Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 8 - 30 aprile 1906

RIVISTA POPOLARE 199 conto dell'avvertimento che viene loro dal compagno tedesco ; il quale dice chiaro e onestamente : il grande partito della democrazia sociale in Germania non è contrario alla patria e anzi se una guerra ingiusta venisse intrapresa dall'Imperatore Guglielmo esso non è disposto a seguire la tattica antimilitarista e a ricorrere allo sciopero generale che dovrebbe impedire la guerra. Me110che mai la Germania socialista sembra pronta ad imi tare l' esempio di Ledru-Rollin e dei democratici e sociali::;ti francesi , che nel 1849 ricor!'lero alle armi per tentare d'impedire la spedizione di Napoleone Bonaparte che preludeva all'assassinio della. repubblica in Francia assassinando la repubblica a Roma. I socialisti italiani e francesi, quindi, devono pensare che se essi continuassero con isperanza di fortuna nella tattica antimilitarista reuderebbei·o fac-ile l'assassinio delle rispettive patrie per opera della Germania e col concorso, benchè passivo dei socialisti tedeschi. Esageriamo un pericolo appena appena possibile? Vaneggiamo forse? Bisogna non conoscere la mentalità di Guglielmo 2.0 , della borghesia e dei Junker della Germania per non avvertire il pericolo grave di guerra che si va preparando. Se I' imperiale Tartarin si decise alla calata di '1.1angeri, clie doveva coprirlo di ridicolo e procurare all'Impero il maggiore insucesso diplomatico che si ricordi , egli è che la sua intenzione era ben ferma di prendere a pretesto il Marocco per aprirsi l'entrata nel Mediterraneo e per venire alla guerra contro la Francia e contro l'Inghilterra. Il contegno onesto del!' Italia sventò la scellerata trama e la8ciò sole, solette. Ja GermaJiia e l'Austria contro il resto del mondo civile. Guglielmo 2.0 s'è legata al dito la graQde umiliazione subita e dev'essere furilJondo per la perduta occasione di potersi riaffermare l'Imperatore degli Unni, quale si era annunziato ai suoi soldati che partivano per la Cina. Il malumore del popolo tedesco, e non del solo suo Imperatore, pel contegno del nostro ambasciatore ad Algesiras venne da noi rilevato nel N.0 del 31 marzo dove esaminammo se eravamo ,già alla fine della Triplice, che pur da recente ufficialmente dev'essere stata rinnovata. Un telegramma di Guglielmo 2.0 al Cancelliere austriaco Golncbowski e la condotta villana e antiumana verso l'Italia nell'ora di dolore e di tristezza, eh' essa ha attraversato per la catashofe vei;uviana sono venuti in buono o mal punto a dare forma sgarbatamente ufficiale al malumore teàesco. Nel telegramma a Goluchowsky l'Imperatore rendeva atti di grazia all'Austria pel fermissimo appoggio prestato ai delegati tedeschi e pe1· la buona ope1·a di fedele alleato. La punta centro l'Italia messa naturalmente nei ringrazia men ti non poteva essere più intenzionalmente chiara. La sua promessa di ricambiare gli stessi servigi alla fedele alleata in caso analogo, che chiude il suddetto telogramma, forse ci riguarda più direttamente. L'Austria, infatti, si prepara ad una politica più at ti va cioè più brigantesca , nei Balcani; ciò che nelle sfere diplomatiche verrebbe interpretata cvme una grave provocazione alla Russia e all'Italia che non vuol veder divenire l'Adriatico un lago austriaco. Questo telegramma a Golnchowski acquista maggiore valore pei commenti aspri della stampa ufficiosa tedesca ( Taegliche Rll,ndscau Post) ed anche di quella indipendente (F1·ankfm·ter Zeit1.1,ng); la liberale Vossische Zeitung parla sinanco della co:,cienza sporca dell'Italia ... Il malanimo dell'Imperatore nella forma più villana verso l'Italia si è p1:1lesatonel silenzio sulla sventura che ha colpito Napoli, dove pure egli ha avuto tante foste indecenteruente entusiastiche. Al silenzio suo non r;ouo compenso adeg11ato le condoglianze glaciali fatte tardivamente dall'amba::iciatore tedesco al nostro governo ; silenzio e ufficialismo glaciale, che sono stati messi in brutta luce ancora di più dal ·pensiero gentile della Repubblica francese, che ha voluto più direttamente fare atto di solidarietà umana e manifestare le sue vi ve simpatie pel nostro paese mandando un apposita squadra nel golfo di Napoli. La villania premeditata dell'Imperatore di Germania viene aaaravata dal linauao-aio cinico e svergognato ~o n nn di alcuni giornali tedeschi, che si sono quasi rallegrati del disastro vesuviano , nel quale forse hanno visto l'effetto del dito di Dio, che si è reso vindice dell'ira imperiale. E tale villanìa ba suscitato una profonda e genera.le indignazione in Italia, di cni si ha un indice appena appena adeguato nelìo sdegnoso linguaggio della stampa tutta e particolarmente di quella di Roma. Non sono più i socialisti e i repubblicani a levarsi cnntro il Sire della Sprea ; ma sono i monarchici di ogni gradazio11e , che abbandonano il riserbo abit'uale e ricordano alla Germania, che l'Italia non ha il dovere d' incoraggiare gli scellerati propositi guerreschi del suo Imperatore; eh' essa è sua alleata e non vassalla ; che ha degli interesHi propri nel Mediterraneo che deve e può garantin• anche senza venir meno agli obblighi della Triplice. Ciò hanno detto in forma più o meno vibrata Rastignac nella 'lribuna , De Felice nel Domani, ~l Bf!,- raceno nella Vita. Q11est'ultimo con quella fine iroma che sa maneggiarP- rnae8trevolmente ha ricordato che e nella politica estera come nell'interna non ha e non può avere al tra cura che questa: difendere il proprio diritto all'esistenza. ~ e E di questa cura non ci verrà certo rimprovero dalla Germania, poichè nessuno Stato quanto la potente e fedele alleata nostra , si è mai mostrato più vigile custode degli affari suoi. A lei , per la grai:- dezza , il diritto d'occuparsi di tutto il mondo: n01, con modesta fermezza, ci riserbiamo di pensare alle terre e ai mari nostri. E' questo il solo nostro dovere, l'unico scopo , che gli alleati non penseranno certamente di negarci. E però, con o senza carte da visita, nulla ha turbato la nostra amicizia e nulla deve turbare la loro. > Nello interesse dei principi democratici noi dovremmo i ncondiziouatamente rallegrarci di questi malumori che avvicineranno sempre più l'Italia alle nazioni che m Europa rappresentano meglio il regime di libertà; ma noi temiamo forte che il distacco brusco del nostro paese dalla Tri pi ice renderà più tesi ~ no~tri rappor~i coll'Austria e che le imprudenze degh um e le meditate provocazioni degli altri possano condurre a~ un conflitto, in cui la democrazia, comunque quello fimsca, non ha proprio niente da guada~nare._ . Se questa malaugurata occas10ne s1 presentasse s1 può essere sicuri che l'Imperatore degli Unni contraccambierà al l'Imperatore degli impicca ti i se1·vigi ricevn ti ad Algesiras. Queste le nostre preoccupazioni; che non sono nemmeno diminuite dopo le rassicuranti dichiarazioni del ministro Guicciardini in Senato ; dichiarazioni, che hanno riaffermato la solidità della Triplice e che hanno trovato lieta accoglienza in Germania. Ohi non sa. che in diplomazia la parola serve per nascondere la verità? Il oaso Fortezza - Dal Prof. Bruno, a sua giustificazione riceviamo una lettera cbe pubblichiamo quasi integralmente, per debito d' imparzialità e per un riguardo personale. Ecco la lettera: « La importanza del periodico da Lei diretto , La Rivista Popolare, m'impone di rispondere all'articolo sul caso Fm·tezza , pn bblicato nel n. 0 3 del corrente anno, con lo scopo µreci puo di rettificare, in omaggio alla verità, alcuni datti di fatto, i quali da soli bastano a distr,1ggere taluni apprezzamenti. Mi spinge benanche il dovere di salvagnardare il decoro della __;; ···~--

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