222 RIVISTA POPOLARE le difficoltà che l' impiego dei fondi presenta e i pericoli dd ribasso del saggio d'interesse, quando si tratta d'impiegare dei miliardi, il pegno, la garenzia e sempre presente. Ed è una somma di parecchi miliardi eh<:: bisognerebbe trovare e liquidare in 60 o 70 anni se il pegno venisse a mancare. Nel sistema della capitalizzazione il servizio finanziario delle pensioni deve essere devoluto ad un istituto o più istituti indipendenti, che ri..:evano i versamenti tanto dallo Stato quanto dagli operai. impiegati e padroni, li amministrino e paghino le annualità ddle pensioni. Nel sistema della ripartizione , le pensioni operaie sono organizzate in un servizio pubblic0 , del quale tutte le operazioni di entrata e di spesa sono inscritte nel bilancio dello Stato. Le ritenute degli operai ed impiegati e i versamei1ti dei padroni sono riscossi e le quote delle pensioni sono pagate dallo Stato, il quale soltanto profitta ddl' eccedenza di entrata, come esso solo sopporta il carico della eventuale eccedenza della spesa. Questo secondo sistema , analogo a quello che la legge del 1853 ha stabilito per le pensioni dei funzionari pubblici. è vantaggioso per lo Stato nei primi anni della sua applicazione, perchè allora si ·producono dell'eccedenze di entrate, ma diventa oneroso quando arriva il periodo del!' ecced<::nze di spese·, ciò che costituisce il regime normale, costante. Calcolano i competenti che durante i primi 20 anni lo Stato, ..:ol sistema di ripartizione , non solam<::nte non deve pagare nulla del proprio, ma profitta anzi di un valore effet_tivo di quasi due miliardi, rappresentanti una media annua di 80 milioni. A partire dal· 25° anno, però, le spese cominciano a superare l' entrate provenienti dalk quotizzazioni , con progres - sione annua ..:ontinua , per arrivare , al 40° anno , ad una eccedenza permanente delle spest:, su questa categoria di entrate, di 212 milioni circa. E questo il carico annuo ..:he il sistema di ripart1z10ne importerebbe allo Stato in regime costante. Dunque le eccedenze delle quotizzazioni sulle spese essendo state nel primo periodo (in 24 anni) di due miliardi, poi l' eccedenze delle spese sulle quotizzazioni essendo state (in un secondo periodo d 24 anni) di oltre 3 miliardi, bisognerebbe ancora che l'ammontare delle quote non fosse mai inferiore ai 190 1 /2 milioni annui previsti. Ma tutte queste cifre si riferirebbero al primitivo progetto francese, oggi singolarmente aggravate, nel progetto della Commissione, a danno dello Stato. P<::rqueste ragioni, il voler legare le pensioni operaie al si sterna della ripartizione equivarrebbe ad aggravare l'avvenire di carichi tali che il principio stesso della istituzione rischie rebbe dì essere travolto. Ed è questa precisamente l'opinione del relatore della Commissione. Egli considera, infatti , il principio della capitalizzazione come di assoluta necessità di garantire gl' impegni presi verso gli operai. Altrimenti , ad un dato momento , la istituzione si troverebb<:: in presenza di un defici~ impossibile a colmarsi, e che non sarebbe certo inferiore a 20 miliardi in oieno funzionamento della legge. (( Supponiamo, ad esempio, che il mondo dei lavoratori voglia un gio>rno rinunziare alla istituzione delle p<::nsionioperaie, come forma di previdenza : bisognerebbe vi fosse in cassa in quel momento la somma corrispondente agi' impegni presi : altrimenti si avrebbe tl fallimento , la bancarotta 11. Questo solo argomento basta , a detta del relatore della legge , per imporre il sistema della capitalizzazione, malgrado le gravi difficoltà che, in altro campo presenta. Si rimprovera alla Commissione di non proporre delle risorse corrispondenti ai sacrifici eh' esigerà la legge in discus sione. Ma il relatore risponde che di ciò non si volle preoccuparsi nemmeno quando si crearono, con la legge del 1853, delle pensioni operaie. Col sistema della capitalizzazione , è evidentemente impos sibile di risolvere la questiene del periodo transitorio , vale a dire di costituire un bilancio di pensio.ni da pagarsi immediatamente, a prorata d~lle somme versate. La ripartizione sola lo permetterebbe. Alcuni deputati francesi hanno avl!to I' ìdea di una combinazione che riunisse, finchè fosse possibile, i vantaggi dell' uno e dell'altro sistema : la ripartizione per il periodo intermediario e la capitaliZTazione pe[ regime definitivo; ma questa idea non è stata concretata nel progetto in discorso, Per un lungo periodo di anni il sistema della capitalizzazione fornirà 300 milioni annui di quotizzazioni ; si dovranno distribuire com<:: assegni di pensione di vecchiaia o di invali dità , delle somme prima più modeste , poi crescenti d' anno in anno, per raggiungere r 1/2 milioni in capo a 4 anni, 13 milioni a 10 anni, 55 in capo a 15 anni, r r milioni a 20 anni. La differenza tra questi pagamenti e i 300 milioni annui delle quote riscosse sarà capitalizzata si accrescerà automaticamente tutti gli anni durante un lungo perioJo: t,Jccherà I miliardo al quarto anno, 2 miliardi al sesto, e 20 miliardi nel periodo normale. Problemi formidabili questi, di mettere nelle casse dello Stato somme consimili, di provvedere ali' investimento di questi fondi, del!' obbligo di farli fruttare interessi determinati di affrontare le percussioni di tali enormi operazioni finanziarie sulla ricchezza e sulla compagine economica del paes~ ! Quanti pericoli, quante incognite, quanti danni ! L' accumulazione dei capitc1li prov<::nienti dai contributi padronali ed operai modificherà sensibilmente la composizi_one del debito pubblico; i capitali espulsi dal debito pubblico dovranno cercare un altro impiego; la loro stessa abbondanza produrrà un ribasso enorme del prezzo del danaro. Dal punto di vista sociale vi sarebbe forse chi se ne feliciterebbe ; ma dal punto di vista degl' interessi dd Tesoro pubblico, bisogna aspettarsi che questa immobilizzazione di r o, r 5, 20 miliardi getti il disordine , lo sfacelo nelle condizioni economiche gen<::rali_ [I relatore della Commissione ammette queste obbiezioni; ma come determinare preventivamente , con qualche precisione, le cons<::guenze ~conomi.:he della entrata in circolazione o in utilizzazione, ogni anno , di una somma di 300 milioni ? Qualunque sia il sistema adottato capitalizzazione o ripartizione , vi saranno sempre 300 milioni di lavori garantiti sottratti al pubblico il quale dovrà cercare dei nuovi investimenti. Il relatore parla di 300 milioni ali' anno , come se si trattasse di un movimento di fondi ordinari , e la Camera franc<::se, come si sa , pensa inver0 che sia poca cosa. Ma dopo gli errori enormi che i fatti, in tante circostanze, hanno rivelato nei calcoli degli attuari, chi può dire che questi 300 milioni non saranno addoppiati 't Quali istituzioni, ad esempio, erano in condizioni migliori delle Compagnie ferroviarie francesi, per organizzare i loro sistemi di pensione? calcolatori di prima forza , personale fisso, scala matemati..:a degli stipendì e salari. E tuttavia le lort1 valutazioni del costo d~lle pensioni furono per tutte insufficienti, e souo da 40 a 60 milioni che le più ricche tra esse dovettero versare ìn questi ultimi anni per far fronte agi' imprevisti. Quali inquietudini, dunque, non devono suscitare i calcoli ufficiali? D'altra parte, la questione degl' investimenti e delle loro conseguenze è una delle più ardue e delle più complicate che si possano porre , nella occasione di questi movimenti colossali di numerario. La Camera fran ..e. se ha deciso che i fondi raccolti per cura della Cassa N.izionale di pensìoni operaie saranno centralizzali alla Cassa dei depositi e prestiti, per essere impiegati, come gl' interessi del portafoglio corrispondente che superano i fondi necessari al servizio dei pagamenti: 1° in valori di Stato; 2° in prestiti ai dipartimenti comuni , colonie, paesi di protettorato, istituti pubblici , camerç di commercio,
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