256 RIVISTA POPOLARE pensa che , oltre a tutte quelle che il Governo riesci a nascondere volontariamente, vi furono in ognuna delle giornate più sanguinose parecchi morti e innumerevoli feriti trasportati nelle case private e sottratti alla sorveglianza e al possesso della Polizia, e se pure si vogliono comprendere i non pochi disgraziati ch_e languirC'no e morirono segretamente nelle dure prigioni, la cifra è ancora ben lontana dal rappresentHe il vero! Essa pnò bastare però a darne una pallida idea e lasciar ancor più inorridito chi si ferma a riflettere quale fu, e purtroppo non cessa ancora di essere, l'assoluta realtà! ,. NOI ♦ La morte di Adriano Lemmi. -Era nato a Livorno e si è spe11to ad ottantaquattro anni. Il suo nome è implicato a tut.te le cospirazioui mazziniano ed a tutte le imprese garibaldine; egli fu serupre il banchiere dalla rivo! uzioue; nessuno si rivolse mai invano a lui per averne sot·corso; più noto e più amato egli sarebbe stato se tutte le sue generosità avesse messo in piazza, come praticano tanti che hanno fatto assai meno di lui e assai meno di lui furo1.o filantropi. Era repubblicano e tra gli ultimi sacrifizi pel suo ideale va ricordato lo sforzo fatto , in una ad Ales sandro Castellani, di dare al partito un grande giornale quotidiano: i due illustri patrioti, tanto diversi per temperarnen to, am~vano come un fratello Alberto Mario, cui affidarono la direzione della Lega della democrazia che cnstò, a loro soltanto, .~irca 300,000 franchi. Era sobrio, di una vivRcità di carattere e di una attività sorprendente, rarissima.; alle cinque antimeridiane levavasi per lavorare sino alla sera. Comprò la casa e il poderetto di Alberto Mario in Lendinara per poterglielo lasciare si no alla morte; amministrò .... i beni di parecchi patriotti per poterli soocorrere senza che essi nemmeno lo sospettassero. Ei-a un vero uomo di affari e mercè il lavoro assiduo, 'la intelligenza, le conoscenze acquistate in Italia e fuori accumulò non piccola ricchezza. Gliela rimproverarono gl' invidiosi e i fannulloni ; e gli rimprove- .rarono che avesse guadagnato anche nei contratti collo Stato. In q nesto Adriano Lemmi aveva idee americane ed inglesi ; ma egli su tanti altri, ipocriti t,ruffatori, aveva questa grande superiorità: confessava di essere un uomo di affuri; aver diritto a guadagnare ciò che se non guadagnava lui altri avrebbe guadagnato; volersi mantenere uomo di affari e perciò non volle essere mai deputato ed eletto, se mal non ricordo, si dimise. Comunque le ricchezze acquistate adoperò e spei;e bene per la causa italiana. Il suo carattere , questi precedenti economici, l' ardore che metteva neJle lotte , l' e:,sere stato per tanti anni Gran Maestro delle Massonerie accumularono sul suo capo molte ire e molti odi. Richiesto da me di uno scritto pel numero unico consacrat,o a Mazzini in giugno 1905 rispose che non si fidava di stralciare un q 11alsiasi episodio delle me• morie e dall'epistolario che sta va riordinando e che sarebbe stato pubblicato alla sua morte. I figli rispetteranno, si p11ò esserne sicuri , Ja sua volontà e Ja pubblicazione, se integrale, riuscirà di uno straordinario interesse storico. N. C. Ai nostri abbonati che non fanno la coller.ionedella Rivista e che vogliono mandarci il N. 0 7 dell'anno IX, il N.0 15 dell'anno X ed il N.0 2 del 'anno corrente, daremo in cambio un libro del valore di cent. 50 da scegliersi nell' elenco dei libri di premio di editione della Rivista. RitornandoGiolitti ------ - Il ministero Sonnino dopo tre mesi <li travagliata esistenza è caduto quando comincia va a svolgere i 1 proprio programma. Il magg!ore uomo dell' opposizione, l'on. Giolitti, aveva dichiarato che attendeva un esperimento leale del ministero che avev,1 raccolto la eredid di Fortis ; ma non si dette nemmeno un giorno di tregua perchè lo esperimento fosse inizi:1to..... Perciò noi crediamo che l'attuale Presidente del Consiglio per no11 essere accusato di s~ealt;\ e <li contr:Hldizione si trovò lontano tbll:1 Carnera il giorno, in cui, i suoi luo·- gotenenti dettero battaglia :il Sonnino e lo atterrarono con una maggioranza contraria di 27 voti. Se l'on. Giolitti oggi ha di nuovo in mano il potere potrà dire che ciò è avvenuto contro la propria volontà, per disciplina di partito, per ubbidire ai luogotenenti suoi e che impegnarono la battaglia, lui nolenU'c Ma a b:1ttaglia termin:tta e vinta poteva egli respingere le spoglie opime che gli venivano presentate col pericolo di vedere impegnata una lotta fratricida tra i vincitori suoi più fidi? Se egli avesse rifiutato, infatti, avremmo vista impegnata una contesa tra Gallo, Majorana ed altri minori d'ingegno e di autorità, ma non di smodata ambizione-una vera lotta tra i successori di Alessandro, mentre Alessandro-Giolitti era vivo ancora e pieno di vita. E dato, che uno di questi luogotenenti fosse riuscito a comporre un qu:dsiasi gabinetto, composto di umili pretoriani, chi avrebbe dato affidata mento sulla sua vit:tlità ? D' onde la massima probabilità di un immediato ritorno di Sonnino. Data tale situazione s*imponeva un ministero Giolitti; e si deve riconoscere che non solo per l'autorità <lell' uomo, ma anche per l'analisi del voto del 17 maggio, egli era il solo che legittimamente poteva succedere a Sonnino. Ma quali furono le quse remote o sotterranee ed immediate della caduta del ministero Sonnino? Questo aveva le maggiori simpatie nel paese che com.ava sulla rettitudine e sul la competenza dei suoi membri; godeva della fiducia di quasi tutta l'Estrema Sinistra, compresi non pochi repubblicani, che avevano un gran desiderio di vederlo vivere, pur tenendogli il broncio perchè aveva pres~ dal loro gruppo Edoardo Pantano : e l'Estrema sinistra da molti anni in qua rispecchia la corrente più viva e più sincera della nazione. Ma la simpatia e la fiducia che ispirava il precedente gabinetto non derivavano soltanto dalle qualità delle persone, che lo componevano ; ma dai fatti che in breve tempo aveva compiuto e del programma che si era messo a svolgere. Sul terreno politico aveva cercato assicurare una maggiore autonomia ai corpi locali, aveva abolito il sequestro preventivo dei giornali, avevae questo è il punto più importante - lasciato la maggiore liberta agli elettori di votare per chi meglio credevano, senza tentare di sostituire con tutte le male arti dei governi passati la vol0ntà del potere esecutivo a quella del corpo elettorale. Aveva commesso l'errore di respingere la proposta del controllo dei fondi segreti; ma dai vituperi quotidiani che contro il medesjmo scagliavano certa stampa e certi muletti del giornalismo si comprendeva benis-
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