292 RIVISTA POPOLARE produce m sè un primo barl urne di idea (la reattività, per esempio, che è il lontano prodromo della percezione e del pensiero). Procedendo nel suo svolgimento essa si differenzia, si complica, dà origine a poco a poco all' universo come ora esiste ; e, insiewe con essa, si differenzia, si complica, si perfeziona l'idea, diventan• do, lungo tutta la scala degÌi esseri, fino al pensiero umano, sempre più chiara, alta, co ciente, di-;tinta. Ora, per scorgere quanta sia l' affini ta che ha con questa la metafisica hegeliana, occorre anzi tutto ripensare quest'ultima all'inverso del come la concepisce e la espoue il grande filosofo di Stutt,garda. In vece di partire da 11' idea e dall' essere indeterminato , en tit.à primitive, partiamo dai dati che ci presenta la realtà attuale. La specie u111ana, ultima e più attuale manifestazione della realtà, da che cosa fu prodotta? Da uno sforzo verso una forma di vita su peri ore operante in una specie precedente ; ossia da una confusa tendenza .x.rerso qualche r.osa di più alto, da un oscuro impulso verso l'umanità, vale a dire, insomma dalla idea di uomo, operante in quella specie precedente. E questa specie precedente da che cosa fo alla sua volta prodotta? Da un consimile sforzo verso qualche cosa di superiore, operante in una specie ancora precedente a quella che diede origine all' umanità, ossia dall'idea di questa qualcosa di superiore, dal\' idea insomma di questa seconda specie che agiva nella prima, la sospingeva, la riplasmava, entro certi li111iti, novellamente. E via cosi finchè arriviamo alla primitiva materia indistinta. Questa, da che cosa può essere stata prodotta? Dal medesimo processo che vedemmo operare negli stadi ulteriori , cioè dallo sforzo verso di essa, dall' idea di essa, ossia, in questo caso, dalla pura e semplice idea indefinita e generalissima di essa materia indistinta. Riprendiamo ora 'la concezione hegeliana dal suo punto di partenza. L'ente prit.no è un barlume di idea, un' idea così indistinta, vaga, inafferrabile, in confronto per esempio con quella realizzata e concretata nel pensiero umano, come è la materia, primo ente dei materialisti in confronto dei modi , delle complicazioni, delle specificazioni del la materia <1 uale ora la vediamo concretata e distribuita nella innumerevole varietà dei corpi attualmente esistenti. Questo barlume di idea, questa idea elementare, ente pri1110, produce in sè un primo barlume di materia. Diventat.o c:osi concreto, questo elemento ideale (che è insowma il principio plastico, o ciò che si potrebbe anche cbia111are Volontà o Forza) si move nel seno di q11el primo barlume di materia indistinta verso ulteriori sviluppi e Il uove complicazioni, spingendo a tali sviluppi e a ta'.i complicazioni precedeo temente abbozzati iu potenza dallo stesso elemento ideale) la rna.teria medesima (mens agitat molem). Cosi l' idea produce a poco a poco tutta la natura, e, da ultimo, col dar origine al pensiero umano lo spirito, ver 111ezzodel quale la natura acquista la coscienza di sè medesima. Cosi inteso, è chiaro che l' hegelianismo non differisce praticamente dalla metafisica materialista. L' u · nico punto di divergenza è se l'ente primo sia stata la materia, la quale abbia. dato origrne ali' idea, o se l'ente pri1110 sia stato un elemento ideale il quale abbia dato origine a una primitiva forma di ciò che cade sotto i nostri sensi come materia; e, inoltre, se l'iniziativa (per cosi dire) del progressivo cangiamen-- to, del divenire, spetti al meccani8mo mat.eriale o al1' elé·nento ideale (problema delle canse finali). Come si vede, la questione è di pochis~ima importanza concreta. E noi potremmo benissimo aderire all' hegelianismo (così inteso), tanto più che esso troverebbe la sua conferma in quella teoria fisica la quale ritit-ne che l'elemento ultimo e inid11cibile della 111ateria (l'atomo) sia un puro e semplice complesso di forze inestese e immateriali. Entrambe le teorie avrebbero alla radice un pri:110 identico mistero: l'una come dalla materia sia potuto sorgere l'elemento ideale, l'altra come da quest0 sia p0tuto scaturire la materia. E così concorda perfettamente colla concezione po sitivista la famosa formula hegeliana « ciò che è razionale è reale e ciò che è reale è razionale ,. . Ciò che deve esistere data l'insieme della evoluzione precedente, dato il complesso di cause preagenti (vale a dire quello soltanto che in base a quei precedenti è 1·azionale che t:,Sista) esiste anche effettivamente, è reale; e ciò che esiste effettivamente, ha in quei precedenti le ragioni che necessariamente lo determinarono, cioè, dati quei precedenti, è 1·azionale che esista. Questo concordare della metafi::1ica hegeliana (così intesa) colla metafisica materialista, è stato, del resto notato tra altri, da unJ storico della filosofia tutt'altro che materialista, il Weber (Alfred), il quale scrive: « l l materialismo contemporaneo non si trova solamente d' accordo col materialismo del XVIII secolo e col materialismo greco, ma anche colle dottrine e:-i senziali dell'idealismo tedesco e del panteismo spinuzista ... La differenza che sussiste tra il monismo materialista e il monismo idealista, è che il primo uegà risolutamente ogni finalità, mentre il secondo, i.:ipirandosi al la G?'i· tica del Giudizio di Kant, rìcono::ice nella natura, se non le intenzioni d' nn creatore trascendente, almeno una finalità immanente. L' Idea di Hegel è il fine supremo della natura che si realizza mediante un' evoluzione fisica e logica insieme: li,;iea, in quanto è incoscieute; logiea, in quanto esclude il caso. Essa si identifica così in realtà, con ciò che Schelling e sopratutto Schopenhauer chiamano la Volontà » (1). Ma dell' hegelianismo è stato detto che esso diventa una filosofia diven.;a in ogni di ver.:lo cervello per cni passa. Se quindi esso fosse inteso nel senso che l'idea creatrice sia fin da principio un' idea cosciente (un io), non solo pari a (]_uella che si concreta nell'organismo umano, ma intinitamente s tperiure e più potente, allora questa idea sarebbe nient'altro che un dio, e con ciò l' he~eliani1:1mo precipiten;bbc in una difficoltà insuperabile, nella fornia;i;ione cioè cl.' un entità trascendente assolutamente i11adeg11ata :illa mente nmana, di un vero e proprio noumeno, mentre l' hegelianismo (1) Alfred Weber - Hisloire de la philosophie européeone, Fischbacher, 1905, pag. 581.
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