206 RIVISTA POPOLARE . 1-j I Cl) e Q) o e "' ... o Cl) Cl) ,:i .. E Q, ::s ~ E z a) o () ,:i o o - - e ... ::s cli Q) ... E o o ::s "' > "' z lii lii o .. ~ ... Q) E Q) Q, Q, ::s o z :o lii .Q - ::s ,:i "'cD Q, e ,:i o Cl) - a: :e Cl) ,:i o - ... e Cl) lii E ... ::s o > e ~ Cl) e 'ai ,:i ~ Q, o - Cl Cl) e .ci lii o o o ò o - ...; .Q lii ... e, Q, I I 00 ..-t C'\) C'\l r-- tj- 00 O\ C'\l ..-t M M -.::i" l(') 00 M C'\l ..-t ..-t C'\l M N tjN 00 C'\) 00 l(') \O M l(') tj- l(') C'\) C'\l r-- \O O\ tj- o \O l(') o o O\ -.::i" li'") cY) 00 \O cY) ..-t r--1 0 l(') tj- -tj- cY) O\ \O.., M" l(')" M...M" Y:J" N" \O" 00" C'\l" l!'")" r-- ..-t O\ ..-t li'") r--1 li'") \O r-- \O 00 M O ..-t 00 \O (\.) O 00 r-- O\N\Ot-Cl") t-t-\OOOt-Cl") M l(') -.::i" ..-t 00 r--1 N O\ C'\l -tj- l(') ..-t r--1 ..-➔ 0 C'\l \O -tj- r--1 00 t- \O 00 ..-➔ 0 C'\1O, O\ l(') ..-t \O N C'\l M M 00 tj-,. 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Segnai il numero delle donne che lavorano negli opifizi dei quattro principali gruppi di industrie, perchè il numero straordinariamente preponderante di operai che si riscontra in Lombardia rispetto anche alle altre due regioni più industrializzate del Nord, si _deve in buona parte alle danne. Questa larga p:irte delle dono~ negli opifici da un lato si deve attri • buire al carattere di grande industria che ivi hanno assunto le industrie; da un altro, e forse maggiore, dall'industria serica che in Lombardia è im portant1ss1ma. Ali' industria serica credo che in buona parte si deve il posto discreto che nel numero degli operai per 1000 abitanti ol.'.cupauo le Calabrie; mentre quello superiorè ed ecce:-:ionale pel me:-:zogiorno della Sicilia e della Sardegna deriva dalle miniere <li zolfo e di piornbo argentifero. Infatti nel 1 ° Gruppo d' Industrie (Miniere ecc.) le due sole provincie di Caltanissetta e Girgenti danno rispettivamente 18,528 e 18,647 lavoranti e Cagliari 15,620. L'enorme quantità di civalli-forza che tocca all'Umbria, cui non currispunde in approssimativa proporzione il numero degli operni, deriva dalla utilizzazione industriale della cascata di Terni. Il rapporto tra lo scarso numero degli opifici e il grande numero dei lavoranti nella Liguria, nel Piemonte e nella Lombardia colle condizioni inverse del mezzogiorno dimostra che qui l'industria è infantile e nel settentrione assume i caratteri della grande industria moderna. Ma se il con trasto nella ricche:-:za e nella organiz:-:azione industriale è spiccatissimo, è enorme, tra il Nord e il Sud, qual' è la posizione delle Marche e dell'Umbria? In quanto alla ricchezza media esse stanno alla pari colla Calabria, cogli Abruzzi; sLlllllO molto meglio della Sardegna; sono vicine alla l:hsilicata e sensibilmente al disotto della Sicilia e delle Puglie. Tenendo conto del risparmio , della ricchezza mobile, del :~umero dei lavoranti su 1000 abitanti addetti alle industrie se ne può indurre che nello insieme stanno meglio di tutto il mezzogio1 no e della Sardegua e sotto qualche aspetto anche della Sicilia. Cosi nelle nude cifre, checchè ne dicano coloro che si servono di un solo gruppo di da ti, trovano piena conferma le affermazio11 i del Bianchini (secondo punto). E qui cade in acconcio rilev:ire, affinchè si distrugga la leggenda maliziosa creata da alcuni intorno alla partigianeria regionale del Nitti nei calcoli sulla distribuzione della ricchezza in Iu li,1, che precisamente alle identiche sue conclusioni era arrivato circa venti anni prima Maffeo Panta.leoni, che non è meridionale, le sue indagini aveva intrapreso a solo scopo scientifico Egli nel Giornale degli Economisti (Gennaio 1851) scriveva: « In Italia « la popolazione ovunque vive prevalentemente del « reddito annuo del proprio lavoro (ossia del red- « dito dei proprii capitali personali) con pochissimo « capitale, con cui fecondarlo, e con riserve minime << su cui fare assegnamento quando il lavoro è re- « stato sterile per qualche errore tecnico nel!' ap- « plicarlo o per qualche causa fortuita. E qul'sta e< condizione va accentuandosidal Nord al Sud >>. Lo stesso Pantaleoni nel 1885 e nel 1891, come ricordai in un discorso alla Camera contro il nuovo catasto (marzo 1892) stabili prima di Nitti, la spere<4uazione a danno del Sud ed a vantaggio del Nord tra la ricchezza posseduta -e le impostepagate. Un altro osservatore, non meridionale, co11temporaneamente a Nitti, è riuscito alle sue identiche
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