Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 11 - 15 giugno 1906

282 RJ V I S T A P O P O L A R E :narchia che in un caso solo; e cioè:. nel ca8o in cni, •come in Francia il clericsli~mo ineUesHe in p1•.rirol0 1 le pubhlit;he libe;t,à e gl'interessi snpremi della civiltà. + L'ultimo delitto anarchico.-Gli nomini, che •coi lnro att.i rlison0rnno una teoria, che ha pure al- ·cnni la ti sed ncenti; gli uomini che foro no capaci del ·delitto di Chica~o, della bomba del Liceo in Bar- ·cP-llona o di cento altri, coi quali non miravano a colpire una data persona ritenuta, non importa se ingiustamente, colpevole e responsabile delle presenti iniquità Rocia1i, potevano e rlovev·ano essP-re ritennti cap1rni dell'nltimo scellerato delitto di Madriò. In ci11esto r.ome nel precedente di Parigi, alnwno esRi intendevano farsi vindici del proletariato contro il rappresentante dell!\ monarchia la più. arret.nda e pitì reaziona~ia di Europa; colle bombe di Chicago e di Barcellona, in vece, gli anarchi~i intPsero colpire ari.- dirittura le stesse vittime dell'organizzazione sociale che essi detestano e combattono crimino~amente. Cbe cosa c'è di vero nel complotto di Ancona e di Washington e nelle intenzioni attribuite ::i.gli ::inarr.hir.i di attentare alla vita del Re d'Italia, del PresidPnte Roosevelt e di altri capi Stato? Noi non lo sappiamo; può darsi che ci sia dell'esagPrazione; è poRsihile che si tratti d'interessate invenzioni di poliziott.i. CPrto è che dopo gli asRassini di Carnot. di Umberto I, del- ]' Imperatrice d'Austria - una donna inerme e sventurata!-nessuno potrà TIP.garela r.ap::ir.it.à a delin'111ere degli anarchici e la grande probahilità della esiRtenza del complotto. Quando si pensa che col terrore,. che gli anarchici intendono spargere essi riescono soltanto a farsi detestare da tutti gli nomini e da tntti i partiti. rendflndo perciò, sempre più lontana la possibilità della realizzazione dei loro ideali, si deve sospettare che in loro il perturbamento intellettuale debba essere maggiore del pervertimento morale. C'è forse l'nno e l'altro. Ma se ci fo8se soltanto la mania omicida non Rarebhe minore nella società il diritto e il dovere di rlifenderRi. Chi uccide un cane iclrofobo crede forRe di ritenerlo responsabile moralmente della sua idrofobia? + L'ultima sconfitta della democrazia cristiana. Il Vaticano contro Romolo Murri. Preannunziato dai giornali politici nell'ultimo numero della Oultw·a Sociale e' è l'annunzio de·lJa sua ceRsR.- zione. Dice la dichiarazione: « La direzione della Cultura Sociale non ignorava come da parecchio tempo le idee e l'indirizzo politico sociale ·della rivista erano male accette alla superiore autorità ecclesiastica , la quale non mancò di far conoscere tale suo gindizio. esortando anche parecchi ordinari a vietare ai chierici la lettura del nostro periodico. Oggi le cose sono giunte a un punto che non ci è più possibile tacerne. Dolenti di non saper disapprovare alc11ncbè del nostro passato nè mutare l'indirizzo della rivista. che a noi è parso sempre il più rispondente alle esigenze solidali della cultura e del cristianesimo, e non volendo d'altra parte evitare un conflitto con l'autorità eccleHiastica., preferiamo sopprimere dopo otto anni e mezzo di vita non inutile e non ingloriosa la Cultura sociale.... ,. Nella rubrica Sulla via, nella quale Don Romolo Murri più spesso si abbandonava con maggiore espansione alla pol_emica sincera ed efficace con grande amarezza soggrnnge: e La via, grande via dell'azione e della vita pubblica qui finisce per noi. Ci mettiamo fuori e prendiamo i sentieri montagnosi della scienza. La compagnia della strada grande ci ha nauseati e stancati. Da molto tempo noi la seguivamo senza piacere e senza fiducia, alacri nell'aspetto, ma con nna segreta stanchezza. nel cuore, solo per amore di quei parecchi che erano venuti, da un tratto più o meno lungo percorrendola con noi e che, per continuare, guardavano a noi. ,. 4. Ma troppe viltà, troppe insidie , troppe vergogne ci toccava vedere, di troppe , pur volendo segnalarle, ci toccava tacere; e quando l'una o l'altra esercitava la no:1tra penna, noi dovevamo ancora moriernre . lo sdegno; poichè nella società nostl'a, e anche nel c:"'ttolicismo nostro!' no amore troppo vivo della ventà e della giustizia p11ò parere stranezza di gente che non sa vivere, imprndenza da farsi gridar la croce addosso da tutti. » Ai nemici Don Mnrri fa la minaccia finale di poterli qualche volta incontrare sulla via. Allora dovrebbero essere botte da orbi ! Ma si può vi vere sicn ri che non assisteremo allo spettacolo, che potrebb~ riuscire ntile. Don Murri cede le armi, perchè vuole restare cattolico e non semplicemente cristiano. Ora egli dà mostra di poco ingegno non accorgendosi che èultmt{l, e c1·istianesimo. q nale si è Venuto elaborando in venti secoli nella forma cattolica sono termini inconciliabili; lo sono ancora di più cattoUcismo e democn1zùt che possono andare di accordo come l'acqua e i I fuoco. Vuole restare cattolico Don Murri? Ebbene rinunzi alla cultura ed alla democrazia: accetti integralmente il Sillabo ch'egli ha osato deridere e combattere. Non è infallibile il papa? Ebbene che vanno almanaccando questi preti insolenti che vorrebbero ridurre ad. una farsa l'infallibilità col dare consigli a chi non pnò riceverne, ma deve dare ordini, che devono essere ese • guiti senza discussione ? Il papato è logico; sono fuori della logica i democratici cristiani. Pio X eh' è in mano di Alguazil travestiti da cardinali penserà a farveli rientrare renàendoli innocui colla castrazione. Il Papato non mostra alcuna simpatia colla demo crazia cristiana flll'estero: i suoi fedeH e ciechi strumenti recentemente hanno combattuto l'abate Daens nel Belgio e l' abate Lemire in Francia ; e ali' estero non ci sono le ragioni politiche speciali che esistono in Italia per combatterli. Don Mnrri, Padre Semeria, Don Stomzo, e pochi altri democratici cristiani sinceri, che hanno cultura ed ingegno come non si sono accorti che essi non possono trascinare nella loro orbita il Papato senza ammazzarlo? Un' ultima osservazione. Il Vatic::ino ha ridotto al silenzio Don Murri senza scomuniche e senza ricorrere alle armi spirituali ; g;i è servito di un mezzo semi rivoluzionario, tutto terreno: ha boicottato la Cultura Sociale e l'ha presa per fame .... Quanta bassezza! + Pel riscatto delle meridionali. - Siamo convinti che il riscatto delle ferrovie meridionali innestate tra le linee esercitate dallo Stato sia conveniente per tutti : per lo Stato, per la società e per le popolazit,ni · attraversate dalle medesime. Ma il riscatto delle meridionali rappresenta un'operazione di centinaia di milioni, che non può eEisere discusso in Comizi d' incompetenti. Crediamo che esageri i suoi calcoli l' on. Saporito Ricca, che combatte strenuamente il riscatto; ma il vederlo propugnato con tanta insistenza da grandi giornali e da riviste e da Camere di Commercio, che hanno intime relazioni col mondo della finanz::i, ci fa sospettare che esso sia un troppo b11on affare pei capitalisti, che hanno nelle mani le azioni delle società. Questo sospetto ci tenne sempre incerti e non ostante le nostre simpatie pel Ministero Sonnino e la nostra fìlucia nella competenza del ministro Carmine, di fronte alla gravità del problema e degli interessi colossali, che implica, ci astenemmo dalla lode e ù alla critica. Rimalliarno ancora dubbiosi sulla bontà del rrogetto Sonnino-Carmine,

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