RIVISTA POPOLARE gniamo; ogni arte formerebbe la sua Cassa, a cui favore potrebbero intervenire enti pubblici o privati, e privliti filantropici, benemeriti mecenati. Quando veoi11seil tempo di una Esposizione, importante e veramente proficua per date arti , q neste procederebbero alla scelta e quindi allo invio di uno o due rappresentanti per ogni arte, secondo l'entità dei fondi racco!ti. La designazione o la scelta si farebbe per elezione fra i soci versatori di ogni singola arte, o, meglio ancora, per esame che ne indicasse i più idonei. Non è qui il caso di scendere a dettagli su questi esami e sulle relati ve Commissioni che li rendessero efficaci, seri, e, quel che più importa, imparziali Inntile aggiungere che, correlativamente, nelle città delle Esposi11ioni dovrebbero costituirsi dei Comitati, per ogni arte, allo scopo di procurare ai loro colleghi visitatori alloggi, a buon mercato , consigli, schiarimenti e sopratutto assistenza tecnica; e questi Comitati farebbero, naturalmente, con le loro Casse, · dovnti necessari onori di casa. Quanti e quali benefici effetti poi avrebbe anche questo affratellamento di colleganza fra gli operai, s'intuisce da sè. Agli cperai inviati incomberebbe_. di conseguenza, il dovere, al rimpatrio, di tenere conferenze, esporre dati, disegni .... di comunicare, insomma, ai loro colleghi concittadini , tutto il tesoro degli ammaestramen ti raccolti. Queste, in succinto, le nostre idee; quanto l' attuazione di esse potrebbe conferire allo elevamento tecnico e quindi morale dei nostri lavoratori, quanto l'attuazione di esse potrebbe migliorare la nostra larga emigrazione operaia, potranno dirlo, meglio e più convincentemente di noi, i fatti se, per fortuna, essi seguiranno presto alle nostre idee. G. CARANO-DONVITO ELEA ED EFESO Ohi fosse rimasto per gli ultimi quindici anni senza leggere nessun libro di filoJofia si trovereb_be, riaffacciaodos·i ora alla letteratura filosofica, in un mondo assolutamente nuovo. Fino a poco tempo fa l'investigazione filosofica si estrinseca va quasi esclusi va mente nel sistemare e perfezionare i principii scoperti nel campo dell'astronomia e della biologia da Laplace e da Darwin , e nell'allargarli all'intera realtà cosmica, subordinandovi oltre alla filosofia prima , la filosofia morale e quella sociale novellamente sorta. Quei principii parevano aver fornita la chiave definitiva dell'universo. Non si trnttava che di ampliarne la portata, e tutto al più di ricercare il modo più esatto di interpretarli nelle loro nuove applicazioni. E la filosofia, si può dire, consit:iteva oramai uuicaU1ente in questo. Essa nou era se non, come l'aveva volnta Oomte, una sistemazione delle varie scienze, con questo in più rispetto a Oornte che tale si::itemazione veniva sempre meglio subordinata ad alcuni principii universali, o ad uno solo supremo , e che e::lsa e::;tendevl\ le sue ipotesi anche alle origini prime, i:-e1upre però ricavandole dai principii stessi dorui11anti nella sistemazione del sapere concreto e sempre accettando i ris11ltati di questo sapere concreto come verità per sè stanti e aventi un' esistenza propria e assoluta. La scena è ora interamente mutata. I libri di fiJosofia tornano ad essere solamente pieni di investigazioni intorno ai fondamenti stessi e all'attendibilità della conoscen11a umana. Siamo retrocessi al tempo dei saggi sull'intendimento. Se Cartesio, Locke, Hume, e Leibniz ritornassero in vita si ritroverebbero fra contemporanei. La nuova filosofia , riprende la questione , co·n pletamente abbandonata dalla filosofia scientifica, della relatività, clella e8senziale soggettività del nostro modo di conoscere, e oppone alla filosofia scientifica una pregiudiziale insuperabile: badate! tutta la vostra sistemazione del sapere , gli stessi risultati piò certi a cui questo vi sembra pervenuto, la stessa percezione che voi avete degli oggetti e dei fatti , non sono che relati vi al modo di essere del nostro intelletto e al modo di funzionare dei nostri sensi. Ciò che vi pare verità per sè stante non è che la forma con cui la realtà sI rifrange (come attraverso una lente che ne a I tera l' aspetto a seconda del colore e della convessità) nel nostro intelletto o nei noi stri sensi. I più elementari risultati scientifici , lo stesso aspetto esteriore dei corpi , la loro stessa esistenza, si appalesano a noi attraverso il medium dei nostri sensi e della nostra organizzaziong cerebrale, e quelli e q nesta non ci danno le cose come sono in sè, ma sformate dal colore e dalla c 1rvatura della lente dei sensi e del cervello attraverso alla quale soltanto possiamo riguardarle. Nessuna percezione , nessuna scienza neppure la matematica (l3ontroux , Weber, Milhaud) risponde, come la copia al modello, a fatti esistenti per sè fuori di noi. Tutte le s~ienze sono creazioni soggettive, anzi in fondo arbitrarie, perchè hanno alla loro origine una convenzione (ossia un errore) tacitamente accolta. Come la filosofia fin qui <Ìominante stava in intima unione, anzi in dipendenza, con la scienza, cosi questa nuova filosofia è, in certo senso, la più netta antitesi e la più radicale negazione della scienza. Il primo intelligente frate predicatore che aaprà impadronirsi di questo movimento ne trarrà indubbiamente dei motivi efficacissimi in favore della fede. Cosi l'idealismo risorge. E si sbizzarisce nel perseguire le più raffinate indagini, nell'assembrare le più difficiles nugae. Le scuole di Efeso e di Elea messe insieme danno appena una pallida idea dell'audacia metafisica di qnesti intrepidi manipolatori di sottilissime astrazioni. ♦ Se noi volessimo opporre idealismo a idealismo, per combattere questo ideali~ no estremo, anti-intellettualistico e antiscientifico nella sua essenza se non nelle sue dichiarazioni e la cui tendenza finale è la disgregazione della mente umana e l'impero deli'igno-rabimus, chiameremmo in nostro soccorso l'idealismo hegeliano, il solo che (almeno inteso in un certo senso) ci sembri conciliarsi coi risultati delle scienze e colla concezione generale che queste ci hanno offerto sin qui dell' umverso. La metafisica materialista, infatti, concepisce lo svi.- lnppo cosmico a un di presso così: l'ente primo è una materia indistinta, informe , diffusa ; questa materia
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