Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 10 - 31 maggio 1906

270 RIVISTA POPOLARE Tiriamo le somme con quèl.lehe coufro11to do]oroHO Del libro "Vida" di Isaac Munoz ed istrnttivo. Il patrimonio privato della Prussia , non tenendo conto delle fortnne al disotto di 6000 marchi e delle altre esenzioni in parte ricordate era calcolato in 82,410,220,000 m_.nel 1905; cioè L. 103,012,775,000. Aggin11gendo le esenzioni non si esagera portando a circa 120 miliardi; la ricchezza dell'Italia da Nitli è stata portata a 65 miliardi. Ciò che più interessa è l' aumento. Senza badare all'anmento del reddito cl1e, des11mendolo dall'imposta tra il 1893 e il 1905 sarebbe stato del 61 °10, si vefo che q11ello del solo patrim')nio sottoposto ali' imposta complementare è stato del 28,93 °/ 0 • Il patrimonio italiano dal 1881 al 1902 sarebbe passato da 54 a G5 miliardi con un aumento del 20,37 °/o in 21 an11i, mentre l' aumento del 28,93 °/ 0 iu Prussia sa!·ebbe avvennto in 10 anni; q11indi pel decennio ultimo l'au• mento italiano non sarebbe stato più del 10 °lo· Ma siccome siamo con vinti che l'aumento nostro nel se• condo decennio è stato molto maggiore che nel primo noi lo portfamo volentieri al 15 °/ 0 • La ropolazione in Prussia tra il 1895 e il 1905 è passata da 31,855,123 a .36,269,439 con un aumento del 13.86 °/ 0 ; in Italia è passata tra 1892 e il 1902 da 30,560,940 a 32,704,166 con un a;_umentodel 7 °/ 0 • L' aumento della popolazione in Italia e in Prussia è stato inferiore a quello della ricchezza e del reddi.to; d'onde un anmento di benessere. Ed è stata una fortuna per l'Italia che l'incremento della popolazione si sia terni to se11sibilmen te al disotto di quello della Prussia, altrimenti noi non potremmo avvertire quel miglioramento eh' è innegabile. Latini ed Jtnglo-sassoni di N. COLAJANNI (1 ) I giudizi I Latini si denigrano e gli Anglo-sassoni si vantano quando affermano a gara la superiorità delle razze settentrionali sulle razze meridionali, dei dolicocefali sui brachicefali. Colajanni si sforza di mostrarlo e sopratutto di ridurre a nulla 1:1. credenza antropo-sociologica nel!' esistenza di razze distinte,' che hanno ciascuna le proprie qualità che le predestinano sia ad una irrimediabile decadenza , sia ad una durevole egemonia. Le pretese razze si presentano a noi sotto l'aspetto di nazionalità che hanno avuto tutte i periodi di progresso e i periodi di regresso , di cui alcuna non si mostra radicalmente incurabile, ma di cui alcune offrono gli stessi segni di arresto o di rallentamento nell' accrescimento numerico, o l'acquisto continuo di un più alto valore: intellettuale o morale. Ora non sono le nazioni latine le quali, checchè possono dirne gli antropo-sociologi e gli ammiratori delle virtù anglo-sassoni, soffrono maggiormente delle criminalità, del suicidio, dell'emigrazione (più o meno parente del vagabondaggio), del pervertimento dei costumi , del socialismo gregario , del difetto di organizzazione:: sociale : sono le nazioni settentrionali se si deve: credere alle statistiche. L'autore fa una ingegnosa comparazione sul!' Inghilterra, Roma e Venezia; egli mostra le rassomiglianze sorprendenti da cui si può indurre la similitudine sostanziale di tutte le evoluzioni sociali. Un altra idea da ritenere: invece del pangermanismo o del panslavismo, inspirato dal pregiudizio delle razze, noi vediamo prepararsi una alleanza delle nazionalità le più diverse per la loro origine e pel loro genio: ciò che d'altronde è un pegno di pace futura. (G. L. Duprat. Nella Revue internationale de l'enseignement, aprile, 90G). ( r) Presso La Rivista Popolare. Prezzo L. G; legato in tela e oro L. 8. Per gli abbonati L. 2,75. Per l'estero L. 1 in più. <e J Por qué muero ? Perchè ·dovrò morire r Passano placide le mie ore senza che io ceda un pò della mia anima alla eternità. Se almeno vivessi ..... Ben mi sento ansioso di domandare all'eterna Stinge la ragione della mia vita, e non altro chiedo che di vivere, vivere ! Peregrina il mio corpo_ per le _vie della vita con gli occhi privi di luce e si distende il mio spirito nella inquietudine, tutti gli idoli dell'umanità ridono dinanzi a me informi grotteschi; e mi sento solo ... Ad ora ad ora. la mia nascosta giovinezza sorge timida e mi balbetta frasi di ardori e di follia ... Nella strada solitaria odo passi di fantasma e sento il profumo inebriante di lei ... di una donna ... La vedo indecisa; una figura assai melanconica, con gli occhi grandi, molto pallidi ... Viene per amarmi con delirio di morte nel giardino abbandonato ... Però ella passa , e con lei passano i ricordi ~ i altre donne, belle nel ricordo , bellissime nel solo ricordo ... La bellezza muliebre è una grazia che ha il suo dolce incanto solamente nelle lontananze; la carne è brutale, lussuriosa>>. Dalle poche parole, che io rendo in italiano dal bel libro di Isaac Muòoz, è facile intravedere quale sia l' anima che egli ha sottoposto alle sue acute osservazioni, e quali ansie e quali spasimi spirituali torturino l'inquieto protagonista, cui è assidua sollecitudine indagare· e scandagliare, non senza una acerba- voluttà e una raffinatezza che spaventa, i solchi profondi del p'roprio cuore che di viene, per prodigio di arte, nel corso della lettLira, il nostro stesso cuore. In lui r argoscia del Goethe espressa nel Fausto invanamente deciso di arrestare il fuggitivo istante parteggiato. Se non che l'angoscia d-i Fausto origi n:1 dalla senilità che implora disperata un fìlo di giovinezza , quella del protagonista di Isacco ML1tìoz dalla giovinezza vana che se11te l'appressare <lclla vecchiaia sterile e s' impaura e si dibatte in una set~ profonda di vita. E l'eguale strazio d_iDorian Gray nel romanzo di Oscar 'Nilde, quello strazio inevitabile che ci fa proni al tempo e oscura quante aspirazioni fervono in noi e deturpa la miglior parte di noi: le anime singolari lo sentono e gemono. La giovinezza è la sola cosa desiderabile, dice il disgraziato esteta inglese, voi non sorriderete più quando l'avrete perduta. on si banno che pochissimi anni per vivere realmente, perfettamente, con . pienezza cti vita. Ogni mese che passa vi avvicina cose terribili. Il tempo è geloso di voi e guerreggia contro i vostri gigli e le vostre rose. Ah! seconda te la vostra giovinezza fin che la possedete. Non sprecate l'oro dei vostri giorni; vivete ! vivete la meravigliosa vita che è in voi. Non la disperdete, cercate nuove sensazioni, sempre! Tutti diventeremo odiosi pulcinelli presi dall'amaro ricordo delle cose che ci spaventarono, di tutte le squisite~ tentazioni le quali non soddisfacemmo perchè ci mancò il coraggio. Giovinezza! giovinezza l Non vi ha nel mondo che la giovinezza l Ii Wilde si tortura per una possente virtù sensuale, nel Daniele del Muòoz tale virtù è quasi estinta. L'uno segue un ideale di greca bellezza,. l'altro un ideale cristiano, ma entrambi querelanoil tempo, il vorace terppo che spegne tutte le giovinezze per fare tarda la vecchiaia, con eguale querela con eguale desolazione. Quasi che la vita non fosse di per sè stessa troppo-

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