Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 11 - 15 giugno 1906

KIVISTA POPOLARE 299 L'opera mia a Tuskegee fu iniziata quando i negri cominciavano ad essere privati dei diritti politici. Vi erano ancora alcuni che votavano, ma pochi nell'Alabama, quando io vi venni, tenevano degli uffici. Alloru i negri conservavano la loro buona indole abituale, ma pochi conservavano nel loro cuore la speranza di potersi elevare. L'opera più importante fatta. da Tuskegee è stata quella di mostrare che e' era un grande avvenire pei negri neJI' agricoltura, nell'industria, nel commercio, nella lotta economica. Noi non cercammo però, d'infondere nel loro animo l' idea che i diritti politici non avevano alcun .valore e non erano necessari, ma. piuttosto tentammo di convincerli che l'efficienza economica era la base dei dirit,ti politici e che a misura che essi stessi divenivano i fattori del loro sviluppo economico, i diritti politici sarebbero ritornati necessariamente e naturalmente a loro. L' opera più importante della nostra scuola è stata quella di cambiare l'idea della massa negra sul lavoro manuale. Quando l'Istituto di Tuskegee fu aperto in generale nel Sud i negri erano avversi all' istruzione industriale. Oggi la battaglia è vinta. Il maggiore successo di Hampton e di Tuskegee è stato quello di 1:11utare la veduta dei negri in questo punto: che l'istruzione industriale per loro non è una eccezione eccentrica· Qualche cosa è stata fatta durante gli ultimi venticinque anni nell' interessare i bianchi del Sud in favore dell'educazione dei negri. Pel futuro di entrambe le razze è importante di stabilire una soddisfacente intesa nelle loro mutue relazioni. E ciò che ho fatto in questa direzione mi fa sperare che si potrà contare sulla simpatia e sulla cooperazione delle migliori classi dei bianchi in favore della edncazione dei negri. Ritengo che l'opera di Tuskegee debba essere perfezionata e intensificata e non allargata. So per esperienza inoltre che dovunque vado a parlare adesso non accorre soltanto la massa negra, ma viene anche la parte migliore dei bianchi e sono convinto che qnesti meetings, sono eccellenti per le buone relazioni delle due razze e favoriscono gl' interessi di entrambi. Nella fase in cui si trovano attualmente i negri mi sembra inutile di predire ciò che avverrà nel campo delle loro rigenerazione economica e morale nei prossimi venticinque anni ; ma ritengo che non ci sia da scoragg-iarsi e da disperare sulla loro situazione. Vi sono attualmente circa 10 milioni di negri negli Stati Uniti. In venticinque anni, a giudicarne dal presente tasso di accrescimento saranno 15 o 16 milioni: un poco più della popolazione riunita del Belgio e dell'Olanda. Sotto alcuni aspetti la posizione dei negri negli Stati Uniti è simile ·a quella degli Ebrei in diversi paesi. Essi co stituiscono una nazione entro la nazione. Ma vi è questa differenza: gli Ebrei negli Stati Uniti non sono più di un milione. Ora credo che se sarà continuata ed estesa l'opera della scuola di Hampton di Fisk e Tuskegee in guisa che tutti i negri potranno trarre benefizio dalla istruzione ed educazione che vi s' impartisce per loro si può guardare con fiducia al loro avvenire e che se essi non raggiungeranno la posizione della razza ebraica meravigliosamente dotata, es~i però potranno raggiungere la condizione d' indipendenza, di attività economica dei Belgi e degli Olandesi. In quest0 senso devono essere fatti tutti gli sforzi. Negli ultimi anni si è ripetutamente e insistentemente domandato: « Supponendo che i negri s' impadroniscano della civiltà dei bianchi; quali saranno le relazioni tra le due razze? > Molti di coloro che si sono posta la domanda banno risposto in questo modo: « Se i negri sono destinati a rimanere negli Stati Uniti ed a competere colla razza bianca nelle varie forme di lavoro fiHico e intellettuale una di q11este conseguenze si avrà: o la razza più debole sarà esterminata dalla più forte o le due razze Sl fonderanno ,, . Io non temo alcuna delle due conseguenze. Comunque dev'essere ben fisso nella mente che se l'amalgama. delle due razze dovesse verificarsi, l'assorbimento del1' una nell'altra non potrebbe essere compiuta senza il consentimento dell' una e dell'altra. Non credo che i negri siano destinati a scompa.rire ; credo in vece che cresceranno di numero a misura che progre1iranno moralmente e intellettualmente. Penso che il processo di amalgamazione si verifichi meno rapidamente sotto la libertà che sottc la schiavitù. Sino a tanto che si credeva che tutto ciò che era buono era cosa dei bianchi e tutto ciò eh' era cattivo era qnella dei negri, si sapeva , era naturale che q nesti ultimi desiderassero in tutto, - nello stile, nei costumi, nei pensieri, nel colore della pelle - divenire bianchi. Ma adesso che i negri cominciano a convincersi che essi possono elevarsi rimauendo quello che sono e che possono avere la loro propria mi::1siono n~I mondo, il desiderio di questa sostituzione della razza vada rapidamente decrescendo. La possibilità che i uegri vengano eliminati colla forza dev'essere da loro guardata in faccia precisamente come banno fatta altre razze. La loro posizione sotto que::ito aspetto non è differente da q11ella degli Ebrei. In ogni modo è una quistione a eui non può sottrarsi emigrando in altri paesi. Anche se si ricoverassero in Africa i negri sarebbero meno protetti contro le usurpazioni e la competizione dei bianchi che in America. Sono convinto che chiunque esaminerà il problema serenamente vorrà conchiudere che la sola salvezza della razza negra, come di qualunque altra razza, sta nello adattamento alle condizioni del resto del mondo , nel rendersi indispensabili ai propri vicini in guisa che il mondo debba non solo tollerare, ma anche desiderare la loro presenza. Tutto ciò è vero specialmente nel Sud degli Stati Uniti più che nel Nord, dove il negro ha minore possibilità di lavorare. In breve i negri devono rima.nere dove stauno ed elevarsi con tutti i loro sforzi. Tutta la filosofia del problema negro può riassumersi in queste tre parole: pazienza, persistenza, fortezza. La reale grande aspettazione sul problema deriva dal fatto ·che i negri, date le loro condizioni, hanno fatto il meglio che pÒtevano. BoOKER T. vVASHlNGTON

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==