Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 11 - 15 giugno 1906

RIVISTA POPOLARE 283 nonostante che abbia trovato dei difensori in due nostri cari amici di parte avanzata: Quirino Nofri e il Prof. Graziadei. Perciò non sappiamo menomamente approva1~e i Comizi dei ferrovieri, che consigliano e quasi impongono il riscatto. Ohe ne sanno essi delle insidie che si possono nascondere nel contratto? Hanno essi letto gli articoli dell'on. Saporito-Ricca? Possono dimostrare sbagliati i suoi conti? . Nulla di tutto ciò. I ferrovieri non vedono che un lato solo della questione: quella della loro posizione. E per assicurare la posizione di poche migliaia di lavoratori l'Italia dovrebbe andare incontro alla. perdita di un paio di centinaia di milioni ! E' 11napretesa degna di tutti i Branconi del corpo ferroviario italiano. Meno male se non ci fosso modo di provvedere alla posizione dei ferrovieri delle Meridionali anche senza procedere al Riscatto ; ma si sa che gli articoli del progetto Carmine-Sonnino, che li riguardano saranno 8tralciati e certamente approvati dal Parlamento, togliendo ad essi ogni pretesto di agitazione. Qnesti Comizi, quindi, fanno il giuoco dei capit.alisti ed autorizzano tutte le malignazioni possibili sui loro promotori. Al travolta l'agitazione dei ferrovieri costrinse il ministero Zanardelli a recedere della lite colla Società esercente ed a far loro guadagnare molte decine di milioni, che furono pagate dallo Stato, cioè dai contribuenti. Si deve ripetere il giuoco? Ci sembra un pò troppo. Al riscatto sicuramente si verrà; ma lasciamo che coloro che hanno la grave responsabilità di presentarlo e di farlo approvare ottengano le migliori condizioni possibili nello interesse pubhlico. Una sessantina di milioni lo Stato guadagnava col progetto SonninoOarmine. Noi speriamo che qualche altrr. cosa si potrà otte-. nere dagli on. Giolitti e Gianturco. I ferrovieri che vo• gliono loro forzare la mano , anche senza volerlo, funzionano, in questo momento da alleati dei capitalisti, che a parole combattono ed a fatto hanno sinora aiutati. + Repubblicani e socialisti. - Il nostro stelloncino sulla cavallaia 1·epubblicana è stato interpretato dall'amico direttore della Libertà economica come biasimo sostanziale per la irreconciliabilità tra il programma economico dei repubblicani e quello dei socialisti. Sentiamo il dovere perciò , di chiarire meglio il nostro pensiero. L'ironia nostra colpiva il gruppo repubblicano pel modo con cui era stato proclamato l'appoggio del partito nelle elezioni parziali del 3-10 giugno: quell' appoggio non era stato chiesto dal partito socialista ; perciò 'non era gradito e in casi simili non sarebbe stato ricambiato. Che noi ci fossimo bene apposti lo ha dimostrato l'Avanti! il quale si è vantato che i socialisti abbiano ottenuta la vittoria confro il blocco borghese, compresi i 1·epubblicani. Ora questa affermazione è un indice delle buone o meglio delle cattive intenzioni dei socialisti verso i repubblicani ; e queste intenzioni sono tanto più cattive in quanto che ciò che dice il giornale del partito socialista è assolutamente . contrario alla verità: dapertutto i repubblicani e i radicali hanno appoggiato i candidati socialisti, alcuni dei quali non sarebbero tornati alla Camera senza tale sincero e caloroso appoggio. Le vanterie dell'Avanti I quindi danno la misura della gratitudine dei socialisti e provano che noi avevamo tutta la ragione nel deplorare l'attitudine troppo cavallerescamente precipitosa, assunta dal gruppo parlamentare repubblicano. In quanto alla pregiudiziale derivante dalla inconciliabilità dei due programmi non siamo di accordo colla Libertà economica. Noi siamo intervenzionisti, anzi socialisti benchè a modo nostro e non abbiamo quindi le antipatie e le antinomie dei liberisti e individualisti, che possono bene intendersi soltanto cogli anarchici sindacalisti. Pensiamo altresì che i rep11bblicani - anche non socialisti-e i collettivisti pos~ano ancora pere,)rrere insieme molta via contro comnni nemici prima di sentire il bisogno di dividersi. Solo un fanatico ubbriacato degli nltimi ri,mltati delle elezioni francesi, com:~ J•1les Gnesde, può credere e pensare che fra q tJattro anni la Fran~ eia sarà pronta a passare ... al collettivismo. I socialisti che hanno la testa snl busto si contenterebbero di arrivarvi fra un secolo. Perciò noi stiamo per l'accordo tra repubblicani e socialisti nelle lotte elettorali ed anchA nelle parlamentari ; ma vogliamo accordo su basi eq ne . s·1lla base dell'uguaglianza e della reciprocità: accordo dignitoso. e proficuo, non deiizione u·niliante e S!licida. Notiamo infine che nello stelloncino sn cui, ritorniamo adesso e' era una punta contro la scimiottaturn nei procedimenti parlamentari adottati e proclamati nell'assenza del grnppo parlamentare socialista; in proposito non abbiamo rn1lla da modificare e se potessimo renderemmo più acuta la nostra punta. + Aberrazioni. - Pe1· motivi delicatissimi ci siamo astenuti dall' intérloq uire sul proce~so Nasi, che dura da tanto tempo e eh' è causa di pertùrbamento politico e morale in nna laboriosa e colta città di Sicilia quale è Trapani. Continueremmo a tacere. anche provocando giudizi poco lnsinghieri sul nostro conto, se le manife · stazioni di Trapani all' annunzio della decisione della Cassazione che dichiara inammissibile il ricorso dell'ex ministro della· Pubblica istruzione non sorpassassero ogm misura. Nulla diremo sul merito dell'accusa, eh' è ancora controversa ; ma a noi sembra che le dimostrazioni di Trapani contro la Corte suprema rappresentano una deplorevole aberrazione, che fa il paio con quella che in minori proporzioni si ebbe in Palermo all'epoca del secondo processo Palizzolo. Noi non abbiamo alcuna simpatia per la Cassazione di Roma , che altra volta dette spettacolo triste di servilismo quando giudicò, contraddicendosi, sulla legalità dei Trihunali militari e delle loro sentenze nei processi pel moto dei Fasci di Sicilia nel 1894 e pei moti del 1898; ma in questo caso ci sembra inattaccabile, non ostante il parere di verso del Proc. Generale Comm. Oronzo Quarta. Di fronte al processo Nasi, come pel processo Murri, si preten fono decisioni, che non sarebbaro state chieste e sperate per un qualsiasi povero diavolo- La legge vuole che per invocare il rispetto di certi diritti l'accusato si costituisca in carcere· ora Nunzio Nasi se ha le sue buone ragioni per tene:si al largo, non ne ha alcuna la Cassazione per fare in suo favore delle eccezioni, che riuscirebbero mostruose e che sarebbero invocate in casi , che non avrebbero ~lcuna parvenza di carattere politico. Trapani conservi tutta la sua ammirazione e il suo affetto per Nunzio Nasi, se lo crede innocente; ma non pretenda privilegi, che finirebbero per discreditare la fai.nto discreditata amministrazione della giustizia. Le dimissioni in massa del Consiglio Oomunale e le dimostrazioni in piazza coprono di ridicolo Trapani senza giovare a Nunzio Nasi. + Mercatelli assolto.- Nel n.0 2 di quest'anno ci siamo occupati delle gravi accuse eh' erano state lanciate contro il Oomm. Mercatelli rappresentante dello Stato nella colonia del Benadir. I particolari che erano stati pubblicati sulle accuse e le qualità degli accusatori principali, alcuni ufficiali dell'esercito e della marina in attività di servizio, le rendevano credibili; la credibilità cresceva per l'indole dei fatti de-

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