e specialmente i Cosacchi, sono veramente fedeli? Elementi certi per rispondere non ce ne sono. Nè i contadini si sono ancora apertamente ribellati allo Tsar; nè i Cosaccl1i hanno ancora in massa, preso partito per la Duma contro i reggimenti della Guardia, la cui fedeltà è indiscutibile come il reggimento Pojebraicnshi, e gli Usseri rossi. Tuttavia i tumulti agrarì che hanno avuto luogo quà e là nell'impero Russo, e la terribile agitazione agraria che ora dilaga nell'frnpcro dànno il diritto di credere che i contadini d'oggi pensano diversamente da quelli del tempo di Pietro I e Caterina; e le rivolte dei marinari e il malcontento degli artiglieri sembrano promettere alla Duma una certa forza ; il giorno che essa sentisse la necessità di servir~ene. Può anche darsi che l'arrivo a Pietroburgo dei deputati Cosacchi e Siberiani eserciti una influenza anti-autocratica sui mili tari Cosacchi. Noi troveremmo allora che ci siamo immaginata, cd abbiamò conosciuta una Russia molto di versa da quella che è in realtà. Certo si è che oggi la Duma ha messo mano a compiere un opera molto ardL1a. Essa fin dal primo giorno che è stata riunita si è' sentita e si è dichiarata un potere, anzi l'unico vero e legittimo potere della Hussia; e lo Tsar, che non resistette, quando Pobiedonostezcff gli consigliava la resistenza-e d'altra parte, la resistenza avrebbe forse, precipitato gli avvenimenti - dovrà cedere tutto, perchè la Duma non i ntend:! essere un parlamento, una potenza, una rappresentaL1Za da burla. La Duma intende fare essa la legge, vuole, essa, scelti nel suo seno gli esecutori della legge stessa; ma a chi guardi attentamente, questa non è - in fondo-che la parte minore di ciò che chiede e che vuole la Duma. La· politica, è soltanto la veste, la forma della Rivoluzione Russa: l'opera della Duma tende ad esplicarsi e svolgersi sul terreno delle applicazioni sociali. Questa è la grande, la sostanziale differenza fra la H.ivoluzione Francese e questa Russa. Che il conte Hcyclen ripeta, in un momento che si presenta quasi simile, le parole che Seyes pronunziò all'inizio della Rivoluzione Francese, che il Principe Dolgouroki faccia pensare con la su I azio,- nc, all'azione svolta dal Went\~·orth, conte di Stratford, nel parlamento Inglese, prima d'essere fatto ministro di Carlo I, che la Duma abbia lontanamente i caratteri degli <e Stati Generali »; che lo stato d'animo degli operai Pietroburgbesi abbia oggi certe similitudini con lo stato d.' animo degli operai Parigini del 1789 non è sorprendente; non è cosa che possa meravigliare; ma, al tempo stesso, tutto ciò non autorizza a pensare che la Rivoluzione H.ussa, sia il bis in idem della Rivoluzione Francese, · come questa 1 malgrado alcuni caratteri similari, non lo era della Rivoluzione Inglese che concluse alla decapitazione di Carlo 1°. E' un fatto che le qualità principali dello Tsar Nicola Il. 0 sono le qualità che erano dominati in Carlo l.0 ed in Luigi XVI. Una grande religiosità, una forte opinione di se; l'indecisione nell'agire, la lent:ezza nel decidere, la doppiezza nel trattare, la faciiità inconsulta nel promettere e ia nessuna premura nel mantenere; queste che furono le maggiòri colpe di Carlo I e di Luigi XVI, lo sono anche di Nicola II. Il t~mpo stesso tanto Carlo quanto Luigi possedettero le virtù che Nicola possiede e che fanno onorevole ogni semplice cittadino. L'affetto per la sposa cd i tigli, la li bcrali tà verso gli ami ci, l' affabilità grande, il desiderio di operare il bene, sono comuni ai tre sovrani che si sono trovati faccia a faccia col loro popolo. Due già ebbero a provare che q~1clle virtù sono insufficienti, e che le manchevolezze sono troppo gravi per un che debba e voglia governare un popolo; ora è Nicola 11 che sta facendo la prova e si trova di fronte la Duma. La Duma che ha una volont~t da applicare , un programma da svo.lgere ed un popolo dietro di se. Le analogie con la Rivoluzione F rancesc si arrestano quì. Poichè mentre la rivo1L1zionc Inglese ebbe da risol vcrc Lllla qLiestione principalmente religiosa-e che si complicò d' una questione politica, la cui durata e soluzione non furono che clhmere, fra protetccrato di Cromwell e il ritorno a CarJ.o 11 - e la Rivoluzione Francese ebbe da risolvere una questione politica che si complicò, per incidenza, dcli.a questione sociale - risoluta con la decapitazione di Anacharsis Clootz e la morte di Baboeuf - .la Duma è chiamata a risolvere una questione sociale. Si può d'ire, anzi, tutta la q uestionc sociale; poicbè un mutamento della organizzazione della proprietà fondiaria implica il conseguente e relativo mutamento di tutta la organizzazione della società. atLualmentc il governo nominato dallo Tsar respi ngc nettamente, recisamente, brutalmente .le richieste della Duma. Gorem)rk.inc ha dichiarato recisamente che il u-o b -

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